Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 10 - 30 maggio 1901

RIVISPTOAPOLA DI POLI]~ICA LE17 TERE E SCIENZE SOCIALI Anno VII.- N. IO Abbonamento postale Roma,30 Maggio 1901 GDI fIVVENIMENTI1I E GDI UOMINI La fine del regicida (1) L'ultimo atto della cupa trngedia che si svolse a Santo Stefano di Ventotene non potè sorprendere qnanti avevano seguito il Ilresci da ?i[onr.a all'ergastolo. li regicida aveva mostrato tale fermezza incrollabile udla. fede sua che c'era da sospettare che egli, vist,t impossibile la, libernzione, avl'ebbe posto fine ai giorni snoi volontariamente. Koi e,he abbiamo sempre combattuto gli anarchici e l'anarchismo; noi clte abbiamo stigrnatizr,ato il misfatto di ~fouza con aspre parole, 11011 ci potemmo associal'e al giudizio leggero ed ingiusto che si dette ,lei lfresci tlurante lo svolgimeuto del processo tlinanzi alle Assise di Milano. Lo dissero _cinico; era, stato sc1npliticrnentc fiero e cosciente della sorte che lo attendent. La sorte era, terribile. L'ergastolo può essere sopportato dagli esseri nei quali In ogni modo con 305 voti contro 163, e cioè con una maggioranza di 142 voti è stato approvato dalla Camet·a dei Comuni il prngetto del ministro della guerra Brodrick basato su di U!l maggior sviluppo degli arruolamenti volontari. ~fa non occonf) avere la vista molto lunga, nò essere tecnici consumati, per veder subito che questo non è. che un primo passo sulla via che conclnrn\ inevitabilmente l'Inghilterra, nelle braccia tlel Militarismo, dal qu=ilc si no ad ora,, così sa,•iamente e con tanto suo utile, era stata lontana. Ln necessità sempre pi/1 impellente di avere sotto le mani dei sclda,t i automi che si prestino, volere o no, anche alle guerre piì1 ingiuste e ripugnanti allo spirito moderno, e h nece,siti1 pel v1tstissimc impero di averne dello centinaia di migliaia, specie qua.udo una guerra cominci ad csserc ripugnante,, quelli stessi che Ycudouo la propria carne uon ci sono che le forme umane, ma nei quali manca la scintilla di un qualsiasi pensiero. Può essere SOJ)portato dal bruto che vi ve per Yivere; non dall'uomo che aspira a qualche cosa, e che può sperare. L'ergastolo non cons1mte la speranza. Perciò noi co111prendian10, e la det~nninazionc cli Brcsci, clte preferì di rnorire di unculpo e1l una volta sola, anzichè sentirsi e sapersi morto in ogni ora ed in ogni istaute della Yita, e lit mflinat11 crncleH,ì di coloro c lt e inveiscono contro gli aguzr.iui, che non ese1·citarono una sorvegliimza efOcace per imIllusione! nedi arruolamenti - e ncÌla presente guerra si ò verificato e si verifica: - cost-ringeranno i futuri ministri della guerra inglesi ad accettarn i consigli di Roscbcry, acl adotta re la coscridone per qnantopossa es~ercasprarnc11 le avversata e tra il popolo e t-ra gli intellettuali inglesi d'ogni gradaziou ù politica, come P!Ù ,·oltc abbiamo avuto l'occasione di rilevare. ·,,-']· ç: ~...,/1 1r', '-.!. ~ ., .. J~ ~ I i , -~·._, ~ ' I, Il partito libc1·ale l111·cos·ilh:dc che l'asino (il Sultc,110) si decida-a trayersare il fiume (la Libe,·t,ì). :i:; sar,\. Ma contro popolazioni che resistono come resistono, a fatti non a eh iacch iere, i Boeri, le trnppe stanziali saranno pi 11efficaci di quelle as- ( To/.-mal, giol'nalc turco di Ginevra). pedirne il suicidio. Essi pregustavano la volnU:\ tli ~apere domata la ferrea tempm del Bre,;1Ji e di Yc<ledo trasformato in un demente c,>111e]'a,;sa11ante; es,;i si credono defraudati di una preda,. La fine del Bresci non giustific,t l',rnarcltismo; ma è prnva della energia e. della fo1le degli nnal'cl,ici. I quali devono essere comlmttuti ogni giorno, non colla, mannaia del boia o colla tortura, piì1 o mene civile, dell'ag11zzino, ma coll'arma della ragione, e colla creazione cli un siibstnitmn di benessere e 11:giustizia, su cni non J)otr.1 mai germogliare la piauta velenoga dell'.inarchismo violento e sanguinario. Imperialismo e militarismo iuglcse. La politica im perinlista inglese continua naturalmente a dare i suoi frutti. Al l'aumento delle imposte cito prepara gli elementi di fntur~ 1·ivolte, va parallelo l',tumento delle spese militari per le qua,li il popolo inglese, per quanto ubbriacato dal gin imperialista, ò tutt'altro che entusiasta. (I) Contemporaneamente alla noli zia del suicidio di Bresci A. Agresti ci mandava una novella, che mira a moslral'e la ferocia della pena dell'el'gastolo. li nostrn collaboratore c'invitava ad aprire una campagna per ottenere la riforma: e noi la inizieremo pubblicando nel Bibl id -~elt\3lflbsl3Effrf~u 0 • . soldaLe'l Gli c;spcrin:enli <li I\apoleone I in Spagna ed in Russia. i 111ir,1colitlci (!aribaltlini italia,ni contro l'Austria, le i II i'<·li,·i,~ituc prc;ve dell'esel'cito italiano in Abissinia, la rl.'si-,tcuza eroica dei cub;ini contro la Spagna, e la stessa re;;istenz:, pa~~iva dei chinesi contro la quale si ò spuntata tntta la scienza miLbire cli \Val,lersce a capo dulie truppe iotcrna;1,ionali, non sono precedenti troppo incoraggianti. La vittoria <leiliberali in Jspagna. Lo ultime elezioni in Spagna sono state una vittoria completa pel ministero liberale Sagasta che ha assicurato ormai una maggioranza che comprende più di tre quarti dei rappresentanti delle Cortes. Caso nuovo in Spagna: è st~tto eletto persino un socialista; i r0pub • blicani sono ritol'llati in quindici. Il trionfo llei liberali non ci illude molto; non ò l'indice sicuro della opinione pubblica: in Ispagna tutti i ministeri sono sicuri cli ottenere nelle elezioni una grande maggioranza fayorcvolc. Tanto meno possiamo illuderci oggi sul liberalismo della nuoYa maggioranza e clel miuistero che l'ha plasmata. La titubanza, infatti che in questi giorni, mostra Saga.- sta ncll'attuazioue dei criteri che iweva ()nanclo era all'opposizione, tauto da farlo arretrare - è incredibile! - persino diuanzi alla 11iminuziono del bilancio dei culti che assorbe una gran 11arte dell'entrata della lìnanz,1

