Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 11 - 15 giugno 1901

202 RlVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI cole e industriali degli altri paesi negli nffici di stati- ·stica. doganale ùegli Stati Uniti e clelJa Germania, per potere comprendere tutta l'urgenza e l'ntilità del secondo. Sul terzo progetto, elaborato dall'on. Jfaggiorino l<'erraris, si è discusso anticipatamente nella Camera e Bella stampa; 1Lira sopratutto acl impedire che il dazio d'importazione rimanga qual'è, e faccia elevare il prezzo del grano al disoprn delle L. 25 negli anni di deficiente raccolto. Ma le lunghe fliscussion i non sono valse ad i1l nminare il signor Eugenio Chiesa, il quale nel Giornale clel popolo (n. 543) pubblica una Osservci.zione indegua, del Giornale e dello seri ttore. Il pubblicista milanese, che è invasato dal furore liberista, afferma ohe ancl1e colla piìi strepitosn abbondanza non pagheremo il frw1ncnto un millesimu 11ie1iodi L. 25; che se poi capitasse la carestia, .... eh ,illora lo pci• gheremo anche di più, coinc lo paghimno aclesso qnasichè carestia ci fosse. La prima parte dell'Osserva.e-ione è semplicemente umoristica e non merita alcuna confuta. Il ~ignor Chiesa confonde il da.zio variabile col monopolio alla Kanit,z, e dimentica il caso della Francia, di cni egli stesso si è occupato per commentarlo .... allegramente. In Francia essendo aumentata la produzione interna, in grazia dell'odiato protezionismo, non ostante il dazio di L. 7, il prezzo del frumento si mantiene attorno alle L. 20 il quintale. • Oggi poi non pagheremmo il frumeuto al <lisopra di L. 25 se ci fosse il dazio vciriabile, perchò automaticamente verrebbe diminuito il <lazio cli entrata in proporziono del maggiore prezzo. È quindi una inconcepibile enormitò, attribuire al clazio varùibile quegli effetti, che il medesimo vuole impedire. Il signor Chiesa conchiucle l'Osservazione con questo parole: nessunci maggiore riprovazio11c per l'1io1110 di scienza che si fa servo cli un iutcrcssc privato co11trario al bene puòb:ù:o. No, caro signore; uè l'ou. Perraris, nè gli altri fìrmat,ari - tra i quali il direttore della lli- ·vistci nostra - hanuo inteso servire u11 interesseprii:ato - per quanto della proposta possano giov,1rsi molti privati; e non conosciamo alcnna bnoua legge che non riesca a tale risnl!ato -; ma i lìrmatai-i credono di agire nello interesse pubblico. L'Osservcizione publ.llicata dal Giorncile del popolo si potrebbe considerare come il prodotto della ignoranza e della malafede. !\oi che couosciam(, E11genio Chiesa e3cludiamo assolutamente l'una e l'altra: coustatiamo soltanto ch'egli è una vittima <lol morbns libcristicus, che toglie la r,igione anche ai super-nomini. L'llpera e l'autonomia del gruppo parlamentare repubblicano Crediamo conveniente in questo quarto d'ora di ri· produrre questa lettera che l'on Pantano ha indirizza~o al Giornnle del popolo. Caro Direttore, Ho letto con attenzione quanto fu scritto nella Bcln• cazione .Politica e nel Giornale clel Popolo inton~o alla presumibile attitudine della Estrema Sinistra nelle pros• sime battaglie parlamentari. E l'ou. Cliiesi ha fatto benissimo a porre nettamente il quesito: devono o non devono i repubblicani alla Camera seguire il metodo et:"olutivo che è anche il positivo: o debbono seguire il metodo ri volutivo che è essenzialmente negativo 1 Perocchè qui sta tutto il nodo della questione da cui derivano, come da naturale filiazione, tuttt> le altre su cui alcuni· giornali di parte nostra vanno polemizzando da qualche tempo non senza elevare, con speciale vo111ttà, continue censure all'indirizzo del gruppo parla81 blÌOlec~bGlnOeÌ:JlahCOua in Parlamento. se;uon fo~si Rtato assorbito, e lo sono ancora, da, la• vori nrgenti ccl imprescindilìili, avrei voluto entrare 