Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 6 - 30 marzo 1901

118 RIVISTA POPOLARE DI POLJTJCA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 31 milioni di lire itàliane; il totale della spesa ammonta già ad oltre due 111,iliardi e duecento cinq1tanta milioni e si ritiene, sebbene non officiahnente, che in tutto si spenderanno da qiiattro niiliarcli e cinquecento milioni a cinq1ie miliardi circa, prima che la supremazia dell'Inghilterra sia definiti vamente stabilita nell'Africa del Sud. E tutto questo non è che parte della spesa totale della guerra. La rendita è discesa da 117 a 97, e prima che termini la guerra, si crede che sarà pili vicina a UO che a 100. Gl'interessi sui cinque n~ilicirdi al 3 O[O sono 75 milioni all'anno, ed oltre a ciò il pubblico inglese si ·deve preparare ad un aumento nelle spese militari di 250 milioni all'anno per lo meno. L'allarmante aumento nelle s1Jese militari è un melanconico commento alle proposte dell'Imperatore di Russia sottoposte al Congresso per l'a.rbitrato dell' A,ia. Però si deve osservare che lo Czar non è venuto meno alla promessa di porre un limite a.ll'incremento delle spese militari; poichè la Russia non ba preso a pretesto la gnerra cinese per aumentare il bilancio del ministero della guerra (Review nf reviews - Marzo). Albe1·t Bonnard : La legge francese delle associazioni. - « Voi porterete, ha detto il conte Alberto de Mun ai presidente del Consiglio nel suo discorso del 2-3 gennaio, una doppia ·responsabilità: la proscrizione dei cittadini. e la persecuzione delle idee; la confisca delle proprietà e la confisca delle idee "· Sotto una tale. responsabilità ogni ministro meriterebbe di soccombere. Ma l'oratore elencale ha detto il vero 1 11 progetto sulle associazioni è degno di quest;i, stigmr~ta -~ La discussione continua ali&.Camera; si prolungherà a,l Se~ nato; l'opinione pubblica ne è interessata, ed è bene vederci dent1,o. .: Nel suo piano egualitario la Rivoluzione non volle 1-iconoscere cl.te l'Individuo e lo Stato. Tutte le persone fisiche, afferlitò, son delle persone giuridiche; tutte 11:1 persone giuridiche sono eguali ; solo le persone tisiche possono possedere, coutrn.tfare, stare in giustizia. Questi principii furouo subito applicati con rigore; e tntte le corporazioni furono soppresse. Le congregazioni ebbero la medesima sorte. Nòn pift conventi,· non più ordini monastici, e i loro heni vennero ad ingrossare il demanio nazionale. La Chiesa fu r.dottn. ad ·uu servizio pubblico, e i preti dipesero·· unicamente dallo Stato. Questa fase non poteva dmare. È perciò che Napoleone, primo console, fece il Concordato che regolava i rapporti della Francia co11. la Santa. Sede, orgauizzando il clero, fissando le competenze rispetti ve ·del Papa e dei poteri civili, e accordaudo alla Chiesa la dotazione. Allora gli ordini religiosi restarono di fatto a.boliti, tanto che il Concordato non li menziona neanche. Poi la mate.ria fu regolata· dal Codice penale, il quale stabilisce che nessuna associazione di piìt di venti persone possa· formarsi senza essere prima autorizzata dal governo con le condizioni che piaccia ad esso d'imporre, salvo ammende ai capi, direttori e amministratori. Queste disposizioni sono ancora il diritto ·pubblico della Francia. · Dopo la caduta dell'Impero ben treuta progetti e.olle associazioni vennero fatti; ma nessuno giunse in porto. L'attuale progetto di Waldeck-Rousseau non è nuovo. Egli lo aveva presentato .nel 1881 come ·ministro del1' interno del ministero Gambetta, e ripresentato poi come membro del ministero Ferry, di cui Méline, capo .<lell'attuale opposizione, faceva pure parte. H principio generale della legge è la libertà delle associazioni. L'autorizzazione preventiva, che esige il Codice penale, è soppressa nel progetto. L'associazione è sottomessa ad una sola formalità : la dichiarazione di esistenza. Questa dichiarazione pérò non conferisce la personalità giuridica. Per ottenerla bisogna ottenere il riconoscimento di utilità pubblica. Quei;ti principii sono applicabili a tutte le associazioni e quindi anche alle associazioni religiose. Ma - ed è qui il punto delicato - il progetto mette a parte le congregazioni. Non le nomina, ma nemmeno contesta che esse sono prese di :rµira dall'art .. 