Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 10 - 30 maggio 1901

·194 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA Ltn TER!i E S.CIENZ/!,' SOCIALI popolo meno civile ad uno più innanzi nel suo cammino evolutivo . .Gli avversari del divorzio, tenendo specialmente presente la Russia, attribuiscono a <Juesto istituto il malcostume dominante nelle classi superiori di quel paese, le quali ne approfittano in larga misura. E non tengono cosi in nessun conto tutte le altre condizioni di fatto, che della santa Russia fanno un paese ancora semi-barbaro. Per essi non influiscono pQnto sulla corruzione delle classi superiori il lungo ozio, nel quale poltriscono da molte generazioni, la sproporzionata divisione della ricchezza, il loro accentrarsi in poche città lontano dai campi, in mezzo alla fermentazione più acuta di tutti i vizi e di tutte le passioni, la ferocia delle tradizioni mi.litaresche, la Sl!pina ubbidienza al lungo e cieco dispotismo, l'aver rapidamente assorbito la parte peggiore della civilt~t occidentale ecc. E d'altra parte se il povero e compianto mugilc no.l'l.ricorre spesso al divorzio, ciò avviene perché non ha. i denari per pagarsi il lusso di un giudizio civile; ma anch'esso,. come un granduca qualunque, percuote la moglie da mane a sera, le conduce in casa 'il flagello di una concubina, e la manda a dormire nella stalla, con le bestie. .. * * In Francia, nato nel periodo convulso della grande rivoluzione, con una legge approvata (20 Settembre ~79~) n~ll'uHima seduta dell'Assem_blea .~egislativa, 1I d1vorz10 fu stabilito con norme sicure in quel Codice Civile del 1803, nella compilazione del quale Napoleone mostrò una sapienza giuridica, che sta meravigliosamente al confronto con la sua abilità di s~a~gL · Ma nel 1816, subito dopo la Restaurazione, ne era decretata l'abolizione per la ragione dichiarata, che esso era condannato dalla Chiesa Cattolica. Dopo d'allora nel 1830 e nel 1848 furono fatti inutili tentativi per introdurlo nuovamente nelle leggi francesi: quanti progetti furono approvali dalla Camera dei deputati, allrettanti ne furono respinti da quella Camera dèi pari, nella quale durante il governo di Luigi Filippo si era raccolto il fior fiore dei clericali e dei nemici della gloriosa rivoluzione, che aveva messa la Francia alla testa del mondo. Nel 1876 il deputato Naquet presentò alla Camera un progetto di legge, sostenendolo con un'assidua cd efficace agitazione dentro e fuori del Padamento fino a quando non fu tradotto in legge, il che avvenne il 27 luglio 1884. La Santa Sede, che ha sempre alimentato in Italia la più fiera opposizione ad ogni tentativo simile, non si è punto offesa della condotta tenuta allora dalla stia dilettissima Francia: il Concordato fu mantenuto, e come, per non perclere le simpatie dei discendenti di Oudinot, aveva inghiottito la negazione del diritto divino dei re fatta dalla nuova repubblica, cosi il Vaticano con santa rassegnazione dimenticava uno dei più importanti deliberati del Concilio di Trento, il carattere sacramentale del matrimonio. La legcre 1 aquet vwiva poi completata con le altre due ~eggi del 18 aprile 1886 e del 6 febbraio 1893; ed il divorzio viene cosi consentito negli stessi casi, nei quali (tranne quello del mutuo consenso) il nostro Codice civile accorda la separazione personale dei coi:iiugi. E dunque spezzato quello che Giuriati chiamava il quadrilatero dèl papato (Francia, Spagna, Porto• gallo, Italia), le fortezze della debole ubbidienza, Gli stessi principi vigono nel Belgio, dove però si é concesso il divorzio anche quando, senza esporne alcun motivo, i due coniugi sono concorrti nel volerlo. Siçché