Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 11 - 15 giugno 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 203 possibilitato aù assistervi, consigliai di non menomare l'autonomia del gruppo repubblicano· parlamentare se non si voleva paralizzarne l'azione. Desidero con tutto l'animo di non esser profeta per la terza volta Romn, 27 ma.ggio 1901. EDOARDO PANTAKO. Il banchetto della Camera di commercio italiana a Parigi. Il grande banchetto della Camera di C(•mmercio ita• .liana che ha avnto luogo a· Parigi if 7 corre ..te, lia un'importanza politica cd economica che non pnù sfuggire ad nlcuno che non sia pessimista per progetto. Non ò pit1 il solito scambio ùi parole cortesi che nei banchetti flella Società della Lirn o della Polenta si faceva fi 110 a ieri dai rapprcscu tau ti pacifici cli buona volontà flelle due È bene ricordarlo, oggi specialmente che.è diventato di moda ripetere a pappagallo che la Democrazia italiana dormi va la grossa, quando i socialisti non si erano ancora decisi di venire a questo mondo. Salvatore Cognetti de Martiis. Pochi giorni or sono, datata da Torino, ::Il maggio, pervonivami lettera di Salvatore Coguetti de i'lfartiis, che mi era stata di grandissimo conforto nella lotta, assai penosa per me, perchè combattuta contro amici cnrissimi, in difesa dell'economia nazionale e del dazio sul grano. La lettera, che non pubblico, non avendone avuto l'assen t-.imento dall'illustre professore di Torino, cominciava così: « Il suo bel volume mi ha trovato a letto « e dal letto le scrivo. « Trattasi cli un molesto incidente connesso alla gra- « vissima malattia da me patita l'anno scorso. Ma i « medici mi accer• nazioni : l'accordo che coli e tariffo a ppro vate ucl 1898 ò entrato dal campo privato a quel lo n f. ficiale, o che a 'l'o • Ione h,t avuto n na sanzione piì1 solen · ne. r.ll'otliurn,1 ha.nchetto ha fatto an cor llll paSSII pi1'1i11 lù,. e cioè verso la vera a111icizia trn le tlno Hazioni. Il discorso tli Millerantl - Hon come Milleraud, maco111c ministro del commercio - non solo ha riaffermato l'imJ)ortanza 1lelle nuove tariffe, ma ha espresso con sincc·• rità l'augurio cito frutti maggiori se ne possano ancor In Ch'na. « tano, che non è o: temibile alcun che o: di grave. E sia! D. E ieri un telegram111ami annunziava che Salvatore Cogu etti dc i\Iartiis era morto. L' i ufo usta notizia a n,t rnttl'istato q n a ;i ti sapevano apprenarc nua nobile esistenza tutta spesa nel lavoro scie11tifi1:()e nell'insegnamento L'Europa : Spero che ora dc•po i miei ultimi saggi non mi si domanderà più di difenJere gli Armeni ! Cognetti de i\Iarti is era nato a Bari, era stato garibaldino nel 18G6 e giornalista; insegnava economia politica nell' Universifa\ <li Torino da molti anni. Aveva larghis- (L'assiette au bem..-e di Parigi). cogliere; tali da compeusare le amare disillussioni provate dagli italiani per la voce: vino (1) Meuo felici di i\lilleraud, per qna.uto egualmente si11c.eri, furono Dolornùre e Lockro~·, gi,'t garihalcli110 cd ex ministro del commercio; il primo che volle vetlore nella situazione politica prima del 1898 uno scrc::io passegr1ero, il secondo nu semt)lièe broncio. La Yerità iuvece è che tlei torti, tanto da nna parte che dalraltra, avevano prodotto l'attrito: tla parte della Francia l'occupazione di Tunisi, l'mgg~rita, è noto, da Bismarck per strappare l'ft,ilia. dn, una possil.Jilc a,llcauza con la Francin,; da parte <lell'Ital i.i il l"iaggio ili Crispi a Frieclrisuhruhe dtll'ante le tra,ttntivc commerciali, e l'accentuazione provocatrice della 'l'ri plico che t'eri rn l'orgoglio nazionale francc$e fino a far com piere al principe di Napoli, il viaggio a Strasburgo, la capitalo d'una delle produce annesse dalla for;m tedesca. F11 tutto inerito delht Democrazia italiana, e specialmodo dei rcpnbblicani - che seuza badare cli esser chiamati persino traditori della patria andarono a Parigi per l'Esposizione del 1889 - dei repubblicaui, e di Felice Cavallotti che si mise dalla loro con tut,to l'entusiasmo e lo slancio che lo clistiuguevtrno; fu tutto merito della, Democrazia, che fece una campagna memorabile costante di anni, se fu impedita al governo nostro la più grossa delle pazzie. (I) Su questa parte che si riferisce agli abbiamo ricevuto una importante lettera da Bibli~t~ca ~,ìic5° B ~Yrìco accordi del 1898 Torino, che pubsima coltura, non solo scientificn, ma n.nche letteraria; aveya tradotto infatti parecchi autori latini ed ora attendeva alla traduzione completa delle opere di Plauto. Dirigeva la pnbùlicazione della 4a serie della Biblioteca llcgli Econon1i$ti, i cui singoli volumi faceva precedere (fa dotte et! acute prefazioni, contiuuanclo la buona, consuet.ll(linc di Francesco Ferrara e ùi Gero - !amo Boccnrtlo. Lasci:t molte opere economiche di graude valore; tra le qnali ricorderò: Le fonne primitive dell' evo/ii:;ionc economica., ll socialismo ctntico, ll socinlismo negli Stati Uniti, Gli scioperi, I cltte indiri:;;i della politica cominerciale ccc. L'11ltima eser,:itò su di me una forte influenza, e completò la mia con nirsione allo sperimentalismo doganale. Aveva fondato- in Torino il Laboratorio di Econoinù, Politiw, che prediligeva oltre ogni il ire, e nel quale, sotto la sua amorevole e intelligente direzione, i giovani studiosi si clavauo ad utili ricerche e riuscivano a pubblicare interessanti monografie d'indole economica o st-atistica - uua delle quali, dell'Einaudi; mi fu preziosa nello inizio dolio studio della crisi agragria inglese. Lascia una vera scnola. Tra i suoi numerosi discepoli emergono l'Einaudi, il Januaccone e il M:asè Dari, l'Albertini e il Gmziadei. Napoli 10 Giugno 1901. Dott. N. CoLMANNI. NOI

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==