RIVISPTOAPOLAR DI POLI1-,ICALETTERE E SCIENZE SOCIALI AnnoVII. - N. 5 Abbonamento postale Roma,15Febbraio 1901 GDI HVVENIMENJJ.11E GDI UOMINI Dai tnnmlti delle Puglie a quelli di Palermo. Non ersisi dileguata la eco dolorosa dei tumulti delle Ptlglie, quando,a rinnovarne la memoria,, soprnggiunso la notizia di quelli di Palermo. La stan1pa della Capitale e do! Settentrione è stata concorde nel giudicare severamente questi ultimi, che ha attribuito agli <lolle imposte a diminuirgli lii ricchezza mobile, sotto la pressione delle dimostrazioni dei disoccupati, nonchè, dai costruttori di n:wi e dai rnetallurgi cli Sestri, di Genova, di Napoli, ecc., che, propri~ iu condizioni e per motivi identici a quelli del Comm. Florio, misero sulla strada gli operai per costringerli a tumultuare, e ad inclune cosl il governo a continuarEJ i premi alle costruzioni e alla eccitamenti di giornali alla dipendenza del Commendatore Florio! All'accusa formulata con chiarezza han dato credito da un hito, la circostanza che la prima scintilla partì dal cantiere di proprietà del milionario palerm itano; dall'altro il fatto rilevante che la Battaglia, il simpatico giornale socialista di Palermo - che essendo sul luog(I ed avendo numerose ed intime attinenze coi lavoratori, è in condizione di appurare meglio e, piit esattamente apprezzare gli avvenimenti - è stato più esplicito dei giornali del Continente nell'additare le cause prime dei gravi tumulti, che turbarono la città delle barricate, che ba tradizioni pèricolose pei cosidetti uomini di ordine. Lei Battaglia arrivò sinanco a scrivere di un tentativo di rivoluzione : marca Florio. Gli sgravi di Giolitti:e Zanardelli. navigazione nella misura della vecchia legge (lell'an1896 (1). In Sicilia ci fn un tentativo più vasto e più pericoloso per indurre il governo a modificare o arl abolire una legge incomoda pei capitalisti e per gl'inclustriali; e fu nell'autunno 1898 quando i condutt01·i delle miniere di zolfo volevano provocare scioperi artificiosi per protestare contro la legge sugli injortimi nel lavoro. Può darsi benissimo che la spinta primitiva alle dimostrazioni, che si Giolitti e Zanardelli fanno un lavoro inutile perchè quei piccoli sgravi uon conteranno nulla (sic): Occorre che essi pensino invece ai grossi pesi se vogliono che la bestia che deve tirare cammini s_enza tante cadute ... e ricadute. Il tentativo fu sventato dalla denunzia formale fattane dall'on. Colajanni, con una lettera al Giornale di Sicilia nella quale si avvertivano gli operai, che essi soli avrebbero fatto le spese di tutto, e che su loro soltanto sarebbero cadute le ire delle autoriti\, politiche sotto forma di piombo e di manette, di processi e di condanne alla galera. Coloro che li avrebbero messi avanti, vilmente e calunniosamente, a data or,t avrebbero attribuito il malanno ai sosperavano pacifiche, ma che, dato l'ambiente, assunsero proporzioni allarmanti e non previste dai promotori, sia realmente venuta dal cantiere Florio. Il fatto sarebbe deplorevole; ma non ci sarebbe da farne le meraviglie, nè si comprende l'indignazione dei pubblicisti del Settentrione: i capitalisti e industriali di Palermo avrebbero ripetuto, nè più nè meno, i procedimenti criminosi, o almeno disonesti, adoperati in occasioni recenti o remote dal senatore Figari di Geno,·a che chiuse il Cotonificio per costringere l'agente Biblioteca Gino Bianco (Asino di Roma) billatori ed a sovversivì ... immaginari. L'ordine fu mantenuto perchè i consigli onesti e coraggiosi dell'on. Colajanni ful'ono ascoltati dai lavora- ( 1) Palermo di fronte al disegno di riforma della legge del 1896 non poteva lamentarsi di a!cuna disparità di trattamenl(}, perchè la Giunta del bilancio, discutendo la relazione De Martino, aveva accettato all'unanimità l'articolo aggiuntivo, proposto dall' on. Colajanni, che riconosceva i _dirittidel cantiere di Palermo.
RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCJENZE SOCIALI tori delle miniere; ma il governo del generale Pelloux, che non aveva potuto sfogare la libidine reazionaria contro le masse, si vendicò contro l'on. Colajanni colla lotta turpe e violenta ehe gli organizzò nel 001legio, • quando in seguito alle sozze accuse degli industriali egli si dimise e si ripresentò agli elettori per sapere se ne godeva ancora la fiducia. Il metodo seguito tante volte dai capitalisti e dagli industriali è veramente scandaloso, sopratutto perchè adoperato da uomini che quando loro fa comodo si dicono conservatori ed amici dell'ordine, ma che, quando il cont11 torna, agiscono da veri organizzatori e provocatori del disordine. E' un metodo scelleratamente vile, perchè mentre m1mtiene al sicuro coloro che provocano i disordini, e procura