RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCJENZE SOCIALI tori delle miniere; ma il governo del generale Pelloux, che non aveva potuto sfogare la libidine reazionaria contro le masse, si vendicò contro l'on. Colajanni colla lotta turpe e violenta ehe gli organizzò nel 001legio, • quando in seguito alle sozze accuse degli industriali egli si dimise e si ripresentò agli elettori per sapere se ne godeva ancora la fiducia. Il metodo seguito tante volte dai capitalisti e dagli industriali è veramente scandaloso, sopratutto perchè adoperato da uomini che quando loro fa comodo si dicono conservatori ed amici dell'ordine, ma che, quando il cont11 torna, agiscono da veri organizzatori e provocatori del disordine. E' un metodo scelleratamente vile, perchè mentre m1mtiene al sicuro coloro che provocano i disordini, e procura loro talvolta l'occasione gradita e ricercata di atteggiarsi a benefattori ed a pacificatori, espone indifesi ai rigori della legge ed alla ferocia, di certe autorità politiche i poveri lavoratori, che si la- · sciarono prendere all'amo dalla sicurezza di potersi permettere lo svago di una dimostrazione senza eccitare la collera della polizia, perchè si sapevano spinti dai padroni e 'da loro protetti. Questi disordini eccitati dagli uomini di ordine, intanto, legittimano il so~petto che le autorità di ogni sorta seguano un vero criterio di lotta di classe contro i lavoratori. Infatti non si seppe mai di procedimenti iniziati contro Figari, Raggio, Pattison, Florio, ecc., come organizzatori di scioperi e provocatori di disordini. Lo zelo a procedere e ad arrestare, invocando gli articoli del Codice penale, e contorcendoli per applicarli, vien fuori soltanto quando le inanifestazioni degli operai sorgono spontanee dal loro seno, e riconoscono per causa legittima la fame, la lunghezza della giornata di lavoro, i maltrattamenti e le angherie dei padr,9ni. Il prezzo e il consumo del frumento I torbidi delle Puglie e di Palermo, che probabil- •mente potranno essere Beguiti da altri altrove, danno buon giuoco ai propagandisti dell'abolizione del dazio sui cereali, i quali mett-000 in eviùeuza il fenomeno, ma ne tacciono la causa vera, cui abilmente, favoriti dalle apparPnze e dalla grande ignoranza delle masse, ne sostituiscono una che potrà contribuire a deterininarlo, ma in una minimissi ma parte: il dazio! Se il earo prezzo del pane fosse la causa dei tumulti per fa:ne, la fame in generale non dovrebbe 'far capolino dove il frumento vale pochissimo. L'India e la Russia sono i due paesi, che fanno la maggiore concorrenza ai cereali dei paesi del hacino del Mediterraneo, e particolarmente in Italia. Ebbene, l'India e la Russia - dove il frumento si vende circa a c1ieci lire il quintale - sono i due grandi imperi dove i morti d 'inani.=i011esi contano a mi!ioni ! Nell' India e nella Russia si muore di fame, e si esporta il grano, che viene a rinvilire il prezzo del medesimo in Italia o al trovo ... Questo fenomeno i socialisti specialmente possono studiarlo nel libro di Hyndmann sull'India e <li Lehmann e Parvus sulhi Russia che soffre la fame. (Vas hungerude Rnsslancl). Restando in casa nostra dobbiamo fare un confronto assai istruttivo: quello sul prezzo del frumento e sul suo consumo. Eccolo: Prezzo del frumento . per quintale Media del quinquennio 1871-75 L. 34,81 1876-80 » :32,94 188]-85 » 25,09 1886-90 » 25,36 1891 95 » 24,83 Cor.sumo del frumento Chilogrammi per ogni abitante Media del periodo 1870-74 L. 145 1875-78 J> 141 1879-83 D ]32 1884-87 D 123 J 888-!)0 ~ 123 1891-93 » 129 1894 96 :o 119 (1) (I) 1 periodi del consumo non seno perfettamente corr:- ·spondenti a quelli del prezzo; ma ce li troviamo così d sposti pel momento e così li lasciamo. I dati sul consumo sono quelli dell'articolo di Pallia pubblicato nel N. del 30 dicembre 1897, di cui si Talscro ron. A gnini e i sccialisti a suo tempo, BibliotecaGinoBianco Che cosa si dovrebbe concludere colla logica di certuni dei nostri avYersari 1 Che in Italia il 1·onsuruo del frumento diminuisce a misura che ne diminuisce il