RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 95 dovuto riunire la bellezza di L. 222 3J 6.350,58. Una bazzec(lla c-ome si vede! E allora a quale santo votarsi 'I IV. J\fa si ha da vendere assolutamente? Ci sarebbe da ricorrere ad ·anticipazioni degli Istituti cli Emissione sui Valori pubblici clel Portafoglio Il pericolo non sarebbe allontanato per ciò solo. Lo Stato non è una Ba.oca popolare, che, avendo impiegata la sua ccceclen::a cli Cassa in valori pubblici, in qnalche mese dell'auuo non con venendo vendere, ricorre acl anticipazioni per una o clue decine di mila lire; alla Banca popolare non importa, o ini porta poco, che l'Istituto a cni si ricorre ritenga magari un tt,rzo del valore corrente dei Titoli, perchè essendo il bisogno momentaneo e le scadenze giornaliere, se il Comitato di Sconto è oculato, il Portafoglio è sempre liquidabile. Ma lo Stato se ricorre ad anticipazioni è per centiDaia di milioni. Ora, possono gli Istituti di Emissione, in momenti difficili - perchè difficili saranno se si d.ì di mano ai cosidetti risparluttuosa sconfitta di Aclua che suscitando dalle viscere del popolo un fremito d'indignazione, fece temere u11 immediato sfasciamento dell'attuale regime. « Infatti «: - è ancora la statistica che parla (l 1 - nei soli tre « mesi da febbraio ad aprile si erano operati rimborsi por « 85 milioni. eccedendosi in quei soli tre mesi i dopo- « siti di 24 milioDi "· E, altro fenomeno degno di attenzione, mentre la Rendita si manteneva agitata e sempre bassa, e il cambio alto, i valori industriali aumentavano. Oh, non anguro all'Italia nuove Adue lacrimose. Io non appartengo alla triste genia di coloro che pllr il gusto di vedere avverate le proprie profezie, passerobl)ero sopra anche al fiDimondo. Auguro 11ll'Italia quella vita cli pace, senza sogni di grandi conquiste inutili, senza spasimi dolorosi di sconfitte, senza gioi"' di vittorie che costano sangue e lacrime copiose, ardenti: auguro all'Italia l'unica, la vera, la grande politica - la politic 1 del Javo1·0sacro e liberatore del mondo. Ma finchè dei 1700 milioni di entrate ben lù77 saranno assorbiti dal debito pubblico e dall'esercito, possiamo n o i essere tranmi --" immobilizzare in simili operazioni somme ingenti 'I Si ricorrerà ad altri Istitu ti importanti 'I Peggio: ciò equi vale affiggere a tutte lo cantonate del bell'italo regno la domanda di moratoria. L'Unioneaustriaca. quilli 1 V. Si noti che non abbiamo spesa una pnrola per discutere l'impiego in prest-iti a Comuni e Provincie: la lunga scadenza di essi rende il pericolo troppo chiaro, troppo evidente. Vogliamo peròessere buoni, fìno ad ammettere che lo Stato riesca facilmente a scontare il suo portafoglio. I buoni del Tesoro, possono, non clebbono essere scontati por l'intero loro valore; por gli Da una pnrte : deputati del medesimo paese si prendono per la gola ; dall'altra i Tedeschi chiedono di andare a Berlino. Quindi lo Stato continuando a battere la via che batte, non si accorge cli camminare sul cratere di un vulcano in apparenza spento, ma che doaltri titoli, è bravo chi ottiene l'anticipazione clei 4 / 5 • Quin1li voi darete per lo meno venti milioni per averno sedici. Senza contare che tali anticipazioni si usano fare non sul valore nominale dei t,ir.oli, ma sul ,·alore calcolato al prezzo di borsa che non può essere superiore nè tanto vicino alla pari, in tempi di crisi E se si ha ancora bisogno di denaro 1 Se i rimborsi lungi dall'arrostarsi continuano rendendo necessario lo sconto dell'intero portafoglio 1 D'altro canto l'operazione in parola non elimina il pericolo della liquidazioni:}: porchè ::-,uòtlarsi benissimo che l'anticipazione scada, scada anche una seconda rinnovazione e la crisi non sia finita : naturalmente gli Istituti venderanno por proprio conto. Può aDcbe darsi che pur essendo tornata la calma e terminata la crisi pur rifolgendo nel tutt'altro che azzurro eielo della finanza italiana, il pili bel sole primaverile, non torni perciò solo la calnrn, la fiducia nei depositanti e che · sull'animo o la mente loro sia caduta fitta la caligine della diffidenza. Ma insomma - mi si potrà gridare - tacete, signor barbagianni; finite di dipingere coso fosche con i più neri colori. In 25 anni <lacchè le Casse post11li di risparmio funzionano, niente di simile è avvenuto. - Benissimo : ma io non parlo dell'accaduto, pa,rlo lli quello che 1rnò accadere perchè sotto la cappa del sole tutti gli avvenimenti, a,nche quelli che si ritengono per impossibili, sono possibili. Guardando all'eccedenza <lei depositi sui rimborsi in tutti gli anni dal 1876 al 1897, ultimo di cui abbiamo la statistica (!), troviamo, che nel 189G essa è stata di L. 2,816,506.95, scendendo molto al disotto di quella dell'anno 1895 che era sta,ta di 24,li:!7,372.19. Questa diminuzione di 20 milioni, da un anno al1'11ltro, sproporzionata acldiritturn, trova la sua spiegazione logica nella (l) Relazione citata p. 13. B1bhotecaGino Bianco (Floh di Vi6nna). mani - crepi l'astrologo - potrebbe riattivarsi ed essere causa di serissimi gnai. Perciò il nostro dovere è ben definito, ben pl'eciso: sottrarre i cr risparmi » ad un impiego così pericoloso. E siccome queste somme bisogna pure che lavorino perc.hè dinno, oltre le spese di amministrazione, anche il tenue interesse, è necessario cercarne un altro che ad una, sicurezza maggiorc>, accoppi un ·al,ione seriamente benefica. Ed è per questo che noi, per ora, come un bnon passo sullit via del ravvedimento, accettiamo, che ogni eccedenza al disopra di 600 milioni vada a costituire i foncls cle ronleinent delle Unioni agrarie ed all'esercizio del credito agrario nazionale. L'egregio avv. Lo Snrdo nel suo splendido articolo citato scrivevn che i 50 o GO milioni l'anno che le Casso postali possono dare sono niente dina,Dzi ai 15 miliardi che ci abbisogDano per un'agricoltura intensiva. Sta bene. Ma noi sappiamo purtroppo che il meglio è nemico del bene, e che se in attesa dei 15 miliardi, col sigaro in bocca, assistiamo al river-,arsi nel debito pubblico di qn--ii 50 milioni che nella miseria attmtle rappresentano la ricchezza, compiamo tutt'altro che opera da positivisti. Scompariranno perciò solo le crisi 1 Se non scompari rnnDo del tutto, cesseranno di essere così temibili e freriuenti porchè il benessere, che man mano, sotto la veste del credito a buon mercato, si andrà spargendo, non può sortire effetto diverso. Una nazione che produce di piì1 - e della nazione fanno certamente parte i depositaDti - 11011ha bisogno di dar di mano al risparmio il quale viene addentnto quando ogni altra fonte cli utile sia esaurita: quindi i depositi non che affluire, comi11ceraL1110forse allora ad avere il vero · carntte:·e di risparmio. Ma ammett.iamo che le crisi sopravveDgano. C'è forse (1) Relazione citata p. 1.
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