Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 11 - 15 giugno 1901

RTVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCTALI 207 dei fanciulli, degli adulti pacifici ed inermi della Cina. L'Italia, per consiglio deU'on. De Marinis, non contenta di avere contribuito a provocare il moto dei boxers col tentativo dell'occupazione della baia di San Mun, dovrebbe contribuire a mantenere la porta aperta della Cina rubandole brigantescamente la baia di Nimrod e preparando altre riscosse nazionali, che finiranno un giorno col far buttare in mare tutta la marmaglia soldatesca che va in Oriente ad esercitare il furto e l'assassinio in nome ... della civiltà! Su questo punto oramai, tutti i Monti-Guarnieri della Camera che mi chiamarono apologista degli antropofagi, e tutti i patriottardi della stampa, che mi onorarono col titolo di ambasciatore della Cina, quando il 6 luglio 1900 ebbi il coraggio di dire per il primo nei Parlamenti cli Europa la verità vera sui boxers e sulla Cina, hanno avuto imposto silenzio dai fatti da loro provocati o applauditi! • . "' Ma che vuole infine, !'on. De Marinis? È chiaro : egli vuole il trionfo della politica megolomane, che oggi si chiama dempcratico-impe!'ialista, ch'ebbe il suo modello in Cesare, e che oggi è impersonato in Mac Kinley negli Stati Uniti, e in Chamberlain, il figlio di Caino, come lo chiamav·a Stead, in Inghilterra; egli vuole la più grande Italia, come altri vuole la più grande America e la più grande Britannia. Gl'italiani potrebbero avere, ed in parte hanno già la più grande Italia, come l'hanno già chiamata due onesti ed intelligenti inglesi (1); potrebbero averla e svilupparla nell'agricoltura, nel bacino del Plata, nel Brasile. Ma non se ne curano gl'imperialisti : puah ! l'avrebbero senza sangue, senza battaglie, senza violenze, senza ingiustizie. Che miseria ! che vergogna !... Oh ! questa più grande Italia non sarebbe degna del neo-imperialismo, anche se questo fosse democratico. Ebbene l'imperialismo puro e semplice quando espose il suo programma a Recco, per bocca dell'on. Bettolo, ebbe fatto da me (2) la critica piu naturale e che sgorgava spontanea dalle cose. Questa critica, devo ripetere, adesso che l'imperialismo vuole essere considerato democratico, e che ha esposto il suo programma per bocca dell'on. De Marinis. L'imperialismo - da Cesare a Napoleone 1°, da Disraeli a Mac Rinley. a Chamberlain - é stato e sarà il prodotto della ricchezza e della grandezza raggiunta; rappresenta il delirio e il parossismo dell'una e dell'altra, e prepara ed affretta la caduta miserevole di entrambe. Cosi fu a Roma e in Francia; cosi è in Inghilterra e negli Stati Uniti. Un imperialismo alimentato dalla miseria e che dev'essere mezzo per raggiungere la ricchez,:a e non risultato della medesima, non è mai esistito. Forse si potrebbe scorgerlo in Russia, dove si accompagna a tutte le tormentose manifestazioni di un organismo in preda all'anemia ed alle convulsioni epilettiche. Certo gli on. De ~!Jarinis, Bettolo, Fortis e (1) Italis To-day by Bolton King and Thomas Ohey London James Nisbet. 21 Bernery Su·eet. 1901 cap. XVII. G/'eater ltaly. Mi occuperò di questo Ìml!ortante libro in un altro numero. (2) Vedi R1v1STA Poror..\RP. Anno VII ·. 2: Gli avvenimenti e yli uomini (li urogramma del neo-imperialismo italiano). BibliotecaGinoBianco compagnia crispina lo vorrebbero inaugurare in Italia. Di fronte a questo insano ed audace tentativo vien fatto di chiedersi con l'on. Saracco : siam·onoipoveri o non siamo? A chi della povertà nostra dubitasse, c'è da additare tutti i miserevoli e grotteschi tentativi di riforma tributaria, che sono stati escogitati sinora. Un fiorentino, spirito bizzarro, si afferma·che abbia considerato i progetti dell' on vVollemborg come la gravidan:za della regina Draga. Egli ha dimostratQ, però, che i progetti dei predecessori delJ'attnale ministro delle finanze furono altrettante false gravidanze, e tali saranno quelli dei successori prossimi o remo ti. Furono e saranno tante gravidanze di regine Draga, perché l'ingegno e la volontà degli uomini s'in~rangono contro la realtà delle cose. La realtà delle cose dice anche agli imbecilli ed ai -pazzi : che non è possibile una riforma tributaria se non si -diminuisce di un centinaio di milioni all'anno l'attuale schiacciante pressione delle imposte. Egli è perciò che ho avuto sempre molta simpatia per !'on. Sonnino: egli da buon imperialista, ha evitato sempre scrupolosamente di promettere la:riforma tributaria, ch'è inconciliabile colle attuali condizioni della finanza dello Stato. Voglio augurarmi che l'imperialismo, fattosi democratico, adotti la sincerita lodevolissima dell'ex ministro del tesoro e che dica chiaro agli italiani che vuole andare a sfondare le porte della Cina, rila che: ip, tende chiudere le porte alla speranza nella riforrpa tributaria. Dr. NAPOLEONE COLAJANNI • Deputsto al Parlamento. Cubae gli Stati·uniti La Rivista Popolare nel numero 9 ha pubblicato, riassunto, un articolo su Cuba del senatore yankee Albert I. Beveridge, che già aveva visto la luce nella « North Ameri_can Rewiew ». Negli Stati Uniti le cose dette su Cuba sono molte e strane, e qualsiasi affermazione, per originale ed inverosimile che sia: non produce impressione alcuna. Non cosi in Italia dove quella rivoluzione cubana - veramente straordinaria per il numero dei caduti e per l'abuegazi'one dei ribelli che lottavano quasi sempre senza munizioni e sempre affamati e nudi - ha trovato un'eco simpaticissima, ed è necessario impedire che una sbagliata informazione cambi questa bella disposizione di simpatia e dimostrare che l'atto di brigantaggio, che vogliono commettere i Trusts ed i governanti degli Stati Uniti, non è giustificabile. Il senatore nord-ameriéano · divide il suo articolo in tre parti, con quella precisa disposizione che é l'unico merito degli scrittori del suo paese: espone prima le idee dei vecchi politici degli Stati Uniti, sulla questione, poi dà una interpretazione sua, abbastanza originale, alla joint-resolution approvata alla vigilia della dichiarazione di guerra della Spagna, ed infine vuol dimostrare che Cuba sorge a vita nuova pel govern<, che ivi mantengono gli Stati Uniti, senza del quale non sarebbe possibile l'indipendenza, né la libertà, nè l'ordine. -Le citazioni delle opinioni di .Jefferson, Monroe, Pierce, Quincy Adams ecc. sono molto esatte· e per

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