Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 6 - 30 marzo 1901

106 H!VlST:A. POPOLARE DI PUI,lTlGA LETTERE E SCIENZE SOCÌAL/ me, e che ringrazio - anche adesso. Dio non voglia che si ripeta la durissima lezione delle cose l Allora l'economia del Mezzogiorno fu assassinata in nome del protezionismo, che doveva riuscire tanto benefico alle industrie del Settentrione; ora si tenta di riassassinare la stessa economia in nome del liberi.~mo, e sempre nello interesse delle industrie settentrionali .... N. C. LESPESETRAORDINARIE MILITARI (Il discorsodi un monarchicsoolitario) Sicuri di far cosa grata ai lettori della JUvista diamo un largo riassunto, cercando mantenergli tutta l'ossatura, del discorso chiaro, onlinato, argutissimo dell'ou. Giustino Fortunato, riuscito Yeramente efficace non soltan GO per la forma, ma soprattutto per l'argomentazione derivata in questo nio'liarchico solitario danna convinzione i,incera e coraggiosa. Ln Rivista. Fortunato. (Segni di vivei citten.zione) Onorevoli colleghi! Invoco la vostra benevolenza, con l'animo ancora turbato dal più acerbo dei dolori che possano ferire un uomo; solo il sentimento del dovere Jia po~uto costringermi a tornare qui. Non è contro il Ministero nè contro la persona del ministro della guerra che io mi levo: chiunque fosse al Governo, io parlerei a un modo, nè altri, certo, potrebbe al Governo essermi piìt caro dell'onorevole Zanardelli, cui mi legano tanti anni di affetto vivo e sincero. L'ora è decisiva, la responsabilità di ognuno di noi è tanto più grande, quanto meno evidente è la direzione verso cui tutti, <jua dentro, siamo mossi. Chi infatti volt1sse conoscere, dopo tanto mutar d'uomini e di cose (più di uomini che di cose), come e perchè noi ci troviamo al presente disegno di legge per le spese straordinarie del Ministero della guerra, dovrebbe stentare non poco su non pochi documenti parlamentari dal 1897 ad oggi, e pnre non essere, io temo, perfettamente sicuro di raggiungere l'intento, tanto è ostico il linguaggio, tanto è cluro, difficile, a cavarne il significato. Io mi sforzerò di esporre a voi il frutto ùei miei studi. Abbiamo un bilancio della guerra, « consolidato », sino a ieri in 146, da ieri ad oggi in 239 milioni, dei quali 223 per le spese ordinarie e lG per le straordinarie, ossia per tutte quelle le guaii si attengono alle fortificazioni, all'armamento, agli apparecchi di mobilitazione, alle caserme. Questo, per tlato e fatto dell'odierno dibattito. Or l'Amministrazione della guerra, non appeua vinta, quattro anui addietro, la b,1ttaglia definitiva contro la riduzione degli organi,}i, proposta, dal genera! Ricotti; appena al coperto di ogni nuova opposizione al presente ordinamento dell'esercito, che tante volto il generai Ricotti aYeva dimostrato incompatibile con le cifre assegnate: quella stessa Amministrazione, che pure allora aveva rigiurato di non dovere mai più ricorrere a maggiori crediti, pensò bene chiedere al Parlamento, da un canto, l'approvazione anticipata cli tutto lo ammontare delle spese straordinarie por un quinquennio, dall'altro, la facoltà di vellllere direttamente alcuno aree fortilizie e vecchie armi, e tleYolverne a 1n·oprio utile i proventi. Per quali motivi il disegno di lrgge non ò venuto sino ad ora in discussione, io non ripeterò per uon tediare la Camera. La Camera ricorda, che ad ogni nuovo stato lli preYisione la Giunta, generale del bilancio, rimandò, di anno iu anno, l'arruffata cliscu~~ioue, limitandosi, volta per volta, a concedere le sole spe~e di un solo esercizio, nella somma prestnbilita rli 16 milioni. Così oggi noi ci 1;roviamo nollo ,;trauo caso <li avere un bilancio della Guerra, qnale è qt1eUo dell'esercizio iu corRo, già da tempo approvato nella parto ordinaria, a già più cho mezzo consttm:tto1 ma l~ cui Biblioteca e.no Bianco parte straordinaria è ancora sospesa per aria, ancora incerta se dovrà, o no, essere inclusa in questa nuova specie di oninib1,s, in qnesto nuovo genere di rcbns fi. nanziario cl10 ci sta dinanzi.. Di cl1e infatti si tratta, e che cosa vogliamo noi ott,enere i Come aJ solito, come Rempre, un dire e un nou dire. mirando