Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 9 - 15 maggio 1901

!VVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZF: SOCIALi 173 in questa consiste pure la grandezza maggiore delle nazioni. La Grecia antica non fu mai « una potenza militare » ; ma esplicò la massima sua energia nelle opere dell'ingcgn0, nelle arti e nelle scienze. Vivendo in mezzo a popoli semibarbari, cd in continue lotte intestine, poi vinta dai Romani, esercitò pur sempre una grandissima influenza sull'umana civiltà. I suoi lavori artistici e letterari attraggono ancor oggi le nostre menti; servono ad educarle; e sono un perenne impulso a nuovi progressi. I problemi, che essa pose intorno alla vita sociale, si discutono e dibattorto tuttora attribuisca ogni differenza, nelle manifestazioni c1v1li, all'ambiente in mezzo a cui vivono i vari popoli. E dapprima avverte l'errore di coloro che sotto il nome di razza latina so~liono denotare i popoli che subirono << diretlamente il dominio romano; si assimilarono la cultura latina, e parlano una lingua di origine latina; » talchè sarebbero tutte d'unica razza l'Italia, la Spagna, la I· rancia cd anche la Rumenia. « La razza implica i caratteri fisici, e come in zoologia cosi in antropologia, è una variazione d'una specie definita; la lingua non è carattere di razza, ma di nazionalità; nel mondo. Roma con le sue conquiste si mostrò semibarbara fino al cadere della Repubblica ; ma la sua vera grandezza, per cui fu ed è ammirata e invidiata dalle genti civili, è la forza organatrice dell' umana società, ch'essa portò con le sue armi in ogni dove. L'Italia, nel Rinascimento, coi s11oi liberi comuni snmigliò in parte all'antica Grecia, e fu « potenza artistica ed intellettuale. " Ed oggi in lei, appena nato, il sentimento militare cade in atrofia. f\è questo è un falto passeggiero d'indole degenera ti va, come molti dicono. lmperocchè l'intima natura dei popoli, che hanno una lunga storia, non si muta a loro volontà: essi sono tali, quali sono divenuti per una continua evoluzione. Inoltre non possono avere insieme due diverse tendenze, due opposte energie; non possono essere ad un tempo una potenza militare ed una potenza intellettuale ed artistica. E poi che non è data a loro la BULOW « l'e'astìco. » perché le più differenti razze umane ~--- ·---------- r·~ •L' . !·.. . . I I I_. r . \ I , . \ ~ ~\; . . , 1 \ '. ' ~ ( ·,. f ·\. . ·t'>fJ ;' <-. ' I • ! ~• i 'I-., I ~,'': I· f. ~~-~ _I:, po s s on o a vere la stessa lingua, e po11sono anche formare elementi d'una medesima nazione. E questo è il caso delle nazioni latine ». E qui l'Autore, richiamandosi ad altri suoi studi e pubblicazioni, afferma che < l'Italia in maggioranza è popolata da due varietà umane d' origine differente: l'una d'Africa, ed è la più ant i ca colonizzatrice del territorio; l'altra cl' Asia, che rappresenta i cosi detti Arii o Indoeuropei ». La '! prima, che nelle va- .. ì rie immigrazioni eb1 be nomi diversi : Pe1 slagi, Li(5uri, Iberi e • Libii, ris10de in mag1 gior numero nella ,g parte meridionale, e <- nelle isole; la secon- 1"' da nella settentriona- ."'.'._i·.". \ le; il centro d'Italia \.0 • J è come una zona di .. .::-l-i.f_; \\. confine, e le due va- / ; J rietà vi sono più In- . -~-: l / tiinfl.mente mescola- -~ .1 te. Nella Spagna pre- . ' · ··- •. ' domina la stirpe meli Cancelliere di ferro dei tempi passati ( Bi~marck) non si Jasc:ava nè piegare, nè spenare; invece è tutto dive1·so quello d'oggi (Bulow) diterranea con poca mescolanza cl' e I ementi celtici. In Francia vi è, invece, più ricca e varia miscela di genti diverse; le scelta, debhono , a non soccombere. secondare le natiYe tendenze. Del resto il genere u1~ano acquista nuove virtù ccl avanza in civiltà diminuendo le ca~ioni della guerra, che perciò in Europa va facenctosi più rara, mentre . cresce la concorrenza delle opere pacifiche. Certo è difficile alle vecchie nazioni, mutare il cammino per cui un tempo· giunsero alla grandezza: ma cnn lo sviluppo delle forze intellettive si vince anche l'inGrzia, che le tiene legate alle vecchie vie. A vedere pertanto se alle nazioni latine rimane ancora la forza di cangiare ~oteste vecchie vie, e riacquistare una nuova grandezza, il Sergi fa un accurato studio della loro sociologia e psicologia; ed incomincia dal ricercare quali snno gli elementi di razza e di varietà umane, che le ~ompongono. ;\on esagera egli l'influenza che la razza eserc:ta sui fenomeni sociali; ma non vuole che si trascuri ; e S! Biblioteca Gino Bianco (Lustige Bléitter di Berlino). quali pure si dividono nelle due grandi categorie: l'eurafricana, cioè, e l'eurasica. Senonché le molte e differenti loro varietà formano nel popolo francese un'amalgama non hen fusa, e solo Parigi giunge ad unirle ed assimilarle tutte. E però la Francia appartiene alle nazioni latine più per la sua cultura, e per l'affinità di lingua, che per ragioni di razza. I.e due stirpi principali intanto, che queste nazioni compongono, hanno caratteri scheletrici differenti: l'una ha il cranio allungatn, l'altra largo e breve. Ma nelle loro varie mescolanze v'è un certo ibridismn, che non è difficile conoscere: cosi si riconoscono pure i vari caratteri e11terni; i differenti còlori, cioè, della pelle, degli occhi e dei capelli, benchè confuc;i ed alterati ne' Yari incrociamenli. Più difficil cosa è conoscere l'anima de' popoli. Nè può arcromentarsi dalle condizioni antropqlogich_c, imperoc~è

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