Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 8 - 30 aprile 1901

~[VISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 145 moda, di studiare la storia: « in Italia l'Estrema si- « nistra ha sempre servito di magnifico braccio di << leva per scalzare un ministero a vantaggio di un « altro (p,,ima fase), poi di magnifico spauracchio cc per attirare fa concentrazione com•ervatrice (se- « conda fase) sulla quale assicurare la maggior pos- « sibile durata dei Ministeri" sorti col suo appoggio « e coll'aureola lusin~atrice aella sua benevola aspet- « tativa ». E in ciò, riferendosi al momento presente soltanto, nella sostanza non dissente Tre stelle, che crede l'Estrema in preda al delirio della paura del nome di Sonnino; paura, che la indurrebbe non solo al ministerialismo attuale, ma anche a mangiare serpenti vivi, come direbbe Imbriani. L'ex in ritiro e Tre stelle esaminano - e ciò che scrive l'u,10, serve ad integrare e completare il pensiero dell'altro - ciò che avrebbe dovuto farsi all'indomani della caduta di Saracco e nella formazione del Ministero Zanardopo ·la scomparsa di Cattaneo, di Mazzini e di Ferrari. Abbiamo nominato Aij:)erto Mario I · Il dirsi rivolùtionari in u·n momento in. cui ·l'evoluzione spiccia fuori viva. dal fondo della stessa dottrina marxista, é contraddizione non lieve; il proclamare la necessità e la convenienza della rivoluzione quando non si ha la forza e il desiderio - sicuro: molti che si dicono rivoluziono.ri rifuggono dalla rivoluzione come il diavolo dall'acqua santa! questa la verità! - di farla, può essere una cosa ridicola; ed é spesso una cosa pericolosa. ·La proclamazione verbale della rivoluzione alla~ma. i pusilli, e somministra pretesti ai disonesti per preparare e fare le reazioni. Ghisleri e Tre stelle scrivono dimenticando che siamo in Italia; dove non crediamo possibile la realizzazione di alcuni desiderata all' inglese de\ Sacchi, né la realizzazione di altri desiderata, diremo . cosi, aJla francese di aldelli; e ciò che potrebbe ancora farsi. Inghilterra,Germaniae Russi;,. c~ni repubblicani· e socialisti.. Entrambi diryien~icano la grande lezione delle cose, che pure più volte qui stesso venne illustrata suscitando la indignazione di coloro che oggi ci sorpassano anche ne 1 r_ealisrno-, è ringraziamò l'amico Labriola cli es:;;ersene ricordato. E la lezione delle cose·sotto il punto di visla attuale, si residua nella . condo'.tta del popolo italiari.o' in tre occasioni solenni: moto .dei Fasci; Abba Carima, tumulti del 1898.' Norf spieghiamo meglio il nostro pensiero, perché . la crudezza abituale del nostro linguaggio 13u• sciterebbe i1facili saegni dimolti"ai;nici.EnPer l'ex ùi ritiro, l'Estrema é colpevole: ha lasciato sfuggirsi una grande OC-'- casione di imporre alcune riforme politiche e tributarie come prezzo del suo appoggio al ministero Zanardelli, al quale bisognava m0strare i denti e fargli comprendere che non si era disposti a lasciarlo vivere un giorno di più senza le conces • sioni. Tre stelle « vede che gli alti poteri dello Stato sono « stret- « tamente solidali cc cogl'interessi 'con- « servatori, e che la « resistenza di que- « ste due forze al- « leate non si vince, Sono andati tutti e tre a lavorare nei paesi'.!ljontani, ma mentre che dne (l'lnghilterra e la Germania) faticavano, la ' terza (la Russia) ha mangiato per tutti (l'annessione della Manciuria. cc né dissimulando I' alleanza, né spacciando frot- « tole sulla funzione del monarcato, come fa l'on. « Sacchi. Quella resistenza potremo vincerla ponendo « nettamente il problema davanti alla coscienza pub- << blica e creando le forze adatte a superare la vo- « lontà dei partiti conservatori e dei loro alleati. E « se per illuminare la coscienza pubblica e creare « le forze _dell'avvenire, sarà necessario spingere le « cose agh estremi, noi crediamo, che bisogna anche « saper spingere le cose agli estremi... » * * E qui ci arrestiamo nelle citazioni. Infatti il diletto intellettuale, che provasi leggendo i due articoli di Ghisleri e di rerum scri,ptor, cioè di Tre stelle, ci trascinerebbe a riprodurli interi e poi a scrivere un volume per dimostrare le ragioni del dissenso nelle conclusioni finali. Ora ci proveremo a dire ciò che pensiamo sulla quistione del ministerialismo dell'Estrema e sulle critiche rivolte all'amico Turati da altri cari comuni amici. Arturo Labriola seri ve da dottrinario marxista, che non vuole accorgersi della crisi intelJettuale del marxismo e della infiltrazione, lenta ma continua, che nel socialismo internazionalista avviene della tattica di Bernstein, ch'è la vecchia tattica evoluzionista, di cui fu apostolo dotto e convinto il repubblicano piu grande e più geniale, che rimase all'Italia Biblioteca Gino Bianco ( Ullv di Berlino). ìrambi i critici dell'Estrema dimenticano, che se essa avesse tirato la corda. soverchiamente, noi avremmo avuto nuovamente insediata al governo la reazione, rendendo sempre più difficile la creazione di quell~ forze dell'avvenire adatte a superare la volontà det partiti conservatori e dei loro alleati, auspicate da Tre stelle. , . · ., E non è chiaro che se queste forze devono es.sere create, attualmente non ci sono? E come servirsi di propulsori che non esistono? Un'ultima considerazione. Tre stelle esalta i risultati della campagna ostruzionista, la cui vi.ttoria finale attribuisce a Bissolati, rubandola a De Felice - senza il cui coraggio leonino il decreto-legge sarebbe arrivato in porto -; e non saremo noi a menomarne l'importanza. !\fa egli dimentica una circostanza, rilevantissima: nel successo dell'Estrema ebbe parte non piccola l'aiuto aperto e coraggioso della sinistra capitanata da Zanardelli e da Giolitti. Dimenticarlo adesso sarebbe vera e pericolosa ingratitudine. Se domani l'Estrema dovesse rifare la lotta titanièa da sola, benché aumentata di .numero, nell'ora in. cui dovrebbe ripresentarsi al giudizio del paese,colla,sinistra avversa, abbiamo una grande paura, che rimarrebbe sconfitta. · Questo il nostro profondo convincimento. LA RIVISTA.

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