loro talvolta l'occasione gradita e ricercata di atteggiarsi a benefattori ed a pacificatori, espone indifesi ai rigori della legge ed alla ferocia, di certe autorità politiche i poveri lavoratori, che si la- · sciarono prendere all'amo dalla sicurezza di potersi permettere lo svago di una dimostrazione senza eccitare la collera della polizia, perchè si sapevano spinti dai padroni e 'da loro protetti. Questi disordini eccitati dagli uomini di ordine, intanto, legittimano il so~petto che le autorità di ogni sorta seguano un vero criterio di lotta di classe contro i lavoratori. Infatti non si seppe mai di procedimenti iniziati contro Figari, Raggio, Pattison, Florio, ecc., come organizzatori di scioperi e provocatori di disordini. Lo zelo a procedere e ad arrestare, invocando gli articoli del Codice penale, e contorcendoli per applicarli, vien fuori soltanto quando le inanifestazioni degli operai sorgono spontanee dal loro seno, e riconoscono per causa legittima la fame, la lunghezza della giornata di lavoro, i maltrattamenti e le angherie dei padr,9ni. Il prezzo e il consumo del frumento I torbidi delle Puglie e di Palermo, che probabil- •mente potranno essere Beguiti da altri altrove, danno buon giuoco ai propagandisti dell'abolizione del dazio sui cereali, i quali mett-000 in eviùeuza il fenomeno, ma ne tacciono la causa vera, cui abilmente, favoriti dalle apparPnze e dalla grande ignoranza delle masse, ne sostituiscono una che potrà contribuire a deterininarlo, ma in una minimissi ma parte: il dazio! Se il earo prezzo del pane fosse la causa dei tumulti per fa:ne, la fame in generale non dovrebbe 'far capolino dove il frumento vale pochissimo. L'India e la Russia sono i due paesi, che fanno la maggiore concorrenza ai cereali dei paesi del hacino del Mediterraneo, e particolarmente in Italia. Ebbene, l'India e la Russia - dove il frumento si vende circa a c1ieci lire il quintale - sono i due grandi imperi dove i morti d 'inani.=i011esi contano a mi!ioni ! Nell' India e nella Russia si muore di fame, e si esporta il grano, che viene a rinvilire il prezzo del medesimo in Italia o al trovo ... Questo fenomeno i socialisti specialmente possono studiarlo nel libro di Hyndmann sull'India e <li Lehmann e Parvus sulhi Russia che soffre la fame. (Vas hungerude Rnsslancl). Restando in casa nostra dobbiamo fare un confronto assai istruttivo: quello sul prezzo del frumento e sul suo consumo. Eccolo: Prezzo del frumento . per quintale Media del quinquennio 1871-75 L. 34,81 1876-80 » :32,94 188]-85 » 25,09 1886-90 » 25,36 1891 95 » 24,83 Cor.sumo del frumento Chilogrammi per ogni abitante Media del periodo 1870-74 L. 145 1875-78 J> 141 1879-83 D ]32 1884-87 D 123 J 888-!)0 ~ 123 1891-93 » 129 1894 96 :o 119 (1) (I) 1 periodi del consumo non seno perfettamente corr:- ·spondenti a quelli del prezzo; ma ce li troviamo così d sposti pel momento e così li lasciamo. I dati sul consumo sono quelli dell'articolo di Pallia pubblicato nel N. del 30 dicembre 1897, di cui si Talscro ron. A gnini e i sccialisti a suo tempo, BibliotecaGinoBianco Che cosa si dovrebbe concludere colla logica di certuni dei nostri avYersari 1 Che in Italia il 1·onsuruo del frumento diminuisce a misura che ne diminuisce il prezzo! Sarebbe una conclusione sbagliata, una di quelle fa. mose conclusioni derivanti dall'applicazione della massima Iogica del : cmn hoc ergo propter hoc. La verità è che tra i due fatti c'è semplice coinçidenza, e la relazione causale o è insussistente o è minima ed inversa a quella segnalata; cioè può dipendere - in piccolissima parte - la diminuizione del prezzo dalla diminuzione del consumo. La grande causa dell'ultimo allarmante fenomeno deve ricercarsi nel peggioramento delle condizioni generali. È perciò che mentre_ nel 1898 il !'liro prezzo del pane in Italia determina sommosse sanguinose, non riesce menomamente a turbare l'ordine pubblico in Francia. e Germania, ùove il dazio sul grano è uguale o di poco inferiore a quello esistonte tra noi. Per la identica ragione quaudo il frumento arriva a Lire trentanove il quintale nel 1874, e si mantiene iu media a Lire trentaquattro e 81 ceut,. durante il quinquennio 18711875, mancano i segni del malessere e non avvengono tumulti, e non si tentano sommosse in alcun punto del regno. Oggi invece il malessere è enorme ed è generale; più grave nel Mezzogiorno e in Sicilia: epperò ogni minimo incidente rappresenta la goccia che fa traboccare il liquido dal vaso. · La genesi dei recenti tumulti dice, poi, che la carezza del frumento non vi ha che vedere o rappresenta una remota e minima con~ausa dei medesimi. Perchè si protesta a Palermo 1 Per la mancanza di lavoro che si attribuisce a malvolere del governo, che