RJVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E. SCIENZE SQCIALl -- Sapete che cosa è il partito protestante ? È un partito politico, che mira a impadronirsi della Francia per poi consegnarla allo straniero. Da Coligny a Dreyfus i protestanti hanno protetto i traditori .... Voi mentite! grida una voce potente tlal fondo della sala. Un silenzio sacro si leva, per un secondo, nello spazio. Tutti si voltano - poi, l'onda della folla si getta sull'uomo che avea interrotto e lo tempesta di colpi. L'uomo resiste, barcolla, cade. È travolto, battuto, cacciato fuori, mentre un grido assordante si leva: - Abbasso i protestanti. Io mi faccio il segno della croce e mi raccomando, in peetore, alla carità cattolica dei fedeli che mi circondano. - Signori - finisce il focoso conferenziere : - Le strade sono fatte per discendervi ! - Viva la rivoluzione! grida la sala intiera ! E anch'io, pieno di convinzione grido: Viva la rivoluzione! E nn urlo immenso esce da mille bocche, un urlo ripetuto dieci e dieci volte, in cadenza sinistra, feroce, implacabile : - Vive la 8aintBarthelemy. Ah! Per Dio, - questa è troppo grossa. E cerco la porta per scappare. La folla, compatta, come ubriaca, continua a gridare : - Viva Dio ! Abbasso i protestanti ! Viva Giovanna D'Arco! Viva la notte di San Bartolomeo! Poi - un canto gigante si leva dai petti, dalle gole rauche, e la canzone grida : Francesi, piombiamo come dei corvi A colpi di bastone e di ciabatÙ Contro la canaglia sen,:a Dio, Contro la canaglia senza patria Cantiamo tuiti P- balliamo Viva la Frqncia e viva Dio ! Che cosa è questa canzone ? chiesi a un inferocito. Egli mi guardò meravigliato : - È la Chatholique, signore. Risposi le parole cli Cambronne e.... scappai. ALFREDO NICEFORO. Per la, riformadellaScuola. Un insegnante di un piccolo paese del Sud, il signor Giuseppe Di Rosa da Aragona, ci manda un quistionario che ci sembra interessante e che noi pubblichiamo ben volentieri nella speranza che i numerosi abbonati che la Rivista conta nel benemerito corpo dei maestri di scuola non solo, ma che ogni altra persona competente voglia occuparsene e rispondere adeguatamente ai singoli quesiti posti dal Di Rosa. LA REDAZIONE. l. Ammessa la legge, secondo la (Juale lo sviluppo dell'individuo riepiloga quello della specie (non uel senso di un ritornello fedele, ma in qnello di una disposizione a seguirne il proce,3so), non è chiaro che !Jisog~a coBiblioteca Gino Bianco noscere gli adattamenti nell'evoluzione ùi essa per sapere quale debba essere il conseguente trattamento nmano1 II. Or il fanciullo, che riproduce i nostri primi padri, non ripete la loro vita nella sua attività e quindi anche nel suo giuoco, essendo il giuoco pure attività ereditaria provocat:1 dall'ambiente, se!Jbene il suo contenuto e la sua essenza., che sono gli adattamenti utili della specie uej primi tempi, ci possano apparire strani e indecifrabili per il campo fittizio su cui esso si esplica 'I III. E se i primitivi esplicarono la loro attività iu un lavoro utile, non possiamo e non dobbiamo noi esercitare l'attività dei fanciulli, coi criteri dell'opportunità e della misura nel lavoro da cni, come è avvenuto per la specie, dovrebbe dipendere ogni conoscenza, lV. Nòn sare!J!Je già tempo che, movendo cç,n tro ogni pregiudizio e contro ogni difficoltà, il lavoro del fanciullo uscisse dal suo periodo di sentimentalità, <U.. o. nendo, non sussidio accademico, ma centro reale dell'att.ività scolastica; per produrre invece che il feticcio del lavoro (il corso ili lavoro di Hipatransone e tutti gli altri informino) oggetti utili· industrialmente e quindi economicamente 1 V. Senza avanzare ipotesi premature circa alla orgauiz• zazione che ne verrebbe per ciò alla Scuola e circa alla conseguente riforma dei programmi, della suppellettile e dei locali scolastici, non è evidente e certo sin da oi:a che si avreb!Jero il pane, le vesti, i libri per gli indigenti, un'occupazione conforme all'indole, misurata e per ciò dilet,tevole, un mestiere per chi ne abbisogna (e da ciò la possi!Jile e l'utile osservanza ·dell'obbliga,- torietà della scuohl), l'occurmzione proficua dei deficienti, dei 1liscoli ecc., l'educazione pratica per tutti, anche per qirnlli chiamati indi dalle inclinazioni e llalle capacità ad nn'arte o ad una professipne e ogni possibile cura per quell'equilibrio fisio-psichico che è la condizione e il fine dell'esistenza? tJ VI. Non è chiaro che, cominciando tutti dal lavoro agricolo industriale, semplice e comune, si ripeterebbero le attività semplici e comuni della specie nei primi teinpi per inùi specificare, dividere, moltiplicare le attività secondo che avvenne per la specie, rimovendo così la 1)regiudiziale che, essendo il lavoro centro dell'attività scolastica, t,utti debbano rimanere agricoltori od artigiani 'I YII. Tutto oiò non tenderebbe atl educare all:L · vitiL ,·i. vendo, eò a fare assorbire la vita dalht Scuola, cbe così comincerebbe a disciplinare l'attiviti1 sociale in un governo tecnico e pedagogico, basandosi su qnella tli visione di lavoro che sa tener conto dell'etù, del sess(l, delle attitudini, dell'ambiente e determinando, per le interdipendenze risultantine, solidarietà anzichè concorrenza'/ VIII. L'introduzione già rncchia nello scuole ùei lavori donneschi, quella già avvenuta dello iusegnamento re,\le, l'altra che si prepara del Ja,.oro manuale e delle piccole industrie casalinghe, il campo sperimentale, la festiL degli alberi, come sintomo, questa, del ritorno alla terra, e un a.t1sie1uedi altri fatti non lastricano già il cammino alla Scuola. percbè divenga via via la vita stessa? IX. Non è nuova in tutta la. storia della scuola. e dello, pedagogia la considerazione (contra.ria. al classico ed
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