Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 13 - 15 luglio 1901

242 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI rate agli amici del bravo generale Pelloux, agli autori del Decreto Legge e del Regolamento-forca; nel Senato si affidarono alla viltà del voto segreto. Non solleveremo una quistione teorica sul diritto del secondo ramo del Parlamento ad intervenire in certe qnistioni e sulla legittimità di nna crisi determinata da uno di quelli interventi, la cui correttezza ed opportunità non sono cont,roversi in Italia soltanto, ma dovunque vige il regime rappresentatiYo; no11ricorda• remo ai Farisei del Costituzionalismo, che secondo gli insegnamenti dei migliori scrittori politici e dei piìt ortodossi monarchici, gli articoli scritti di uno Statnto vengono lentamente modificati dalla interpretazione ad essi data sino a farli cadere del tutto in dissuetudine ed a farli considerare come organi atrofizzati o uon aventi più alcuna funzioue re:1le; ma vogliamo semplicemente osservare che è incommensurabile la viltà di un corpo dello Stato perfettamente autonomo ed indipendente, che ha paura di un ,oto paleso e che ricorre al segreto delle urne - o lo provoca subdolamente. Noi siamo tra coloro che crediamo lecito abbattere un ministero su di un bilancio, contro la scuola teclesc', che pure è in onore tra i conservatori; poichò siamo convinti che tutto le occasioni sono buone per'm;i,nclare via nn gabinetto che si crede dannoso al paese; nè ci preoccuperemo della strana e pericolosa situazione politica cl1e il Senato a vreblle ci-eato so fosso ,riuscito a respingere il bilancio dell'Interno: forse si~sperava in una soluzione della crisi in senso conservatore colla teoria della tendenza ch'era trionfata. alla caduta del gabinetto Saracco. Ciò che vogliamo constatare, lo ripetiamo, è la incommensurabile viltà del voto segreto. .Francamente, data la sfacciata ingerenza del governo nelle elezioni, e dato il servilismo cli certe masse elettorali, noi ci spieghiamo1 senza mai approvarla, la condotta di quei deputati, che non osano esporsi alle ire ed alle vendette cli un ministro dflll'i11torno i11trnoreudente ed onnipotente. È umana. Ma di chi, e dt che cosa possono temere i senatori eletti a vita dal He? II voto segreto rappresenta, quindi, per loro l'eRpressione genuina della strntturn organica propria, la libi1line della viltà. E con un atto tanto laido i signori senatori vorrebbero iniziare la riscossa morale contro un ministro dell'interno, che accusano d'immoralità - essi che si mostrarono sempre umilissimi servi di France~co Crispi... Quale aborrazio11e! A quale pervertimento morale può trascinare fa passione poliitca ! L'equilibrio nel l\Iediterraueo. Fu questa una frase fatta che procacciò iu altri tempi ad un deputato italiano quakhe milione di lire, disonestamente guadagnati', promovendo costrnzioni navnli da parte nostra. In che cosa consistesse l' eqnilibrio nel .\1editernineo, si sa: in una menzog11a, noi predominio ~u quello cl1e dovrebbe essere mare latino, della potenza inglese. E che così fosse, venne confessato dal ministro Goeschen, che proclamò la necessità per la Gran Brettagna cli avervi nna flotta capace di battere le flotte <li pareccl1ic nazioni riunite insieme. Il contrammirnglio Boresford, lo scrittore che constat,ò la decadenza anglo-sassone. tPstè ha <lato un grido di allarme, denunziando la possibilità di veder fo,llire il programma di Goeschen ed invocauclo, perciò, un aument,o cldla flotta inglese nel )fecliterranoo La prospettiva di nuove spese militari ha SCORSO i liberali, che seguono Campell Bannerman, e che cominciano ad opporsi seriamente alla follìa imperialista; tanto che il Biblioteca Gino Bianco · ,11omi11_Lqeadcr,che è l'orgauo piìt aùtoreYole del vecchio partito liberale, si op1>oné già alle intimazioni della Naval I,eague, che vuole messi in mare altri mostri costosissimi per mantenere l'anticri. supremazia. Ma., <la buoni inglesi, gli antim perialist,i, mo~i vano la loro opposizione proclanutnclo la decadenza del i\Iedit.erraneo nel mondo moderno. Certamente il Mediterraneo non ha più l'importamm di nna YOìta; non è più il centro esclusivo della vita economica e della civill:ì, diYennta oceanica. i\fa il ?ifocliterraneo rimane la grande Yin che riunisce l'oceano Atlantico o il Pacitico, che conduce più rapidamente alle Indie e in Cina. Quando all'istmo di Suez farà com11agnia il taglio dell'istmo interamericano, l'Inghilterra ci terrà a, conservare il suo predominio sulla via attuale, sicurn com'è che gli Stati Uniti vorranno mantenere il proprio sul taglio che, presto o tardi, aprirà nel centro dell'America una nuova comunicazione tra l'Atlantico e il Pacifico. Qnesta ovvia cousirlerazione dovrebbe calmare i nervi della Tribuna; la qnale si preoccupa pel caso che l'Inghilterra volesse rinunziare a mantenere... requilibrio clel Mediterraneo - cioè la propria supremazia. Ma non è evidente che il giorno in cui la grande ladra mondiale volesse lasciare qualche sua preda, potrebbe cominciare l'èrn del vero eqiiilibrio del Mediterraneo, che Yerrebbc dominato della Francia, dall'Italia, dalla Spagna e dalle altre minori potenze, che vedono riflesse nelle sne acq 11ele loro litoranee cittì~ '? . Tanto può, anche negli uomini e nei giornr.li più autorevoli (lei nostro paese, l'antipatia verso la Francia! Preferiscono la tirnnuicle cli chi a .Malta ha mostrato in quale conto tiene l'Italia, alla possibilità di trattare alla pari, come in casa propria, colla. Francia! :\fo, non abbiano paura i nostri gallofobi: l'Ingl1ilterra auzichè riu unziare al suo dominio uel Mecliterrnueo, pensa a rinforzare Gibilterra, ed ha già votato la cost,ruzione Ili nuove ni~vi da guerra per mantenere l'equilibrio ... it proprio benefizio. L'Italia. potrà continuare a farle da vassalla; e la sovrana peuserà ad inventare altre Tunisi per dare qualche offa a.ll'avidità francese. Liberalità americane. Siamo fra i pocl1i che con una certa insistenza riportiamo e critichiamo ciò che cli anormale e di cattivo si Ya svolgendo negli Stati Uniti di America da alcuni anni in qua. Cosl facendo crediamo di compiere un dovere politico. Una democrazia illuminata deve conoscere il male cl1e si nasconde e che accenna a prevalere presso i popoli che si prendono a modello; deve conoscerlo. ancl10, per parare le obbiezioni che possono veni re ditgl i avversari. Agli americani del Nord si rimprovera spesso il culto fanatico che essi hanno pel Dio dollaro; ma è bene agginngtire che il denaro guadagnato malamente, di frequenti là è speso bene. Tutta la stampa europea si è occupata di recente delle decine cli milioni donati da A. Carnegie ai suoi laYoratori ed agli istituti scientifici della grande repub• blica. Si sa, però, che questo non è un caso nuovo ed isolato. 'l'utte le Università e collegi degli Stati Uniti sono sorti colle donazioni dei Cresi transatlantici. Nel :Jew-York Journal del 27 giugno troviamo questa lista eloquente di doni fotti ultimamente ai diversi collegi: All'Harvard. I. P. i\forgan Dollari 1,000,000 l> Coniugi Robison I> 300,000 Al Cornell. I. Rockfeller >> 250,000

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