Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 12 - 30 giugno 1901

234 LUVISTA POPOLARI~' DI POLITICA Ll:TTP:RJ•,' E SCIENb.' soéTAii L'ERGASTOLANO (Continuazione e fine - Vedi mmi,, 11.) La memoria del suo pl'imo delitto gli riveniva orn nella mente, conte noi primi giorni che seguirono il suo anesto, qnanclo nella solitudine della sua cella di prevenuto egli rive1leva l'iosidhttore di sua figlia, trucidato da It1i con nn col po cl 'ascia sn la testa. Gli parevrt ch'egli fosse tornato, ora collie allora,e lo fissasse con grandi occhi smarriti o posasse le n1ani su la coperta lasciandovi larghe impronto cli JUani umide di sangne. Perchè - era questo un fatto che gli si or11, fisso nella mente - per~hè l'altro, tosto colpito, aveva alzate le mani alla tosta e le aveva posate su la la.rga ferita, e le mani erano diventate rosse, tutte umide cli sangue e quando ora cadnto, r,tnnicchiato su so stesso, le mani avevano un istante brancicato sul pavimento lasciando impronte di dita. insanguinate su l'a,cciottoJato della via. Era stato quell'uomo la causa di tutti i suoi malanni. Quel bellimbusto che pareva un santo Luigino cd aveva l'anima nera come uua parete d'inferno. E sua figlia, roverin:i, la sua Nene tanto bella e tanto buona gli voleva bene a quel dan11ato, tanto bene, tau to ! Gli si €ra data tutta, anima e corpo, senza un istante di debolezza, senza un pensiero, il minimo peu~iero, che avrebbe potuto essere iuga.nnata. Povera Nenc ! Ora lei dormiva in cimitero, col suo barnllino in lira.ccio, nella rnedesi ma barn tutti e due, e ce li a veYa. messi hd, lui con quelle sue mani che, lo aveva giurato alla sna Neue morta, aHebbero spaccata la testa al ladro della sua povera tìgliuzzn,. Rivedeva ora, nella notte, quella sera e quella bara. C'era un crocefisso in ca,po al letto e c'erano tanti ceri intorno e tanti fiori. E Neue giaceva sul letto, immobile, sorda ai pianti, alle parole d'affetto, alle chiamate disperate della madre. Poi i preti erano venuti e i mortuari con la cassa, etl egli non aveva voluto che altri toccassero il cOl'po ùella sua Nene. L'aveva composta lui ·nella bara e le ,we,,a a,1comodate le braccia sul petto e, sul petto, fra le braccia le aveva posato il fanciullino, morto dello schianto che aveva uccisa la madre. E perchè il giorno ùel Giudizio si ricordasse di accusare dinanzi ii Cristo l'uomo cl'ie l'aveva tradita egli le a,vova messa, in seno l'ultima lettera del traditore : la lettera che lo aveva scbiautato il core: - « .........•....•...... . . . . Il bambino puoi metterlo agli orfanelli. lo ti farò.una buona dot,e c tu sami 1rno dei migliori partiti del paese. Consolati, non ti mancherà il marito .. . . . . . . . . . e None ern morta e i I bambino con lei; eLl egli dopo che dietro lo svolto della via s'erano dileguati i lumi delle donne che l'accompagna,·ano :11 cimitero, aveva staccata dal muro la pesante ast:ia da bosoaiolo e, uscenùo, su la soglia della casa s'era fatto il seguo della croce. Aveva giurnto di nou ritornal'e cho dopo . . . . <lopo ..... quan<lo avrebbe visto l'>iltro per terra, con la testa spaccata cowc uua melagrana.. Eppoi s'era dato alla macchia. Perchò <lunque lo avevano condannato~ Ora ci ripensava. Non aveva forse avuio rngiou1:1 .unmazzando chi gli aveva rubato e fatta morire la sua Nene? Perchè dunque non gl iel'aveyauo riconosciuto ? li capitano non aveva mantenuto i patti. ln tribunale lo aYevano accusato di estorsioni, di fnrti, di grassazioni, di omicidi. ~Ia l'autore di tntti quei fatti non orn lui. Egli sapev,t chi erano i veri ladri e i veri aggressori; ma poteva lni, forse, fare la spia, No. Egli nnn era un la1lro. Non era un'aggressore. Quando aveva avuto fame ora soeso in qualche villa a mangiare, a pigliarsi cli che 111angiare, B bliotec~ 0 cf;ectEfia~~òeguito, aveva do- ,,uto difendersi. Perchè dunque non gli a,,evauo dato ragione? Sentiva che fra il suo pensiero e la società stav.