WVJ.STA POPOLARE Di POLITICA LETTJrnE E SCIENZft' SOCIALI 115 colo dopo l'Espronceda e il Quintana; il Revilla, un dei suoi critici, dice che il Campoamor « ha saputo dare alla dottrina severa un'applicazione pratica, e riconoscendo che la poesia non insegna e non può insegnare, s'è contentato di vestire 1 suoi concetti d'una forma bella e originale, perchè in tal modo si diffonda e eotri nella coscienza del popolo )); il Rayon aggiunge: « Il Campoamor è un poeta assai vario, ma poco atto per sua natura alla mollezza e alla delicatezza; descrive con esalta concisione, narra con naturalezza, e dialoga con energia; poche volle, se non inclina al paradosso, pecca nell'argomento; è sobrio nell'invenzione e nella composizione, e i suoi quadri hanno tutti una chiusa felice e sapientemente preparata; lo stile è più nervoso che fluido, severo e solenne più che dolce e armonioso, ~ i suoi periodi, spesso concisi, hanno talora ricchezza, abbondanza e numero ; del resto, se i versi non offron sempre cotali pregi, si distinguono invece per lo spirito o per la sentenziosità » ; finalmente il signor Zerolo e o n eh i u de : i componimenti dove la mescolanza dei generi e pii'1 intera, armoniosa e perfetta in una forma agile, mossa, trasrarnnte, musicale. « A Ottavia. cc Nè amor canto, nè belleiza, pere' è questa è un sof'fio vano, e quello nulla più che un'ombrn oscura. Ottavia. - Non è dunque più che un'ombra la carezza 1 Nulla più. · Codesti fiori onde superba la tua fronte raggia adorna, tu vedrai che domattina non saranno più che cenere. Ottavia. - Non saranno più che ce:1ere ? 1\Tulla più. E nel tuo piacere non punto scarso, che dirai tu che sia un piacere, che dirai 1 Otto.via. Nulla più che un soffio, f'orse 1 Nulla più, bimba, che un soffio; nulli più. Nell'età delle passioni, fra le « Quanto a me, confesso che preferisco di molto le poesie del Campoamor alle opere analoghe ; e dirò perché, quantunque la paia un'eresia letteraria. Io quasi non posso leggere una composizioue un po' lunga senza che le dita di piombo del sonno serrino le mie palpebre ; Dio solo sa quanto mi costi affaticar l'occhio per una tirata dì versi che non dicon nulla ! E codesto m'accade con buoni poeti, con molti dei migliori - de' cattivi non parlo - classici o romantici, idealisti o realisti, della generazione attuale o della A Berlino. spine del tedio, troverai aria, ombre e illusioni ; nu Ila più, luce degli occhi miei, nulla più ! ... » Io non posso cita• re, per la brevità de 11 o spazio, altri componimenti di simii natura; ma d'altra .parte vorrei che i lettori si facessero _ un'idea di questa lirica in cui tanti carattel'i afflitto moderni son da studiare, segnatamente l'umorismo·e il pessimismo. L' umorismo del Campoarnor non rassomiglia p un t ò a quello d'altri scrittori, lo Swift, Jean Paul, Se lo avessero vednto i suoi t'edeli sudditi e l'Europa e il mondo Arrigo lieine. In lui, intero che tiene tanto in agitazione! come negli altri, è precedente, e persino con quelli-del secol d'oro. E. se ho pur da dire quel che sento, credo che a molti accada lo stesso con tali liste di versi armoniosi. Con la poesia del Campoamor non è così, perchè, se s'ha a dire, i suoi versi son pieni di pensieri; e il Campoamor, come disse un poeta illustre, il Nunez 1de Aree, dimostrando la missione del poeta, non canta come l'uccello nel bosco, estraneo a quanto gli è in torno e sempre la stessa cosa. * * Le poesie pìù importanti del Gampoamor si con - tengono nel volume delle Doloras, in quello dei Poemas e in quello delle Humoradas; e appunto da codesto materiale noi ricaveremo i caratteri dell'opera poetica dell'illustre scrittore. Che cos'è una dolora ? li Campoamor la definisce in una lettera al conte di Revillagigedo, premessa alla prima edizione, con queste parole: « Una composizione leggiera nella forma, e in cui indispensabilmente tien sempre il primo luogo un concetto filosofico ». la fatti la dolora del Campoamor è un che di mezzo tra l'anacreontica e l'epigramma, di forma lirica, na1•rati Vfl o drammatica, chiara, rapida, viva, dove il sentimento abbia una punta d'ironia, l'immagine una sprezzatura d'umorismo, la forma uno strappo d'adorabile neglettezza. Citerò la Vantla dr:llarbelle;;za, come uno J:r1:1, BibliotecaGino Bianco (Uomo cli Pietra cli Milano) pure la contrappo- . sizione tra il fondo serio, quasi tragico, della vita e la franea di ,involtura con cui il poeta la guarda; ma se la vita rimane la stessa per tutti, il grado di rassegnazione apparente non è in tutti lo stesso, nè con lo stesso tono e colore. Mentre, per esempio, io Arrigo Heioe, a cui il Campoamor fu talora paragon~to, la celia birichina scatta quasi sempre dal dissidio fra l'individuo e il mondo esterno, nel Campoamor un compatimento bonario per sè e per gli altri attenua o smorza i contrasti dell'esistenza; si che, come nell'uno lo stacco è più acerb,) e più impetuoso, cosi nell'altro il sentimento è più temperato e più facile. Xell'umorismo del Ileine ha più parte l'elemento soggettivo, i dolori e gli amori del poeta, i suoi ne• miei, i suoi momentanei convincimenti politici, la mcJbilità delle sue impressioni sociali, religiose, morali; nell'umorismo del Campoamor l'antitesi è inYece quasi sempre oggettivo, tra i fatti stessi, non tra il poeta e i fatti, e la contraddizione è nella natura, non già nell'anima. E questa maggiore ampiezza d'osser·vazione, se toglie molto alla varieti capricciosa, alla squisita e nervosa affettività, alla fantasia luminosa de' componimenti del Campoamor, che cedono in questo;a quelli del IIeioe, infonde loro un raggio vivido e eguale di verità eterna, che penetrando negli abissi oscuri dell'anima, rischiara i
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