Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 9 - 15 maggio 1901

176 RIVISTA. POPOLA.RE Dl POLITICA. LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI Nei 12 anni che corrono tra il 1885 ed il 1897, si 1Jbbero Lombardia una espr. Piemonte D D Veneto D » Marche >> D Emilia e Romagna • D Liguria D D Umbria D D Toscana D » Puglie D i, Campania D » Lazio J> • Basilicata » D per 27,416 abit. )) 26,!)06 » D J4,7fi7 » » 8,639 D » 5,435 D » 4,350 » » 1,352 » D 1,050 » D 900 » » 655 D D 30U 232 D Abruzzi D D » 22fi D Sicilia D » D Calabria » » Sardegna » » D Ecco la miseria nost.m ridotta in cifre. ]89 D ]14 D 14 » Nel biennio 1893-1894 mentre sette provincie non ebbero mw espropriazione: si rbbe un numero spaventc- \'Ole di espropriazioni: nella pro\'incia di Cagliari per 8296 ed in quella di Sas~ari per 4126; in poche provincie il unmt:ro delle es1n·opriazio11i sorpiissa il cen• non raccoglie che lamentele e proteste. Dovrebbe esser guardato dal paese come « saugne del suo sangue, carne della sua carne », e sta invece, solo in parte, come il Saladino dantesco, ma spoglio della fierezza di costui, forurnto soltanto di autouom,t vita fittizia, lacerato da misere interne schermaglie, sciolto e disgiunto dalle fre~cbe correnti della vita uazionale. O perchè'I E' legge sociologica che ogni costituzione, coiue ogni orga.uis,uo 6sico, quando abbia raggiunto il più alto grado dell'evoluzione ascendente per ciò stesso si affacci all'inizio della curva discendente; tutto ciò che esiste uel 111011<1fi0sico e morale, pllrco1-re nn ciclo vitale che può essere di ,·iso in tre periodi: la crescenza, l'e']uilibrio, la decadem1a. Ma se possiamo affermare che i governi parlamentari hanno esaurito il periodo di crescenza, 11011può dirsi, però, che essi sieno sulla Yiil,della tlecadenw, e tanto meno, come alcuno presmne, al principio della fine. Si è cb iuso - questo è certo - il pe• riodo ascendentll; ma ci troviamo in una stasi suprema: q nasi sull:t distesa di un più o meno vasto aJt.ipiauo, dopo il qua.le dovr:'1 necessariamente aversi la discesa, ma così lunga e accidentat.a, così segnata di frequenti fioriture progressh·e, con molte e varie elevate7,ze intermccli(, che a,sa.i ritarderanno la caduta fiuale. tinaio. • • • Il gran problema polit-ico è di vedere in qual guisa Da questi quadri e da altri che \'erranno presentnti ai lettori si deduce che l,i Sarùegua, sempre in prima linea n1Jlle vessa,zioni do! patrio governo, è se111prel'11lti111a uel godimento dlli benll6cii. -' il goveruo parlamentare saprà adat,tarsi alle nuo\'e condir.io11i sociali, saprà e')niliurare in sè le proprie sminuite energie or;gi11arie con gli assalti esteriori incalzanti, saprà rita.rda,re il periodo di decadenza che deve an·enire per 1111iversale fataliti\ stol"ica. Pcrchè è certo chA b tendenz,t dei 11nod tempi si viene sempre pii, atfermautlo nel Sllnso delh1 soeiali::zazione, ossi,1 di rendere collettivo il modo di provvedere alla sotlrlisfa.zione ,lei bisogni umani; e a tale tendenza 110n potranno sottrarsi le istit-uzion i parlameut.ari. Prima cousegnenza tli ciò dovr,\ esser l'intleholimento progressivo rli quel principio dell'onnipotenca varta1nentare che i co.,tit-nzionalisti hanno sempre posato come un dommit, dichiaranrlo che l,1 nazione delega al rappresentanti tut,ti i Ruoi poteri e che i rappresentant.i 110n tle,·ooo rcnrl<'r cont.o ,h,I modo con cui li esercitano se 11011 11ei momenti di ele1-ione, la ')trnle però non pnò compren • dere il maudato imperativo. Dove sono le cause di questo malrngio trattameutoi Chi studia la storia della Sar<fogna si convinctm\ cito tutte le dominazioni strauie1·e ed il governo nar.iouale si proposero un solo sistema: spogliare e tosa.re i snrcli! Gli stessi romani che ma11darono in Sardeg11a quriltromila cmii per a;i;iogger.tare gli abitanti, ci ehiau.iavano nemici, liostcs, e,! i consoli che ritornavano in lloma cal'ichi di l,ot,t.ino dllpredato, ricevenrno gli onori del trionfo, onul'i che era110 solamente decretati ai \"Ìneitori <lei nemi.