166 HlVlSTA POPOLARE DI PULlTl0A LETTERE E SCIENZ/!,' SOCIALI 2° Sopp,.essione dell'imposta dello S~ato sulle .terr~, case commerci · 3° Creazione di un imposta di sostituzio'-ne destinat~ a compensare lo Stato della differenza tra le risorse alle quali rinunziava e la plus valuta assicurata colla legge clel 1891 ; 4° legge sulle imposte comunali. . I tre ultimi progetti furono presentati al .I.:an_dtag prussiano il 2 novembre 1892, e furono :•otat1 insieme e divennero leggi dello Stato il 14 lugho 1893. Si avverta, ad ammaestramento di coloro che procedono a casaccio e col ·massimo disprezzo per la esperienza, che non si procedette alla v~ta'.:ione delle tre altre ultime leggi, se non quando s1 vide che la prima riforma aveva dato i risultati che se ne speravano col maggiore introito della imposta sul re?- dito l'Einkommensteuer, che doveva compensare rn parte - per oltre la meta - della rinunzia che lo Stato doveva fare in favore dei Comuni della im-. posta reale (fondiaria e imposta sul commercio> Le riforme; in riassunto, mirarono a cedere a1 Comuni tutta la imposta reale ed a riserbare allo Stato l'imposta ·personale. Con ciò si mirava a ripartire più equamente l'imposta fra i contribuenti e fra le. regioni, ed a fare pagare coloro che alla medesima si sottraevano - specialmente le persone morali: societa pe_r azioni ecc. Lo Stato cedendo ai Comuni l'imposta fondiaria non fece l'usuraio o il leone: tutle le proprieta demaniali, che prima non pagavano - il prodotto dell'imposta dovuta dalle prç)prieta _dello Stato allo stesso Stato non sarebbe sts.1,toche una inutile ed ingombrante partita di giro - furono soUoa poste all'imposta quando fu ceduta ai Comuni. · Nel rispetto dei Comuni avvenne ciò che si desidera da molti in Italia; e cioè che la proprie ti pagasse di più che pel passato. La riforma fu coronata da un completo successo, sia per quanto riguarda la finanza dello Stato, sia per la parte che si riferisce alla finanza dei Comuni. Le imposte vennero più equamente ripartite, e crebbe leggermente la progressione che gia esisteva. !lrima della riforma del 1891, infatti, l'imposta sul reddito cominciava col tasso del 0,69010 sui redditi da 900 a 1050 marchi ed arrivava gradatamente al 2,82010 sui redditi di 100,000 marchi. Dopo si cominciò col tasso del 0,62 0lo e si arrivò al 4 0lo circa a 100,000 marchi. Queste cifre ci rendono avvertiti cli tutta I& scelleratezza della imposta di ricchezza mob.ile italiana, che in un certo modo si rassomiglia a quella sul ,.eddito prussiano. . In Prussia l'imposta è di 0,62 e non comincia a pagarsi che dai redditi sopra le L. 1125; in Italia le miserrime 500 lire di un disgraziato ciabattino vanno sottoposte uniformemente come le 25,000 mila lire di un ministro o il milione del grande industriale alla imposta del 14 010 ! ! Colle riforme d1 Miquel i piccoli contribuenti, che già pagavano poco, pagarono ancora di meno ; ciò che si .fece pagare in meno ad essi venne gravato ai più agiati, ai ricchi ed a coloro che non pagavano affatto. Io non posso dilungarmi. in questa modesta Rioista sui risultati finanziari delle quattro riforme; coloro che volessero conoscerne i dettagli .potranno trovarli nel Manuale di scienza dellefinanze del Wagner (1). Sarà utile, però, far conoscere il giudizio di un illustre economista italiano, che si riferisce alla sola prima legge (11 giugno 1891) : « La riforma di Mi- < quel, scriveva nel 1894 il prof. Ricca Salerno, ha » chiarito questo fatto importante: che la trasfor- < mazione nei tributi nel senso della più forte tassa- (I) Le,·buch der Fin<inzwissenscha(t Viertel Teile Specie/le Steuerlehre. Herslcr Halband: Lcipzig. \V