Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 7 - 15 aprile 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 133 mentre l'attivita dello Stato invece di diminuire, come indicava la formula di Spencer, è aumentata. L'ora di concorrenza economica tra gl'individui al clifuori dell'azione dello Stato, che Cobden credeva imminente, è più lontana che mai. Sinanche l'analogia biolo&ica, che da Spencer era stata cosi largamente adoperata, gli si è voltata contro ; poichò oggi si mostra che è la centralizzazione che cresce, invece della decentralizzazione, e caratterizza i più elevati organismi ; e che, in conse~uenza. il tipo di società ch'egli consideraYa come Il più elevato, in realtà è il più basso. Finalmente tutti i postulati fi. losofici della teoria cosmopolitica applicata all'economia ed ai rapporti tra lo Stato e l'industria, sono stati dimostrati falsi. Era stato affermato: 1° che l'Inghilterra era destinata ad essere il grande opificio del mondo: 2° che il libero commercio doveva risolvere il prob,lema economico o sociale ; 3° che il mondo dovesse adottare lo scam Uniti (1) - a considerare energicamente riual'è la prosperità che raggiun~ono coloro che vogliono vivere col lavoro degli altri I Sono esempi, che non devono indurre all'imitazione. La dottrina ciel mutuo guadagno nel commercio venne promulgata da Adamo Smith nello stesso anno in cui si proclamò l'indipendenza dell'America. Appena quindici anni dopo la pace di Parioi, il volume del commercio inglese colle colonie ribeffi era raddoppiato. Cosi la vittoria della nuova teoria distrusse in un colpo l'intero edificio del sistema mercantile ch'era stato tanto in onore. JI movimento iniziato in tal. guisa continuò a guadagnare per circa un secolo. E innegabile che la dottrina di Smith costituisce uno dei più &randi progressi dell'umanità, e tende fortemente act umanizzare i rapporti tra le nazioni. Ma è del pari innegabile che la teoria ha oltrepassato il segno, e in ciò che ha affermato e in ciò che ha negato. bio illimitato dei prodotti; 4° che l'ora della pace perpetua era imminente -; ebbene, tutte queste inferenze necessarie dell'accettata armonia economica, come l'aveva formulata Bastiat, e che un tempo erano ritenute al disopra di ogni discussione, adesso sono cadute nel massimo diseredi to. La Pestenell'Africadel Sud Questo divenne evidente per gli uomini illuminati, sinanco prima che, dal 1860 al 1.875, il libero commercio e il movimento per la pace, fossero all'apogeo; nelle ultime due decadi gli errori sono di\'enuti così evidenti che, pochi, disperatamente attaccati alle loro illusioni, mantengono la teoria nella sua forma primitiva. Sinanco il Cobden Club nell'ultima sua riunione, si senti costretto, in vista della condizione insidiata del commercio inglese, a disdire il suo credo della pace ad ogni costo e ad invocare una politica vigorosa in Cina ed a.ltrove ! Cobclen una volta dichiarò che un successo militare non è opera tanto importante quanto la conquista di un mercato, Ma è precisamente per la conquista delle vie commerciali che oggi principalmente si combattono le battaglie ... Ogsi più che mai le relazioni tra l'mdustria e la guerra rappresentano una quistione aperta; e sulla materia si può gettare scarsa luce, se osserviamo in che e )Sa o~ni teoria è stata trovala manchevole. L'errore fondamentale della teoria mercantile fu nell'avere creduto nel pensiero nettamente espresso da Montaigne: .\'on si fa aleun profitto che a danno degli altri. Dalla quale massima derivò l'altra attribuita a i\lacchiavelli, e seguita per tanti secoli dai governi : quod tibi fieri non vis, id alteri tu primus Je· ceris. Cosi l'esistenza di una comunanza d'interessi economici E se i troni abbandonano indifferenti il valoroso popolo dei boel'i, piena di compassione la Peste si avvicina per afferrare John Bull prima che si chiudano le porte. ( Wah,·e Jacob di Stuttgart). L'errore fondamentale nella teoria della pace edella libertà comtra nazioni fu negata ; anzi non fu nemmeno intravista. Tutto il male possibile, quindi, in conformità della teoria, Yenne fatto ai deboli. Ma i forti non ne trassero giovamento, e ne ebbero delle sorprese non iiete. Questa politica, seguita da tutte le nazioni, lo fu in un modo più aspro dalla Spagna e dal Portogallo, ed in minor grado dalla Francia, nei loro rapporti colle colonie. Il sistema dei ripartimienlos, seguito dalla Spagna, è n0tn: fece dire da Cromwell all'ambasciatore spagnuolo : l'inquisizione e tl monopolio del commercio sono i due occhi dei vostri padroni. E il sistema condusse al fallimento la Spagna! Ciò mentre l'Inghilterra e l'Olanda cresc1:van0 in potenza e ricchezza straordinariamente. E questo uno strano enigma? Fu l'opera incomprensibile della Provvidenza? r ien'e affatto. L'impero della Spagna però come quello dei Turchi, del Portogallo, della Francia; e tutto per la stessa causa per cui perì l'impero cli Roma: eccedenza del consumo sulla produzione. Se lord Bacone ritornasse sulla terra, egli indubbiamente dovrehbe rivedere il suo saggio Sulla grandezra dei regni e degli Stati, nel quale cita i Romani, i Turchi e gli Spagnuoli coi:ne esempi cli grandezza raggiunta per mezzo delle armi, Essi in- , vece sono esempi che devono indurre gli uomini - sopratutto in Francia, in Germania e negli Stati Bib""'""A.,aG11 IU B,art(.;0 merciale sta nel generalizzare il particolare - nell'aJTermare, sen~a ulteriore invesligaàone c!te ciò ch'è vero per l'Inghilterra, debba essere vero per lutti gli altri paesi (2\. L'Jnghilterra avendo acquistato, colle far{fTe e colla guerra, un monopolio dei mercati del mondo, le nuove invenzioni, che furono stimolate dall'enorme domanda, tosto la posero 'al di fuori del pericolo della concor1·enza. La rivoluzione americana distrusse il suo moll()polio dei mercati, ma le lasciò quello dei nuovi processi iudustriali; e così il commercio inglese continuò ad espandersi. Questo eYento, che sorprese il mondo, e l'Inghilterra più di tutti,· mostrò chiaramente che non esisteva più alcun bisogno di aiuto e di protezione da parte dello Stato; i liberisti si ajJretta,,ono a concluderne che tale bisogno non er.amai esistito. La liberta commerciale giova va ovviamente all'Inghilterra? I liberisti stabilirono che essa giovava dappertutto. L'Inghilterra era divenuta il grande opi- (l) Siamo noi che sottolineiamo questo inciso. f:i sorprende cnme !"autore non abbia fatto menzione dell"lnihiltel'l'a in uno alla Cermania e agli Stati uniti N. d. R. (2) s·amo noi a sottolineare q 11esta osservazione. Corrisponde a capello a quanto l'on. çolajanni ha scr'tto nella Nuova Antologia, nell'Ecollomista, e qui nella Rivista, sul liberismo e sul protezioni.mo. X. d, R.

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