Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 10 - 30 maggio 1901

196 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Tremendo e spa,·eutevole questo! Il peusiero, scagliato a indagare le leggi cli natura, re.;;pinto da forze adamantine, torna al cervello onde partì o lo clila11ia. Ma l'animo non è domo; e se le antiche forze dist,ruttrici per un tratto tolgono il poeta dal suo fatale amlare, sorge improvviso dai centri medesimi un'altra voce, accarezzata, e chiede ancora una volta l'Avvenire. L'Avvenire verrà: Gloria mai, riposo mai. E in questa espressione scettica è racchiusa non cli meno la legge del fatale audare. Hipo~o mai; e però sempre avanti. Sempre avanti; sernprn avanti, n1>1ssime quando anche i fotti più strepitosi della societ.il, moderna chiamano a raccolta i più alti ingegni per un'opera salutare di rivendicazione· e di salute. Sempre avanti, quando Leone 'folstoi segue imperterrito il suo apostolato per la liberazione della sua razza e delle coscieuze n1uane. Kè vale il dire che i principii <lel Tolstoi differiscano chi quelli del Rapisardi ·: le anime grandi s'incontrano, tentano ngualmente di sollevare la razza umana, sian pure discordi i mezzi, sian pure discordi i fini. È necessario sollevare. Sia che brilli innanzi agli occhi una società tutta levata al puro sole di uLa religione tutta amore; bia che folgoreggi innanzi agli occhi una società tutta redenta nE1l vero e proseguitrice dei più alti ideali positivi; Mado Rapisardi saluta da lontano Leone 'l'olstoi che da pareccldo tempo l'opera sna profonde alla libertà delle anime e dei corpi. E allora il pensiero solitario, scosso dallo st,epito dei fotti circostauti, trova l'_eleme11to suo uecessa.rio per ritornare alla, vita, per ntrarne luce <li amore e <li giustizia, per sollevarsi alln pnre regioni della fe<le e della frntellami,, ,. Din:rnzi :tllo ~guardo riel poeta sfìln110: nn popolo, uno c,:ar, un apostolo. Sente egli il bisogno <li ri volgersi all'apostolo pcrchè intima mente 11'ò commosso: e con lni palpita e c·o11lui saluta il eole nuovo ché risplenderà uecusi\aria.111euto sopra nnn, rnzza, vergi11e, · forte, impulsiva, destinala a esplicare internn1ente tntt.e 1~ sue energie lutP11ti, n, libern.r"i (fa ogni dominio, n, ntemprarsi alle anl'c della giustizi", :t ste11clere la fratellevole mano a q11nnt.i popoli ebbero la fortuna di ,ivere prima in ci dli gnl'e, in l'rosperosa pace. Glo1,.a a te, vecchio sublime, rovere Indocile ai turbo imminente; D'un'elà nova, d'un novo popolo Simbol ;-ivente ! . . . . A la tua sacrn canizie attorcasi L'anàtema stolto: che vale? Il tuo pensicr.-. sole <lell'anime, Splende immortale! . II. Ma reca stupore la giovinezza della forma. ln questo, simile all'Hugo. Anche il Goethe nella matnrit:ì dell'ingegno divenne metafisico e involuto. L'ultima parte del suo poema dimostra la decadenza cli un poeta. !\BI Rapisardi, progredendo gli anni, si ringiovanisce e si fa snella e pieghevole la f'orllla. 'l'ntte le idee nstratte scaturiscono da uua emozione, come è neces;,ario in poesia. La forma nasce con il pensiero, e lo atteggia poeticameu te. Volete 1111aprova 'I Eblwue. Egli sente il bisogno cli rappresentare insieme la necessit:ì del cridere di tutte le illusioni e il rimpi,rnto per esse: rinesto duplice momento psicologico troni, nellit meut,e aquilina del poeta, lig11rnzione pllrfotta nell'aluel'O altuattuto. E dice: Pielà ne sento: i) triste ogni 1·ovina; E fo triste la tua, magico el'l'ore, Che ombrasti già <lei mio pensiero il regno; Ma se penso, o dom8ta arbore, a quanta l'arte d'azzurro