182 RlVlSTA POPOLARE DI POLlTICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI spagnuola,prova che anche laggiù vi è una forza irrespon- !Sabile -che trattiene dal tradurre in logge le riforme che potrebbero ridar sangue, vita e movimento alla nostra sorella latina non meno infelice di noi. · . I deputati della maggioranza liberale avranno la forza di ribellarsi a Sagasta qualora. egli si mostrasse inferiore al compito suo? Ce lo auguriamo, ma per quanto l'lmparcial cli ì\Ia- <lrid scriva che in Spagna « gli antichi pitrtiti se ne « vanno e che dalle viscere della patria pugnano per « oinngere alla superficie disti11te l'on11ar-io11ni uove I>: 11oi questo nuove formazioni ancora non le vedi:uno nettamente delineato, e non posHiamo rtuindi sperarlo. Il Congresso fra i consiglieri comunali e provinciali repubblicani. Il 9 e 10 giugno avrà luogo a Bologn:'t il primo Congresso nazionale dei consiglieri cornunali o provinciali di parte repubblicana. L'ordine del giorno è denso ccl im portantissirno. Lit riunione dovrà trattare dell'.41iton01nia comwiale, tlelh Riforma triùntaria, della Municipali •.cazione dei scrvfr:i pnbùlici, del I' Istrnzione pubblica e della Befe:;ione scolastica, dello Scioglimento dei consigli coinunali, delle Cooperative, insomma quasi tutti i punti principali del programma democratico nelle ammiuistrnzioui locali, al quale è forza l'itornare ed insistere se si vuole che l'ai1ione della democrazia sia pratica, non si percfa in inntili rohoanti affermazioni di principì. I nuoYi progressi che in questi ultimi anni hanno compiuto l'illealitù politiche e sociali, non fanno che rendere maggiormente vigoroso quel programma che lia le sne radici nel pensiero di Mazzini o di Cattaneo. Lo I)roposte all'ordine del giorno sono accomp:l.gnato <fa relazioni a stampa, scritte da consigli.ori rnpnbblicani, e stll.mpate per CIU'adel Comitato Ce11trale del Partito repubblicano italiano. Ci sarebbe piaciuto cho nell'ordine <lei giorno si fosse trattato puro dell'elezione dogli assessori, rctribuit·i, Rpccia.lmente per qnel che riguard:. l'Mtna:douc tlol sisten,a americano che si usa µei sclect nian, a111 messo anche i 11 parte dal Dcprotis, pel quale sistema il Consiglio vot.t per un assessore indicando anche il sonir.io cui devo essere capo; come ci sarebbe piaciuto si fosse consvcrnt.a mi:t parte alla res1)011sabiliM,degli amministratori e alla revisione dei conti, ma pur un primo congresso ci sembni già poco consacrnr due giornate soltanto alle questioni all'ordioe del giorno, e u9i ci limiteremo di angurare che altre riunioni succcilano a quelle di J3ologna, che nel campo delle riforme radicali del govoruo locale - che si uniforma sempre sul coutral,1 - dà alle istitnr.ioni una battaglia intellettuale pii1 fiera di quello che alle prime potrebbe appa,rire. Cristiano De Wet. Cristiano De Wet l'eroico ed .imprendibile gonenile l,oero, è ora l'uomo che dà pi11 tb fare agli inglesi, o elle attira, pit1 di ogni altra figura del drarnrna che si svolge nell'Africa del Sud, l'attenzione del mondo. La sua figura, robusta, ben fatta, cli't,:'tl priuf"osguardo, l'impressione della forza fisica. Nulla nell'aspetto o uegli abiti del generale lo distingue dagli altri burghers. Egli b,t l'apparenza ed il costume tipico del boero, dal largo c:tppello morbido, fino agli stivali entro i i)nali son serrati i calzoni. Una figura meno militare è impossibile immaginare. Nei suoi abiti 11011 vi è la meuoma, t.rnccia tli uniformo militare, la piì1 lieve indicazione del suo grado. 'l'homas li'. J\fillarcl, corrispondente di gnerra americano, accompagnò De ,vet nella famosa SJ)eclizioneche ebbe, fra gli altri risultati, la, presa del porto t1i 8anna e 11edà alcu11i interossauti particolari. In pochi giorni cli marcia la forza tlei boeri era giunta a rnillu e dueconto, essendosi uniti al corpo principale molti piccoli distaccamenti di bu.rghers. Il maggior numero che raggiungesse, <luraute la scorreria, fu di mille cinquecento. È questo numero che il generale considerava la forza iderile per tale scopo. Ess~ non. ò nè tanto grande cla ei;sere impacciata, nei sno1 movimenti, nè tanto piccola tla essere impotente. . i;,a comrosi.done di quella forr.a, che superava i11mobthtà ogni altro corpo armato cito il i\Jilh1rù avesse mai \"ednto, è degna di osservaziouo. Ogni ù1,rghcr portava B1bl1otecaGino Bianco nn fucile, ed una o dne bandoliere di cartucce, conte~ ncnti un totale di circa centocinqt;anta per ogni combattente. Q1rnsi ogni uomo portava razioni µer uno o duo giorni nelle tasche del suo abito, i11bisaccia attaccate alla sella. Mc7,za tlozzina di carri, dotti « trolleys I>, ciascuno tirato tla dieci o dodici mnli, trasportavano lo nrnnizioni cli riserva, le coperte per fa notte, alcuni viveri loggiod e necessari, come caffè, sale e tabacco. I trolleys possono vi:iggiare con la celerità cli sei :ul otto miglia all'ora senm difficolt,ì. Una colonna vive sul paese che attraversa, conducendo vii. il bestiame che incontra, e(l uccidcndono ad ogni accampamento in qnantiti't sufficiente per i biaogni rli nn giorno. D11e leggieri cannoni tla campo Armstrong, ed un cannone Max:im-Nordenfeldt completavano l'armamento. Poche tende eran portate clall:'t colonna, ma rararneute vouivan piantate, e gli uomini tl' ordinario bivacc:wano sotto i carri, o dormivano del tutto all'aperto. Ogni nomo era a cavallo, e circa trecento cavalli e mnli di riserva seguivano la colonna. Il modo nel quale le truppe inglesi furono fatte prigioniere è singolare. De ìVet, da solo, catturò il treno tli centoventi cani, e fece inolt,re quattrocento prigio11ic,,i.Qn:wdo i ca,rri erano stati già presi, 11ncorpo <li fa11toria a cavallo fu spedita dagli inglesi per apprendere h causa, del ritardo uetrarri vo. Il luogotenente cho lo comaoùavft condusse i suoi uomini al galoppo a fermarsi proprio viciDo al convoglio, circondato oramai dai Doeri. Do \\'et ftllom si alzò, e gli <lisse tranquillamente: « Entrate ». L'espressione del volto del luogotenente rno.strò che egli comprenrlcva di essersi lascia.to promlore iu trappohi « ArreJHletovi, signore - agginuso De ,vet - la vostra posizione è disperata ». « Avanti » comandò l'inglese ai suoi uomini, con Yoce chiara etl alta. L'ordine era appena pronunzi:'tto, che 11n colpo sparato da Do vVetstesso uccise l'uf6cittlc e lfani i.l seguo per una scarica generale tlei boeri, che 1,tterrò i tre quarti degli inglesi. Pasquale Guarino. Si ù spento in Napoli, <lopo breve 11udattia, Pasquale Guarino. Egli collaborò nell:t nostra Rivistci; ma non per questo lo ricordiamo. Egli fu, si può dire, o-iornalista sin dall'infanzia, giornalista-nato; e neppt1r~1uesto :t nostro avviso _sarebbi.1t.itolo_ ~ufficicnto per trovuro posto nella r!tbnca_ degli i~oinini e degli avvcnùncnti. Ce ne sono t1i:it1 cl.te rn ve:icl11ano e muoiono facendo il mestiere del giorn:'tlista ! - Noi invece sentianro il clovero di consacrare poche pa.rol~ a P'.1squale Gu.arino perchò essendo giornalista, tl?l g10r111,hsmon~)ll fec_eun mestiere volgarn e spesso vttupel'ovolc._ Il g1ornahsmo esercitato per lunghi anni nel de111ocrat1c? Boinci .o nelle piì1 dure condizioni di lavoro gli scrv I por d1fenclern tutte le cause ginsto ed a sosto~no - Hell:'t misura con8eutitagli dalla direzione tlel gwrnalo che non divideva le sue idee, ma che le ri-