11, che dà uoa _regola speciale per <r le a-ssociazioni tra francesi e stranieri di cui la sede o· la direzione saranno fissate all'estero e confidate a st,railieri, « e « le associazioni i cui membri vivono in coruuue ». BibliotecaGinoBianco Le ussociazioni e le congregazioni sono infatti essenzialmente differenti. I membri di un'associazione sono dei cittadini che mettono in comune i loro sforzi e talora una parte del loro patrimonio per un fine determinato, ma tenendo separa.ti gli interessi, le loro a.tfezioni, le loro relazioni il loro tetto, le lnro famigli_o, la loro patria. I membri delle congregazioni, invece, si annientano nell'istituto in cui entrano, e fanno voto di povertà, non possedono pilt niente, devono tutto il loro patrimonio ali' ordine di cui fanno parte iutegrante. I congregazionisti rinunciano a fondare una famiglia e a perpetuare, fanno voto di obbedienza pel"indeac cadave1·, e cioè abdicano ogni volontà, ogni coscienza individuale, non vedono che per gli occhi, non pensano che pel cervello dei loro superiori. 'l'a,luu-i ordini ingiungono persino ai loro membri di rinuuziare alla, parola. Può lo Stato considerare queste congregazioni come le società ordinarie di ginnastica, musicali o di beueticenza? Waldeck-Rousseau dice no; e a ciò ci sembra sia condotto dall'evidenza. Questa legge che oggi ba sollevato tante collere, se fosse stata sottomessa, venti anni or sono, a un repubblicano francese tra i più moderati, sarebbe stata dichiarata timida. E lo è infatti. Essa pecca contro la logica riconoscendo i diritti acquisiti dalle congregazioni oggi autorizzate, e pecca per aver tolto· via tutto ciò che potesse sentire, anche alla lontana, di giacobinismo trndiziQ.Dalo. Giammai legislatore laico europeo aveva risoluto la questione degli ordini religiosi con una mano c_osìleggera. (Bibliothèq1ie Universelle - Marzo). H. Depasse: Il lavorò e gli scioperi. - Il rE<gime del hìvoro, nella sua evoluzione attraverso ai secoli, è giunto ad un nuovo inomento di crisi, cl.te segue un gran numero d'altri momenti di cui si potrebbe tracciare la curva come fauno gli statistici. Ma gli scioperi moderni che caratterizzano questo momento di crisi sono essi un buon mezzo di emimcipazione e conquista 1 I risultati sinora otteOLiti lo negano. È che in questa crisi del lavoro, come in altre crisi di differente genere, vi sono elementi del passato in lott-11c,on elementi de11'avvenire. Lo sciopero è un elemento del passato, un'idea antica che si ostina. ancora a vivere. Gli elementi dell'avvenfre sono i consigli del lavoro, le conferenze nell'officina, le istituzioni di conciliazione e di arbitrato, i sindacati, lo spirito di associazione, l'educazioné politica ed economica del proletitriato, l'interpetrazione nuova della giustizia, e, in fine, la forza dell'opinione f'Ubblica, dinanzi alla quale piega a vista d"occhio un codice cesareo che si diceva, immutabile. I lavoratori che si occupano degli scioperi, arrestano l'altro movimento che è il buono, gl'impediscono di produrre il suo pieno elletto. Mentre fanno lo sciopero essi non ten~ono i consigli del lavoro; spendono inutilmente le forze e le risorse che J:)Otrebbero essere molto meglio impiegate.'; raffreddano l'opinione pubblica, e ritardano i progressi della ~egislazione. Noi uou sappiamo s_egli. scioperi di Calais, di Marsiglia, cli Montceau-les -M:ines saranno nell'Amniaire des Gn;ves, pubblfcatò dalla Direzione del Lavoro al Ministero dell'Industria. e Commercio, nota:1,tit"ra quelli dell'anno che sono riusciti. Non è impossibile, perchè gli scioperanti strapperanno alcune concessioni; ma sarà. certo un illusione, ed è meglio dirlo. Queste concessioni di dettaglio strappate in mezzo alla mischia, scritte in uno stile equivoco, sono riprese alla prima occasione: spesso una potente Compagnia si dice vinta, sapendo bene di non esserlo. La verità della maggior parte degli scioperi è che il Lavoro, in venti giorni, spende le forze di parecchi anni e cade prostrato, mentre il Capitale è così fresco come non avesse combattuto. M:undella ha insegnato agli operai inglesi nu'altra politica, trent'anni or sono; e la Camera dei Comuni conservatrice, tutta infatuata d'imperialismo, vota oggi la legge dello 8 ore per le miniere; e il consiglio della Contea di Londra - quest'assemblea che rappresenta quattro milioni di abitanti - realizza delle riforme sociali in Inghilterra che l'opinione pubblica accetta senza discutere. Noi non possia.mo aualizzn,re nei particolari lo scio-

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