Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 7 - 15 aprile 1901

128 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Ma è questo un mezzo per sottrarsi alla bancarotta 1 La storia finanziaria della Francia prima della grande rfroJuzione sembra cli non poterlo confermare. * * L'ultimo capitolo del libro magnifico di Lchmann e Parvus, è consacrato alla rovinci clei contciclini e alla evoluzione sociale della R'lissia. Lo riassumiamo quanto pii1 largamente possiamo; ma meriterebbe essere riprodotto integralmente per la sua grande importanza. La periodica ripetizione delle carestie russe, secondo i due socialisti tedeschi, non è un accidente, non è un prodotto della natura ! E' un fenomeno socble, è l'opera degli uomini, è il prodotto di nna evolur.ione economica e di nn sistema politico. La Russici che hn faine è una manifestazione costante, e la carestia, generale o parziale, ne è soltanto una spiccata espressione. Noi abbiamo veduto, dicono i due scrittori, coi nostri occhi, e noi abbiamo appreso nel nostro viaggio che si tratta di uno Stato iu dissoluzione economica, di rovina, di devastazione 11i un paese che innanzi agli occhi dei suoi abitanti si trasforma in un tles1>rto, e cli una popolazione condannara allo sterminio se essa non emigra,. o non si decide ad un mutamento radicale e pronto. L'economia russa doffre dello s-viluppo del capitalismo, e, nello stesso tempo, della insufficienza di tale sviluppo. Lo sviluppo del capitalismo ha distrntto l'economia naturale, ed ha lanciato i conta~lini e i signori nella voragine della produzione èelle merci ealella economia' monetaria. Ma le condizioni correlative dello sviluppo della economia capitalistica, cioè le industcio, e la formazione delle città con gli aggruppamenti nuovi della popolazione a tàli condizioni connesse e con altre condizioni delle forze produttive, si sviluppano assai Jentamenté. Il capitalismo uccide i contadini. Sui contadini si sono rovesciati tutti gli elementi che li rovinano: le disgrazie dei signori, gli sforzi di nccumulaziono del denaro dei commercianti, le varia- :!:ioni dei prezzi del mercato mondiale. Il capitalismo provvede ai bisogni finanziari dello Stato militare; o · questo sistema finanziario si basa per lo appunto sulla elasse dei contadini. Il contadino nutrisce i signori, arriccl1isce i negozianti, mantiene lo Sta.t.o, paga le ferrovie. E tutto ciò coi mozzi primitivi dell'economia agricola. Nessuna mera-viglia quiudi se esso soccombe e so diminuisce la produzione della terra. Se lo sviluppo industriale della, Russia avesse proceduto più rapido, la concorrenzn niss<i dei cereali snl niercato mondia.le sarebbe cessata. Giacchò noi abbiamo di- . mostrato che la produzione dei cereali non è sufficiente per la sua popolazione L'ingrandimento del mercato interno aumenterebbe la produzione ed anche il prezzo. Invece qnanto più basso è il prez.zo dei cercali tanto pih deve vendere•il contadiiio, ecl egli ne vende sino n qncinclo non ne ha più per nicmgforne (1). L'intera aziono della carestia è un circolo vizioso: giacchè lo Stato vfve dei contadini, o la pressione delle imposte è il momento più importante che li costringe alla morte per fame. L'aiuto che lo Stato dà a,i contadini _negli anni di bisogno, si riperc110te su di essi con maggior peso negli anni migliori seguenti e ne impedisce il risorgimento economico. Questo giuoco si ripete di volta. in volta; ma alla li ne deve cessare. Questa azione della carestia è già divenuta nna forna sanguinosa, nella qnale il caos dell'amministrazione russa rappresenta fedelmente la, sua parte. Oramai tutte le classi si sentono colpite, sono aucho colpite a morte e dapertutto si ripete: Così, non si 1mò continuare! Si è impotenti ad aiutare. Le migliori intelligenze russe, piene di nbnegazione, grillano : <~ A che giova il -nostl'o lavoro ? Se noi riusciremo a s<ilvcire il popolo dcillti morte in qur.sto anno, esso 11w1-rcìs.em.pre di fame nell'anmo venturo ».