Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 5 - 15 febbraio 1901

RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 87 gnano d'innalzare, sulle rovine della Francia di oggi, un grancle altare sul quale domini una croce e - sullo sfondo, tante sciabole levate tra le quali - forse - lo scettro di un re. L'esercito cade nell'imboscata clericale - ma vi cadra la Repubblica? Parigi, l\farzo !901. ALFREDO N!CEFORO. Parlaùts~iDlirra ùl D rt..i.to onelrristo Un amico, alcuni giorni or sono, mi mostrò l'Italia del Popolo di Milano con un articolo a firma V. in cui, a proposito dei rapporti tra l'industria e l'agricoltura, si leggeva questo periodo: « Noi siamo condannati a subire le conferenze di « un deputato che si qualijì,ca repubblicano, e so- « ciologo per giun-. sola repubblica che non sia protezionista. Il fatto é cos universale che se al regime doganale assegnassi il valore assoluto che gli danno i miei contraddittori, sarei io nel diritto di sorprendermi e di deplorare che in Italia ci siano repubblicani non protezionisti. L'Italia del Popolo pubblicò la cartolina mia facendola precedere da un coppella e da un Nota-bene. Con non mia piccola sorpresa, però, la Direzione mise in relazione le mie parole, non col periodo succitato dell'articolo a firma V., ma c0n un altro contenuto in un numero (13-14 febbraio) dello stesso giornale. Non solo : L'Italia del Popolo volle permettersi il gusto di mostrare ai suoi lettori che io ero uno sciocco, poiché riprodusse l'ultimo trafiletto da me ignorato, e che aveva da fare colla mia risposta quanto Ponzio Pilato col credo. Perciò il giornale repubblicano di Milano poteva aggiungere trionfalmente: « Nel numero 13-14 febbraio dell'Italia « del Popolo, a proposito della condotta indiscipli- « nata. di qualche deputato del gruppo repubblicano « alla Camera, pubblicavamo il seguente articoletto « che ristampiamo, perché i nostri lettori possano « giudicare se es- « so meritasse o « ta, in favore det « dazi protettori. » Benché io non abbia sinora inflitto a chicches - sia una mia conferenza in favore dei dazi protettori, p u r dichiarando che sosterrò dovunque le mie idee, che sono quelle designate come protezioniste; benché io non mi sia qualificato come sociologo e non abbia avuto altro torto - assai grave per coloro che hanno il monopolio di una cosiddetta scienza italiana - che quello di pubblicare due volumi s u 11 a Sociologia Criminale; ciò non pertanto credetti di riconoscermi in quel deputato reIl maggior ostacolo. « meno la risposta « che ci manda « l'on. Colajanni :.. Sicuro : la mia risposta messa in rapporto con ciò che non intesi mai oppugnare , perché lo ignoravo, é sconclusionatis sima, e riesce faci• lissimo ai miei contraddittori di osservare che io sposto la questione , mentre chi la spostava, in una maniera che io dovrei qualificare severamente, era l' Italia del Popolo! - Maledizione! Chi avrà messo questa pianta attraverso alla mia strada Y Tutto questo asrebbe dell' abilita sopraffina, del genere di quella che noi siamo soliti bollare per disonesta, se non fos- ( Uomo di Pietra cli Milano). pubblicano e protezionista, e scrissi una cartolina cosi concepita: Napoli, 28 febbraio 1901. Signor Direttore, « Un amico mi mostra un numero dell'Italia del « Popolo con una puntata al mio indirizzo. Lo scrit- << tore si meraviglia che io sia repubblicano, sociologo << e prote:.ionista. Nella mia grande ignoranza sarei « grato allo scrittore repubblicano autentico, se mi « volesse far conoscere qual'è il regime politico che << vige in America (Nord e Sud), che da tempo im- « memorabile é protezionista. Coréliali saluti. << Dott. N. Colajanni. » Questa mia cartolina non ha che un difetto: é incompleta. Allo-scrittore che si meravigliava del fatto che sono repubblicano e protezionista, non avrei dovuto limitarmi a ricordare in forma ironica che l'America repubblicana è protezionista; ma avrei dovuto domandargli se conosca in America e in Europa una BibliotecaGinoBianco se il prodotto dell'acciecamento prodotto dalla impotenza in cui si trovano imiei contraddittori di indicarmi uno straccio qualsiasi di repubblica che non sia protezionista! Ed ora eccomi a seguire i contraddittori di Milano sul terreno su cui hanno voluto spostare la questione. Mi si accusa di essere un indisciplinato. L'accusa è meritata; però chi la formulò non .conosce il valore delle parole: é il meno che possa dirgli. Con legittimo orgoglio, avverto l'Italia del Popolo, che nessuno in Italia ha il diritto di darmi dell'ipocrita e di rimproverarmi la mancanza di sincerità di costumi politici. Chi fa ciò é un impertinente che mi calunnia, non conoscendomi. E' non sincero, é ipocrita chi nasconde il proprio pensiero. Dicano coloro che mi conoscono, se tali aggettivi si possano appioppare a me. In quanto a coloro che non mi conoscono seguitino pure a divertirsi calunniandomi. Sono tanto ipocrita, e non sincero, che nella prima

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==