RIV!STA POPOLARE DI POLITICA LE1 TERE E SUENZE SOCIALI. 219 figente, morale e _sensibile, uua cosa cli prima necessità, ma se fosse pure uu oggetto cli lusso nou sarebbe una ragione per non farle occnpare alcun posto, poichi\ la stima che noi facciamo delle cose nou 8i deve misurare_ dal grado di utilità che presentano. Ecco un'operaia che nello stretto neccssa,rio che la la, vivere, economi~za alcuni solderelli per comperare dei fiori, o unii. bella litografia; si può dire per questo ch'essa avrebl.Je fatto meglio ad aumentare la suu spesa pel' mn.ngiare 1 Una critica così terra tena sarnbbe l'indizio di sentimento volgn.re, mentre l'istinto che fa desiderare alla nostra operaia di circondarsi di orna~ menti, auche nmilissirni, della natura e dell'arte, dt1 del sno carattere un'ide11 che ce la rende simp11tica. Delle sedie di cucina, delle tavole e degli armadi in legno bianco rendono i 111edesiml S1Jrvizi, sono forse anclJe più comodi, eppure ogni persona che ne preferisce clei più belli, come di vestire _più elegautemeute delle amazzoni dell'Armata. della Salute, dà prova di un gusto estetico che la fa distinguere f,worevolmeate. Ma qni le cose si complicano, e il sentimento che ci fa, gioire di un bel mobile, 11i un bel vestito, rischia di non essere puro. Il sentimento del bello deve essere invece una conte1npl<tzionil disinteressata: è a questa condizione soltanto che fa bene. 1 • ·L'ammirazione èo'nduce lill'adorazione; · vi è uu 1>rÌncipio di _culto nel sentimento esaltato che il genio, la bellezza, la forza ci ispirano. li senso estetico e il seuso religioso sono vicini, sia per l'alleanza, sia per la guerra. Ecco perchè gl'intransigent.i ministri di Dio hanno condannato cou estrema intolleranza tutte le manifestazioni dell'Arte. • 'fra gli ani ,uali non vi è alcun studio ùel bello, alcuna ricerca del meglio, alcun ideale; può esistervi un meraviglioso istinto natii1·ale, com_o nelle formiche e nelle api, ma non v'ha Arte propriamente detta. Bisogna che noi stessi siamo dei .poeti ; non per far dei versi, ina per far della poesia in azione. Facciamo tutto ciò che è bello. E' bello essere onesto, veritiero, coraggioso, giusto, compassionevole, benevolo, caritatevole; ò bello avere un umore Pt{Ualee sereno, di guard,tr sempre al miglior aspetto delle cose e tlelle persone, di gioire della felicità altrui, di sopportare stoicamente i nostri dolori paragonandoli a quelli maggiori degli altri; · è bello essere umauo, gentile; dolce, servizievole: ò bello esser buono, e ciò è tanto vero elio l'uomo che ha queste virtì1 fa sempre piace1;e di vederlo anche se brutto. La vera belti\ è spirituale, e nou è che l'anima ehe si manifesta attraYe1·.;o alla materia, come la luce di un vaso di alabastro in cui brilli una fiaccola all'iu terno. Amiamo la beltà in tutte le sue manifestazioni sensibili, amiamo i bei versi, la bella musica, i bei quadri, le belle statue, i bei mob'ili, ma amiamo soprattutto la beltà morale. fouuo ricadere ii torto il disprezzo su ·tutta una razza di cui non bisogna misconoscere il genio na .ziouale. La nostra ci viltà è la più antica clel mondo, e se ciò uou vnol <lire che sia la migliore, non è nemmeno una ragione per potei_ dire che sia la più cattiva. Essa è non soltanto solida ma anche morale, mentre nella v.ostra civiltà non troviamo che del disordine economico. Riguardo alla religione se la vostra è migliore, e io ora non voglio discuterlo, essa ha certo molto meno influenza della nostra sulla società. Infatti voi Yi -dite cristiani, ma giammai la vostra civiltà ò stìtta cristiana. La nostra religione ci viene da Con fncio di cui la prima cnnt è stata la. ricerca della morale, mentre che voi ponete innanzi tutto le relaz;ioni economiche, allo quali aggiungete quel pò di morale che potete farvi entrare. Un punto piì1 caratteristico della differenza della nostni ci viltà è il concetto che noi ci facciamo cfolla famiglia. Per voi la famiglia non è che un organismo destinato a. nutdrfl e proteggere il fanciullo fino al momento in cui è capace di bastare a sè stesso; poi, quando ba l'ali µer volare, gli dite: • Vai e fai la tua strada e la tua fortunn. D. E allora egli rompe t,utti i legami con i" suoi parenti e dimentica tutto. Da noi invece si insegna a venerare gli ·antenati, a onorare i pa-rcnti, ad obbedirli; e quan<lo suona l'ora del matrimonio, la sposa diventa un membro