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 183 spettò sempre - del partito re1rnhblicano-socialista, nelle cui fihi militava. Agli altri il giornalismo procura se 11011 la ricche1,za. al mono l'agiatezza; al buono, al mite, a,ll'intollettuale Pasquale Guarino servì per non morire letteralmente di fa111e. Il suo stipendio, (]Uaudo fu mi_qliora,ta la sua condizione, non oltrepassò le lire 100 al mese; e non i;c 11elamentava; e 1,isognava vedere (]u,do sodclisfa- ;\Ìonc provava e manifestava qnan<lo poteva segnalare l'entrata straordinaria cli ima ventina o di 1111acliecina <li lire che gli venivano da (]nalche simpatico l,ozzetto pnbblicato in qnalche giornale o in qualche rivista, o dalla vendita cli qualcuno dei suoi volumetti - ad esempio: Il sole a swcchi, ch'era, e giustamente, il sno prediletto! In tali condir.ioni di vita, trascimita sino al 43° anno, il decorso fatale e rapidissimo rlolla sua malattia non sorpreso coloro clie lo conoscovano: infatti b vita di stenti o di miseria e cli lavoro nottnmo fa,ticoso aveva Delcasséin Russia Uovio. A chi scrivo queste linee l'illustro deputato n,publ,licano con voce commossa, mentre ue segui~a il feretro, diceva: Pasq1ialc Guarino 11011poteva suscitare ocli contro cli sè e 110n fece niai male ad cminia viva; ma q1tal1wq11es1io ne1nico "implacabile gli si sarebbe riconci- /foto alla vista del 1niscro lettiiccio s1io, oui faceva.no conipa_qnia soltcinto nn temolo roz::o o due sedie me~zo s_qangltemte. No11 ho 111aivisto w1 ambiente più caratteristico del/ci povertà sq1ic1llida. 'l'utta Napoli onesta e intelligente - operai, studenti, professori, giornalisti, deputati - ne seguì il moùesto feretro sino al1'11lti1uadimora. E molti nel dolore trovarono conforto iu quella manifestazione veramente imponente in onore del povero morto; ma noi pensiamo che meglio, molto meglio, sarebbe stato se al paese, alle lotte civili per la liberth e per la giustizia fosse stato conservato il modesto e vnloroso combattente. NOI La Francia,il Cosaccoe lo studenterusso Delcassé I Un altro viaggio come ·questo e io finiròcol lasciarci i pant.!lloni! La Francia. - R dire che il più grosso è il mio amico e alleato! ( Ulk di Berlino). logorato il suo organismo divenuto in ultimo fragilis· simo. Parrebbe impossibile elio ci· fosso un peggioramento in tali condizioni cli esistenza; oppnre il giornalismo inteso ed esercitato come missione glielo vrocurò affrettando la catastrofe! Così fu. fl giornalismo, in una alla costante professione attiva e disciplinata dei principi repubblicani e socialisti, gli procurò popolaritiì. negli strati sani cli Kapoli. Sicchè quando Alberto Agnello Casale rinnuziù alla deputazione, il partito i;ocialist.a lo designò suo cau1li1la,to contrn il 1,urbanzoso colonnello Martinelli o co11tro il denaroso principe di Canneto, cui .~rrisc la vittoria nel collegio dol l'Avvocata. Pas(]ttalc Guarino, sic1trissimo della sconfitta, senza nemmeno possedere una delle (]ualit:\ inferiori che possono dare le voluttil. del ciarln,tanismo esercitato larga• mente in una lotta come quella che s'impegnò contro la camorra uapolotarrn, e di piìr, convinto che la candidatura gli avrebbe tolto i magrissimi mozr,i di sussistenza, accettò se11za ostentazione e senza entusiasmo, come sì può accettm·e l'adempimento lii un penoso dovere. Prima di soccor11!,ere nel sogreto delle 11n1e, audò incontro serenamente alla volonbtria disfatt:i economica. Pasquale G1mrino compreso che divenuto ca11cliclatosocialista non poteva, e no11dov1wa pitt rimanere in un giornale onesto e clornocratico sì, ma rnomtrchico, e rinunziò alla collaborazione nel Roma. Poche oro prima di morire C11visitato eh\ Giovanni o e (L'assietlc ai, 1,e,.,.,.e di Parigi). Perlarinnovazione aeitrattatiicommercio In questa valle di dormienti che si chiama l'Italia c'è un pò cli risveglio nella c~iscussior_iec_he si è im~eo-nala sulla rinnovazione dm trattali d1 commercio. 0 Questa, però, dovrebbe essere ben altrimenti viva nel paese per riparare in parte alla deficiente preparazione del governo, che ho deplorato nelle colonne della Tribuna. A tenerla viva, sempre nella misura consentita dall'apatia italiana, cert~menle. ~a contr\buito la campagna intrapresa dall on. Lu1g1 Luzzatt1 col suo viaggio in Puglia e col discorso lenulo noi Congresso dogli agricoltori in Firenze. La sua parola eloquente ha avuto la virlu, però, di mettere di malumore i liberisti italiani. Di che si hanno lo prove in un articolo del prof. Parelo e in un altro del prof. De Viti dc Marco, che giova esaminare nel momento presente. L'illustre economista, che insegua a Lausanr:ie, nella simpatica Italia del Popolo (X del 2~ M~ggro) dirotta dall'amico Ghisleri si occupa degh sewp~r,., ma da un punto diverso da quello visto dalla Rwu;to,

lM RIVISTA POPOLAllE DI POLITlCA Lt..TTl.!.'Jll!,'}\' ~c11-:sz,~· :iCJCIALl Popolare nel numero precedente (1). Egli li incoraggia ; e nessuno saprebbe dargli torto se si dovesse tener conto. soltanto della meschinita dei salari italiani. L'argomento, però, gli porge occasione di mettere tn mostra il suo fanatismo liberista. Infatti prende gli scioperi come indice di malessere economico, che crede determinato - tutti i salmi finiscono nel solito gloria per la scuola ortodossa italiana! - dal protezionismo. E qui, me lo perdoni il caro amico, credo che egli sbagli. .Gli scioperi avvengono nel settentrione d'Italia; ma è proprio questa la regione che indiscutibilmente trasse maggiori benefizi dal protezionismo, che nel complesso migliorò le condizioni economiche del paese, per quanto sia stato poco notevole il miglioramento. Il volere porre il rapporto di causa ad effetto tra protezionismo e scioperi non solo urta nella distribuzione regionale del fenomeno ; ma va contro gl'insegnamenti che vengono da un altro fatto notissi ·no : l'Inghilterra, la terra classica del liberismo dogana!