lO't RIVISTA POPOLARR DI POLTT!CA LETTERE E SCIENZE SOCIALI ~ettewbro 1898) e Ai cacltiti cl'Afric<i (0 maggio 1!)00), quelli sull'Ora p1·esente (19 mn,ggio 1895), e _sul Dover~ polit'ico (9 ottobre 1898); - quel complesi;o eh numerosi scritti e discorsi per le stracfo ferrntc ofantine (1880-97), che deve considerarsi come opera cli alta benemereuza ciYile per l'inizio di una soluzione intorno al problemn, dell'Italin, meridionale. In tutta la varia sua prorlnzione sono veramente mirabili gli stucli storici, in cmi è profuso tanto acume di ricerca, tanto vigore di geniale ricostruzione, su I fencli e i casali ili Vit(l.l/)(1, Snntci JÌlfnrici rli Fitnlbn, Sa-ntci Mririn cli Perno, Bioncro medioeco.le, ossia su così gran parte della prerlilelt:i sna terra. Importanti infine sono parecchi n,ltri suoi scritti diversi, come : Un enore geo9rnfico, L 'A ppc1rni110 deUci Oa.inpanici, L'cilta valle clell'O.fcmto, I napoldcini rlel 1799, J l 1799 in Bcisiliccita, lici questione rlenianiale, I monti fru.me11tciri, ecc. Infine, ricordiamo a suo orrore, clte egli fo 11110 dei fondatori e dei collauoratori della, Bassegiia. Settimancile di Sonnino, cl1e dette un primo impulso vigoroso agli studi sociali in Jtali,i. Noi. ERRATACORRIGE. Per una svista del tipografo sul prcccllente numero fit messa, nella prima pagina del testo, In,clata del 1.5 .febbraio inve,ie che del 15 marzo. Laùiscussiono ù ldazisoul ~rano La discussione sulla mozione Agnini-Berlesi per l'abolizione ùel dazio doganale sul grano è durata vivace per una settimana ali' incirca ed è terminala a Montecitorio col voto del :2-2 marzo, che la respingeva a grande maggioranza. Nessuno se ne sorprese perchè conoscevasi che al suo mantenimento erano interessati i rappresentanti di tutta Jtalia e non òel solo Mezzogiorno. Ciò avevo dimostrato .in uno dei miei precedenti articoli, e non so comprendere, quindi, perché l'amico Giretti nella ìlila Intel'na:.;ionale abbia voluto avvertirmi sulla esistenza di siffatta circostanza. La discussione fu viva, ma la sua maggiore importanza le venne dalla dimostrazione fatta del conllitlo d' interessi tra la industria e l'agricoltura; tra il Nord, ove predomina la prima, cd il Sud, la cui vita economica s' impernia sulla seconda. Come e perché, poi, l'abolizione del dazio avrebbe potuto riuscire più dannosa al Mezzogiorno, alla Sicilia e alla Sardegna lo dissi altra voHa, ma giacché certe verità si dimenticano facilmente, o non si vogli0no apprendere mai, non sara male che io lo ripeta in pochissime parole. :-;el ::---Jorid danni dell'agricoltura vengono meno risentili perché equilibrati dai benefizi dell'industria; nel Sud e nelle isole mancano in grandissima parte tali compensi. Nel )lord, l'abolizione del dazio colpirebbe maggiormente i proprietari e i fillaiuoli: i lavoratori, in una certa misura, troverebbero occupazione nelle officine. Nel Sud e nelle isole il danno si ripercuoterebbe inesorabilmente sui contadini - ai quali non resterebbe altra risorsa che l'emigrazipne : risorsa limitala, perchè non tutti posseggono i mezzi per valicare l'Oceano. Accennando alla ripercussione del danno sui lavoratori del Nord, dissi che questi, scacciati dalla terra, avrebbero trovato occupazione nell~ industrie soltanto in. una certa misura ; e sottolineai la frase per richiamare su di essa l'attenzione del lettore. Infatti s'illude e illude gli altri, anche nella massima buona fede, chi crede che lo sviluppo delle industrie nell'Alta Italia sia tale da potere assorbire la popolazione che non trovasse più lavoro nelle cam- . pagne, come è avvenuto sinora in Inghilterra. Che BibliotecaGinoBianco le fabbriche siano sature di braccia, anche nelle presenti condizioni dell'agricoltura e coll'attuale regime doganale, risulta, colla massima evidenza, dalle proporzioni, veramente dolorose ed eccezionali, della cosicletta emigl'azione tempol'anea, il cui significato non sarà mai abbastanza apprezzato. I centocinquanta mila uomini ali' incirca che ogni anno, movenclo quasi esclusivamente dal Piemonte, dal Veneto, dalla. Lombardia e dall'Emilia, oltrepassano le Alpi e vanno a cercare pane e lavoro in !