della, famiglia. · Tanto dal punto di vista economico che politico, ba- . stiamo a noi stessi. Ciò che consumiamo lo produciamo, e siccome noi possinmo fare a meno· dei prodotti stranieri, ci sembrerebbe così imprudente ed ingiusto di dichiarare la guerra alle altre nn.zioui per farci aprire i loro meMati, come fate voi con noi. Da un secolo la vostra legislazione è un continuo sforzo, non coronato da successo, per tentare <li regolare il vostro disordine. Ciò che caratterizza la vostra civiltà è la sua irresponsabilità. Voi avete scatenate delle forze che non potete padroneggiare: vi siete messi in una via senz'uscita In ogni atfare l'individuo ò rimpiazzato dii.Ile Compagnie, la mano <l'opera dalle macchine. L'utile, ecco la YOStrn.preoccupazione: il benessere del lavoratore nou vi riguarda. Voi dipendete da uoa differenza nella cifra clelle vostre ordinazioni che non potete nè determinare nè provedore, da una modificazione di una tariffa in un qualunque paese che causa la perdita di parecchi milioni alla vostra industria. Voi siete alla mercè del caso, d'un inventore di genio, e voi producete non come desiderate, ma come siete forzati a produrre. Le vostre relazioni estere non offrono più attrazioue; si credeva che le ralazioni commerciali avrebbero aperta nn' era pacifica, ma i fatti hanno provato il contrario. La concorrenza tra i mercati è una ,;orgente di guerre pili feconda delta ri rnlità dei Principi di un tempo o del bigottismo dei preti. Dicendo ciò non dico che gli europei abbiano meno ragione e più vizi clei chinesi. Al contrario; è un punto fondamentale del le nostre credeuze credere che la natura umana sia dappertutto la stc6sa, e che non i;ieno se non le circostanze che la rendono buona o cattiva. La colpa è delle istituzioni politiche e sociali che vorreste darci. Il bello vero non si separa dal bene. Kalon Kagathon, rlicevauo i Greci, facendo del buono e del bello una cosa sola. Ma il bello può separarsi dall'utile. E', però, un profondo errore delle anime miserabilmente pro• saiche di non stimare le azioni e le opere degli uomini che in misura della propria utilità. No, non bisogna contare come perdita tutto ciò che nou s~ traduce in un guadagno positivo. G"uardi'amoci dà:l condannare i r\ccili amatori dell'arte e del lusso, perchè Dio stesso c1 ha dato l'esempio, lui che fa ogni seni risplendere la magnifica inutilità di tanti milioni di astri. ( Revue · des Revues - I giugno). Il lavoro, l'eguaglianza e la giustizia formano il fondo della vita chinese. Popoli civilizzati che avete da offrire i,,in cambio1 La media dei vostri concittàllini ci appare come quella di uomini istruiti, ma non educati, che assimilano facilmente, ma sono .incapaci di pensare da sè stessi: Allevati in una religione nella quale non credono, essi mostrano U11acerta pietà che non è che la maschera dell'ateismo che non osano confessare. Per voi tutto è concessione, la religione come i costumi. In una parola la voiltra ci viltà è una gran macchina, ma una macchina in. riposo . .f: sotto questa forma ch'io vedo la vostra civiltà. (Revue Britta11iqiie - Maggio). Lettere di un chinese. - La Sat1irclny lleview ha pubblicato una serie di lettere cho le sono state indirizzate rla un Chinese che abita a. Londra, nelle quali egli difende così eloquentemente la causa clei suoi compatriotti che noi ne facciamo un r:assunto pei nostri lettori che s'interessano alle cose dell'Estremo Oriente. Essi troveranno materia ad utili riflessioni nel parallelo tra · la -civiltà come la comprendono gli Occidentali e la civiltà di cui le razze gialle hauno la pretesa di contentarsi. Chinese cli nascita, chinese io son restato - scrive il corrispondente della Saturday - o non ho tròvato uìente che abbia potuto farmi rimpiangere la mia origine. e i bli~te~~elGl~bòglB ~ al~a~oi d~l nostro governo W. Tcherkesoff: E' il popoloche ai muove (A, proposito degli avvenimenti russi:. - Il sogno clei nostri martiri, che il braccio ,i~oroso dell'operaio si -Jevas11econtro il mostro dello czansmo, si realizza Ovunque gli studenti ribelli sono stati attaccati dalla polizia e dai cosacchi, vi erano Rempre centinaia e migliaia di operai a difenderli. Ma il fatto più importante ha avuto luogo a Mosca, questa vera capitale della vita, del!' industria del commercio russo, nella quale le prime barricate sonq state alzate.
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