Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 12 - 30 giugno 1901

222 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA Ll!.'1 TERE E SCIENZE SOCIALI attitudine dell'amico nostro personale, che propose un altre ordine del giorno in cui si faceva esplicita adesione alla monarchia, contro ciò che egli stesso in una riunione famosa della· Sala Rossa presiednta da Cavailotti, aveva pochi anni or sono sostenuto. 1\on sappiamo rendercene ragione, specialmente per due motivi: 1° :l\essun fatto nuovo è intervenuto a ,uoclifìcare la si tua1.ione; l'avvento del ministero 7,anardelli-Giolitti non ha modificato le istituzioni e non poteva modificarle ; esso rimane sempre come un episollio tran~itot·i(, nella vita delle stesse istituzioni ; 2° L'antico ordine del giorno agnostico non aveva impedito che lo 7,,rnardolli tratt-assc c~l gruppo radicale per vederlo rappresentato nel mi• nistero da lui presieduto; cli pii\ esso non ern stato <li ostacolo a procurare al Sacchi i segni ilella benevolenza del Capo dello Stato Il criterio contonnto nell'antico ordine del giorno, in conseguenza, si vuù considerare come sanzionato della esperienza. Noi· che abbiamo molte affinità col partito radicale, o crediamo che esso possa avcro una elorn,ta funzione nel nostro mondo politico, ci augnriarno che in seno del medesimo torni l'antica armonia, o pel bene che vogliamo ad Ettore Sacchi, speriamo che non si l:1sci accecare dall'ambizione imitando l'esempio disastroso di h'ortis e di Luigi Perrari. Il partito raclicalc, però, se vuole esercitare-una benefica azione non deve limit:wsi a vh·ero entro Montecitorio, ma devo fare un'attiva propagandn. nel paese ed esporre un programma notto e preciso,. di riforme economiche e politici.te. Esso uoD può limitani alla. critica spigliata dei repnbblicani e dei socialisti; ma, <love provare, che la sua ragione di essere, sta nelle cose che vuole, e non nel capriccio di alcuDi uomini riuniti in grnppo esclnsi vamente per dare la scalata al potere. E a molte cose potrebbe pensare Maffeo Pantaleon i, che del gruppo raclicalc fa parte, o che possiedi\ dottrina, rettitudine e senso pratico. Non più sequestri preventivi di stampa? Durn,nte la discussioue, 1ielle sedute antimeridiane, del bilancio di. Grazia e Giustizia, fu approvato dalla Camera, malgrado che il ministro CoccÒ-Ortu si fosse opposto, un ordine del giorno dell'amico Mirabelli, col quale s'invita il governo a presentare un progetto di legge per l'abrogazione dogli articoli dell'Editto Albertino sulla stampa e delle leggi successive, riguardanti il sequestro dei giornali. L'ordine del giorno approvato dalla C,1morn, è un passo verso la realizzazione di uno dei desiclcral(t espressi dall'ultimo Congresso nazionale repubblicano, tenuto a Rifrecli lo scorso novembre. Se il voto della Camera piLL che tradotto in legge, verrà, accettato dai Procuratori del Re come criterio direttivo gli scrittori politici italiani saranno messi in condizione di scrivtlre come scrivono nelle altre Hazioni civilizzate, anche monarchiche, e cioè secondo <letta il proprio cervello, senza il bisogno di regolarsi sulle digestioni, più o meno difficili, che possano avere ' gl' illustrissimi procuratori del Re. A meno che l'ordine del giorno sui sequestri della stampa, vada a far compagnia a quello dei Tribunali militari! ... Ma speriamo di no. Il certo, però, è, amico Ghisleri, che anche coclijicato, in mano di un ministero reazionario andrebbe tra i ferravecchi insieme allo Statuto che - altro