Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 12 - 30 giugno 1901

lUVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 237 oggi, nell'arringo politico le mezze coscienze e Ra<Jerdoti deU'ambigtùtà. È bene che i due gruppi :inti monarchici 1 dell'Estrema, allcgeriti dai riguardi che loro erano imposti da,lla comunione cli azione coi radicali monarchici, riprendano m,1ggiore elasticità di movimenti nella aziono parlamentare, e per lo svolgimento del loro programma politico e sochtle, preciso e definito, senza veli e senza eufemismi, in Parlamento e fuori; ma ò sopratutto ben o che entrati i radicali monarchici completamente nell'orbita costituzio1mlc spieghino tutt.,'l. la, loro opera nel far trionfare, nel governo e nella legislazione del paese, le idee iu gran parte compendiate in quello che fu dotto il P<itlo di Romei, e che piiL osattamente potrebbe dirsi il testamento politico cli Feli.ie Cavalletti. Riesciranuo'I Questo ò il problema. Essi credono di riuscirvi. Noi non lo crediamo. Essi dicono che in una monarchia come la nostra, con una Carta com'è lo Statuto Albertino, tutto le libertà -sono comportabili, tutte le riforme possibili: e noi lo neghiamo in modo assoluto. Essi ci port>1ono a conforto della lorn teoria l'esempio delle monarchie costituzionali inglese, belga, danese, scandinava; ma noi possiamo oppuguarn la vitlidità di questi esempi con una quantità di argomenti storici cd etnografici che dimostrano la irredncibilità della monarchia feudale cattolica, 1nilitare presente alle condizioni di quei paesi, più o meno nordici, la inapplicabilità cli quelle istituzioni ad un popolo di temperamento sì clivorso, e, quel cho è poggio, iu uno stadio cli cultura, inferiore, qual'è il popolo italiano. Essi credono che coll'attul\le forma di governo si possano raggiungere le gradazioni lJiù eleYate delle libertà politiche, delle organizzazioui sociali ed economiche, clel benessere superiore; noi pensiamo cho l'attuale forma di governo costituisca il pri ucipale ostacolo al raggiungimento Ili quelle alte formule di convivenza politica e sociale. Nondimeno noi dobbiamo facilitare ed affrettare l'esperimento tlei radimi.li perchè sanì. facilmente dimostrata, colla competenza loro, la fallacia della loro teoria. E allora sarà dileguata, e per sempre, la illusione del radicalismo monarchico, che fu ptu esso uno dei principali intoppi al progresso dello nostro iclee, pcrchè instaurò la teoria dell'adattamento e velJicù tutte le~ coscienze deboli e gli animi poco desiderosi di fare. (Eà1icazione politica - 15 ginguo.) I,1,igi Negro. Utilità sociale edonista o utilità sociale proletaria? - Enrico Leone, nella sua qnalitù, di liberista-edonista, si basa sulla equipollenza della procluzione borghese colla produzione sociitlista, limitando la 11uitabilità storica del massimo utile collettivo alla sola distribuzione dei prodotti sociali, seguendo in ciò le idee del Pareto. Questa tesi si combatte osservando: 1° Che la concorrenza dei capitalisti gira intorno ad\m perno fisso e .limitato: la potenza di compera della popolazione, poichè il proletariato vede aumentare in una misura molto minore la sna porzionu di ricchezza sociale cli fronte a quella intascata dalla bu1·- ghesia, 2° La partecipazione quasi in massa, in regime socialista, al vero lavoro prodnttiv~, in seguito alla scomparsa della disoccupazione forzata. 3° La moltiplicazione inaudita dei bisogni sociali inerenti. 4° Infine la sostituziono al saggio del profitto - BibliotecaGino Bianco stella polare del capitalista - del solo incremento della produttività del lavoro, qualunqÙe sia la proporzione di osso per rispetto al valore dei mezzi produttivi anticipati. Ed è in quest'ultima differenza che sta la soluzione dol quesito. Così la caduta del saggio del profitto arresta talora la produzione, provoca la crisi e la disoccupazione, mentre in regime socialista l'aumento della produzione può avvenire regolannente, non solo per l'aumento straorclinario clel consumo, data la distribuzione egnalitaria dei prodotti, ma più ancora perchè qualuuqno aumento sarà preso in cunsiclcrazione dalla novella societ:\, per quanto la percentuale sua sia più o meno grande cli fronte ai mezzi produttivi anticipati. Di più, le industrie che i socialisti intendono di municipalizzare, oi:sendo in generale le industrie più sviluppate, possono dare luogo a prezzi - misurati dal valore di scambio secondo il Ia.voro - minori cli quelli possibili ad un capitalista privato, anche quando siano identici i mezzi di produzione sia in qualità che in qna.utità. Omle, mentre in regime borghese, un perfeziona.mento meccanico, a. rat.,-idi profitto minore, può essere soltanto adottato nello nazioni più sviluppate ove il tasso del profitto trovasi ad un'altezza analoga, invece nell'economia socialista sarà sempre adottato, risolvendosi in un vantaggio collettivo maggiore del primiero. (Critic<i sociale - 16 giugno). lV. T. Steacl: L'avvenire del regno di EdoardoVII. - Il ì•e Edoardo VII non ha li~ stoffa dell'imperatore Guglielmo : è un co1mtry ge11tlemci,i inglese, che ama i propri comodi tanto piì.t cl1e è di una, certa età, vicino alla sessantina, e non può sperare, secondo i calcoli clelle Compagnie cli assicurazione, cli vivere oltre l'età della madre sua. Egli st1bisce facilmente l'influenza dei suoi amici e consiglieri, ed egli non è formo nelle sue convinzioni politiche. L' iualzamento al ·trono non può determinare una rivoluzione in un carattere che si è formato durante tanti• anni; per cui non c'è da aspettarsi ch'egli tenti seriamente mnntenere le tradizioni vittoriane all'altezza in cui la regina l'aveva lasciate. Corto, così grande è l'incapacità dei consiglit'ri della Corona, e così stupefacenti le colpe commesse durante la guerra sud-africana che i suoi sudditi non g'.i farebbero un carico s'egli in qualche moclo, si libernsse dall'imbroglio in cui l'ha ·messo la politica ili Chamberlniu. Non c'l<, porò, da sperarlo. Il re è discendente di Giorgio III, e, benchè non sia in nessun modo responsabile delln politica che ha piombato tutta l'Africa del Sucl nella guerra, non c'è da sperare che, per quanto essa sia dannosa all'impero, vi si ribelli. (Revuc de Paris - Maggio). Wc,lter Jlanim. Studio dei voti presidenziali negli Stati Uniti. - Lo studio elci voti che si souo da.ti nelle elezioni presidenziali prova cho la. logge delle ondulazioni governa lib politica, come ogni altro fenomeno. 11 numero dei voti ha ondulato co1ue le acque dell'oceano. In alcuni anni l'entusiasmo popolare si è manifestato con una grande affluenza allo elezioni; ma a questi a.nni seguirono anni tiepidi. I voti tra un'elezione e l'altra aumentarono sempre; ma non in ragione dell'aumento della popolazione. Una. volta sola ci fu diminuzione assoluta di voti: nel 1864 come conseguenza della guerra ci vile.

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