RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 165 RifoFma d ~inanti e tentatdiviinaRi (A proposito delle dimissioni di Miquel). Un giorn0 nel Reichstag germanico il vecchio Liebknecht apostrofò il ministro delle finanze Miquel, di cui si occupa in altra parte della Rivista l'amico Morandofti - una vecchia e cara conoscenza che torna a noi - colla parola: apostata! Il ministro non negò di esserlo; ma rispose: sarò apostata, ma qualche cosa pel mio paese ho fatto I E tutti sentirono che nella risposta c'era un fondo di verità che s'imponeva. Il qualche cosa fatto da Miquel fu la grande riforma tributJ,ria da lui operata, e la cui rapida analisi, mai come ora è stata tanto a proposito in Italia. li Comune é un aggruppamento familiare; è l'unione di un certo numero d'individui in uno scopo economico; perciò le imposte devono pesare sui contribuenti locali in ragione del benefizio che ciascuno trae dalle spese comunali. Tutta la grande riforma tributaria, specialmente per quanto riguarda i Comuni fu inspirata a queste due massime ch'erano registrate nella legislazione antica del re$no d~ Hannover e ?el _granducat~ di Hesse. La prima diceva: la contnbwnone sarà tta.:... bilita sulla stessa base dell'imposta dello Stato; ,ma si terrà conto dell'interesse particolare di ogni abitante nelle spese annuali. E la i1econda : le spese. comunali devono essere ripartite sui contribuenti, . proP?r:.ionalmente al vantaggio che ciascuno di essi. ne ricaoa. La grande riforma tributaria diMiquel costituisce un insieme organico, di fronte al quale tutti i progetti di riforma tributaria nostrani si devono considerare come mostricciattoli : la riforma tributaria prussiana del 1891-03 è il gigante vigoroso; i progetti italiani sono nani deformi. I nodidel Transvaalal pettine. Il Miquel procedette alla riforma non dei soli 'tributi locali, ma di tutto il sistema, delle imposte dello Stato e dei Comuni , inspirandosi soltanto a criteri di giustizia, e colla assoluta. esclusione di qualunque scopo fiscale. · P0r valutare l'opera dello scomparso ministro delle finanze bisogna tener conto dei criteri direttivi suoi sulla natura delle imposte personali e reali, che lo guirlarono nell'assegnazione fattane o allo Stato o ai Comuni. Le imposte reali (realsteuer) colpiscono le cose; d'onde la necessita di un inventario esatto delle terre, delle case, dei commr.rci che formano la materia imponibile. Infatti, prima della. riforma le classi inferiori erano gravate in Prussia più delle classi agiate a causa delle imposte dell'Impero sui consumi. Di più: c'erano sperequazioni reyionali. Certi redditi della ClassenNteuer L'imposta personale (per• sonalstew· è l'imposta sul reddito delle persone ; perciò occorre l'elenco de&li individui, che formano Ja materia imponibile. l',•la perchè non dirmelo prima che non mi sarei buto ent,1siasmato all'iinnun1,io delle false vittorie? (che colJ.?via i redditi al disopra di '3()()() marchi) sfug- , givano all'imposta : aa. e- . sempio gl'interessi e i· dividendi che le Societ_à per azioni davano ai soci; i redditi 'delle· professioni liberali; i prodotti dei grandi proprietari consum~ti sul luogo. Bisognava .altresi provvedere contro !a facilità delle frodi rivelata dal processo di Bochum ; e le frodi erano necessarie perché l'imposta veniva ag- ( Uomo di Pietra di Milano) L'imposta reale può pesare sulla terra, anche se e incolta, in ragione del suo valore ; la personale colpisce il proprietario della medesima in ragione del suo reddito. Inversamente una pensione n0n è rappresentata da alcun oggetto reale, ma entra nella valutazione del reddito. Ora secondo Miquel l'imposta personale conviene allo Stato; la reale ai Comuni. La divisione è razio_nale, a suo avviso, pei seguonti motivi. E lo Stato che per la sua funzione accorda protezione ad ogni inrlividuo in quanto è persona, indipendentemente dalle terre o dalle case, che egli può possedere, dal domicilio che può avere e dai com• merci che può esercitare; e di fronte allo Stato tutte le persone essendo eguali, i contribuenti devono essere trattati con una eguaglianza completa. Qnesta eguaglianza nelle imposte reali non può ottenerla lo Stato. L'uguaglianza vera e impossibile, perche e impossibile perequare annualmente l'imposta col catasto. Ciò si può fare, però, nel perimetro di un Comune. Perciò le imposte reali devono essere di competema dei Comuni. Lo Stato é inollre 1111 aggruppamento politic'l; esso si occupa delll' forze contributive di coloro, che devono pagare le imposte; e le forze sono i redditi. B.blioteca Gino Bianco gravata sempre più dai muni. centesimi addizionali _deiCoL'interessante per Miquel quindi era questo: ripartire meglio le imposte tra i diversi contribuenti e non aumentarne la pressione. Nella esposizione dei motivi della legge del 24 giugno 1891 era scritto: « Anzitutto si deve con- « statare con piacere che nello Stato attuale delle « finanze non c'è bisogno di aumentare le entrate « dello Stato. Il governo considera come importan- « tissimo questo fatto: che le circostanze gli permet- « tano di non guardare nella sua riforma che ad « una ripartizione piu equa, corrispondente meglio « alle forze contributive di ciascuno. Vi sarà sg,ra vio << per coloro che pagano troppo, e aumento per quelli, « le cui forze contributive sono superiori ». Nel discorso del 10 novembre 1890, poi, aveva detto: « Le proteste contro il nostro sistema fiscale << riauardano più la ineguaglianza nella ripartizione « dclle imposte, che la somma delle medesime ». Le leggi di riforma tributaria furono quattro: 1° Riforma dell'imposta sul reddito (24 giugno 1891);
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