~ qualche cosa ch'egli JJon rir/.scivà it compreodère eci era per quella cosa, che lo iwevfl.no <iondànnato. Fotso anche Neue aveva torto? E allora Nene; 1norta imptovvisamente, ern alt.'inferno 1 11 lctt.icciuolo quélla notte era troppo stretto; pe1· la prima Yolta <la ohe •ci. donuivit gli pan,~1 troppo corto: si sedette. Pareccliie ore r'iinase immobile, gùarclanùo su la cope1·ta le chiazze di sangue e ie 1riaoi che appariva11n, sparivano, riapparivano or vicino, or lont,ane, e gli pareva di sentil'si nell'orecchio l'urlo straziante di Nene, l'ultimo urlo di lei, eppoi il rnmore di un corpo che cade aggomitolandosi su se stesso e vednva lo mani, mnidll di sangue, agitarsi io aria, eppoi brancicare su la coperta come per a,Jf'errare qualche cosa che non c'era. (Jn tenne filo cH luce apparve su i vetri scanalati della tìnestra, una campanella !on tana suonò la sveglia, il carceriere passò battendo la chiave su le porto per destare gli addormentati; dietro di lui vennero gl'inservienti e da nn piccolo sportollo porsero al rinchiuso il pane di tn tti i giorni. In un .'stante egli fu in piedi. Il carceriere veuue ad avrire la porta per la puliziii. Uu pensiero balenò nella monte al prigioniero: - Potrei, con un pugno, buttarlo per terra, tirarlo qnà dentro: eppoi 'I Egli ha una chiave sola. - Scosse la testa, e spinse fuori llelb cellit ht spazzatura. Egli sentiva cl1e clall'ieri, tfa quella notte, molte co~o s'erano ridestnte in lni. J)a troppo tempo ern st,tto riochinso là dentro. C'erano, iu lui, ora, nuove ùulorose cose. I muri <lella celb sembravano chiudersi su lui, strin· gerlo, soffocarlo. Provava, cli nuovo h\ sensazione dei primi giorni dell'arresto, quando l'aria là. dentro gli ma,ucava, od egli era obblig,tto a fare ogm tanto uno sforzo ~er respirare tanta aria q11auta gli cc ue voleva por empirsi i polmoni. Il silenzio si riempiva <li rumori, cli leggeri colpi battuti alle pareti della cella, di fruscii lungo il pavimeJJto, di strani ~cricchiolii, d'uu ronzio coufu~o che gli suonava agli orecchi come l'eco clel brontolio d'un n1are lontano. E ila qnella notte 1100 ebbe pii1 pace. I giorni e le notti uou passarono più, non ''.obrono più rapidamente senzà ch'egli avesse un pensiero per lo cose pass1te, un desiderio cli riacquistare la libertà perduta, un sogno <li verde, di gioia e d'amore . Le immagini svanite, i bisogni sopiti si ridestarono tutti, gli ritornarono tutti insistenti nella, mente e le visioni e i ricordi si con fon elevano, s'intreccia\'auo, empivano la cella cli fremiti, di suoni, di voci intose Ja lui solo. Gli 1fapparve il vilhtggio; la sua casa - di chi era, ora, la sua casa1 - la sua cas,\ gli riapparve con la vite in fiore _el'erlera lungo i muri e con l'orto verde d'insalato, e pieno di fiori; i fiori che con tanto amore coltivava l,t sua Nenc. Una uotte egli foce un sogno e gliene rimasero lo immagini, ueJl;1. memoria, r.onoentosa, come se un sup- ]Jlfaio di pitt si fosse aggiunto alla eterna penombra, al silenzio, alla quiete; alb profonda quiete ola,11str,ile <lelh smt galera . Sognò <l'esse.re in una grn,ude stanza buia e iù fondu H· quella stanza c'era un itltare o a quell'altare un prete che pregava .. A poco II puco una ltrne chiarissima illuminò l'altare ed egli distinse allora un quadro della ì\1.trlonna col fanciullo in brnccio. Era, lit stessa ~fadouua dell'11ltare maggiore del suo villaggio, che era su quell'<tltare. ;\fa lentamente il volto della Madonna ca.mliiava e diventa.va un viso conosciuto, sorridente; uu ùel \'ÌSO di f,t11ci11llalinurn. Lni· la riconosceva, era lei, Neuo, ht sua povern Neno cbe seuibrnva chiamarlo.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==