Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 11 - 15 giugno 1901

208 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI vero si avrebbe potuto anche essere più prodighi. N_oipotremmo perfino citare opinioni di politici spagnuoli che fin da due secoli fa temevano la vicinanza della repubblica che sorgeva dalle colonie inglesi dell'America del Nord. Ma non solamente per Cuba si potrebbero fare di tali investigazioni storiche bensi per tutte le regioni e paesi limitrofi. Il Messico, ad esempio, nazione fiorente, che é anche uno dei vaticinati a scomparire come stato indipendente, é in eterna preoccupazione, al punto che, quando si trattò della costruzione della ferrovia <;helega la capitale alle principali reti ferroviarie degli Stati Uniti, un vecchio patriotta vi si oppose, non sconoscendone gl'immensi vantaggi, esclamando: Fra noi e quella potenza vorrei il deserto. Ciò dimostra che l'imperialismo non é stato mai una pianta esotica negli Stati Uniti e che la politica di quel paese é stata sempre invadente; ma non spiega né giustifica quella opinione che vorr.ebbe far credere al bisogno imperioso da parte dell'Unione Americana di assorbire Cuba per completare la propria integrazione politica ed economica. Contro queste affermazioni dei Jefferson, dei Monroe e degli Adams vi é una manifestazione più concreta e più ·vera dell'opinione nord-americana sul caso cubano, ed é la joint-resolution (legge votata a Camere riunite) approvata il 20 aprile del 1898. Il senatore Beveridge vuol dare a questa legge una interpretazione conforme a ciò che Ìle pensa va Jefferson'cen to anni addietro; vediamo citandola se il testo può dar luogo a iriterpretazioni causidiche. Ecco la resolution: Si risolve dal Senato e dalla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti riuniti in congresso: Primo, che il popolo di Cuba é, e di diritto deve essere, libero ed indipendènte; Secondo, che é di dovere degli Stati Uniti esigere, come il governo degli Stati Uniti per la presente esige, che il governo di Spagna rinunci immediatamente alla sua autorità. ed al suo governo sull'isola di Cuba, e ritiri dal territorio di questa e dalle sue acque le forze di terra e di mare; Terzo che per la· presente si dà ordine ed autorità al Presidente degli Stati Uniti di usare nella sua totalità le forze di terra e di mare degli Stati Uniti e per chiamare al servizio attivo la milizia dei differenti stati fin dove sia uecessaria per portare ad effetto questa risoluzione; Quarto: che gli Stati Uniti dichiarano per la presente che non hanno intenzione né de~iderio di esercitare sovranità, giurisdizione o dominio, eccetto per la pacificazione dell'Isola, ed affermano la loro determinazione di lasciare, ottenuto ciò, il governo ed il dominio dell'Isola al suo proprio popolo. Sii: et simpliciter. E da ciò non si può dedurre altra cosa, che non sia la dichiarazione di dare una completa indipendenza ai cubani dopo che la pace vi regnasse completa. Qualunque legame di autorità che assoggettasse Cuba agli Stati Uniti, di qualsiasi forma, violerebbe apertamente la legge votata e calpesterebbe la dignità di tutto il popolo degli Stati Uniti. E cosi Io intende il senatore Teller che fu autore della resolution, e \:hiaramente lo ha detto nell'istesso Senato quando si discusse l'emendamento Platt (1). (I) L'emendamento presentato da Platt, ed approvato dal Senato e dalla Camera de~li Stati Uniti, esige dai Gubaoi, prima di ritirare l'occupazione militare, di riconoscere il diritto al Governo degli Stati Uniti d'intervenire nei trattati, di mantenere .forze militari in due o tre punti, di controllare l' emissione dei bqni dei debito pubblicq ed i! risanamento delle çit~, BibliotecaGino Bianco Ma poiché il terreno giuridico gli si perde sotto piedi, l'articolista yankee scorge l'esistenza di un problema pratico. Vediamolo. « Cuba non poteva liberarsi sola dalla Spagna ». È inesatto. Molte altre colonie dell'America· centrale e meridionale si sono liberate sole dalla Spagna, quanclo questa nazione era immensamente più fo1te. Nel caso speciale vi é di più : il generale Bianco, capo dell'esercito spagnuolo, aveva scritto al generale Massimo Gomez, capo degl'insorti e gli parlava di una facile intesa; l'Isola aveva già un governo autonomo, quindi era perduta per la Spagna dal punto di vista fiscale, e gli Spagnuoli già stanchi iniziarono un armistizio che gl'insorti non vollero mai accettare, poiché mentre il nemico non abbandonava il suolo cubano non volevano dargli né pace né tregua. La premessa di Beveridge é dunque sbagliata ; ma se anche cosi non fosse, non si altererebbero i termini della quistione, poiché gli Stati Uniti nella parte dichiarativa della joint-resolidion avevano· promesso, prima d'ingaggiare la guerra, che essi inter venivano in nome dell'umanità oltraggiata e non a scopo d'ingrandimento. Il senatore ragiona cosi: Liberata Cuba dalla Spagna, l'abbiamo portata a uno stato di civiltà dalla oscura barbarie, gli analfabeti rappresentano più del 50 010 della popolazione, i fanciulli delle scuole elementari da 4,000 sono giunti a 150,000, in due anni del nostro governo, tutto si e trasformato e le autorità americane vi hanno fatto miracoli, se noi abbandonassimo -l'Isola a sé stessa tutto cadrebbe. Veramente Cuba aveva bisogno di miracoli dopo tre anni e mezzo di guerra devastatrice, mà pur troppo non ha avuto che il più stupido, violento ed immorale dei governi militari. Prima di tutto, i due fatti specifici che presenta l'articolista non hanno q_uelvalore che a prima vista sembrano avere. È vero che i fanciulli che andavano alle scuole nel '98 non sorpassavano i 4,000; ma questo perché? perché il governo spagnuolo durante la guerra non pagò ai suoi impiegati e specialmente ai maestri che chiusero le scuole non potendo soddisfare gli affitti delle case e non volendo prestare un servizio senza compenso; perché essendo state distrutti tutti i villagi ed alcune città con essi, andarono in fiamme anche le scuole ; perché, quando vi é una rivoluzione le madri preferiscono avere i figli in casa. Se nel fare questa statistica il politico americano avesse avuto l'intenzione di far scaturire la verità, per far la comparazione, avrebbe preso le cifre dell'ultimo anno che precedette a quelli della guerra ed allora avrebbe visto che la differenza non é cosi enorme. Con gran vantaggio o senza questo, la gloria, che ne deriva dal buon andamento dell'istruzione, spetta poi esclusivamente ai cubani nelle cui mani si trova. L'autore della legge sugli studi è un intelligente cubano il professore di filosofia dell'Università dell'Avana, Enrique José Varona; l'Intendente capo delle scuole é il cubano .José Maria Lopez; gl'intendenti delle provincie sono cubani e cosi pure i maestri tutti. I militari nord-americani v'intervengono solamente quando si tratta di comprare banchi o libri, allora si, perchè vi é da guadagnare di sicuro. L'analfabetismo supera il 50 010. Non é solamente a Cuba dove si presenta questo doloroso caso, e, per quanto ne sappiamo, non ancora gli Stati-Uniti si sono cle<;isia sconoscere il diritto all'indipendenza a quei

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