11ella polemica cou quella ampiezza che merita nu argomouto di così grande importauza per la parte no• stra. Non disperando di farlo appoua potrò, e in attesa che uelle i111111inentiriunioni del gruppo parln.mentnre repnbl.llicano il quesito venga sul tappeto, non credo inutile di sottoporre frattanto agli 1tmil'i qualche ricor<lo o qualche considerazione sotto la forma cli punti interrogativi. È vero o non è vero che il partito rep111.lhlicano, dopo aver condannato aspnuuente noi suoi cougrcssi, mettendoli quasi all'indice, coloro i quali ritenevano utile di portare anche in seno rtl Parla111e1J.to l'opera della parte nostra, qnest,a si cristalli;,;zò per lunghi anni 11011a formob astensionista, fonnola puramente negati va che recise i neni a,l ogni euergia, lasciando libero il campo ai socialisti, che affacciatisi nuovi e prorompenti di viLa, 11outardarono a mietere largamente nelle sne tila 1 · È vero o non ò vero che dura,nte questo periodo di assorbimento ascetico e di decadenza, il solo focolare che tenne realmente vivo noi paese la fede della p:irte 11ostm, fu appunto quel nucleo di nomini parlamentari che, entrati alla C,imera senza il cousen;,o e quasi con la scomuuic,i ufficiale del partito, proce<lendo. senza intransigenza ~ senza al.ldicazioui, sep11e conciliare alla propria l.landiera voti o simpatie crescenti, così <littrascinare poco per volta nella sua ori.lita i pii1 accaniti astensioni;;Li di nn tempo, ridestando e ravvi va'nclo dentro e fuori la Camern il comune lavoro e i comuni ideali t È vero o non è vero che costituito3i il gruppo parlamentare per semplice iniziativa tli deputati repubblicani, seuz,t impulso di Comitati, uè deliberazione <li congressi, fece estt·emi sforzi e sacrifici per creare a sè e al p,utito nu organo centrale, e che fallì nell'impre,,a pcrcltè lasciato alle sole sue forze clal resto del partito, che ha saputo tutta l'ia trovare i mezzi por fondare degli organi quotidiani iu nltre parti d'Italia, t Yero o non è vero che, nrnlgra<lo questa grave ed immeritata sconfitta, senza, perdersi di coraggic,, esso si affermò, subito dopo, in modo clecisivo, uella formidabile battaglia <lell'os1ruzionismo, dando alla lotta colllo grido di guerra il suo storico grido della Costituente? E finalmente, ò \·ero o non ò vero che, la relativa inazione clol grnppo ò cominciat.a dal giorno in ctii si è voluto to11tare ad ogni costo di rcggimentarne l'aziono in conformità al 1.tvoro oxtraparlameutare ùel partito - facendo rivivere in parto, sot,to nuove sem1.lianze, il vecchio formalismo e la vecchia intransi• gonza - la for111ola negati va della semplice affermazione dottriuariit - senza vedere o saper comprendere tutto le complesse diffìcoltìt entro cui si dibatte l'azioue del gruppo noll'aml.lito parlamentare e la necessità, a parer mio assoluta e imprescindibile, clelll~ propria autonomia, se vuo!si che il suo lavoro possa esplicar~i in modo ver.imoute eflì.cace e fecondo in armonia con gl'iuteressi collettivi del part,ito 1 Senza di ciò i <lissidii latenti in seno al gruppo si acuiranno, paralizzandone ognora piiL le forze, e le aspro censure con cui dal di fuori si crede tli stimolarne l'azione, mentre da nn lato ne discreditano l'opera in paese con immonso ùanno del partito, finit·1•11no col determinare la secessione del gruppo, scuorando i gi0Ya11i, e facendo chiedere ai più vecchi se, dopo tanti anni di lotta, non sia per essi suonata l'ora di reclamare un'onorata giul.lilazione, lasciando che altri faccia meglio o più degnamente. Nel Congresso cli Genova del 1876, combattendo gli astensionisti e mettendo a nudo gli effetti perni ci osi della loro tattica fui pur troppo profeta, e lo fui in occasione dell'ultimo Congrnsso di Firenze quando, im-

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