da questa rapida rassegna risulta che, oltre Biblioteca Gino Bianco all'Italia, due sole nazioni non hanno ancora il divorzio, la Spagna ed il Portogallo, nelle quali tuttavia recenti avvenimenti preludiano indubbiamente ad un radicale· rinnovamento nell'ordine politico, intellettuale e morale. Nel Portogallo. si giunge a questo : le cause di annullamento del matrimonio sono deferite all'autorità ecclesiastica, riservandosi al magistrato civile i soli.matrimoni, nei quali non è intervenuto il parroco. Ed in Spagna nop ·è consentita la separazione personale per mutJ1 JO c_onsenso pur concessa in Austria; ma sono applicat~1'appuntino le leggi ecclesiastiche. Io non credo' che gli avversari ctel divorzio siano molto lieti del suffragio, che loro deriva dall'esempio della Spagna e del Portogallo, paesi che la sopraffazione del diritto romano da parte del diritto canonico ha condannato ad una condizione di inferiorità assoluta: r1ui gli ostacoli messi dal clero allo sviluppo economico, al progresso intellettuale, aìl'elevamento morale fanno adagiare il popolo sui vecchi ordinamenti, ,;enza che i suoi legislatori, occupati a dilaniarsi a vicenda, siano in grado di trovare e tentare nulla di meglio. Di fronte al Portogallo ed alla Spagna stanno la Germania, l'Inghilterra, la Francia e tutti' i popoli civili del mondo: esiti, se può, l'Italia a decidersi per l'una parte o per l'altra. Avv. ULDERICO MAZZOLANI. Un poeta sempre giovine ( 1> Procede iuvitto Mario Rapisardi nella via lumiuosa dell'arte e dei sogni ; la sua giovinezza, per uua vi.J:tù tutta nuova, sorge ancora una volta a respirare pienamente le aure dell'arto somma e dell'avvenire. Mario Rapisardi è un fenomeno raro in questi tempi di esercitazioni stilistiche, in cui par maraviglia quando uu poeta, proseguendo infi1ticato· nella ricerca affannosa di parole lucide, attinga una tal quale eleganza cli forme che campano in aria e non derivano per nulla cla uua forza intima, dalla coi-ebrazione rapida clei concetti. Si può con gran dovizia dedicar la propria arte a esprimere tutto lnciùamente, ma rispetbtndo con sacro entusiasmo la originalità profonda, e schietta dei J)ensiori. li che pare manifesto dall'opera ùei maggi.ori ingegni come Dante e il Leopardi, e ora dalla produzione di Mario Rapisardi. Questo poeta ha due giovinezze, negli anni maturi: la giovinezza dei concetti e la giovinezza della forma. ' I. Il Rapisiirdi prosegue tutto uno svolgimento ù'idce che 1100 stanno al di fuori delb sua coseieoza, ma la compenetrano e la esaltano. Quando tutto un ordine d'idee prororn pc dal cervello di un uomo, abbiamo scmplicementc il pensatore che tlispoue tutto il suo mondo intellettuale in guisa da formarne un sistema e ùa farlo convergere verso una .mètli che vede luccicare nelle lont,auanze dell'Ignoto, a cui tende con tutte le sue energie per sgo,uinado e attel'rarlo; quando, invece, quest'ordine medesimo d'idee ò una conseguenza necessaria di uno stato d'animo, di un proprio modo di sentire la vita, vale a dire quando non viene all'uomo come una necessità estrinseca, ma come una necessità intima, dell'organismo, della psiche, allora chi ò capace di estrinsecarlo in voci remote dal comune, in fantasmi plastici, in imagiui scultorie, ò davvero poeta. Di necessit:ì, non è l'ordine d'idee alto ohe interessa nel poeta, ma la, sua comunione immediata con tutti gli atti di sua vita, con tutte le estrinsecazioni della sua intelligenza, con tutti gli spasimi del suo cuore. (1) ÌVIARIO RAPISAHDI - L' lmpmite11te. - Estratto della N. A. 1900. Id. L'Avvol:oio - Id. id. 1()01. Id. - Ode a Leone Tolstoi.

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