dà coJDmissioni ai cantieri ed agli opifici· del continente e dimentiC'a l'isola. Ma quì c'è razione perturbatrice del capitalismo, che forse artificiosamente ha creato la disoccupazione. La genesi del fenomeno si scorge più schietta nelle Puglie. Ivi" la, stagione eccezionalmente rigida e la mancanza di risorse nei proprietari che perdettero quasi del tutto il raccolto del vino e dell'olio, generano una disor.cupazione genuina; alla, quale non arrecherebbe che piccolissimo alleviamento la diminuzione del prezzo del frumento. Occorre il lavoro? E tutti i provvedimenti del governo mirano a darne. E' soltanto l'analisi dei fatti e de.Ba realtà che ha indotto chi dirige la Rivista a sostenere il dazio sul grano; la cui abolizione aggraverebbe la disoccupazione di milioni di lavoraton. L'imperialismo americano. Venne notato universalmente l'insolita pompa colla quale l\Iac Kinley ha in.iugurato il 4 Marzo in Yashington il suo secondo periodo di vita presidenziale. . La parte più brutta e più significativa nella cerimonia fu l' intervento dei soldati, più numerosi del solito ed acclamati dalla folla. Se lord Beresford dovesse scrivere oggi il suo art.icolo di cui si occupò altra volta la Rivista, non. mancherebbe di segnalare la cerimonia del· 4 Marzo in Washington come uno dei tanti indizi dell'avanzata decadenza della razza anglo-sassone. In quanto al discorso inaugurale del Presidente della repu bulica non si può non riconoscerne i pregi politici. A buon diritto egli avrebbe potuto compiacersi della prosperità della naziono che in un secolo è passata da poco più di quattro milioni di abitanti ad oltre settantatette milioni, e che in un mezzo secolo ha visto aumentare la ricchezza privata da 7 miliardi ·e 35 milioni di dollari del 1850 ai 90 miliardi del 11100: se questa constatazione non fosse offuscata dall' orgoglio imperiale della Greater, della più grande America. Gli amici della pace potrebbero anch'essi rallegrarsi dell'augurio e della promessa sua di vedere risoluti tutti i conflitti possibili tra gli Stati Uniti e !e altre potenze per mezzo dell'Arbitrato, se non si sapesse che contro le idee stanno i fatti; e qnesti dicono c_hela grande America ne.ga il principio colla iniqua sua condotta a Cuba, a Portorico alle J<'ilippine. Infine, l'Europa tutta dovrebbe mostrarsi contenta dell'annunzio che il governo di Washington recederà alquanto dal suo rigido protezionismo - ora che le industrie di oltre Atlantico sono ben sviluppate- nelle trattative commerciali cogli altri Stati, se non si sapes•
RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 83 se che, a~poca distanza dal discorso, arasi fatta più viva la guerra di tariffe colla Russia. Come si vede c'è un contrasto innegabile tra i fatti e le parole; e noi, volendo mostrarci ottimisti, ci auguriamo che le promesse siano mantenute e che vengano tosto a smentire coloro che nel discorso del capo dello Stato nord-americano scorgono un abile tessuto di menzogne fatte ad immagine e somiglianza dei discorsi inaugurali dei capi degli Stati di Europa. 11 trionfo della ferocia europea in Cina. Non crediamo ancora venuto il momento di occuparci largamente della impresa europea in Cina, per~hè, · nonostante i telegrammi che ripetutamente hanno annunziato la fine del conflitto stranissimo, noi crediamo . di esserne ancora lontani. Però non possiamo pilt tardare a levare la nostra voce contro la raffinata crudeltà degli Europei, cl1epretendono portare nell'estremo Orientb la civiltà con le inaudite scelleratezze commessevi, facendo cadere delle~teste e domandandone delle altre. Delbriick. Acl essi rispose l'ostinato industriale con una dialettica sottile e stringente, e con ampie citazioni atti ute alle opere, alle lezioni dei professori accusati. Questo era l'uomo. Di una attività meravigliosa, .gli stessi avversari, oggi, riconoscono che non conobbe nemmeno il necessar:o riposo. E da qnesta coscienza traeva tutta la forza della sua inflessibilità: con l'av,,ersario non comprendeva nemmeno la tregua. La sna morte, in questo momento, è una sciagura per gli industriali, che in lui vedevano nno stenuo difousore dei loro interessi, contro gli agrari. Ed anche Guglielmo piangerà la scomparsa del suo amico, che gli apriva molto volentieri lo.borsa e la cassa. È vero, resta Krupp, ma ... Nor. L'ESTREMA SINISTERILAGABINETTO Le frazioni dell'Estrema Sinistra hanno salutato l'apparizione del nuovo crabinetto alla Camera con un formulario nel quale f aggettivo fisso « benevola » Le strage dei fanciulli, dei vecchi, degli inermi, dei pacifici ; la violazioue brutale delle donne; i saccheggi, degni delle orde di Attila, di cui si bruttarono le truppe europee, erano più che sufficienti a compensar& i