Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 12 - 30 giugno 1901

RIVISTA POPOLAIU: DI POUTICA Lh"l Ti•,'Ilt: E .SC.,IE.VZESOCIALI 223 pco - spccialn1ento la Franci:1, l'Inghilterrn, l.t Germania - hanno dato all'occupaidone <li tenitori in Africa e in Asia. Potrebbero avei-e 1111 valore diverso da f!Uello elio l'esperienza storica ha loro assegnato, se venissero liberamente consentiti da entramhi i contraenti. Ma chi ha mai creduto snl serio, che la Cina abbia spo11taneamente dato in fitto alla Russia, alla Francia, alla Ger-- rnauia, all'Inghilterra, le varie provincie o i_·porti dell'Impero celeste? I pii'1 ingenui in Et1ropa hanno <Jualifìcato quei fitti <',Omedelle estorsioni sotto la minaccia della dolenza; e noi, che non amiamo gli eufemismi :,1 servizio dell'ipocrisia, li abbiamo qualificali come atti antentici di /,rigantaggio. Come tali - e questo è l'importante - li hanno considerato i eine;;i, clie sono i piì1 interessati nella bisogna; e fa male l'ou. De Marinis a dimenticare la storia recentissima, che insegna, senza possibilità di equivoca interpretazione, che l'occupa• llione <li J<iao-Ciao da parte della Germania e quella, tentata dall'Italia, furono i coefficienti diretti e immediati del rnoYimento dei boxcrs, che fu movimento essenzialmente n:,zionale, che avrà in appresso la s1m fa. tal o evol nzione. 11 fitto della. baja cli Ni mrod, con si• gliato dall'on. De Marinis, avrà le stesse conseguenze, <la principio soltanto morali e iu appresso materiali, che produ;;se h1 v,,gheggiata occupazione della hnia di San i\Iun. Un altro punto c'è da rilevare nella intervista dell'on. De i\fariuis col corrispondente del Secolo: egli ha fat.to comprendere_ che non Jllancano socialisti che la pensano come lni. Ora noi, per quante rice1·che abbiamo pot.nt.o fare, non siamo riuscit,i• a scovare i consenzienti con lui uè tra i socialisti, nè tra i repubblicani, nè tra gli stessi rn,clicali. J<'orse qualche cosa che somiglia all'adesione all'indirizzo da lui preconizzato, si potrebbe scorgere nella lettera che Antonio Labriola ha iodirizllato ad Ernesto Teodoro ~foneta, ch'è tutta una serie serrata di punti interrogativi sulla possiuilità e sulla utilità della pace, sulla convenienza di rinnovare li, Triplice, sulla nostra debolezza, che c'induce ad essere pacifici ec. ec.: iutenogativi che fauno sorgere dubbi suggestivi, ma che rimangono nel vago e nell' incleterrninato, e che sarebbe bene venissero meglio esplicati. Comunq111i, noi pensiamo, che nel campo democratico qùesta tenrlenz& sia attualmente isolata, individualizzata in pochissimi; temiamo forte, però, che essa trovi imitatori: il contagio psichico per noi è uu fattore reale e poderoso negli avvenimenti sociali. Dove possa condurre l'imperialismo ce l'insegnano gli Stati Uniti e l'Inghilterra. Al di là dell'Atlantico è sma.rl'it,, ogni traccia cli giustizia internazionale e la figura radiosa di Giorgio Washington viene oscurata. Ciò che possano fare, quali prepotenze possano cousumare, a quali miserabili tranelli possano ricorrere i repubblicani imperialisti - l'aggettivo tende a snaturare inesorabilmente il sostantivo! - lo sappiamo dalle infamie delle Filippine e dalle altre che Oreste Ferrara ha: denunziato nel numero precedente della nostra Rivista-. I fasti degli inglesi nell'Africa australe, per 1foordare soltanto i recentissimi, sono più noti, e provano che l'imperialismo, monarchico o repubblicano, non cambia natura. L' Inghilterra nel 'l'ranswaal e nell' 0rauge ha già i suoi campi di reconcentrados; nei quali le donne, i vecchi, i fanciulli muoiono cli stenti, di fame, di malattie epicle111iche. I reconcentrados di Cuba strapparono un grido cl'indignazioue all'Inghilterra umanitaria; ma i reconcentrados del 'l'ranswaal BiblioteGaGino Bianco pare che non abbiano al tra virtù cl1e di fare perdere il sonso della libertà agli inglesi. A q1ù1le grado di degenerazione politica e morale po~sa condurre l'imperialismo ce l'avvertono gli episodi tunmltnosi di nu 1ncctin_9 tenutosi in Londra. Gli amici dei 1.,oeri e ;lella gi11stizia, e il Labouchère, cl1e lm fatto una vigorosa per quanto inutile campagna contro l'imperialismo dei suoi concittadini, vollero fare un voto per l:t paee nell' Afrka australe; ma erano tanto sicuri che non sarebbe stata rispettata la 'tradizionale libertà di riunione dalla folla ubbriacata d'i1nperialismo che assoldarono circa ottocento indi vidni ar111ati di randelli por essere difesi. Infatti il inceting della Queens Hall venne assalito ihgli imperialisti, e s'impegnò una vera battaglia, nella quale intervennero 500 agenti di polizia a sostegno della guardia privata - com o si potrebbe chiamarla'! - clegli amici della pace; corsero pugni e bastonate, e ci furono molti feriti. Ecco i frutti dell'imperialismo: l'iniqua prepotenza nei rapporti internazionali; la scomparsa dei costumi· schiettamente liberali e democratici. Ma l'im,pcrialism.o, si dice, assiènra la prn;,.perità .... No; l'imperialismo, segue allo sviluppo della prosperità; rappresenm nè più nè meno che la megalomania ca• ratteristica <lolla paralisi progressiva che segue, negli individui, ai facili arricchimenti, alla sifilide ed all'alcolismo. E in quanto alle prosperità clell'InglÌilterra e degli Stati Uniti ora che si sono <lati all'imperialismo: rispondia1110: i·espicc /i.neni! Carlo Cattaneo·. Do1)0 trentatrè anni dalla morte di Carlo Cattaneo, Milano - o per essere più precisi la Democrazia lom• barda, cli])ropria iniziati va - gli l1a inalzato 6.nahnentè un monumento che si è iuaugurato domenica 23; dando luogo ad un'imponente dimostrazione dei partiti popo_- lari riuniti nell'omaggio al grande repubblic"ano m il nne~?

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