<', è in pari tempo la terra classica de"li scioperi. Se volessi seguire la logica dell'amico Pareto dovrei concludere che il liberismo genera gli scioperi. Più direttamente alla questione di attualità si riferisce l'articolo del De Viti de Marco. Egli, con una forma molto vivace, che, se può talora essere ingiusta verso l'ex ministro del tesoro, da prova della confortevole sincerità delle opinioni, dello ardore nel credo liberista dello scrittore, anzitutto, rimprovera al Luzzatti ciò che qui stesso gli rimproverai io ; e cioè la opportunità della predicazione nel Mezzogiorno - dove la dolorosa necessità ha convertito tutti da un pezzo alla convenienza dei trattati di commercio, in uno spirito più favorevole all'agricoltura che non sia stato quello ispirato dalle tariffo del 1887 - di quel vangelo che occorre divulgare con molta insistenza e col calore che gli è proprio tra gl'industriali del Settentrione. Occorre far con'.1- 1 prendere agli industriali del Settentrione, che si devono fare alla Svizzera soprat,utto delle concessioni sul terreno delle industrie per ottenerne in contraccambio maggiori concessioni in favore della nostra produzione agricola, Questo dovere riconosceva esplicitamente !'on, Ellena nel 1892 difendendo, quale relatore, il trattato di commercio concluso dall'Italia coll'Austria-Ungheria e c01la Germania. E che questo sia l'intendimento dell'on. Luzzatti lo aveva lasciato intendere nel discorso di Bari e più recisamente affermò nell'importante discorso di Firenze, che segna il programma delle trattative future, di quello che egli farebbe se fosse chiamato a dirigerle. I criteri esposti dall'on. Luzzatti, lo constato con grande piacere, sono quelli stessi che m'ispirarono scrivendo dello Sperimentalismo doganale nella Nuova Antologia, e che ho più ampiamente svolti negli ultimi due capitoli del mio libro: Pel dazio sul gl'ano epel' l'economia nazionale. Aggiungo adesso, per quei motivi esposti nel n. 8 della Hivista, che si può fare qualche concessione alla Svizzera ; ma non ali' Austria-Ungheria, se tali concessioni dovessero essere il contraccambio della illusoria rinnovazione della clausola di favore, Se il De Viti de Marco si fosse limitato a notare la inopportunita della propaganda fatta nel Mezzogiorno, mentre dovrebbe essere in tra presa nel Settentrione, mi troverei del tutto di ·accordo con lui; ma il chiaro professoi·e dell'università di Roma ha voluto mettere acerbamente in canzonatura il Luzzatti: 1. pel- consiglio dato agli italiani di bere qual- (1) Per una stt·ana coincidenza nel Bollettino economico e finanziario della Rivista politica e letteraria si fecero nello ste,so giorno considerazioni analoghe a quelle svolte nella Rioista popolare sulla opportunità degli scio.[Jeri. B blloteca G no B a1co che litro di vino di più pei: sentire meno il bisogno di esportarne ; 2. per l'affermata solidarietà tra il Nord e il Sud d'Italia e per lo sviluppo del mercato interno in sostituzione del mercato estero. La prima critica del De Viti de Marco si riassume in queste sue parole : « Se un burlone avesse parlato ad un comizio di ubriaconi per sollecitarne l'applauso, difficilmente avrebbe potuto trovare un argomento più esilarante di questo! » Eppure l'argomento non è esilarante: basterebbe in realtà aumentare i consumi interni per non fare riapparire la pletora minacciosa del vino, che prima di conquistare il mercato Austro-Ungarico tormentò la Puglia e la SiciUa; ed a ciò si può riuscire agevolmente rilevando la forza di acquisto dei consumatori ìtaliani, Serve all'uopo il protezionismo? Per tutto quello che ho esposto qui e nel libro Pel dazio sul g,·ano, e nella Nuova A.n.tologia ritengo che al quesito non possa darsi una risposta assoluta: secondo le condizioni, può servire il liberismo come serve attualmente il protezionismo, La seconda obbiezione del De Viti de Marco viene distrutta da un dato di fatto che io lessi nel Giornale degli .Economisti (Febbraio 1900) da lui diretto. Ivi i professori Bertolini e Graziadei - due liberisti - in una nota a pag. 175 rilevarono che la somma totale delle importazioni ed esportazioni della provincia di Bari durante gli anni 97 e 98 salirono rispettivamente a 270 .ft a 263 milioni, mentre nell'anno della maggiore prosperità, il 1887, prima delle tariffe generali e della denunzia del trattato di commercio colla Francia - era arrivata appena a 198 milioni. Essi spiegano il fenomeno coll'aumento delle sole esportazioni verso le altre provincie dello Stato. Tali esportazioni, infatti, erano di 43 milioni nel 1887 e sa!irono a 111 milioni nel 1897, a 110 nel 18'.)8. Non è questa la prova più evidente non della possibilita, ma della realta dello sviluppo del mercato interno in sostituzione di quello estero ? Questo sviluppo del mercato interno, infatti, in certe date circostanze può benissimo compensare la con trazione del secondo ; come può stabilirsi la solidarietà tra l'industria e l'agricoltura, .çiuandola prima non mira alla grande produzione per la esportazione, e quando rinunzia alla pretesa di voler vendere a caro prezzo i suoi prodotti all'interno, per comprare al massimo buon mercato le materie grezze e le sostanze alimentari che vengono favorite dall'agricoltura. Corriunque, perché avvenga senza sperequazioni regionali lo sviluppo del mercato interno, è assolutamente indispensabile che le tariffe ferroviarie e quelle marittime siano ben diverse da quello che sono in Italia, Le tariffe pei trasporti dovrebbero cnrreggere la disgraziata forma geografica del nostro paese; invece, in grazia della sapienza dei nostri governanti, le tariffe sono tali che fanno l'interesse delle socie là ferroviarie e della Navigazione Generale e rovinano il Mezzogiorno è le isole. Ecco un chiodo su cui si deve battere e ribattere. Dott. NAPOLEO~E CoLAJANNI Dcpntcito cil PcirlCtmen'.o. P. S. - Mentre correggo le bozze di stampa leggo le nuove dichiarazioni di Goluchowski in risposta al delegato czeco Kramarz. li Cancelliere dell'Impero austro-un c,arico nelle primitive dichiarazioni alle delegazioni O aveva fatto comprendere che si dovevano tenere distinte le quistioni economiche e le politiche. Con ciò pareva avesse voluto avvertire l'Italia che la rinno'vazione della Triplice alleanza non implicava la rinnovazione del trattato di commercio. · . In Italia 1 t~ 1 lcplinguaggio fece una penosa impress10ne; so o 1 opolo romano si credette in dovere ..