delitti dei boxers. Questi erano stati superati dai portatori di civiltà nella barbarie, tanto più laida in quanto che accompagnata da tutte le turpitudini delle decadenza e della corruzione. Gli europei avrebbero dovuto dichiararsi contenti di avere saldato i conti coi boxers nei modi succennati. Quellochemanca. gira intorno a sostantivi degradanti dalla « vigilanza» attraverso alla « diffiden:.... za », sino alla «scarsa fiducia» Di 'tlero la vigilanza s'impone, la diffidenza, ai tempi cha corrono, è sempre una buona misur~ precauzionale, la scarsa fiducia può essere in parte legittimata da talune note caratteristiche che contrasselsnarono la palingenesi ctella sinistra parla- _men tare. Perciò l'insistenza del Generale Waldersee e dei ministri europei nel chiedere la decapitazione dei nazionalisti cinesi, nè migliori uè peggiori dei nazionalisti occidentali, è stata addirittura n1ostruosa; e assai ci duole che il rappresentante dell'Italia, marchese Salvago-Raggi1 quasi a vendicarsi della baia che fo data alla Giuseppe Zanardelli si è accinto ali' opera in una momento difficile, forse con non soverchio ardimento, certo con grandissima ret- - Ora non vi dovreste lagnare: Il pane si titudine. Egli avrebbe povende a tre soldi al chilo tuto intendere che all'indo- - Eppure, signor cavaliere, siamo affamati mani di una vera, almeno come prima. momentanea, bancarotta - Ma coRa volete allora 'I della reazione, riusciva op- - Vogliamo ..... i tre soldi pe~· co~prarlo. portuno attaccare la situa- (Asino d1 Roma). zionc alla baionetta, costicoppia Canevaro-Pelloux con la tentata occupazione di San iVInn,sia stato tra i più insistt>nti nel domandare la cadutl), di altre teste. L'azione del vValdersee e dell'Europa è stata bene sintetizzata dall'umoristico Klaclcleratsch di Berlino, che lo ha rappreseutato in abito da c/01cn, che diverte il suo pubblico col noto esercizio di far passare da una mano all'altra alcune palle che descrirnno un semicerchio passando al disopra del suo capo. Le paIJe nelle mani del truce clown, che personifica la civiltà europea, sono sostituite dai teschi cinesi... Freiher von Stumm. (P) Era uno dei più grandi industriali tedeschi, uno dei più ferrei e leali conservatori cl1e sedesse al Reichstag. Nelle due grandi fabbriche cli Neurilcirrlien l'ordine non fo mai turbato, e gli operai furono sempre contenti di lui. Coerente portava agli estremi la fede sua ed ebbe nemici nella stampa, e nel Parlamento. Lo clissero Re Stmnin, perchè comandava. Ma sapeva comandare, ecomandava sempre con coerenza. Oratore acr~, violento, unilaterale nel sostenere e combattere dottrine e sistemi. ' Nella seduta ·del 28 Marzo 18fl7 nella, Ccmiera elci Signori egli tenne un discorso di umi violenza estrema contro il socialismo della cattedra, e contro i pròfes. sori della Università cli Berlino, i quali tenevano un linguaggio più rivoluzionario dello stesso Bebel. Il discorso, che fece una impressione enorme, provocò una poco felice difesa dei prof. Wagner, Schmoller e 81bhotecaGino Bianco tuire un gabinetto che pure avendo come l'attuale aggravati magari i disvantaggi dell'essere un gabinetto di minoranza, dal deciso ed uniforme colore degli uomini, dal preciso ed audace carattere del programma, cercasse nella coscienza del paese tutta la · forza necessaria per resistere agli sband3:ti della reazione, ai disoccupati del potere nella Camera. Giuseppe Zanardelli ebbe chiaro, io penso, nella mente il disegno senza riuscire intieram,mte a colorirlo. Bisognava decidersi tra un ?abinetto che affrontasse l'avvenire calcolando sull impreveduto, fidando nella potente suggestione delle idee e dei caratteri, ed uno che a·:esse per sé la logica dei numeri. Si è finito con una formula di transazione tra i conti fatti e da rifare sopra i vari settori e le eventualita della fortuna parlamentare. Si direbbe che a un certo punto al vecchio parlamentare sia scemata la Iena, cosi da acconciarsi a completare in un modo qualunque il gabinetto abbozzato con chiarezza d'intenti. E la impressione che ne ha avuto il pubblico è stata un po' quella che si riceve quando per un errore del. macchinista il_ sipario dello spettacolo si alzi prima del tempo: sul palcoscenico si colgono persone che non ci dovevano stare, gli artisti sono in parte svestiti ed in parte nella fretta cingono gli