- « La carestia dell'anno 1898 è passata, e la c,u-estia colhL sua mano ossuta bussa già allo porte dell'Impero <legli Czars '/ » · (I) Sono state sottolineate da noi le ultime parole. Su di esse dovrebbero meditare co!oro che si rPllegrnno del basso B bpreu.lo dei cere;ùi,. che cr~½no indi-;e di maggiore consumo. I llO ~ca l:Jtno t::5 'lnro La Rivista. Con queste parole, i òottori Lehmann e Parvus terminnno il loro libro veramente tragico. Oggi, dopo un anno dalla sua publ>lieazione, la -voce corro che non la sola faune batta alle porte dello Impero degli Czar ma che ancl1e la rivoluzione alzi i battent.i delle porte ferrate. E nella rivoluzione, per la cecità degli nomini del governo e dell'autocrate, pare che sia riposta l'ultim~ speranza di salvezza! I nostri voti sono per la riscossa slava! LA RIVISTA. Jmminentepu·nblicazione: Dott. NapoleoneColajanni, Deputato al Parlamento Pelraecononmaizaioneapledl azsiougl rano Un volume di circa 300 pagine - Prezzo: L. 3 Dirigere cartoline vagiia all'On. Dott. Napoleone Colajanni - .ROM.A. (Vedi sommario dell'opera sulla quarta pagina della copertina). 11problefmeraroviainrioItalia (l) L'onorevole Genala, quando furono conchiuse le Convenzioni ferroviarie del 1885, ebbe l'ingenuità di dire che credeva il problema ferroviario risolto in Italia; e, infatti, passata la burrasca delle discussioni di quell'epoca, la questione parve assopita, eccettuati, da un lato, i lamenti numerosi, ma poco energici e privi di univocità di intenti da parte del pubblico, e, dall'altro, le osservazioni di pochi studiosi e dei pochissimi che del vero interesse pubblico soo-liono occuparsi. In realtà però, la questione é tuttora insoluta; e di recente un rapido succedersi di scritti venne a risollevarla su per le riviste, indipendentemente dai lavori che tranquillamente va compiendo una commissione composta di uomini parlamentari e di pubblici funzionari, nominati da tempo dal governo per studiare il problema. E l'onorevole Carmine, che gia altra volta aveva tentato « di rompère l'alto sonno nella testa dei dormienti », pubblica uno studio di una certa importanza sulla Nuova Antologia, al quale, poco dopo, risponde sulla stessa rivista la Società italiana per le strade ferrate meridionali; e infine, a pochissimi giorni di distanza, interviene con un lungo articolo l'onorevole Brunicardi, per combattere alcune delle proposte del Carinine e alcune della Società, meravigliandosi, quasi, che questa avesse osato firmare l'articolo in questione. Invece ai più- crediamo - non dolse vedere che una delle Societa interessate scendesse apertamente a sostenere i propri interessi e le proprie opinioni, sebbene le fosse facile trovare chi, più o meno velatamente, portasse le sue ra- (1) Tralasciando le citazioni degli articoli e delle opere, specialmente strnniere, che trattarono la questione del problema ferrovia1·ioanche in riguardo ali' Italia, ricordiamo i seguenti scritti, che accennarono più di recente pe1·il nostro paese al lato prntico del problPma: Benedetti. Le stra• de ferrate nelle principali regioni d'Italia, nella N1• va A11tologir,, 15 marzo e 1° aprile 1894; Cottrau, li problema ferrnviario e le sue possibili solu1.ioni, nella N1<ova Anto/09-ia, I ;'i ottobre 1894 ; Carmine, La quesLione ferroviaria, nella Rifonna Sociale, 15 settembre 1897 · Saracco. li fondo di sgravio e le ferrovie, nella Nuova A>;tologia, 16 gennaio 1898; Muzzi, Le convenzioni ferrovia1·iedel 1885, nella lUfo,·ma Sociale, 15 novemb..e 1899; Cadolini, Sulle con,·enzioni fenoviarie, nella Riforme, Sucictle, 15 marzo 1900; Carmine, E-ercizio ferroviario e p1·ogressoeconomico. nella Nuoca A11tologia, 1° gennaio 1901; Società italiana per lfl strade ferrate meridionali, Le conven1.ioniferroviarie ed il bilancio dello Stato, nella 1:!nova Antologie,, t0 marzo 1901; Brunicardl, Il problema ferroviario ed il nuo\'O ministero, nella Riforma Socia.'e, 15 marzo 1901.

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