.. RIVISTA POPOLAUE DI POLIT'ICA LETTERE E SCIENZE S0OlALl 185 di giustificarlo affermand0 che la separazione della politica dalla economia risponrlerà alle buone e s-::.ne tradizioni contro tutta la pratica e la letteratura contemporanea, che ogni azione politica subordinano ao-li interessi ed ai fini ecrinornici. 0 Il Goluchowski si è affrettato, rispondendo al rlelegato czeco, a rettificare od a chiarire il proprio pensiero. Egli dichiarò esplicitamente non essere ammissibile che buoni rapporti politici possano coesistere con rapporti economici non cordiali; non esitò. ad asserire che tra le parti politicamente alleate si deve venire a concessioni economiche reciproche per rendere più salda un'alleanza tanto utile alla pace. La rettifica o la spiegazione del precedente discorso del conte Goluchowski fu determinata da osservazioni e proteste del governo italiano, che fece Il bilanciodell'Agricoltura Nella Camera dei deputati é avvenuta la discussione del bilancio dell'agricoltura, e continua, mentre scriviamo, quella sulla istruzione pubblica. Si sono dette molte cose belle e buone anche dai ministri - particolarmente dall'on. Zanardelli, che espose un vero programma di legislazione sociale, ne_l ~an;po della q~a(e invocò savie riforme !'on. Cabrrn1. L Estrema Smistra, come sempre - come riconosce tutta la Camera, e come non tarderà a riconoscere ancora più e meglio il paese alla prima occasione - si è mostrata all'altezza delle quistioni trattate. Nella diséussione del bilancio della Pubblica istruzione fecero una profonda impressione, per la elecomprendere al Cancelliere austro - ungarico quanto sarebbe divenuta più invisa di quello che sia attualmente - e la è moltissimo - la Triplice alleanza, se essa non dovesse valP,re a procurare buoni rapporti economici con noi. Chepiacerefare il soldato! ganza della forma e per la sobrietà e giustezza del contenuto, i discorsi degli on. Credaro e Ciccotti ; ma sul!' argomento pubblicheremo da 1 prossimo numero in poi una serie di dati e di articoli - il primo dei quali sarà del nostro Vaccaro. In ogni modo· si deve insistere su questo : la claus0la di favore pcl vino, data la ric0sti t11zione dei v; g n et i ungheresi, non potrà darci i be nefizi che ci dà tuttora ; ce li darebbe ancora rni110rise dovesse in pari tempo Si dice sen,pre che i soldali sono t..attati male, mentre che molti di loro non hanno altro a far.i che pensare continuament~ a mangiare e a portare a spasso e in carrozzella i bambini degli ufficiali. Oggi vogliamo brevemente intrattenerci del bilancio dell'agricoltura, che rappresenta la più grande industria nazionale, e che ci sta tanto a cuore. Il poco che diremo si riassume in una espressione di sconforto e di amarezza (Ne11e Glnhlichte,· di Vienna). - e cosi deve essere - accordarsi alla Francia, alla Spagna, alla Grecia che ci fanno aspra concorrenza. Di ciò devono tener conto i nostri negoziatori, se non vogliono essere giuocati con grave danno del paese, ch'è già abbastanza preoccupato della iniziata invasione dei vini francesi sul mercato nostro. • • Agli ainlCl Chiunqueprocurerà UN NUOVO ABBONAT·o; che paghiperò anticipatarmn'e, riceverà in d?no, a scelta, una del/e seguenti pubblicazioni deii'on. Dott. NAPOLEONECOLAJANNI: lflou1'emeuts socitiUX eu lltdie; l1·e e SJll"OJIOsiti di Cesn,•e Lo1nb1·oso; Nel t•efJno tlell,i fllafi,i; Gli V Dici del ltivo1•0; Lti Gt•tinde BtillUfJliff tlel ltivo,•o. Chiunqueprocurerà DUE NUOVI ABBONATI, che paghinoperò anticipatamente, riceverà, a scelta, tre delle suaccennate pubblicazioni, o .hti Polilicti colo'lliale del/'on. Dott. NAPOLEONECOLAJANNI, oppure I' A.tt1•11,t,e1•so lti Svi~~et•a dell'on. prof. ElTORE CICCOTTI. Biblioteca Gino Bianco per la constalatR. contraddizione tra il molto di buono e di bello che si dice, e il pochissimo di utile, che si fa. Il contrasto tra le parole e i fatti non potrebbe essere più doloroso. Le parole sono dei nostri amici; i fatti sono aei ministri, che hanno la responsabilità del potere e eh.e soli hanno la possibilità di fare. Ma i minisLri che razzolano male, anche quando hanno predicato bene, si pongono volontariamente in contraddizione dinanzi alla Camera e dinanzi alla propria coscienza? Bisogna intendersi, o meglio bisogna che noi ci ripetiamo, sulle cause di questa condotta poco lode-- vole dei ministri, che tanto contribui~ce a discreditare il Parlamento ed a generare lo scetticismo sulla efficacia della sua azione nell'animo del popolo. Essi non sono volontariamente impotenti nella questione speciale; ma lo sono per quella fatalità alla quale non sanno o non possono sottrarsi; essi - i passati, i presenti, i futuri - siamo certi che ben volentieri spenderebbero per la agricoltura ciò che sarebbe necessario spendere per mettere in armonia i Jatti colle parole. Ma le condizioni generali del bilancio non consentono che all'agricoltura siano assegnati al di là d'1 quei pochi milioni, che le vengono concessi e che talora vengono strappati dalla insistenza dei deputati; e non consentono le condi,;ioni del bilancio, perchè ci sono i due minotauri - i ministeri della guerra e della marina - che divorano non il superfluo, ma il necessario per la alimentazione degli altri dicasteri, che si dicono civili - e civili dovrebbero essere - ma che passeranno alla storia colla più logica denominazione, corrispondente alla realtà, di dicasteri dei servizi tisici. D'onde la necessaria sproporzione di sviluppo tra le singole \

186 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI parti dell'organismo -:- ipertrofia negli organi di difesa e di offesa; e atrofia in quelli di nutrizione e di sviluppo - che caratterizza l'~talia e che la mantiene in una spiccata condizione morbosa, di cui si -risentono i singoli elementi, che la compongono. Se si vuole aiutare l'agricoltura bisogna consacrare ad essa, oltre l'attività intellettuale di coloro che devono impartire l'istruzione teorica e pratica alle masse, e non ai pochi eletti, che prendono la )aura di dottori in agraria, le tre cose, che formano la quintessenza dei mezzi di guerra : denaro, denaro, -denaro. Ciò che si richiede all'uopo in quanto al credito è stato detto più volte qui stesso ; ciò che si è fatto in Francia, in Prussia e in Inghilterra viene esposto nel libro dell'on. Colajanni (Pel dazio sul grano, paragrafo XXXIV); e ciò che Io Stato può fare per aiutare direttamente gli agricoltori lo apprendiamo, ad esempio, da questo telegramma da Vienna (17 maggio) che leggiamo nella Tribuna di Roma: << La Commissione della Camera dei deputati incari- << cata di studiare la quistione dei vini decise, d'ac- << cardo col governo, che si facciano ANTICIPAZIO-NI ai « viticoltori, SPECIALMENTINECASO DI CATTIVROACCOLTO « DEIVIGNETICOLPITIDALLAFILOSSERA ». Tutto il rovescio di ciò che si fa in Italia! A parte ciò che si riferisce alla deficienza del cref dito ordinario - agrario e fondiario - cui non si riparerà nè colle leggi Luzzatti _nel Mezzogiorno, nè colle buone intenzioni di Alfredo Baccelli nell'Agro Romano, tra noi avviene questo. La mosc.a olearia distrugge il raccolto dell'olivo ; la peronospora di-: strugge quello dell'uva; la grandine devasta un campo a cereali? Non fa nulla: il fisco inesorabile vuole pagate le imposte, quando la natura avversa distrusse il reddito imponibile! E procede a sequestri, e l'imposta principale raddoppia, triplica colle spese! Tergiversa e imperversa anche quando una legge apposita del Parlamento, che arriva sempre con grande ritardo, esonera in tutto o in parte il contribuente dal pagamento dell'imposta. Ciò sotto l'aspetto tributario - il più interessante oggi in Italia. Ma l'agricoltura può aiutarsi direttamente favorendone lo sviluppo e aumèntandone la produzione in cento altri modi. Su ciò che può; che deve farsi, quando si vuole fare sul serio, come esempi tipici riassumeremo quanto si è fatto di recente in Australia. e in Ungheria, togliendo le notizie dall'accennato libro dell'on. Colajanni (paragrafi XXX e XXXIV). In Australia la cultura della vite era nell'infanzia ed esercitata quasi esclusivamente dai forestieri, ma vista la bontà dei prodotti quel &overno fece venire dei tecnici dall'Europa, i quali ebbero l'incarico di analizzare i diversi suoli della Colonia, dare lezioni sul modo di piantare, coltivare e potare la vite, e più tardi insegnare i sistemi più moderni per fare il vino. Di più edificò un collegio, ed annessa piantò una vigna esperimentale per impartire l'istruzione teorica e pratica alla &ioventù. In pochi anni una delle più fiorenti industrie di Vittoria fu il vino. Ma siccome la popolazione di Vittoria è composta per nove decimi di anglo-sassoni, abituati a bere birra e spiriti invece di vino, si dovette pensare all'esportazione, e il governo per aiutarla anticipò alle società di viticultura forti somme per erigere fabbriche di vino, comprare a pronti contanti le uve, fare il vino di uniformi qualità per, dopo ben maturato, esportarlo. Per incoraggiare la produzione delle conserve di frutta, non solo per l'esportazione, ma per il consumo locale .(essendo ritenute come un prodotto eminentemente salubre) il governo australiano rimborsa persino ai fabbricanti il dazio d1:1,loro pagato sullo BibliotecaGinoBianco zucchero che adoperano nella fabbricazione delle medesime. Daìla lontana Australia passando all'Europa troviamo, che non è stata minore l'attività del governo di Ungheria per la difesa della viticultura del suo paese. Per ricostituire i vigneti distrutti pel 57 010 dalla filossera, il governo ungherese, dopo aver tentato tutti i mezzi preventivi e curativi, ricorse ai preventivi, con un'attività .ed energia ammirevoli. Fu presentato e fatto votare alla Dieta un disegno di legge utilissimo che mirò a raggiungere tre scopi: 1 ° Produzione a buon mercato di una sufficiente quantità di viti americane resistenti alla filossera, da innestarsi colle viti indigene, e produzione di barbatelle innestate; 2° diffusione di scuole pratiche per viticultori; 3° sicurezza di potersi procurare i mezzi adatti alle spese necessarie. Per primo impianto si spesero 200,000 fiorini, circa 500,000 lire. Sino a tutto il 1897 furono impiantati 784.40 ettari di vivai - noi ne abbiamo tra governativi e privati 200 - per produrre legno americano; i quali vivai quando saranno in piena produzione metteranno a disposizione dei viticultori ungheresi da 95 a 110 milioni di talee. In pochi anni l'Ungheria sarà. in grado di avere la primitiva produzione vinaria. Dal 1890 al 1897 furono distribuite in Ungheria 21,654,500 talee e 2,319,800 barbatelle di viti americane. Da noi con una viticoltura. cinque volte più estesa furono distribuite 11,769,608 talee e 1,157.797 barbatelle. Inoltre il governo ungherese ha istituito quattro scuole di agricoltura e di enologia, una superiore e tre medie, e cinque scuole pei vignaioli. Ha stabilito corsi speciali per premiare abili innestatori, ha nominato 50 ispettori viticoli distrettuali e istruito praticamente 150 maestri elementari. Non basta. li ministero di Agricoltura d'accordo con quello delle Finanze ha stipulato convenzioni colla Banca d'Ungheria perché s'impegnasse cli accordare ai viticultori con speciali norme presti ti di favore per la ricostituzione dei vigneti. Ed ora non ci resta che a fare un ultima considerazione, la più istruttiva: ciò che si fa .in Australia e in Ungheria è a tutto danno della produzione agraria italiana! · LA RIVISTA. Il gransaveilu~epconomico aegSlitaUtiniti (I « trusts » - Accuse e difese). Il mondo ha seguito con vivo interesse - con un misto di meraviglia, di trepidazione e di compiacimento, secondo gli umori e le passioni degli osservatori - i fenomeni di aggiotaggio e di morbosa speculazione svoltisi in New-York e di cui ci siamo occupati nel numero prececlente. A soddisfare la curiosità e il bisogno di conoscere a fondo i precedenti e lo sviluppo dei trusts o sindacati, che si connettono a quei fenomeni arriva oppor, tunissirno il numero di Maggio della North America-n Review. Sessanta pagine della grande rivista di New-York sono consacrate alle Industrial an,,dRailroad consolidations (Sindacati indqstriali e ferroviari), di cui si occupano contemporaneamente i signori Russe] Sage, che formula l'atto di accusa contro i sindacati, e i signori Hill, Schwab, Flint, Thurber e Logan che ne fanno una vigorosa difesa. ll Sage intitola il suo articolo: A grave danger to the Community (Un grave pericolo per la comunità). I titoli degli altri articoli

RfVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTEUE E SCIENZE SOCIALI 187 sono i seguenti: I-liii: I vantaggi pel pubblico dei sindacati; Schwab: I loro <ef!ettsi ull'industria del ferro e dell'acciaio; Flint: Ciò che hanno compiuto in prò de~ capitale e del lavoro; Thurber: Influenza dei trusts sui prezzi ; Logan : I risultati della concorrenza inintelligente. Gli scrittori di queste risposte alle accuse del Russe! Sage sono eminenti per posizione sociale e per pratica di affari : occupano tutti delle cariche nelle Compagnie accusate. Le loro difose, quindi, si possono a priori considerare come abbastanza interessate. Questa circostanza, però, non diminuisce il valore delle loro osservazioni; molte delle quali concordano colle ricerche del Jenks sui trusts, che i nostri lettori conoscono. Noi perciò crediamo di rendere un vero servizio al pubblico italiano affrettandoci a riassumere l'atto di accusa e le difese. H Russe! Sage comincia dal giudicare assai pericoloso ed arbitrario che una proprietà di 50 mila dollari da un giorno all'altro sia apprezzata 150 mila, solo perché cosi piace ad una Compagnia. La quale piu che con capitali propri e reali opera cliordinario per mezzo di prestiti industriali, in guisa che nessuno può stimare l'ammontare dei· prestiti stessi e la loro sicurezza. Il grande successo della Standard Oil Company è statoquello che ha stimolato le concentrazioni numerose e spesso fortunate. Ma non si può disconoscere che questo sviluppo di trusts ha prodotto un sentimento d'incertezza e d' inquietitudine industriale e politica, che minaccia presto o tardi dei risultati gravi. Ma contro questo stato di cose, domanda il Sage, ci sono da prendere delle misure legislative? C'è da dubitarne. La potenza dei trusts è tale, ad esempio della Standard Oil, che essi dominano tutto e tutti, come venne osservato eia Chews studiando il tremendo potere degli uomini di Wall Street. Intanto si deve constatare che relativamente ai nuovi trusts gl'inizi e i procedimenti della Standard Oil Company furono assai modesti. La concentrazione (consolidalions) di capitali, che avviene al giorno d'oggi non trova riscontro nel passato e sbalordisce l'immaginazione. Il trusts clell'acciaio, formatosi testè ha un capitale cli un miliardo di dollari, é piu della meta del debito nazionale; é una diciassettesima parte (?) dell'intera ricchezza degli Stati Uniti; rappresenta la metà della massa totale di moneta che circola nella repubblica e che ammonta a 2,113,294,983 dollari. Il trusts delle ferrovie costituitosi cli recente è meno pericoloso di quelli industriali, perché la massa delle sue azioni e dei suoi capitali non é stata gonfiata artificialmente. Ma lo sviluppo di tutte' queste combinazioni è tale che, sebbene alquanto esagerato, si deve tenere in gran conto , il giudizio di Riccardo Tangye, il grande padrone del ferro dell'Inghilterra: « L'America un giorno si sveglierà dinanzi alla cupa realtà del pericolo, e quando la sua terribile natura sarà manifesta in tutto, molte leggi severe saranno fatte ... Non c'è tirannia nel mondo che può essere comparata alla tirannia dell'oro; ed è inconcep!bil~ ~he 70_ milioni cli _liberi. am~ricani siano gli sch1av1 d1 un siffatto sordido cl1spot1smo. Se essi lo t<;>l)cranoé segno che sono degni di essere asserv1t1 ». . Nelle parole _di~~ge ?'è I~ severità, non sempre motivata, d1 un gmd1z10 smtet1co. Il quale, secondo Flint, non ha che questo solo pregio : viene da un uomo che possiede ed amministra una errando fortuna, e somministra l'occasione propizia di discutere i preBibliOÌeCaGino Bianco giudizi che corrono nel popolo contro i trusts o con. soliclations. Le difese sono davvero . vigorose, lo sono tanto che si direbbe che la North American Reòiew maliziosamente si sia affidata ad un pubblico accusatore molto debole. Le opposizioni contro i trusts sono irragionevoli, e vengono o eia uomini che non sanno nemmeno cosa sia un trusts o da persone interessate, che sono state danneo-giate dai trusts (Hill). Anzitutto ~1sogna distino-uere tra i vecchi trusts e il nuovo sistema di conso?idation. I primi miravano a sopprimere la concorrenza, e furono dichiarati illegali. Il nuovo sistema non è nè illegale, nè pericoloso per la collettività; mentre non lascia sussistere tutti i vecchi uffici ed inconvenienti della organizzazione individuale ( Hill). Le consolidations moderne hanno eliminato ogni pericolo di perturbamento nell'industria che può derivare dalla saltuaria azione individuale; hanno diminuito i danni della sopraproduzione, se non l'hanno impedito totalmente; gli stessi scioperi sono divenuti meno frequenti per la generale uniformita dei salari fissati da una direzione centrale; hanno fatto cessare gli svantaggi che derivavano dalla concorrenza ch,e si facevano le linee ferroviarie parallele e -che veni• vano pagati dal pubblico ( Hill, Flint). · Non è serio poi scorgere un male nella diminuizione della moneta occorrente negli affari, perché la funzione della moneta si sa che si va restringendo ognora piu facendo crescere la fa1:ilità delle transazioni. È assurdo inoltre l'affermare che .le consolidations creano un pericolo per lo Stato concentrando la ricchezza nelle mani di poche persone : quelle, anzi, riescono ad uno scopo opp·osto. Parimenti le consolidations facendo scomparire gl' individui nel mondo faranno apprezzare la manifattura e la ricchezza dell'America e non quella dei singoli americani (Flint, Schwab). Se a riguardo dei trusts nuovi un provvedimento legislativo occorre, è quello solo inteso ad assicurare la pubblicità delle loro condi-· zioni e delle loro relazioni, a garanzia di coloro che v'investono i propri capitali (Thurber). Il nuovo sistema, infine, ha bisogno di essere sperimentato e non di essere giudicato aprioristicamente (Hill). .. * * I benefizi cli ogni ordine che arrecano le consolidations sono considerevoli. I meno che hanno bisogno di essere illustrati sono quelli attribuiti al capitale; al quale i vantaggi che vanno non derivano tanto dalla grandezza dei dividendi, ma dalla sicurezza dell'investimento, e dalla eliminazione dell'incertezza che deriva dalla direzione sottratta alle oscillazioni individuali. Corrono del resto molte esagerazioni sui profitti del capitale investito nelle Consolidations. Se ne giudica dai dividendi del 48 per cento dato dalla Standard Oil Company; invece nelle principali quarantasette Consolidations la media del dividendo, in marzo, non fu che del 7,44 per cento sul capitale impiegato (Flint). Coloro che guadagnano maggiormente col sistema nuovo di produzione sono i lavoratori. Si sa che gli operai degli stabilimenti della Carnegie Company sono i meglio pagati ; i loro elevati salari sono possibili perché essi lavorano nelle condizioni più perfette: nulla si perde nei suoi stabilimenti e nulla va agli intermediari. li fatto é generale sotto il regime dei truts. Con questo regime si accentua la tendenza al mi,. nimo del profitto ed al massimo dei salari; l'alto livello dei salari in America é intimamente connesso alle eonsolidations. Mercé le quali i salari sono ere. sciuti dal 25 al 100 010 e l'occupazione é anche .aumentata ~el quintuplo. Non solo questo ; ma gli operai