84 RIVISTA POPOLA RE DT POL!TICA LE1 TERE E SCIENZI•: SOCIALI abiti dei compagni, .... mentre le deficcnze e le esuberanze della compagnia artistica si riflettono naturalmente sul pezzo che si vuol mettere in iscena, cioè sul programma. Tutto questo basta a spiegare le preoccupazioni, le incertezze sorte e vigilanti nell'animo delle varie frazioni dell'Estrema Sinistra. Ma per essere giusti e politicamente sinceri, giova ben dire che non mancano coefficienti per giustificare anche quella relativa benevolenza di attesa che fu nota costante nei discorsi dei portavoce. Non é possibile disconoscere che a sette mesi dal gabinetto Pelloux e dell'auge di quel grazioso arsenale dal quale, fuori e dentro la Camera, si traeva110 gli strl?-menti più delicati per fronteggiare l'opinione democratica, siamo giunti ad un gabinetto che proclama, con notevole accentuazione, il rispetto delle libertà pubbliche nella misura certo non esagerata che leggi e consuetudini ci consentono di godeli\e. Certo, a parte ogni dettaglio, una tendenza a finanza schiettamente pensosa delle miserie popolari, delle iniquità tributarie, si determina nel programma ministeriale. Certo sono nel gabinetto u0mini che hanno prestato il più valido concorso alla grande battaglia sostenuta dall'Estrema Sinistra contro crli estremi conati della reazione; certo i profeti o i ~ilettanti di reazione sono fuori del gabinetto tra gli oppositori che per vie aperte e coperte tentano di assalirlo. Si può quindi esser vivamente desiderosi del meglio senza fare getto sconsideratamente del pbco di bene che pur si é raggiunto. Convinti che senza applicazione larga e liberale delle leggi vigenti, non vi può essere per noi opera di propaganda e di educazione politica; convinti che le ingiustizie tributarie e fiscali creano malumori, suscitano ire che possono giungere fino al tumulto sanguinoso, ma non determinano la formazione di coscienze politiche, noi aneliamo ad un periodo di pacifico svolgimento delle energie popolari, nel qual e al disopra degli urti per le immediate urgenze del pane, possano virilmente combattersi le battaglie per le più alte idealità morali e politiche. L'augurio della democrazia e lo sforzo in questo momento, non possono dunque logicamente convergere a sussidiare i respinti ed i delusi di ieri nei loro ritorni offensivi, bensi a confortare ed a consolidare verso un rapido progressivo miglioramento la compagine politica formatasi con poco favore di circostanze, con insufficiente audacia di animi, ma sotto gli auspici di un'idea politica sana ed onesta. Avv. SALVA'l'ORE BARZILAL Deput1to al Parlamento LarepubbcloicnatrloeCongregazioni Checosasonole Congregazioni. Degli uomini si riuniscono per vivere in comune e deJicarsi a certe pratiche religiose che devono - secondo essi - propiziare loro il Creatore e assicurare eterne gioie dopo la morte. Quando si riuni. scono sono poveri e in breve diventano milionari. Non fanno la carità - ma si gettano a capofitto nelle compre e vendite, nelle speculazioni; fabbricano edifici, impiantano fabbriche e industrie. Le loro casse rigurgitano di danaro. Con questo danaro essi vogliono diventare i padroni: fondare una società religiosa che domini la società laica. Vogliono governare re, imperi, popoli, senza distinzione di frontiere e fare, di ogni giovane un servo, di ogni uomo uno strumento, della scienza una menzogna, del pensiero un vapore che si volatilizzi senza lasciare traccia. · B.bhotecaGino Bianco Le menzognedelleCongregazioni. Sono milionari, ma lo negano e giurano il falso affermando ad ogni istante che sono poveri come ~es~ çristo. N_ell'ultim~ processo contro . gli Assunz10111shuno dei membri della Congregaz10ne criurò che nelle casse non c'erano centomila franchi. Se ne scoprir?no ottocentomila; e lo spergiuro, rimproverato, disse: - Ottocento non sono cento. Quindi giurando che non c'erano centomila franchi non giurai il falso. E un altro, ammonito dal presidente perché aveva detto il falso, rispose: Non è una menzogna - signore - é una reticenza. Un altro ancora, davanti alla Co·rte d'Assise si trova in flagrante contraddizione con ciò che aveva affermato alla presenza del giudice istruttore. - Perché avete mentito? allora gli chiede il presidente. - È vero, Signore, ma allora non ero obbligato di dire la verità, mentre oggi lo sono. · Questa è la morale delle Congregazioni. La Puericultura. Ed ~ q~esta i:nora_leche essi inse~nano ai figli di Francia a1 quah essi reclamano - 111nome della libertà - dì impartire l'insegnamento. I membri della Congregazione non hanno ficrli, - ma vogliono quelli degli altri, - per deform1rli a proprio uso : coprono di scuole tutta la Francia e catalogano, dentro schemi teologici, tutto il pensiero umano. Tengrmo per cinque, otto, dieci anni i ficrli lontani dalle famiglie e li catechizzano. 