142 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LE1 TERE E SCIENZE SOCIALI dovere della Francia è tracciato : essa deve inculcare a questi figli di st.ranieri i sentimenti che devono con· durli più tardi a sollecitare la loro ammissione nella grande famiglia francese. E questa sarà la funzione delle scuole laiche, che si dovra.nuo aprire dovunque si trova un gruppo sufficiente di coloni francesi o siciliani ». Ora in tutto questo che cosa c'è di contrario al vero e di offensivo pel patriottismo italiano, Nulla, assolutamente nulla. Nel rapporto della Nuovci Carta_qine sulle condizioni morali e intellettuali dei Siciliani, c'è molto meno di quanto si può leggere nel!' Italici barbarci contemporanea del nostro amico e collaboratore 'Kiceforo, e .cbe come constatazione di m.10 stato di fatto è perfettamente con• forme a verìtà, sebbene il fatto sia erroneamente interpretato. Certamente sarebbe assai desiderabile che dei siciliani e degli italiani del Mezzogiorno non si potesse scrivere ciò che si scrive; ma perchè ciò avveng,i è d'uopo di provvedere all::i,diffusione dr•lla cultura e del benessere, invece di suscitare rancori pericolosi e incivili. In quanto al desiderio dei francesi di vedere attratti alla loro nazionalità, ver mez.zo della sciwla e del benessere, i siciliani che vivono in Tunisia è perfettamente legittimo. Se un gruppo numeroso di francesi si trovasse in una nostra terra abitata da scarsi italiani noi manifesteremmo uguale desiderio. Il desiderio della NMva Cartagine non è però realizzabile: la scuola è il minimo fattore di educazione e cli assimilazione; massimo è l'ambiente sociale. Orn è contro ogni esperienza e contro ogni conoscenza di psicologia colletti va che un piccolo ambiente assimili il grande. E in Tunisia i francesi sono 20,000. i siciliani sono 80000 circa. I siciliani, adunque, rimarranno siciliani'·! Rimarranno tali sopratutto porchè cominciano a trapiantarvisi colle loro famiglie ed a colonizzare nel senso rigoroso della parola. Si dice che 30,000 et-tari cli terra vi sono stati acquistati da siciliani e che ben 2000 famiglie sono intente a coltivarle. Ed ecco il compito del goYerno, di Roma, se aYesso alta la coscienza della sua missione: trasforlllare qnei siciliani in italiani veri, colti e coscienti colla quot.idir1,JJa assistenza, colla scuola e con tutti i mezzi di cui dispone. Fermiamoci alla Scuola, la quale coadiuvando cogli altri fattori può dare a noi i risnltati che non pnò dare ai francesi. Francesco Crispi che commise molti e gn1,vi errori, in una cosa vide giu~to: nella necessità di sviluppare le scuole italiane all'estero. Lodiamo l'idea senza discutere l'insufficienza della realizza7,ione. I successori del ministro gallofobo distn1ssero il poco di bene che egli aveva fatto. · E fu male. A 'I'unisi, più che altrove, urge diffondere le scuole cd organizzarle bene e mandarvi uno sceltissimo persosonale insegnante. Sottolineiamo questo desiderntuin, perchè a noi consta che nel corpo iusegnante italiano di Tunisi c'è del guasto, e ci sono antr1,gooismi scandalosi, e lotte intestine deplorevoli. Sappiamo che più volte su di ciò venne richiamata l'attenzione del ministero degli esteri; ma sinora invano. Quando noi anemo rialzato la condizione morale e intellettuale dei siciliaoi in Tunisi avverrà questo: i· pochi francesi ricchi di capitale coopereranno coi molti italiani, che ne mancano; ed una regione, che l'arte infernale di Bismark gettò come pomo della discordia tra le due nazioni latine, si trasformerà in pegno di pace tra la Francia e l'Italia. Se poi dovesse risorgere Cartagine, essn. non sarebbe col tempo nè italiana, nè francese : sarebbe africana. L'eredità del diavolo. L'apertura del Parlamento inglese e l'esposizione finanziaria fatta dal ministro Hicks-Beach somministra considerazioni inquadrato in un articolo dal titolo sen· sazionale. Si potrebbe dargli benibsimo uno di questi: Ohi se11iina vento raccoglie tempesto.; oppure : Tutti i nodi veng0110al pettine; o quest'altro : il tenipo è galantuomo ecc. Abbiamo preferito: L'eredit.'t del diavolo, non solo perchÀ assai e1>pressivo, ma specialmente perchè ò stato adattato alla situazione da un politico emirwutc, da un ex ministi•o della monarchia inglese, da un collaboratore di Gladst,one, i cui onesti criteri di goveruo, alln. l>auda BibliotecaGino Bianco imperialista