crlaphandlung, 1809. · Biblioteca Gino Bianco « zione dei redqiti maggiore della terra. e del capi- « tale, é non solo .esigenza di giustizin. distributiva e « di economia sociale, ma nccéssilà della finanza « pubblica, che solo attingendo a questa fonte può « provvedere ai bisogni dello Stato ». (1). * * Ma non posso lasciare questo argomento, che le lotte lillipuziane intorno alle nostre riforme tributarie rendono di grandissima attualita., senza accennare ad un punto delle riforme di Miquel, che ne accresce la importanza per noi e ne raddoppia il valore di attualita. Se ne giudichi : Miquel comprese che l'uguaglianza nelle ,imposte reali non può ottenersi che colla loro perequazione. Per ottenùrsi si dovrebbero valutare spesso le terre e le case di tutti i contribuenti, ciò che esige un tempo considerevole se l'operazione deve farsi per tutte le terre e le case dello Stato. Il catasto nazionale in Prussia si fa ogni 15 anni. Ora in 15 anni il valore di una propt·ietà può essere aumentato di metà e quello di un'altra può essere diminuito o aumentato in minori proporzioni. Pagandosi l'imposta reale allo Sta~o, perciò, ci doveva essere un momento in cui due proprieta di valore molto differente avrebbero pagata la stessa imposta. . . La sperequazione in Prussia non esisteva soltanto fra i contribuenti d'uno stesso comune, ma dava luogo a conflitti regionali mollo vivi. L'Est accusava l'Ovest di un modo cli valutazione derisorio; le campagne rimproveravano le città cli una valutazione che colpiva i piccoli e medi redcliti a vantaggio dei grandi. Nè più nè meno ,~hein Italia! L'ingiustizia a i conflitti regionali scomparvero quando l'imposta reale si pagò al comune. Nel perimetro del comune la perequa;;ione può essere ottenuta facilmente in breve tempo : infatti la valutazione di tutte le proprietà elci perimetro comunale può essere fatta e rifatta spessissimo, e si può tener conto delle plusvalute e delle depreziazioni che avvengono di continuo tra le singole proprietà. Chi non vede che in questi criteri e in questo precedente in Italia si avrebbe la eliminazione di uno dei più gravi moli vi rli conflitti regionali e la riparazione a quella grande bricconata che si chiama formazione del nuovo catasto .. che non sarà mai terminato? E non si creda che questo giudizio severo sul catasto, che si fa in esecuzione alla legge del 1886_, sia una riproduzione cervellotica cli ciò che sostenni ncll' interpellanza del 1802. Oramai tnlte le mie previsioni di allora si sono avverate, dalla prima all'ultima parola. Avverate? I o, sono stato sorpassate. Chi ne dubitasse legga la Relazione Giooannelli, della sottocommissione por le Finanze della Giunta generale del bilancio testò distribuita o se ne persuaderà. lo nel 1892 prevetlevo che occorrevano 40 anni pel compimento dell'opera, e l'on. Giovanelli ritiene che ce ne vogliono altri 50; io prevedevo una spesa di oltre 300 milioni, e l'on. Giovanelli, in base alle spese fatte, assicura che ne occorrono altri 300 oltre i 100 già spesi! Pochi oseranno negare l'evidenza e l'utilità della indicazione che viene da siffatte considerazioni e da siffatto esempio ; ma saranno ancora meno coloro che in Italia spel'eranno di vedere attuate le riforme tributarie alla prussiana. . Infatti mancano tra noi le condizioni che possono rendere possibile e facile la riforma: 1 ° Il pareggio é un' incogr-iita o pel' lo meno é instabile; 2° le ali- (I) L'imposta progressiva e le riforme tributai·ie di alcuni Stati europei. Nel Bulletin de t' lnstitut in_ternationril de statistique, Tome VII. Qeuxièmc_ livrf!iso_nL892 1 p. ?37,
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