0 Fondare scuole per impadronirsi dei giovani, - cbe sono i vecchi dei domani, è la principale delle loro méte. Nel dipartimento della Somme un curato ha detto aìle pecorelle che si recavano alla Scuola delle monache, nella giornata dell'inaucrurazione dell'anno scolastico : 0 « Se avessi 20,000 franchi, li consacrerei a fabbricare, nella mia parocchia due scuole libere concrreganiste, per abbattere le maledette (sic) scuole°Jaiche, che noi tutti speriamo vedere cadere al suolo ben presto. L'80 per 100 degli alunni che escono dalle scuole senza Dio sono dei criminali o delle donne perdute. Padri e madri di famiglia! confiderete voi i vostri figli, la carne della vostra carne, il sangue del vostro sangue, a0 crli uomini che ocrai ci croverh h ~ . d bO o nano e e e anno protetto 1 la ri del Panama e ricondotto tra noi un traditore condannato due volte? >> Le Scuolenere. Nel 1865, sotto l'impero, si contarono 35 mila allievi nelle scuole clericali; nel 1876, sotto Mac-Mahon. tale cifra si alzò a 49 mila; nel 1884, dopo la legae Ferry, essa sali ancora a 51 mila; con Mèline ar~ivò a 62 mila, ed oggi infine, tale cifra tocca 92 mila! . ~el_le _sc~ol~ laiche _libere, invece, il numero degli alhev, d1m111mvacont111uamente: nel 1865 essi erano 43 mila; scesero a 22 mila nel 1884 e si ridussero alla esigua cifra di 9 mila nel 1898. _Gl\alunn~ d_ellescuole laiche gooernatioe, sono crescmt1 debohss1mamente: nel 1869 erano 66 mila ed oggi sono 86 mila. Da tutto ciò si vede che più della metà della Francia riceoe oggi l"educaàone clericale. Né basta. Studiando le varie statistiche dell'insegnamento in Francia, si ricavano le seguenti conclusioni: 1) Nella scuola politecnica, donde escono gli ufficiali di artiglieria e gli ingegneri, gli studenti clericali (provenienti da istituti privati, clericali), sono più di un terzo, è in continuo aumento; 2) nelle identiche proporzioni sono gli allievi di Saint Cyr, da dove escono gli ufficiali di fanteria e di cavalleria;
RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 85 3) nella scuola navale, da dove escono gli ufficiali di marina, più della metà degli allievi sono provenienti dalle scuole clericali; 4) nell'istituto agronomico, un ter~o degli allievi pro viene dalle scuole clericali. Questa enorme progressione in avanti cl611eforze clericali in Francia, é provata ancor meglio dal bilancio economico delle congregazioni francesi. Milionie milioni. Calcolando le cifre su un documento ufficiale che il Ministero a comunicato ai giornali e ai giornalisti, documento che porta questo titolo: Notes communiqués aux journaux sur le lravail de recensement des con- Il "·•.-.,.~. ■ "••",.~ r.otnitt,...,.,0\111,t.-& ~"u1;no,a,•\il, .... g r é g a tions en .. ""t'i·•~ft"" ... t-r-1"'-"~'"' France - ho trovato che ogni anno, il movime n t o dei fondi delle compagnie religiose francesi, tocca 1-a cifra cli 3 miliardi e 60 milioni. Questa cifra supera la cifra dei bilanci di tutti i grandi stati d'Europa: basti questo per dimostrare quale enorme potenza sia mai la con- ~regazione religiosa francese. Infatti , la Germania ha,' a un dipresso, un bilancio di 1 miliardo e 100 milioni di franchi, l'Inghilterra di 3 miliardi, la Francia di 3 miliardi, l'Italia di 1 miliardo e 600 milioni. ,.;,<.r->,, L,!!;l.• ·~ ..... ''ì-._,.~ Mo, ~· a,•0 ,;;' La StampadelleCongregazioni Le congregazioni non si contentano dell'anima dei giovani - vogliono conquistare anche le idee degli uomini: e allora fondano una stampa cattolica battagliera, che fa ogni giorno - con l'opera assidua di uno stillicidio quotidiano - la propaganda per la congregazione, che si dirige contro Io Stato, contro la Repubblica, contro il liberalismo, - che si getta a capofitto nella politica nelle lotte elettorali. La Croix e gli altri giornali aderenti, sono gli or- ~ani di questo movimento giornalistico guidato dalle Gonaregazioni. Essi inondano letteralmente la Francia. Nientre la polizia faceva le perquisizioni presso gli Assunzionisti, la Croix negoziava l'acquisto di un materiale tipografico perfezionato per raddoppiare la ,, Cl..~ -,.. \'.1v ... l,0H ,, "-i.__· /~O•I••~-/ l'oa ,f'•t/f,ft~;"JJ V ' ' --~- t'41" ~--; _ .• j_ f) .. ~J . ~~ ,,. s u a tiratura. Prendiamo un dipartimento qualunque della Francia : Il Nord, per esempio. Vi troviamo la Croix du Nord, che si vendeva cinque centesimi, insieme a I 1 a Croix di Parigi, e che pubblica: cinque edizioni settimanali, due edizio-· ni semi-quotidiane, con tirat u r a speciale per ciascun arrondissement, e · una edizione speciale in frammingo:Het Hammsch Kruis. La medesima organizzazione funziona in tut- • ti i dipartimenti, sotto la direzione di speciali comitati, i cui presidenti sono nel mede• Né basta. Accanto a questa proprietà mo - Carta dell'aumentodei beni immobili conosciuti delleCongregazioni. simo tempo gli elemosinieri militari e tengono sotto la loro direzione i capi militari. Si pensi, che ogni set- · timana lastampadelle Congregazioni nianda bile delle congregazioni