-i ! Nei mercati tli Roma,a migliaia si \"en,le,·a.no i fì.Jl'i 6gli' della Sardegna: ~ardi rennles! Fursu i sarcli ern110 felici IH:ll'epoca dei 1111rciyl,es, vale a dire nel periodo preistorico. ìlla la stol'i,t ogni secolo, ogni anuo registra, un'i11<ri11stizia lt '1111111t0li quest'isola,. 0 Cartaginesi, Ro111m1i, Arag-ouesi. Piemontesi, tntti si de1licaro110 co11 preferenr.,t alla professione tli pl'etloui in Sardegna. Erl il danno e la. udfa olnrern 11110 ancora tìnchè tutta la Sardegna 1111it11t 1011pro111111edi avanti ai suoi spo• gliatori q1wsta sole11uu Jlarola: Basta! A questa conclusio11e Ùl"lla Nttol"tt Srirdrq,w 11oi al.- biamo da itggiungere que;;ta sula racco111a11.dazione:i si• gnori antropologi-ci-in1iualisti guardiuo a queste 1·01,tlizioni sociali create dalla 11ialva.gità umana, prin,a di ricercare nella rlolicocefalia e nella uassa statura le cause della elevata litigiosità e dlllinquenza dell'isola derelitta. RIVISTADELLERlVISTE Deputato .Angelo Majom11a: Il governo parlamentare all'inizio del seco'.o XX. - Una frase volga.rn1e11te espressi va dicl• che ormai la luna di mide dei gon°rni par- !arnentari ò t,ra,uontata da un pezzo. Et! invero - esclusa in parte l'Inghilterra - nel!'opi11ione pul,l,lica tlei paesi in cui la costituzione del regime parlament.are fu r,ià salutata come un'alba rigeneratrice, è ve11nto sem1~re piìi manifestandosi contro di essa un sentimento, spesso profondo, di reaziono e di ritorsione. Al periodo lirico è sottentrato, per lo meno, il porioùo critico, tanto che oggi da molti si afferma che nuovi ideali deb~ano apparecchiarsi al secolo nuovo. . Le dominanti censure al r1Jgime parlamentare riaRsurnonsi nell'affermare che esso dovrebbe essere rappresenta,ti vo e non lo è. Dovrebbe esser frutto della so. vranit,à naziouale, e non è cht- la risultante del cor.zo di particolari interessi, i ')11ali ora si elidono, ora si fondu110. Dovrebbe essere circondato dal pubblico favore, e Biblioteca Gino Bianco Se 11n tale domnrn ha pot,nto bastare nei t,empi giovanili - lirici cd eroici i11sie111e- è ns1>ai dubbio possa sostencr.,i 11el secolo 11110,·o. E poichè. la q11oti,liana esperienza. ,limostrri che il rigoroso principio del « Go\'erno inclirdto D ossia la clelegri;io·ne cli tuiti i poteri nl l'arlmnento, 1101d1:\, in tutto, buoni risultati, ò da presnmere che precisamente da ciò pren,lllriì le mosse nna, nnova e contraria evoluzione politica conclucm1tlo atl nn Sl'mpre maggiore esercizio diretto tlf'lla sovrani1-,'i, ,la parte della nazione. Per coloro ci,e se11t,ono l'influsso ,lei uost,ri te111pi tran1gJia,. tissimi, la proposizione non è eretica. Il \lacchiavclli inSHgnò che ad un'ist.ituzione dee-adente, altra via di salute 11011 si offre fuor <:-herico11dnrla alle origini. Dal momento che l'onnipotenza conforitagli si ritorce non di rado a cfanno ,lei rappresentati, occorre sminuirla, restituire alla nazione una parte dei poteri che essa aveva generosamente delegato. Le tendenza futura sari\ qnindi per chiedere la p,irtecipazione diretta del Popolo ad ;}tti legislativi, uellc forme di r~ferendmn, o di altri istituti analoghi dei quali si fo ampio sfoggio in !svizzera. Si può prevedere del pari che il snffrngio andrà sempre pii, allargandosi, e col suffragio le circoscrizioni elettoiali, l'idea.le del regime rappresent.ativo essendo che i tleputati rappresentino tutta la nazione, non i siugoli collegi. Quando i collegi fossero grandi qunnto la nn;ione, o al111eoo quanto le maggiori ripartizioni re• ginnali di essa, allora si che potrebbe sporarsi cl10, sparite le minori e illecite considerazioni, i deputnti si ispirassero effett,ivamente 111beue di quelle molte più ampie e com:1lesse comunità delle quali essi sarebbero genuina espressione. Il Recolo XIX non si propose mai, praticamente, il problema di nua circoscrizione gra11cfo quanto tutto il p,wse. Ne parlarono splendidamente, è vero, l' Hare e lo Stuart Mili, ma la loro ,oce rin,ase senza eco. L'esempio degli Stati federali delle due Americhe, noncltè oleila Svinera, comincia ad esercitare influenza suggestiva su molti spiriti d'Europa. Da non pochi ormai si crede che in un ordinamento federale, o almeno

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