188 HZVlSTA POPOLARE DI POI,lTlCA LETTERE E .SCIENZE SOCIALI con questo sistema divengono azionisti nello sta~ilimento in cui lavorano, e si sviluppano le condi- . zioni migliori della cooperazione. Hanno anche la sicurezza personale nel 'lavoro, perché fanno uso di un macchinarin perfezionato (Bill, Flint, Schwab). Questi benefizi non sono ottenuti a danno della grande massa del pubblico ; il quale é anzi meglio servito. Il &uadagno del pubblico si può indurre dalle variazioni dei prezzi dei generi di più largo consumo. Ora su questo riguardo dei pres,;zi si deve ricordare che gli antichi trusts, che volevano monopolizzare alcuni creneri per elevarne il ~rezzo non sono riusciti. Dalle consolidations invece I consumatori hanno ottenuto i più bassi prezzi. A cominciare dal prezzo nei trasporti si osserva che nelle cinque principali compagnie ferroviarie i trasporti per tonnellata-miglio in media dal 1870 al 1899 dio. minuirono da 1,99 dollari a 0,70 dollari. Il petrolidella Standard Oil Company dal 1871 al 1900 é disceso da dollari 25,7 per gallone a 7,8; lo zucchero, raffinato da dollari 7,98 per libbra della media 18791887 a 5,33 della media 1888-1896, a 4,95 della media 1897 a marzo 1901 ; la carta da 3,61 dollari per libbra nel 1871 a 2,50 nel 1900; il ferro ha presentato molte oscillazioni ed é andato da 18,85 dollari per tonnellata nel 1890 a 16,50 nel marzo 1901 ; la lana, il caffè, il cotone infine più che dai• trusts sono stati influenzati dalla p!'odmione e dai consumi ; e mentre nel caffè c'è stato ribasso dal 18G0 in poi, si é osservato aumento nel cotone a nella lana. (Hill, Schwab, Thurber). " A tutto questo si aggiunga che è aumentata enormemente la prosperita del paese, di cui sono state sviluppate tutte le risorse naturali del sottosuolo e della superficie (Hill, Schwab ). Intanto questi grandi benefizi sono spiegabili senza ricorrere all'intervento di qualità eccezionali negli intraprenditori o di forze misteriose. Se gl'intraprenditori pagano alti salari, non fanno ciò perché s,1no più generosi di quelli europei ; ma perché l'operaio americano produce. di più. Produce di più per il macchinario perfezionato che adopera e pel quale occorrono i grandi capi tali delle consoliclations, che non sono disponibili nelle industrie individualizzate. Tutte le spese della produzione sono diminuite mettendo diversi affari sotto unica direzione; gl'impiegati e gl'intermediari inutili sono soppressi ; vengono semplificati i processi di produzione e di distribuzione ; sono effettuate considerevoli economie nell'acquisto in grande del materiale grezzo, che subisce in unico stabilimento i vari stadi di trasformazione ; e sono del pari enormi le economie e gli altri benefizi che si realizzano colla concentrazione della sorveglianza (Sehwab, Hill, Flint). .,,. * ... Il sistèma delle consolidations, che non é bene distinto in questi articoli apologetici da quello dei vecchi trusts, in ultimo si giustifica con considerazioni d'indole più generale. Si afferma che questa produzione in grande é una necessità per uno Stato la cui popolazione si sviluppa .con vertigi,10sa rapidità. Si afferma inoltre che ogni progresso consiste nello sviluppo dell'ordine; che la forma più elevata dell'ordine sta nell'uniformita del metodo, che tanto maggiore sarà il progresso quanto più crescerà l'uniformita del metodo nella produzione di ciò cli cui ha bisogno il popolo. L'ultimo articolo é quello del Logan e non é facile riassumerlo. Egli ammette che la concorrenza può giovare ; ma la concorrenza non è maggiore dove sono più numerosi i concorrenti; anzi il caso contrario é più vero. « ll padre e la madre della farni- « glia-industria, egli dice, sono l'offerta e la domanda. Biblioteca Gino Bianco « La loro legittima primogenita è la concorrenza. « Ma questa primogenita ordinariamente é male edu- « cata ed ignorante, e di frequente arreca innume- « revoli danni alla famiglia ». Questa concorrenza priva d'intelligenza é il più grande fattore che rende · necessario il sindacato. (Unintelligent competition is a large jactor in ma/eing industrial consolidation a necessdy ). • · Il Logan, infine, ritiene che mentre tutte le altre scienze e l'esercizio delle altre professioni si apprendono nella scuola e nelle Universita, la pratica degli affari si acquista soltanto alla scuola dell'esperienza. All'ultùna ora ci arriva un articolo cli Oreste Ferrara su Cuba in risposta a quello clel senatore Bevericlge. Lo pubblicheremo nel N° venturo. Il Ferrara e slaio a Cuba e si e battuto valorosamente per la sua libertà. Iile~odo italia.n.o Si prova una stretta al cuore aprendo i giornali italiani di o~ni colore - dall'Avanti! all'Osservatore Romano, dalla Tribuna al Secolo, alla Stampa, al Giomale clel popolo, all'Italia del zwpo[o ecc. - ; in tutti si legge un articolo, un trafiletto, un telegramma che si occupa della sorte degli emigranti italiani · della sorte dei cinesi di Europa. Ora si appremle, che nel Brasile ven~ono adopernti nella .f azendas in sostituzione degli scniavi; più tardi si legge che un mostruoso lincia,qgio fu consumato a danno di poveri lavoratori negli Stati Uniti; e degli Stati Uniti non sono meno commoventi i particolari sui disgraziati che hanno venduto il campicello o il tugurio per procurarsi i mezzi onde valicare l'Atlantico, 11)a che arrivati ·a Ne\\·- Y,ork vengono spietatamente respinti in Italia, o perché non possono provt,re di possedere i mezzi per la sussistenza e pel rimpatrio, o perché affetti da qualche malattia ch'era sfuggita ai medici, che per conto del governo americano e sotto la sorveglianza dei suoi consoli, procedono all'esame dei singoli emigranti nei porti di Napoli e di Genova. Noi abbiamo assistito a tale visita alla partenza del colossale Belgranià -· portò via circa 3000 emigranti del Mezzogiorno in una sola volta! - da Napoli, e ci siamo sentiti umiliati delle ricerche mediche, cui erano sottoposti i nostri concittadini. La descrizione del rinvio da Kew-York degli emi$ranti, che ha dato la Stampa di Torino alcuni giorm fa pensare e commuove. Altravolta fu il Secolo a descrivere le sofferenze inaudite di decine di migliaia cli individui che furono sorpresi dalla neve caduta in stagione eccezionale, mentre erano in viaggio per la Svizzera, e dove non trovarono nemmeno qu 1 lavoro, la cui mancanza li aveva cacciati dall'Italia. Adesso tutti i giornali si occupano delle dolorose vicende degli emigranti italiani al Canada e degli altri espulsi dalla Germania perché privi di mezzi di sussistenza, e che hanno attraversato la Svizzera a spese dei singoli Cantoni, che non vogliono più saperne cli mantenere o di aiutare i disoccupati e i mendicanti d'Italia; e dei giudizi dei giornali della liber&.Eh·ezia dovremmo sentire rossore! Dalla Francia pel momento non ci pervengono notizie di cacce violenti date agli italiani; ma le storie pietose dei fanciulli delle vetriere d1 cui si occupò altra volta il Paolucci di Calboli e sui quali ha fatto o·r ora 'un inchiesta la stessa Stampa di Torino non sono meno interessanti: i fanciulli vengono ced/lti in Itali::i.dai crenitori e vanno a morire al di là delle Alpi per ~rture fisiche e morali.

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==