cql perpetuo crine lnvi<liasti a le bramose ciglia; Se al vivo raggio io penso e alle rugiade Che usurpasti gran tempo agli egri arbusti, L'irsuto brace o e l'affil.ta scure Che ti recise io lodo. Il concetto ò originn·le. La forma non si diparte dal concetto, ma ne è la ucccssariit riYelatrit:e. li 0011.t:etlo , BibliotecaGino Bianco ò nudo, la. forma è bella, percltè quasi non si vede, si uasconde sapientemente. Volete vedere come il R,tpisardi sia giovine di gioviuezza eterna nel rendere il mondo della poesia? Ecco: Non odi? Al mattino l'allodola trilla ; Si oblia ne la luce serena d,il dì. Due versi: una. rivelazione psicologica; una dipintura icastica; una potente intuizione in quell'ob~iarsi dcll'alloclula nella I neo del giorno. A questa a.ltezza ginngono lo Shelley, il Leopardi, non che il grande maestro: Da.nte. li mondo psicologico del Ha1)isanli supera anche quello così vast,ò del medesimo Hecanatese; e di fatti, il Leopardi, nelle più fiere iuilagini sue, non giunse n, tanto ~paurito sentimeuto dell'anima umana: Nell'infinito baratro sospesa L'anima si spaurn, e non che intorno Spalancar dentro a sè vede l'abisso. Nel terzo verso è la. maggiore intensità del dolore umano e dell·urnnna investigazione. Da tal verso scaturisce tntto un mondo psicologico che ha le sue radici nell'acerbità della. scienza sLessa moderna che urta, contro l'ala.to volo della fantasia precorritrice cli sistemi e di leggi. La forma è, dirò cou imagine rapisardiana, « come cristal di rocca J> : tersa, sereua, anche uei piit disperati accenti. Pare che il poeta senta venire il dolore d,t profondit,ì lont,nne, o so ne spanri e lo ra;ipresent,i con nlSSl'gnazione, piegato, aspettn.ndo il sole llllOYO. Jl metro ò vario: i sonetti, rina e là, incastonati, i;o110 cli una novit,ì. improvvis,t: freschi e sobri, profondi e lucidi. U11a no\'it:1 llella formit mrde;;ima è da nota··e; le otta,ve che trnY,u1si nt>l << L'Av,.,Jtoio D non riconlauo 11è qnel!e tle l' « Atlanti<le D nè le altre dei piì1 gramli poeti quàt.troceutisti e cinqnecentiM,i. Si clisti11g110, in genere, l'ottava per mia ;;rau<lo snoclntura e pieghcvolezz,t: i11\'eco queste de a L'Avoltoio " sono sol1rie. forn·o, eon,e se fo$Sero saffiche rigi,le e dense: quindi, dapprima, l'orecchio non abiLnato- si fermn; poi amntini, poi nncorn se ue compiace. Nell'Ode :t Leone 'I'olstoi, la forn1a ò densa, qun;;i aspra: c'ò 11n'a.gitazione liricn, di prim'ordine; u1ir1, meravigliosa rispondemm trn l.t molteplice visione int.ellett.ualo H sentirnentale del poot,t e la moltepliclJ ricchezza (lolla forma che è forte <li quinari accoppiati con s<lrnccioli, cli noYennri e di quinari. Fiera, rnagnifìca lirica, che il Rapisardi pare abbi,t faticosamente o perpetuamente incisa nel bronzo. Gli è certo qL1esto: ci trovia1110, frn tanto ritorno alb elegante arcadin, cli froute a. un altissimo ingegno che conspira alle sorti progrossive del tempo sno e nostro, nella rappresentazione del mondo scientifico e del monclo sociale. E siccome nella dipintura dei due mondi egli parte da impressioni 11ersonali e da fatti nbiettid, ci d:ì. vera.mente la pii\ alta la più schietta, la più fiera poesia dei te111pi nostri, pari a q nella di Dante uoi suoi. Prof. SANTE SOTTIi.E TOMAS1>r.r.1. ' E uscito: Dott. NAPOLEONCEOLAJANNI Deptuato r.l Parlamento Perl~a~onomia naz onale e~ealaiisougl rano Un volume di circa 300 pagine PREZZO: L. 3 Dirigere cartolina- vaglia all,1 RivistaPopolare - ROMA. (Vedi sommario dell'opera sulla quarta pagina della copertina).

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