Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 12 - 30 giugno 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTEFlE E SCIENZI~ SOCIALI 227 vamente le bor.iè aifòùitìstte amico, che ha risposto colla Jettern che i lettori clelht R'ivistct tr'overanno Illlbblicata in questo stesso numero. C'è qualche dift'erenza tra le cifre inciicate nella lettera di 'l'orino e quelle riportate nella risposta dell'e~ ministro del tesoro, in quanto al vino francese introilotto in Italia nei primi mesi cli quest'anno; ed è supedino M'vertire che l'esattezza è da presumersi nelle secoììde pe1• tanti bttoui motivi, che non occorre esporre. La pocia Mrn:ittezza del governo francese, nella forma dovnta ad un uomo che occupa nu 'alta posizione po1itica, viene ammessa dnll'on. Luzzatti; perciò non mi sembra del tutto infon<fata la critic,i che gli venne mossa. Tanto meglio se il governo francese farà ammenda onorevole con una nuova legge, che ripari all'inconveniente deplorato sull'aumento del dazio imposto ai riostri vini entrando in Francia; in- questo modo mostrerà che il sopra.-dazio imposto colla legge .snl consumo interno più non rappresenta malvolere della repubblica verso l'Italia. E mi pare anche che risulti evidente òalla, risposta del· l'on. Lnzzatti, che egli . no11 si faccia più alcuna illusione sulla esportazione dei nostri vini in Francia. Signor· Direttore della Rivista popolare, La Rivista in varie occasioni ha inneggiato alla sapienza e all'accortezza dell'on. prof. Luigi Luzzatti nella conclusione dei trattati di commercio. Non voglio mettere in alcun dubbio i benefizi, che l'Italia ha tratto da quelli del 1892 stipu!ati coli' Austria-Ungheria, colla Germania e colla Svizzera e nei quali il merito diretto non fu dell'on. Luzzatti, che allora era ministro del Tesoro, ma dei negoziatori italiani - tra i quali il ·comm. Nicola Miraglia., di cui raramente si fa menzione. È invece tutto dell'on. prof. Luzzatti il merito dei nuovi accordi stipulati colla Francia nel 1899 e · che fecero cessare completamente la cosidetta guerra economica, a base di tariffe, colla vicina repubblica. Ora di tali accordi in verità c'è poco da rallegrarsi, com'è facile scorgere tenendo conto deijatti, che valgono un poco di più delle promesse e delle illusioni. Nel 1899 i partigiani del- ' l'entente cordiale tra l'Italià e la Francia, sotto la gui- ~· da e la inspirazione del- !' on. Luzzatti, fecero comprendere ai nostri produttori di vino, che si sareb- • Sono anche io persuaso che l'accordo colla Francia non va giudicato dalla sola esportrizione del nostro vino; e quali altri vantaggi avrà procurato ali' Ital;a, lo sa... premo òalla seconda lettera che promette l'illustre amico, e di cui anticipatamente lo riugrazio, in nome mio e dei lettori della Rivistn. "' be riaperto loro il mercato ~..;,-=· ~-:,:,ti#.., francese e sarebbero tor- , ..... .f_ 0 S/\', ···' :, . ,_._,,_ nati i bei tempi che si erano La nuovamuragliadellaChina. chiusi - e -per sempre ! - colla · denunzia , giammai abbastanza deplorata, del Taccio snlle prot.este che lia suscit:ito in Francia il tigetto dei vi11i gimlicati non genuini ilalle nostre dogane, percl1i:. creclo che non possano essere br-rnfondate; nè mi preoccupano la ve• nuta in Roma del sig. Grosbo11, rappreseutante della Camera di commercio di Cotte, e la rniuaccia,ta interpellanza del bolleutè naziona\istn, f'irmin Faure, cui non parrà vero di poter scaraventare qnalche grossa insolenza all'indirizzo dell'Italia, con apparenza ùi ragione. Riserbandomi di ritornare sulla questione dopo la seuonda lettera dell'on. Lunatti, focoio voti calorosi che questi non voglia privare il 1mese dell'opera sua illuminata nella rinnovazione dei trattati colle potenze centra.li e colla Svizzera. Non è possibile che l'Italia lo consideri come un nego,ia!orc yi1ibilato, qmtle egli stesso altra Yolta si annunziò in piena Camera dei deputati. Egli nou potr,\ insistere nella determinazione per llOn veni.r meno alle promesstJ formali fatte nel discorso di BlLL'ei nell'altro cli Firenze di difendervi vigorosr1monte gl'iuteressi dell'agricoltura e del Mezzogiorno, che forono tanto danneggiati dalle t,iriOc generali clel 18871 che costituiscono la base della Dostra politica doganale. L'o11.Luzzatti fa magna pars, in nDa all'on. Ellena uella compilazione di tali tariffo; l'int,ento da lui propostosi, lo sviluppo delle industrie, fu raggiunto. Rimane ora da riparare nelb scarsa misura ch'è possibile, ai danni llhe ne vennero all'agricoltura. Et! io sono certo che Luigi Luzzatti in tale opera riparat,rice porrà tutta la sua (lottrimi, tutta la s•m esperienza, tutto l'e11tusiaSJIJ() 81l0, Biblioteca Gino ~ ~fr-OAEONE CoLAJANNI ,é~t\tll!t& al Parlamento. (P1wlc di New-York). trattato di commercio del 1881: denunzia, che fu davvero opera meritoria dell'ex ministro del Tesoro. A queste promesse, che crearono tante illusioni e suggerirono i tentativi infelici di esportazione dell'on. De Bellis, mancava la base. E la base venne meno dal giorno in cui la ricostituzione dei vigneti francesi distrutti dalla filossera, e la piantagione dei vigneti nuovi in Algeria e in Tunisia fu un fatto compiuto; perché da quel giorno veniva meno in Francia il bisogno d'importare vini esteri - spagnuoli o italiani. La Francia, come rilevò lei stesso nell'articolo pubblicato nella Tribuna, avrebbe potuto ancora importare vini eccellenti dall'Italia e dalla Spagna per tagliare i propri scadenti; ma avrebbe importato 100 o 200 mila ettolitri per esportarne un milione; e all'esportazione avrebbe dovuto pensare, perché i suoi produttori da qualche anno si lamentano già della mèoente del vino, cui il governo cercò di provvedere coll'abolizione dell'octrois e con espedienti intesi a favorire il consumo interno. L'on. Luzzatti - non v·olendo e non potendo in alcun modo mettere in dubbio la sua buona fede - doveva ignorare ciò che tutti conoscevano nel Setten, trione d'Italia, cioè la ricostituzione dei vigneti francesi.· Questa era tanto nota che il conte Capredon d'Albaretto in una sua Relazione ben documentata al Comizio agrario di Casale Monferrato, sulla conoenienza della stipulazione d'una nuova convenzione doga-

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