Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 13 - 15 luglio 1901

248 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LE1TERE E SCIENZE SOCIALI Labriola stesso soggiunge subito che i socialisti tedeschi, i quali hanno i'ingenuità cli essere repubblicani, hanno sempre considerato il Rodbertus come un nemico. Cosi tanto il Rensi che il Labriola richir-.mano i socialisti d'Italia - che rispetto al problema economico proclamano l'indifferenza delle forme politiche - all'os servanza di quolla parte fondamentale del programma minimo, - che esige la eleggibilitèi,la responsabilità e la revocabilità cli t-utti i poteri deUo Stato, SF.NZA ECCEZZIONE : onae, - premessa storica indefettibile, - la pregiudiziale repubblicana. " .... Noi - che non siamo un partito di retori microcefali - non facciamo la proclamazione· accademica di una sterile pregiudiziale astratta; ma a-posterioristieamente - con induzioni e deduzioni, scatenti da mezzo secolo di storia subalpina ed italiana, e disvelando le st.ridenti 0ontraddizioni, che tripudiano nella Carta costituzionale del Paese, alla base politica_ dello Stat,o, col principio plebiscitario e l'evoluzione civile della libertà nella storia contemporanea - vogliamo, non solo provare che la pregiudfaialll ha ragione scientifica e storica, ma vogliamo doterminare nel Paese la traiettoria di mia ricostituzione politica e sociale - in armonia co' ricordi gloriosi delle patrie t,radiziouìc col principio razionale informatore della sov1·anità nel mondo moderno. E questa propaganda non è a-prioristica o metafisica - se fatta, non di chiacchiere vane, ma di tradizione •e di scienza, di storia e di diritto: e se è intesa, come deve essere, a rintracciare e dimostrare ohe tutta quanta la parte misoueica dello Stato italiano ha un nesso causa.te con le disposizioni arretrate di un patto - su cui si aderge l'ii,tituto monarchico - e che sono appunto quelle contraddizioni stridenti la oausa fondamentale della paralisi, che mortifica la vita pubblica italiana: insite, si può dire non solo alla forma costituzionale dell'Italia odierna; m11,alla ,più parte de' regimi monarchici in Europa. .. * * Il collega Ferri,-· per dimostrare che il nostro metodo non è sperimentale e positivo, - dice che, nella recente discussione parlamentare, nessimo dei depiitatirepubblicani \a esplicitamente <~tfennatoVideale del proprio partito. E non è. Già, se tutti i deputati repubblicani non avessero interloquito, nessun acrobatismo logico potrebbe autorizzare un corollario così stravagante ! l\Ia il Ferri dimentica - che prima di I ui - nella seduta del 2l gingno, il Bovio illustrò magistralmente la ragion d'essere del partit<> repubblicano : confntando il Sacchi e gli altri che dichiarano un vecchiume il repubblicmiesimo, e che oggi la gran qnist_ione è cli sostanza, ·non di forma; de.finiti, perciò, dal Bov-io metafisici. « l\Ia via! smettetela una volta - disse il valentuomo - questa metafisica di sostanza e di forma : non ci sono che forme in continua evoluzione, e come da moto nasce moto, così da fenomeno nasce fenemer:o. La vostra sostanza appendetela ad un'ara votiva; non serve più nè alla scienza, nè alla vita: tutto è di forme, e ciascuna arriva al suo tempo. E del programma republicano un termine è avverato, l'unità patria: un altro è cli là da venire. Verrà, se è nella serie causale delle forme; ma per vederla conviene che guardiate innanzi, non alle spalle ll. lo termino - e qui fo mia un'osservazione, che è comune al Rensi e al Labriola. L'uno e l'altro giustamente aYvertono il gran pericolo che corre la causa democratica in Italia. Biblioteca Gino Bianco Il Rensi -· dichiarando che i socialisti. non devono dimenticare la necessità dello Stato democratico, dove il proletariato si senta realmente uguale, politica,~ente e gi uriclicamente, al capitalista; e quindi.... fatte le cariche senza ecce~ione, eleggibili, revocabili, responsabili - si meraviglia come il grido famoso del Bissolati, durante la battaglia ostruzionista nel Parlamento italiano, possa aver perduto, a pochi mesi di distanza, tutta l'importanza sua: e il Labriola, nel dubbio angoscioso che si ritorni così a quella deplorata fase clel socialismo itnliano, in cui l'ind~tferenza deUe .forme politiche era un modo in· diretto ver dichiarare elle si nccetfrivano le vresenti, fa la giusta rivendicazione della tendenza politica e della tradizione storica del socialismo in EuroJ)a. Pur troppo, tra noi i socialisti hanno avuto il torio di disconoscere la grande correlazione de' problemi storici nel!11,vita, moderna: ed anche oggi vedo, con rammarico, che ci sono parti d'Italia, ove la concezione sperimentale de' rapporti tra l'economia e la politica - più che agli ultimi postulati scientifici del socialismo internazionale - s'inspira aflo spirito fazioso delle sette: incapace d'intendere la grande evoluzione della coscienza storica e scientifica, politica e sociale, del mondo contemporaneo. lo ricordo le as1lre e strenue battaglie, combattute in questa Rivista dall'amico Colajanni e il suo monito gagliardo e sapiente su la lezione delle cose, dopo la tor• menta del 1898 - e domando se possano i socialisti d'Italia dimenticare che la loro atara.ssia, per gran tratto di tempo, dinanzi al problema fondamentale delle forme politiche, è stata fatale all'evoluzione democratica degli istituti ci vili, politici, economici, sociali. Dimenticano forse i propagandisti volgari ed i gazzettisti spropositati - i quali nella loro microcefalia, inconscia o ribalda, sputano rujussi bestiali contro un partito ed un principio - che ricorda le tradizioni migliori della vita italiana., ecl ba segnato una grande stri- .scia luminosa nell'orizzonte storico del mondo antico e modemo. i\Ia non possono e non devono din:ienticare coloro, che nel partito socialista, d'Italia rappresentano autorevolmente la coltura, l'ingegno, la dignità e la sincerità politica - i•lfastigio civile del cervello e del cuore. ROBERTOi\ImABELLI. Deputato al Parlamento. ANCORDAELDAZIOSULGRANO, <1 ) C<ii·oed illustre Amico, L'attenta e replicata lettura, ch'io ho consacrata alla di Lei recente apologia del dazio sui grani, ha suscitati nel mio spirito non pochi implacabili dubbi; i quali mi permetto di far palesi in queste linee, a cui invoco - né spero sia invano - la cortese ospitalita della sua rivista. Benché più disposto, per indole, a salire l'erta fa. ticosa, ma lucida, del ragionamento e della dimostrazione deduttiva, io non mi ricuserò di certo a penetrare sotto la di Lei amabile guida, nell'intricata foresta dello sperimentalismo economico in genere e doganale in particolare. - Sperimentiamo dunque, sperimentiamo tutto e ad oltranza. Ma innanzi di compiere degli esperimenti qualsiasi intorno ad una cos13.ié assolutamente d'uopo conoscere che sia questa cosa, (1) Pubblico ben volentieri questa lette,ra dell"illustre professor Loria ; e ne pubblicherò delle al tre contro ciò che ho scritto, se mi perverranno. Risponderò a tutti a suo tempo. N. COLAJANNI.

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