prezzo! Sarebbe una conclusione sbagliata, una di quelle fa. mose conclusioni derivanti dall'applicazione della massima Iogica del : cmn hoc ergo propter hoc. La verità è che tra i due fatti c'è semplice coinçidenza, e la relazione causale o è insussistente o è minima ed inversa a quella segnalata; cioè può dipendere - in piccolissima parte - la diminuizione del prezzo dalla diminuzione del consumo. La grande causa dell'ultimo allarmante fenomeno deve ricercarsi nel peggioramento delle condizioni generali. È perciò che mentre_ nel 1898 il !'liro prezzo del pane in Italia determina sommosse sanguinose, non riesce menomamente a turbare l'ordine pubblico in Francia. e Germania, ùove il dazio sul grano è uguale o di poco inferiore a quello esistonte tra noi. Per la identica ragione quaudo il frumento arriva a Lire trentanove il quintale nel 1874, e si mantiene iu media a Lire trentaquattro e 81 ceut,. durante il quinquennio 18711875, mancano i segni del malessere e non avvengono tumulti, e non si tentano sommosse in alcun punto del regno. Oggi invece il malessere è enorme ed è generale; più grave nel Mezzogiorno e in Sicilia: epperò ogni minimo incidente rappresenta la goccia che fa traboccare il liquido dal vaso. · La genesi dei recenti tumulti dice, poi, che la carezza del frumento non vi ha che vedere o rappresenta una remota e minima con~ausa dei medesimi. Perchè si protesta a Palermo 1 Per la mancanza di lavoro che si attribuisce a malvolere del governo, che dà coJDmissioni ai cantieri ed agli opifici· del continente e dimentiC'a l'isola. Ma quì c'è razione perturbatrice del capitalismo, che forse artificiosamente ha creato la disoccupazione. La genesi del fenomeno si scorge più schietta nelle Puglie. Ivi" la, stagione eccezionalmente rigida e la mancanza di risorse nei proprietari che perdettero quasi del tutto il raccolto del vino e dell'olio, generano una disor.cupazione genuina; alla, quale non arrecherebbe che piccolissimo alleviamento la diminuzione del prezzo del frumento. Occorre il lavoro? E tutti i provvedimenti del governo mirano a darne. E' soltanto l'analisi dei fatti e de.Ba realtà che ha indotto chi dirige la Rivista a sostenere il dazio sul grano; la cui abolizione aggraverebbe la disoccupazione di milioni di lavoraton. L'imperialismo americano. Venne notato universalmente l'insolita pompa colla quale l\Iac Kinley ha in.iugurato il 4 Marzo in Yashington il suo secondo periodo di vita presidenziale. . La parte più brutta e più significativa nella cerimonia fu l' intervento dei soldati, più numerosi del solito ed acclamati dalla folla. Se lord Beresford dovesse scrivere oggi il suo art.icolo di cui si occupò altra volta la Rivista, non. mancherebbe di segnalare la cerimonia del· 4 Marzo in Washington come uno dei tanti indizi dell'avanzata decadenza della razza anglo-sassone. In quanto al discorso inaugurale del Presidente della repu bulica non si può non riconoscerne i pregi politici. A buon diritto egli avrebbe potuto compiacersi della prosperità della naziono che in un secolo è passata da poco più di quattro milioni di abitanti ad oltre settantatette milioni, e che in un mezzo secolo ha visto aumentare la ricchezza privata da 7 miliardi ·e 35 milioni di dollari del 1850 ai 90 miliardi del 11100: se questa constatazione non fosse offuscata dall' orgoglio imperiale della Greater, della più grande America. Gli amici della pace potrebbero anch'essi rallegrarsi dell'augurio e della promessa sua di vedere risoluti tutti i conflitti possibili tra gli Stati Uniti e !e altre potenze per mezzo dell'Arbitrato, se non si sapesse che contro le idee stanno i fatti; e qnesti dicono c_hela grande America ne.ga il principio colla iniqua sua condotta a Cuba, a Portorico alle J<'ilippine. Infine, l'Europa tutta dovrebbe mostrarsi contenta dell'annunzio che il governo di Washington recederà alquanto dal suo rigido protezionismo - ora che le industrie di oltre Atlantico sono ben sviluppate- nelle trattative commerciali cogli altri Stati, se non si sapes•
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