•rancia, in Svizzera, in Austria, in Germania durante la buona stagione, dicono che oltre l'incremento della emigl'azione permanente, che prende la via delle Americhe e dell'Africa settentrionale, colla diminuzione della coltura del grano noi vedremmo triplicare o almeno raddoppiare la prima cifra. ~fa è notissimo che le altre nazioni del vecchio continente ne hanno gia abbastanza della immigrazione dei .cinesi in Europa - gl' italiani - ; ogni ulteriore aumento della medesima aggraverebbe terribilmente la concorrenza al lavoro, che i nostri connazionali fanno al cli là delle Alpi, e che provoca le selvagge esplosioni dell'egoismo umano conosciute sotto il nome di eo.ccia all'italiano . Ecco il lato sociale importantissimo della conseguenza dell'abolizione del dazio sul grano, che socialisti e repubblicani non hanno voluto menomamente prendere in considerazione. Era il lato che poteva riuscire alla condanna della propaganda abolizionista; perciò essi, con qualche abilità, ma con poca leal là, hanno taciuto scrupolosamente degli insegnamenti che scaturiscono lampanti dalla crisi agraria in Inghilterra, nel Belgio, in Germania, in Norvegia, e che sono stati messi in evidenza. da mc negli articoli qui stesso pubblicati, e nei discorsi pronunziati nel Comizio di Palermo il 1\) marzo e nella Camera dei Deputati il giorno successivo. Tale silenzio, messo in riscontro coli' abbondanza di frasi sui punti nei quali essi hanno creduto di poter combaUcre gli avversari, è davvero eloquente, e sarebbe anche ingeneroso insistervi. Sull'azione che il protezionismo possa esercitare sui salari dei lavoratori, e che ha formato il tema prediletto dell'on. Agnini, non m'intrattengo adesso : <]uibasta ciò che dissi scrivendo clcll'InglLilterra; più ampiamente me ne occuperò nel volume d'imminente pubblicazione. Mi piace, però, constatare che ali' on. Ber tesi non sfuggi la di versi tà delle condizioni tra il Nord e il Suò, tanto che benevolmente propose doversi abolire il dazio sul grano per ora, per prendere, poi, opportuni provvedimenti per le regioni che ne venissero maggiormente a soffrire. Prendendo atto della significante concessione, cui il gruppo socialista è perven11to in se~uito alla campagna da me intrapresa, e nella quale ho trovato non pochi alleati, più o meno disinteressati, è bene osscnare che Je buone intenzioni e le promesse future valgono ben poco dinanzi ai fatti ed ai danni immediati. È savia politica poi il prevenire le conseguenze nocive già note di un provvedimento invocato, e non attendere che esse si esplichino e riescano ad avvenimenti spiacevoli, che possono sorpassare nella loro portata le stesse previsioni. · Lo stesso valore ha l'espediente dell'ultima ora esposto dallo stesso on. Agnini, in seguito alle dichiarazioni assennate ed opportune degli onorevoli Pantano, Bcrio, Guerci e Comandini. Essi su per giù avvertirono che l'abolizione del dazio sul grano aveva tutte le loro simpatie, ma che Ja volevano integrata colla riforma di tutto il sistema delle nostre tariffe doganali : con una riforma tale che togliesse i vincoli che inceppano lo sviluppo della economia nazionale, e somministrasse automaticamente all'agricoltura altri compensi per le perdile che potrebbe
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