174 ZUV.ISTA POPOLARE DI POLfTJ.CA. LlffTERE .E SCIENZE SOCTALl essa non dipende soltanto da queste, ma anche -da altre e svariate cause, che, a distinguerle da quelle somatiche ed interne, sogliono chiamarsi esterne; e djpende ancora dalle vicende storiche, che ciascun popolo ha lungo i secoli esperimentate; e quindi dalle v_arie tradizioni che esso conserva. Malgrado t_utto ciò, il Sergi crede che dalle congenite condiz_ioniantropologiche abbia in ogni varietà umana origine un carattere psichico fondamentale, die si trasforma secondo le circostanze esterne. Questo carattere negli eurafricani è l'individualismo, che si manifesta con un sentimento del proprio io più o meno esagerato, e che spesso nuoce alla compagine sociale: negli eurasiatici è, invece, la sociabilità, on- - d'essi corrono minor pericolo di disgregazione. A cotesti caratteri antagonistici si uniscono .molte altre· qualità diversamente, utili o nocive al civil consorzio. Nei popoli d'o!'igine africana prevalgono l'iniziativa, il facile impulso alle azioni d'ogni sorta, la genialità e l'altezza dell'intelletto; in quei d'origine asiatica l'amore dell'ordine, la disciplina, il rispetto alla legge, il .sentimento del bene comune, come mezzo a quello individuale. La storia delle nazioni civili ci mostra il vario manifestarsi ed atteggiarsi di queste diverse qualità secondo le varie circostanze di tempo e cli luogo ; e ci fa conoscere èome esse degenerano. Quindi vediamo· che là dove predomina l'indiviqualismo vi è nella societ:;{ un equilibrio istabile, ed il crescere sovente d'una moltitudine di gregari e d'uomini servili, che si sottomette per lunga pezza ad un prepotente, o ad un tiranno e poi irrompe- in aperta ribellione. Nei paesi in cui prevale il sentimento di socialità l'equilibrio sociale delle varie attività umane è più stabile. Ma hanno maggiore resistenza organica, ed a maggior ·grandezza perv.engono quei popoli in cui il sentimento dell'individualismo si è, in nuove condizioni di vita e di ambiente, contemperato con quello della sociabilità. Que0 sto fece la gloria degli antichi Romani, e questo fa grande l'f nghilterra. In Italia i due caratteri etnici, modificati in vario moqo dalle vicende storiche, appariscono tuttora: l'uno nella parte meridionale, e l'altro nella settentrionale; e si manifestano anche ne' partiti politici. Nel Nord infatti il partito socialista si é fortemente organizzato, e cresce intento al proprio fine; nel Sud, invece, non giunge a coordinarsi, ovvero facilmçf te si disgrega, e mostrasi intollerante d'ogni disciplina. Né qui alcurr altro partito ha saputo comporre e sostenere una forte opposizione contro il mal governo, che disconosce gl'interessi civili ed economici del pf!,ese. - L'Italia pertanto ha mostrato sempre di saper meglio dispiegare le sue native energie, e farle valere lasciata libera a se stessa, ne' liberi comuni. E fu grave errore del nostro Risorgimento il volerla costringere sotto un'amministrazione ·incentratrice. Alcuni anni or sono il Sonnino discorrendo della Sicilia diceva, che lasciata a se s'essa troverebbe il rimedio a' suoi mali. E certo non i Sic-iliani soltanto, ma le popolazioni tutte dell'JtaJ;a del Sud saprebbero togliersi da dosso, e vincere le prepotenze ed i soprusi de' ri~chi proprietarj e de' signorotti del luogo, se questi non trovassero sempre ausilio e sostegno nel governo centrale, cli cui sono, d'altra parte, il più :valido puntello E però io credo che avesse ragione 11 Cattaneo nel propugnare per l'Italia uno Stato federativo; il quale del resto non é contrario all'unità politica. Le conclusioni antropologiche e sociologiche, cui viene oggi il Sergi, ci conformano in questo concett?. E ci dicono inoltre che le varie energia degl'Italiam debbono per esplicarsi essere indirizzate secondo le loro native tendenze; ed hanno bisogno d'una larcra libertà d'azione. « Il paese si sente oppresso in vfri modi, e sente. il disagio ed il