162 RlVlSTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI La causa vera della sottomissione dei mina~ori Y~ ricercata nella deficienza dei mezzi per la contmuaz!on? della lotta e nella poca solidarietà addimostrata dai nunatori del Pas de Calais, che no11 vollero me~tero a disposizione dei compagui di i\Iontccau-les-~[llles le centosessantamila lire circa che hanno in cassa Quest~ circostanza probabilmente, sull'animo degli s?iopen~nt! avrà esercitato maggiore influenza che non 1 cons1gl! di prudenza e la tat.ticà opportuuist.a raccomandata da Jaurés e da Basly. . . . . . Noi non ci occuperemmo d1 questi sc1open fra:nces1, benchè semp~-e per sè s~essi interessanti, s~. e~s1 .non fossero ad1ttt1 a trarne rnsegnameut1 per gl 1~al!a_u.1. Da noi da qualche tempo c'è nlla _ver:1nu~nrn, cli SCIO~ peri. Comprendiamo che le conthz1om <1e1.lavorato1:i sono tristi e ch'è legittimo ogni loro tentativo per m1~ gliorarle. Ma Jr, quistione guar<hta <h <]nesto pnnto d1 vista sarebbe malamente posta. . Ciò che devono esaminare coloro clic provoca110 gh scioperi /i una cosa diversa,. Essi luurno il dovere di esamin~re: 1 ° se sul mercato del lavoro c'è sovrabbondanza di braccia; 2° se c'è sufficiente solidarietà tra i lavoratori· 3° se ci sono i mezzi uconomid per continuare per' qualche tempo al meno la resis_tenza. Ora pochi vorranno essere tanto pazr.1 dit atfernrnro che le risposte su questi tre punti JJossono essere in CJ'euerale frworevoli allo sciopero Questo, a<lunquo, co- ~ie •massima dev"essere sconsigliato energicamente; edi primi a sconsigliarlo dovreb½ero es~ero i socia(isti, che spesso se ne fanno promoton con 1mperdonalnle leggerezza. Nelle condizioni doll'1talia, nncl1e con 1111 governo il quale pare che non voglia seguire i tdsti p~·ece<lent\ dei ministri, che scelleratamente manclavm{o I soldat1 a far concorrenza ai lavoratori, noi uon sapremmo abbastanza sconsigliare lo sciopero, che rappresenta, una somma cli sacrifizi incalcolal.Jile per colnro che altro non posseggono se non il prodotto c1i uri;, giornnta di -lavoro assai scarsamente pagnto. Qualche volta ci sono circostan1,e favorevoli per la buona riuscita t1i uno sciopero; 111a cli~grazi,,tamonte anche i parziali successi produco110 alcuni risnltat,i dispiacevoli: i successi incoraggiano gli altri, ed esercitano un fascino pericoloso in coloro che si trova.no in condizioni sfavorevoli; e d'altra parte stimolano i padroni a contrapporre altri espedienti allo sciopero e li ·solidadzzano. Non si dimentichi che oggi anche iu Inghilterra, la terra classica degli scioperi, si ricorre assai più difficilmente a <]Uest'arn1it a doppio taglio, che lacera spesso le mani di coloro che la brandiscono. E le Trade Unions sono agguerrite e possedono il mezzo per fare la guerra: il denaro; esse dispongono di milioni di lire. i\fa l'insuccesso cln,moroso dello sciopero dei meccanici, che durò molti mesi e costò oltre dieci milioni di lire italiane, ha esercitn,to un aziono sedativa. Egli è che alle Trade Unions dei lavoratori si contrn,ppongono di g;à le Unioni dei padroui e dei capitalisti; e siccome l'cr.rgent .fait la giwrre, per le sccomle, che <lisµongono di milim·di, stanno tutte le probabilità della vittoria,. L'ebbero nella grand0 battaglia del 1::ivoro data dai meccanici. ch'erano pure i meglio armati. Avvertiamo, infine, che le probabilità del successo crescono pe1· gli scioperanti, quando Pa111biente soci al\) è a loro favorevole: l'azione morale è un fattore notevole ~n cui si deve contare talora maggiormente che sul moveute economico, n,nclri! giustissimo. Questi insucccs.si ripetuti negli. scioperi meglio organizzati e provocati_ cla ragioni ovhlcnti, hanno fatto fare passi giganteschi all'idea dell'cirbitrnto obbligatorio, che forma parte. della sapiente e democratica legislazione sociale della Nuova Zelanda. L'ha proposta co.l sno dis,egno <li le.gge il Millerand e noi ci rdfrettammo a fare c.on,oscere la relazione_ note,·oJe che lo procede, e ch'è . stata riprodotta cla parecchi giornali italiani in occa- &,ione dell'arbitrato deferito a Zanardelli clagli arrnatori e dalla gente di mare di Genova Questa la. via da seguire, e siamo assn,i lieti nel vedere che Antonio Labriola, cui d(lve tanto il partito socialista pel forte co1:1tributo intellettuale che vi lra portato, l'abbia esplicitamente consigliata in nna uotevo• le lettera al direttore della '.l'ribtina, che ci duole di non potere riproduue. E noi sottoscriviamo di buon animo a queste sue oneste parole: « socialisti e rifor- « misti che siano i consiglieri degli operai, devono tutti BibliotecaGino Bianco « uniformarsi a 'l nesta regola: che il miglior r.onsigiio « è quello che mira al\',1,ttuabi!e. Tutte ~o antici_Pt!zioni " riescono superflue, quando non tornmo add1nt.tura cc ,lannose ». 