che cor1ifìcato ! - dovrebbe essere la carta fondament.ale, intanyi/Jile, rlelle attnali istit,uzioni. Biblioteca Gino Bianco La quistione albanese. Se n'è discusso lungamente, e da oratori di varie parti nella, Camera dei Deputati i tliliana, a proposito del bilancio degli esteri ; e da tutti venne manifostata la preoccupazione che l'Albania fosse occupata - perchè non presa injitto secondo il novissimo linguaggio della Goinpaynia intcrna:ionnlc dei fnrti in grande? - lhl• l'Austria. L'occupazioue, che :.inotonderebbe l'impero clegli Asburgo, riuscirebbe dannosa all'Italia, che votlrebbo diminuita la propria. azione nell'Adriatico. Si può cliro, perciò, che arri va a momento opportuno un opuscolo di Terenzio Tocci - un albano,·e di Coscnr.a - che si occupa della Qnistionc J\ll!ancse (1). Lo scritto, che non ha alcuna pretesa letteraria, è uua vigorosa difesa dell,i nazionalità, albanese insillia,ta ad uu tempo dall'Austria, eh.i.Ila Grecia e dal }Iontenegro. Ha parole amare sopratutto contro la Grecia che si è fatta bella degli eroi Skipetari, discendenti cfa Giorgio Castriota Skanderberg, face::idoli passare per eroi greci, contro la Grecia che ama la indipendenza, propria e la soggezione altrui. Ma il pericolo vero viene dall'Austria.; e il Tocci teme che nell'Adl'iatico l'Italia avrà lri pariglia di Tunisi, nonostante tutto le assicurazioni in contrario rloi ministri Viscosti •\Tenosta. e Pxinett,i. Cert,amenLe il pericolo esiste. Pnò scongi urari o la Triplice P Non lo crolle il Tocci. Noi invece pausiamo che RO ]' Hai ia nell:1. Triplice si trovasse alla pari <lolle altro Llue contrncnti, dovrebbe riuscire facile sventarlo; ma ci ,·onobl>o quella energia e quel tatto Lli cni 11011 h,inno Llato prova sinora i nostri governanti. - Sarebbe, forao, 1rno (foi pochi benefizi che ll1 Trip/,ice potreblio procn rnrei. 1hl ogni modo, la, soluzione onesta, e<l utile per tutti acl 1111 tempo, clell'inviluppatissimo problema della 11cnisola balcanica, non si può trovare che noll'attuaziono del pensiero di Giuseppe Mazzini: nella federazione di tutti i popoli cli varia 1-ingua e di varia religioDO che si agitano in Oril,ute. Qncsta soluv.ione ha contro di sè l'avidità austriaca, _ non tenendo conto delle resisten✓,e poco effi:iaci del ì\.[usulmano moribondo; ma piì1 che altro, ostano a tale soluzione gli odi e le gelosie reciproche tra greci, albanesi, bulgari, macedoni, serbi ; tra turchi e cristiani. L'Austria trae profitto da tali divisioni, e chi ama l'indipendenza o la libertà dei popoli deve mirare all'intento nobilissimo di farle cessare. La degenerazione imperialista. L'on.DA Marinis,in una intenista col corrispondente di un giornale quotidiano, ha tentato di diminuire il significato ch:i si dette al suo discorso pronunziato alla Camera e che lo fece considerare come un imperialista anche dal nostro direttore. Egli ha insistito sul carattere pacifico e puramente commerciale che intendeva dare alla espansione italiana nell'estremo Oriente. Non voglia.mo mettere in dnbbio la rettitudine delle intenzioni del de1rntato per Salerno; ci permettiamo, però, cli ricorcL1re il ,·ecchio proverbio: la ·viri dell'inferno i; lastriccitci cli b1ionv inten~io11i. E il fitto pacifico della baia di Nimrod non potrebbe condurre che all'inferno della guerra. Questi fitti conchiusi colla Cina hanno, nè pii't nè meno, il carattere della v1·otezione, che le potenze euro1l) Cosenza. Presso l'autore. Pl'eizo L. I. \

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