RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCJALl 107 L'alea è quindi manifesta, inclisrmtibile: ai crediti d,t esai rappresentati il mi11istrn voleva affidare l'artiglieria, su di essi, al contrario, la Giunta vuol poggiare le ,ti tre opere. Questa la di vergenza capitale, sostanziale, tra l'un disegno e l'altro. Insomma, il ministro assiclll'ava le opere e, in qlianto all'artiglieria, faceva certa h, sola rinnovazione dei cannoni da 7, per un importo di soli 25 milioni, rimettendo lo baUerie da 9 alla generosità no3tt·a o dei no.,tri sue. cossori, di qui a due, a trn anni: la Giunta fa salva tutta quanta l'artiglieria, 1n,\ lancia in gre1_nbo agli dei e fortificazioni e al)parecchi di mobilitazwne e caserme. O cannoni, dunque, o il resto; ecco il dilemma L'.1.Giunta, per mezzo dell'onorevole M,tra7,zi,un uomo da cui io molto dissento, ma che molto io stimo pot· la lealtà del carattere, afferma che le batterie da 7, in servir.io da venticinque anni, e le b,itterie da 9, vecchie anch'esse e appena rabberciato ora è poco, sono logore o quasi; con che vuol dire, Certo, uou io che qui inneggiai, or sono otto anni, ,~Ilanostra marina da guena - non mai sospettando che il suo bilancio si fosse, a così breve scadenza, risoluto in un bilancio meramente industriale - non io potrei nè vorrei contraddire, se ancora io convenissi in un indirizzo generale cli Governo cla elfi volontariamente, e da un pl:lzzo, io mi sono staccato. La questione, dal mio punto di vista, oggi è ben altra. Per provvedere alla necessità della marina l'ammiraglio Bettòlo chiese ed ottenne dal ministro del tesoro, due anni addietro, 40 milioni, che egli si obbligava di restituire via via, in quattro anni, con economie di là da venire su la propria amministrazione. La Giunta del bilancio non i~ccettò Ql1esta originalissima forma di prestito, e, dopo molto tentennare, 111:l concesse 38, prelevandoli dal fondo inesauribile della coutribueoza. Il. Governo, secondo le dichiarazioni qui fatte dal presidente del Consiglio il 7 couente, pare ora propenso a sostituirvi una opera• "'ione di tesoreria. Una che noi abbiamo 750 cannoni delle prime e 1200 delle seconde, scadenti in confronto dèll' e stero, tanto nella celerità del tiro quanto nella gittata. La pestenell'Africadel Sud. operazione dij tesoreria! Cousumo di capitale o debito larvato ? i Chi sa mai! Comunque, :il· disegno non è ancora nè discusso nè votato, e giri 6 cli quei 38 milioni sono spariti nelle falle del precedente bilancio, già due nuove navi, che costeranno, non a2, ma 50 mi1 ioni, sono « impostate D suirli scali ... . O che stiamo qui a rappresentare? facciamo qui sul serio o da burla1 l Vive cipprovazioni). Egli è, o signori, che si parli della Guerra o della Marina, così non si va, così non si può anelare assolutamente avanti! E sarà voro ; anzi, è vuo. La stessa Giunta, io rammento, il 23 aprile del 1898, per bocca elci· l'onorevole Chiapusso, so• steneva che « alla fro11. « tiera occidentale le O· " pere cli sbarralllento « non sono ovunque com- « pinte, e che all'orien- " t;ale tutto è ancora da « faro per 11n sistema di <I forti ficazioui ». o se non basti, giova ril ggero le parole, che qui profferiva, nella 1wi rna tornata del 15 giugno l899, il ministro Mirri: « abbiamo « perfettamente scoperta " la frontiera · orientale, « poichè, mentre dalla « parte opposta l'Austria « ha costruito e costruisce « fortilizi e strallo di <I grande importanza, noi « non abbiamo, meno in " qualche punto del Ca- « doro, neanche un can- ~ none. Abbiamo le do- " t a zio u i insufficienti, <I nouchè per la mobiliz- « zazione, anche per l'e- ([ sercito di pace, e siamo La Peste (a lorcl Kitchener): Sono ai vostri ortlini, signor generale! (Postillo,i). La questione delle spe• se militari è spina acutissima nelle nostre carni, e invano noi ci abbeveriamo cli oppio per non sentirla. Certo, non vi è niente rli peggio che clis c u t ere continuamente dell'esercito e della ma• rina. Ma di chi la colpa 1 È la forza delle cose, non la volontà nostra che ri· mette in campo un problema come questo, che non è punto vero sia di indole esclusivamente tecnica. Esso, al contrario, a costretti a tirare inuan· « zi a furia cli ripieghi. Abbiamo infine caserme, per lo <I più• antichi conventi, le quali sono la negazione cli <I ogui principio igienico, così che il maggior numero di < uomini, che contiamo negli ospedali, è dovuto quasi « unicamente alle catti rn condizioni e al vecchiume cli <I esse». • . .. Occorre o no accresoore rli altre somnrn il capitolo del bilancio per la riproduzione del naviglio? Anche non volendo sognare U11'arnrn.ta italiana che fosse pari a qualcosa più della metà dell'armata francese; anche negando ogui fede ai procuratori, ai patrncinatod del presente no,tro costo.,issimo ordinamento marittimo_ dei cinque nostri ar3enali di Stato, difettivi e manchevoli, di fronte ai tanti no,tri cantieri privati, fatti onnipoteuti dal favore dei Governi: occorre, o no, tollerare in pace una condizione di cose, secondo cui, scartata quella ingeu.te 1nassa cli materiale, più o meno inutile, che galleggia, nelle acque stagne dei porti mi• litari, segnacolo cli comandi vani e oziosi (Bravo! Benissimo!), noi, in conclusione, noi non avremo, e di qui a un anno, se non undici buone navi da battaglia, di cui sole quattrn modernissime e potentissime, oltre cinque buoui incrociatori corazzati 7 BibliotecaGinoBianco è essenzialmente economico e politico. E fino a tanto che i tecnici non si persuaderanno di ciò, noi, ed essi con noi, non verremo a capo di nulla, e, insieme, ne riporteremo laceri i panni. Proprio, cos\: percbè, se non vogliamo instabile il bilancio dello Stato, che sappiamo cli che sangue grondi e di che lacrime; se vogliamo non tornar daccapo con bilancl come quelli che, una volta, i ministri presentavano per illudere la Camera, e la Camera votaya per illudere il paese, è bene, soprattutto, parlarci franco ed aperto. Si tratta di conoscere se noi possiamo, se noi dobbiamo ancora persistere nella incognita delle spese militari, che rappresenta il pericolo maggiore, o continuo, della nostra consistenza finanziaria. E rigmtrdo all'esercito, che è il tema del presente disegno, e che da solo forma, secondo me, il cardine di tutto il problema, « uno è il punto da decidere. Vo- <r gliamo noi, continuando nel sistema dei ripieghi, « mantenere l'antinomia t-ra fini e mezzi, tra organid « e bilancio? Oppure vogliamo, anche per chiudere di- « scussioni che tutti riteniamo cleleterie, restituire al- « l'esercito ordine e solidità, 7 Ebbene, non potendo
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