francesi, s tu - diate la pro- ili prietà immoI qnadrnti grigi rappresentano il valore della proprietà i1nn10biliare delle Cougregazioni nel 'l881 ; i t1uadrati ueri quello del J8!)8. La scala della carta e di 1 millimetro per 6,000. Un millimetro quadrato dei quadrati grigi e neri rappresenta, il valore clrie milioni. alla luce più di bile, e vedrete che, soltanto dal 1881 al 1898, il valore degli immobili che sono in possesso delle congregazioni, ha più che quadruplicato : fatto che si può agevolmente vedere dalla grande tavola grafica che noi riportiamo. In questa tavola si vede la FraBcia divisa per dipartimenti, e in ogni dipartimento sono disegnate una area grigia, rappresentante il valore della proprietà fondiaria delle congregazioni nel 1881; e una area nera rappresentante lo stesso valore nel 1898, le aree grigie sono, quasi dovunque. di 11n quarto più piccole delle aree nere. BibliotecaG.inoBianco me.:zo di pubblicazioni per la e... anti-repubblicana. dodtci milioni e propaganda cattolica Le elezioniclericali. Né basta. In ogni villaggio della Francia ]e Congregazioni hanno istituito dei comitati che ubbidiscono ciecamente ai comandi che loro vengono dall'alto. Questo comitato sparge le pubblicazioni volanti in favore delle Congregazioni, sorveglia Je mene dei vari partiti politici, e - sopra ogni cosa - crea
86 RlVlSTA POPOLAH,E DI POLJTJCA LETTERE E SCIENZE SOCIALI gli elettori. La vita intima di ogni individuo del paese, è seguita minuziosamente, osservata scrupolosamente attraverso una vera lente d'ingrandimento. La storia intima di ogni elettore 'è seguita passo a passo. Si conoscono i bisogni di ciascuno, si conoscono le macchie cli famiglia, e tutto ciò viene saviamente sfruttato al momento dell'elezione. - Le debolezze d'ogni persona sono pesate e tariffate; si posseggono i mezzi per riuscire a tutto. « Su quali questioni - dice una circolare delle congregazioni, che Giorgio Clèmenceau, un paladino della giustizia e del coraggio, smaschera nella Depéche, - su quali questioni si deve portare l'attenzione del comitato centrale, del segretario, dei corrispondenti e dei loro delegati?>> - « Su tutto, assolutamente su tutto » ecco la risposta! Essi hanno anche una polizia speciale che si infiltra in tutte le case; in tutti i focolari ; cosi questi uomini che non hanno nè famiglia, né spose e che riconoscono per altra guida che la parola di un capo, sono padroni di mille e mille focolari, arbitri climille e mille famiglie. Nel pagliericcio cli un padre assunzionista fu trovato un lungo e meticoloso rapporto che una confidente aveva rimesso al padre assunzionista: il rapP?rto riguardava la famiglia nella quale la confidente viveva. Le Congregazionei l'Esercito. L'Esercito francese, oltre ad e!5sere ripieno di monarchici, di bonapartisti, di anti-repubblicani, di dittatoristi ( chiamiamoli cosi) è anche saturo di clericali: Marianna però (qui chiamiamo cosi la Repubblica) è una buona donna e paga puntualmente, ad ogni fine cli mese, lo stipendio a tutti i suoi servitori, anche se infedeli. Vedete: poco tempo fa i gesuiti hanno organiz?:ato, per contrapporre all'Esposizione del 1900, un grande pellegrinaggio a Paray-le-Monial, luogo santo che fa concorrenza a Lourdes, e hanno posto il pellegrinaggio sotto la direzione di un ammiraglio della repubblica francese, il dc Cuverville, il quale accettando l'onorifica carica ha risposto al reverendo paare Courbé, della Compagnia di Gesù, una lettera tutto latte è miele, nella quale - tra le altre cose - si leggono le seguenti parole : « .... Il mio nome vi appartiene, reverendo padre ... Il Cristo e la bandiera francese debbono unirsi in un solo fascio ... Riuniamoci, dunque, nella confidenza in Dio, e facciamo appello al Sacro Cuore ... ». Pensate bene che il pellegrinaggio rappresenta, come disse quel gesuita impenitente di Cassagnac nell'Aulorité, una rassegna di tutte le forze cattoliche del mondo intiero, le quali verranno a sfilare dinanzi al Sacro Cuore di Gesù per protestare contro il. governo massonico, anarchico della Francia moderna; (leggi: Governo che ha graziato Drcyfus e contro cui si è spuntato il complotto di Dérouléde et C.i). * * * Frugando nella mia valigia cerebrale (entro la quale amorosamente classifico e catalogo le impressioni che quotidianamente mi suscita questo enorme e miracoloso cinematografo che è la Francia contemporanea) trovo a centinaia gli aneddoti i f)Uali illuminano e spiegano ciò che abbiamo dcito a proposito dell'esercito e del clericalismo. Figuratevi che, qualche giorno fa, a Lillc, il Generale Jeanneròd essendo stato obbligato a celebrare una festa militare di venerdì, prima di organizzare il ballo e il concerto che dovevano rendere