males(ìere che lo lravaBlbliotecaGi.10Bianco glia.no; e vi reagisce come può, anche con sollevazioni inconsulte. E questo é segno della vitalità, che tuttora gli rimane; e che anela a rinfrancarsi. Le sue energie intellettuali frattanto si palesano malgrado gli ostacoli molti che esse debbono superare_ Vero è che la creazione geniale erompe spontanea, e vince ogni impedimento. Ma lo studioso diventa un eroe se deve « lottare con la miseria della vita e con la miseria de' mezzi scientifici per venire a capo delle sue invenzioni». Eppure questo succede non raramente fra noi; ed é indizio di grande energia. Il Sergi non é un socialista, non accetta « i prin- _cipii fi:ssie determinati, come domma, dal socialismo »; pure ammiracnloro « che si fanno apostoli della grande trasformazione sociale ». Senonché questa non crede possibile senza prima cangiare i presenti ordini. politici. Imperocchè « le riforme sociali non potranno mai avverarsi in uno Stato, che ha certe determinate forme »; e si conserva col predominio di talune classi sociali. E portandosi nel campo deH'Utopia politica, egli vagheggia il mutarsi e il rinnovarsi delle nostre - istituzioni. lo non posso qui esporre tutte le sue idee; perchè in fatto di libertà di stampa noi siamo a questo: che ciò che si pubblica in un libro non si può sempre nè tutto ripetere in un Giornale, o in una Rassegna. Si crede cosi di proteggere é conservare quelle che l'Autore chiama sopravvivenze politiche; le quali sono non ultima cagione di nostra decadenza. Ma perchè un popolo giunga a riformare utilmente le proprie istituzioni, e ad abbattere i mali che gli, tolgono il nativo vigore, occorre innanzi tutto che abbia un .adeguata educazione, e sappia rendere attive e fruttuose l'enerçie, che il paese potenzialmente contiene. E parlando clell'Italia, in cui la produzione agricola non corrispo&:le alla naturale fecondita del suolo, che non é coltivato con metodi scientifici, il Sergi vuole che vcJJgano in essa istituite numerose scuole d'Agricoltura, sussidiate da campi sperimentali; e che si promuova quindi e si sviluppi scientificamente l'industria agricola. Senonché, aggiunge egli, 1_1011 è possibile far ciò, se prima non si diminuiscono le gravezze del fisco, e non si mutano le condizioni sociali della proprietà fondiaria Soltanto allora potremo vedere rifarsi la numerosa classe dei cnntadini; i quali vivendo men tristamente, e SOlldisfacendo a' loro bisogni, accresceranno .la loro attività, e produrranno la propria e la na·donale ricchezza. Ì\e)ja stessa guisa altre scuole razionalmente fondate e diffuse nell'interesse tlell' industria manifatturiera, insieme a questa, avvantaggeranno le condizioni degli operai. ll lavoro che conducé al benessere personale, fa sentire all'uomo la prnpria dignità, che si per1le nelle amarezze della miseria. In Italia, che è cosi ricca di spiagge, necessita anche propagare largamente l'istruzione capace e atta ad accrescere e migliorare le industrie navali; ed a moltiplicare gli scambi ed i commerci. Essa deve in somma divenire variamente produttrice di ricchezza, secondo la varia e differente natura delle sue regioni. E se perviene ad acquistare la prosperità materiale, vedra anche rifiorire le belle arti e la bella let- _teratura, cui il nativo genio l'invita e sospinge; ed avra per esse una nuova ed invidiata gloria. Ma l'istruzione della nostra gioventù dev'esser principalmeRte laica e scientifica. Però é con grande sgomento, e paurosi dubbi sull'avvenire della patria nostra e delJ'altre nazioni latine, che io veggo sussistere non pure, ma accrescersi in loro e prosperare gl'istituti ecclesiastici di educazione. Solo la scienza dà il senso e l'in.telletto della modernità; guida i popoli per nuove vie; e schiud.e loro il cammino della. grandezza, la quale oggi_ si acquista con civili opere di pace, e non colle guerresche imprese. Dott. G. ROMANO-CATANIA.
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