a nn fine, con mezzi, per il momento, inadeguat-i, 1ua ai quah clovr:\ 11ecessariamente prOV\"eclere, impegnata l'oJ)Ora, l'avvenire; sempre cosl, eia venti anni i11qua, per tnt.to quello, pii'1 specialmente, che si attiene agli ordini milit;ari! Ebbene, se ai Governi non ò piaci11to mai dire in ti era la verità, tocca ormai a noi pal'la,t·o <ll1iaro, per farci intendere. Non occorro molta scienza per leggervi addentro; c'è. pure una sapienza llratica, una, vi rtì1 modesta, cho fa a meno della scienza, e ne lla gli ultimi frutti: ed è la sincerità. Di che mai si tratta'/ Di questo : uoi vogliamo, noi dobbiamo rifare di saua pianta tutta l'artiglieria campale, così nei cannoni eia centimet,ri 7, come in quelli da 9: un gran bisogno, senza dnbbio, forse il maggiore, forse il più urgente, ma non l'unico di gm1nti ancor~ soprast,ano, realmente, alla difesa na1,ionalc, valutati in moneta confa,nte, non piiì tardi dell'autunno del 1899, dalla Commissione suprema cli guerra, iu 400 milioni ci.rea;. Ancora 400 milioni, dei quali 72 ller l'artiglieria da campo! Come adempiere l'immane obbligo~ In nu quarto di secolo, risponde l'Amministrazione della guerra, con i soli assegni annui della parte straordinaria del bilancio (poi che 16 moltiplicato per 25 dà 400), noi piacendo a Dio, ne verremo tranquillamente a capo, ma .... a un patto, un solo patto: che, fra tanto, noi provvedfamo, al piì1 presto e il meglio possibile, all'rtrtiglieria, 72 milioni, e ad alcune altre impellenti necessità, le quali import.ano altri 73 milioni. Un tutto <li 145 ! Dove prenderli 1 Ecco. Secondo l'Amministrazione della guerra, in soli ciuque anni noi potremmo, per uu verso, con gli assegni effettivi della parte straordinaria (poi. che IG moltiplicato per 5 cl:\ 80), pagare quanto ora occorre al!e fortificazioni, alla, mobilitazione e alle caserme, per l'altro, mediante i residui e le vendite delle aree e dei fucili fuori uso, trasformare, non tutto, ma parte del materialé di arti~lierin.. Invece, secondo la Ginnta generale del bilauc10, in sei anni, non più in cinque, noi ani ve remo, da nn lato, mercè gli stanziamenti propri del bilancio, a rinnovare interamente l'iwtiglieria, dall'altro, con i residui, con le vendite e, per un cli piì1, con economie su la parte ordinaria, a sopperire ai rimanenti bisogni. Perchè questa differenzaf Evidentemente, perchè c'è qnalche cosa di aleatorio, ùi molto aleatorio, nel conto delle entrate, riguardo, piìt specialmente, alle famose permute, alle decantate trasf'ormazioui. I residui, per esempio, e lfl economie, che la Giunta calcola, i primi in 12 e le seconde in 20 milioni, trovano o discorde o scettico il ministro. Tre milioni e mezzo, circa, per anno, di economie nella parte ordinaria del bilancio! O percbè alJora. stentiamo tanto a da,re il cavallo a tutti i capitani, a migliorare le condizioni degli ufficiali inferiori, pagati che peggio non si può, in coutinua lotta con sè stessi, non contenti nè di sè ne di noi? Dove trovarle queste economie se il ministro era ginnto a proporre di cassare dal prossimo bilancio, sinanche lo scarso fondo di sussidi alle fa11.ligliebisognose dei richiamati sotto le armi? E per restare nell'a,rgomeuto delle artiglierie, o non ci ha eletto l'onoreYole Afo,n de Rivera, il 25 noYembre dell'anno scorso, che volendo e dovendo riunovare il materiale ùi artiglieria lla ca,mpo, bisognerà pure ricostituire i reggi menti da costa e da fortezza, sdoppiare il reggimento di artiglieria da moutagna, riordinare gl'Ispettornti, tutte cose urgenti, 11ecessarie, m,t che costano quat.triui ~ Le aree poi - ca1irn inril·itcrnti ! - daranno, al pi11, secondo il ministro 25 milioni. Chi vivr:\ vedrà. E in quanto, finalmente, ai vecchi fucili, noi altro non sappiamo se 11011 che essi ammontano a 900 mila. A 20 lire ognuno, ecco qui un altro bel gruzzolo ili 18 milioni: una vera manna del cielo, senza dt1bbio ! Ma trovo1·eruo noi mai chi vorrà acq uist,trli 1 potremo noi darli al primo venuto, e, finchè ciò non sia, dovremo o no spendere tutti gli anni qualcosa, 20 centesind ognnrto, p.-r conservarli t

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