sembrano già preistorici e buoni soltanto ad essere adoperati nt>l regno della luna. Le ragioni della frase incisiva pronunziata da sir \Yilliam Harcourt stanno inesorabili nella esposizione onesta e leale per gli uni, imprudente per i grandi ladri imperialisti - della situazione finanziaria fatta dal Cancelliere dello Scacchiere, e nei provvedimenti proposti e già votati per fronteggiarla. Questa e,posiziono è un capitolo molto intere11santc della storia della guerra, che si combatte da circa dieciotto mesi nell'Africa Australe. Appena il 'l'ranvaal mandò all'Inghilterra quell'11,/tùnatmn che equivaleva ad una esplicita dichiarazione di guerra, il cancelliere dello scacchiere chiose al Parlamento un c1·edito di 10 milioni di Jiro sterline, come se si fosse tratiato di una passeggiata militare, aggiungendo: li. qualunque sia il costo di que~ta guerra, è certo ch'esso non sarà sopportato per intero dal solo paese D. Nulla sessione tenutasi dopo le elezioni geuerali dello scorso anno, sir Michele Hichs Beach dovette confessare che gli eventi della •guerra aYevano mostrato che il finanziere aveva fatto male i bUOi calcoli. Ieri ha dovuto confessare che la guerra era costata fiuora 153 milioni di lire sterli::e, cioè 3,825,000,000 milioni di franchi, che è quanto dire 213 milioni al 1110~e.Egli ha ripetuto, è vero, la dichiara• zione che il Transvaal e l'Orange, rimarginate ohe ab• biano le piaghe della guerra, saranno invitati a pagarne, almeno in piirte, le spese. Ma intanto ha dovuto presentare all'approvazione della Camera le proposte da lui escogitate per far fronte al deficit di 55 milioni di lire sterline - cioè in cifre rotonde un miliardo e mezzo di franchi - che. presenta il bilancio del 1901Y02, per a1·ero un margine di attivo onde far fronte alle ulteriori spuse straordinarie che la continuazione della guerra rende necessarie. Per 60 milioni di lire sterline sir Michele Hichs-Beah farà un vrestito. Ha proposto inoltre di aumentare (E due pe1we per lira, l'inc01ne tax, cli imporre un dazio cli quattrn scellini e 2 pence sollo zucchero raffinato per ogni 112 libre, e un dazio di esportazione sul carbone nella misura cli uno scellino per tonnellata. Siccome ogni pence addizionale produce nel!' incoine tax dne milioni cli lire sterline, l'aumento proposto ne fornir.ì quattro. Per il dazio sullo zucchero è preventivata una entrata di L. st,. 5, 100,0J0. Con questi due nuovi cesJ)iti di entrata il bilancio si rinforza dunque di più cli 13 milioni <li sterline. L'e~posizione e l'annunr,io dei provvedimenti furono accolti dall'opposizione con appla,usi; molto ironici naturalmente. lufatt.i la imprnssione dei risultati finanziari della guerra scellerata fecero nna grande e penosa, impressione anche sni cmididati di Caino, come li dichiarò Stead, sui briganti imperialisti. L'opposizione, appln.udendo la comunicazione Il' Hicks-Beach, diceva loro: Tu l'as t•oulii, Georges Dandin ! Chi l'ha voi uto, è la grande massa del popolo inglese, che comiucia ad essere punita della sua ubriacatura militaresca. L'Inghilterra, che al dire di Mommsen e di tutti gli storici e costituzionalisti, deve la sua grandezza ali!\ asseuz,t rii militaris1110, si è iucaruminata in una. via Q.iversa. Dove arriverà, se il militarismo vi sifassiderà da padrone, e difficilmente potrà più tardi es~ere scacciato 7 Sir William Harcourt lo ha detto chiaramente. Dopo a vere constat~tto che la passeggiata militare contro i Boeri costa di già il doppio di quanto costò la guerra cli Crimea, ha soggiunto: <r Fa spavento soltanto considerare quanto verrà a costare definitivamente la conquista dei territori boeri. E' l'eredità clel diavolo. In due anni il debito nazionale è cresciuto di altri tre miliardi, e intanto si deve sospendere qualunque riforma e tassare anzi i poveri, e ricorrere a p:.-ricolosi espedienti come al dazio cli esportazione sul carbone. Di q1iestopasso si va verso la rovùui D. Rinsavirà il popolo inglese? Vorremmo sperarlo; ma non osiamo affermarlo. Intanto si prenda nota di questi fenomeni: i conservatori brontolano per l'aumento dell'incoine tax; i ·liberali protestano contro l'aumento dei dazi consumi; tutti si rifiutano cli pagare il conto; alcun è miniere minacciano cli chiudere; si fanno m-eetings cl'iudignn.zione sul dazio di esportazione sul carbone; e
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==