'oi sottose.riviamo tanto piì1 ,·olentieri, iu ()uanto che non ,1,bbiarno atteso gli ultimi avvenimenti per dare ammonilllenti severi nHi. onesti ai lavoratori. Sin da quando in Sicilia ci fn quella ubbriacatura pseudo-socialista dei Fcisci, quando gli scioperi cominciarono a dichiararsi con frequenza epitlernica e contagiosa, avvertimmo che sarebbero finiti rnale. Non fummo ascoltati, e succ-esse ()Uello clre successe! I fonlli segreti e il m:1la111lriuaggio. Dopo tanti anni si pre~enta il caso tli una rola1,iono sul bilancio dell' interno dovuta ad un sovt'crswo . ... I11 n,lt,ri tempi la Camom 110a1·e1·n avnte parecchie e tntto interessanti, stese dl,t <]mHclrerneml.Jro dell'Jlstremn l::Jinistrn: riconliamo, ad esempio, (JHl:llle dell'on. i\iussi. Perciò non riteniamo esatto ciò clre dice in proposito la '.fri/Juna. Quest'an110, per ulla serie di fortunate coincidenze, Jn, relazione sul bilancio dell'interno l'ha fatta l'on. Pilade Mazza, con grave scan<folo della reazione, Il deputato repubblicaoo per Roma non ha proclamato la repubblica, ma auclre Yalenclosi dugli elementi raccolti tlal JJredece~sore suo, on De Martino, ha fatto una relazione clro Ira solle1·at.o 11n coro di lodi. Tutti i piì1 i111portanti proble111i vi sono esaminati : l'incrc111011todella spesa, l'aurnentodelhtrccidirn,, il pessimo siste11m carcerario, o meglio le pessi111econdizioni dello carceri. l' insnfficienr.a e il cattivo ordinamento delle colonié penitenziario, l'amministraziono.dellltpnbblica sa11it,\, ecc. ccc. Noi vogliamo soltanto far cem10 di dne qnesti on i special i : della riconosciuta necessit~ del discentrnr11ento e dei fondi segreti pc1· l:t rcpros• sionc <lui 111ala11drinaggio. L'on. ~lazz;t sul primo argomento scrive: « Noi distruggemmo ogni forza di vit:1 locale, spostammo i centri naturali a cui i centri minori si rag- "l'1tppa~ano alterando l'anticoonlinamento per cui furono ftoricli e glol'iosi, in tempi men civili dei 110stri, gli antichi C.:omuni. E' te111poLii atfro11tm·e la <]Uestione: (]116i;te ingerenr.e del governo centrale spesso si tramu.ta,n~ in incivile influeuza. speS$0 creano cliontelo colpevoli, comun()ue Yiolano o intristiscono ogni germoglio di vita. localo. Occorre rendere più olasticlre le amministra7.ioni locali; e così si tronclre1·anno anclre (]nei vincoli clre spesso rontlucouo, tra Governo e Comuni, a transar.ioni etl :ì compensi che corro111pono la vita. pubblica del paese.» 1-'iìt caratteristico, più istrnttiYo - se qualche ·cosn. potesse valere ad illuminare gl'it;iliani - ò qua1\to egli di cc sull'uso dei foncli segreti por la soppressione del 1rnih,ndrinaggio. O"ni buon minchione può irnlllaginare che essi vcugaug spesi dove o·è aucora qualche traccia di malan - drinaggio - a Reggio Calabria, per esempi?, dov_e c'è bri,,antaggio autentico personificato in i\Iusolmo Nrnnte aff,~tto: c'è malandrinaggio politico, 11011da reprim~rc, ma cfa snssicliare a Pisa, a Reggio Emilia, ,, Napoh, a i\lil,i110: ed è quello esercitato da certa stampa. Noi siamo sicuri ohe se l'on. Mazza avesse letto un articolo sintomatico del Don i\11.cir,;io, scritto appena si conobbe che l'on. Saracco aveYa lasciato intatta unn, gran parte dei fondi segreti, ed av.;sse conosciuto ciò · cbe l'ou. Colajanui scrisse, nel Regno clellit 1lfofjia e nell'Ora di I alermo, sul fenomeno Gandino, avrebbe nsn,to un linguaggio assai pii1 severo e ~arebbe assurto a considerazioni assai piì1 amare. L'articolo del Don Nlcir,;w non si può riassnrnern: si deve inserire nelJa relazione. Non avendo potuto fare ciò, consigliamo !'on. i\1azza di leggerlo tale e quale alla Camera. In ()nanto ul .fenomeno Oanclino, gli risparmiamo I~ ]ottura di ciò che ha scritto !'on. Colajanni, dandogli qualche notizia. Don - il don va conservato pirchè gli spetta - Dou i\Ielchiorre Caudino, è un brigaute celebre, che si è ritimto a vita .. pri, 7ata ed onesta. Egli Ira preso in appalto il mante11!m~nto della Pubblica Sic~1rez~a in nna r,oua. della provrncia di Palermo. I propnetan pagan~ a lui una sommerella - specie di centesimi addizionah di nuovo gonere - perchè garantisca loro·1a vita e i beni; e Don Melchiorre Gandino n)antie~e _scrnpol?samente la parola, o nou rnba ai contnbllent1 11contnbuto pa-
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