più gaia la festa, domandò al vescovo Sounois il permesso di poter ballare di venerdì, e il vescovo graziosamente accordò il permesso. E sentite quest'altra: a Saint Die, nei Vosgi, quando c'è una festa militare qualunque, il numero obbligatorio del programma è questo, che la fanfara e la musica militare debbano recarsi a suonare sotto le finestre dell'Arcivescovo, per offrirgli una rispettosa serenata. Nè gli aneddoti finiscono. A Camieux, durante le ultime manovre, il 149° di fanteria era accampato presso la città, sotto &!i ordini del colonnello Bazaine (nipote del celebre J:Sazaine). li curato organizzò una messa in onore delle truppe, e il bravo colonnello non solo ordinò a tutti i suoi ufficiali di correre a fare la parata in chiesa, ma, cli se~uire due a due, come i frati minor vanno per via, la processiohe sacra in mezzo alla strada. Proseguiamo questo spigolamento che ci mostra tanta parte della vita militare francese. A Marsiglia esiste una Unione .fraterna della clientela cattolica per la difesa sociale ael commercio cristiano - e questa società ha per iscopo di boicottare tutte le case di commercio i cui proprietari non sono cattolici ferventi. Ebbene il comitato direttivo di questa Unione fraterna cattolica è composto di nove membri che sono tutti iifficiali dell'esercito. I sindaci, poi, sono due, e tutti e due sono ufficiali. Il direttore dell'Unione però, è un prete, il reverendo padre Chabert. Si pensi - dopo ciò, che gran parte degli ufficiali dell'Esercito - come mostrò Urbano Gohier in una coraggiosa e audace rivelazione nell'Aurore - è immatricolata nelle società cattoliche più. o meno segrete, come la Cripthe, i Cavalieri di San JV!aurizio ecc. e presta giuramento di obbedienza ai capi di società i quali sono funzionari della Chiesa. Esistono poi le Oeuvres Relig_ieuses le quali hanno per iscopo di irregimentare, nelle loro organizzazioni cattoliche, i soldati. Gli elemosinieri militari, che sono due per ogni reggimento, hanno la missione di raccogliere questi soldati e persuaderli ad entrare nella associazione cattolica. Essi dipenaono dai comitati dipartimentali cattolici, i quali coprono, come di una rete, tutta la Francia, e che presiedono sia alla propaganda elettorale cattolica, sia alla pubblicazione dei fogli clericali. Un metodo curioso usato dai cattolici per fare la propaganda nel seno dell'Esercito è il seguente: i soldati alla domenica, quando escono dalla Caserma sono afferrati, alla porta, da alcuni individui che proponcrono loro di recarsi a messa con promessa di . o . r1muneraz10ne. I soldati vanno dove sono condotti, e,_ a messa finita, ricevono un sigaro e un gettone di cuoio numerato, che porta scritta la seguente indicazione: 26 Via del Général Foy. Quando i soldati hanno un certo numero ai questi ~ettoni si recano al suadetto indirizzo, e ricevono, m cambio aei gettoni, del denaro. I soldati zelanti, che attirano dei compagni, ricevono un premio speciale. Ebbi ·occasione di vedere tali gettoni e ne _vidianche altri, più misteriosi, in forma di medaglia. che servono per lo stesso scopo: da un lato vi si vede l'immao-ine della Vergine Immacolata e dall'altro, al o . rovescio, la sciabola e la croce. La sciabola e la croce: ecco il programma delle Congreaazioni francesi e l'esercito si è schierato in buona parte sot~o questa insegna,. Tutti i ~e!11i~idel: l'attuale repubblica - i sognator_1 della _r1_v1~c1~a1, auerrafondai, &li espansionisti, gli chauotntstt,. 1 seguaci di Déroutede. e di Guérin - trovano tutti, _sott~ il programma cler1cale, un terreno comune. E la essi si riuniscono - là tentano ai complottare - la so-
RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 87 gnano d'innalzare, sulle rovine della Francia di oggi, un grancle altare sul quale domini una croce e - sullo sfondo, tante sciabole levate tra le quali - forse - lo scettro di un re. L'esercito cade nell'imboscata clericale - ma vi cadra la Repubblica? Parigi, l\farzo !901. ALFREDO N!CEFORO. Parlaùts~iDlirra ùl D rt..i.to onelrristo Un amico, alcuni giorni or sono, mi mostrò l'Italia del Popolo di Milano con un articolo a firma V. in cui, a proposito dei rapporti tra l'industria e l'agricoltura, si leggeva questo periodo: « Noi siamo condannati a subire le conferenze di « un deputato che si qualijì,ca repubblicano, e so- « ciologo per giun-. sola repubblica che non sia protezionista. Il fatto é cos universale che se al regime doganale assegnassi il valore assoluto che gli danno i miei contraddittori, sarei io nel diritto di sorprendermi e di deplorare che in Italia ci siano repubblicani non protezionisti. L'Italia del Popolo pubblicò la cartolina mia facendola precedere da un coppella e da un Nota-bene. Con non mia piccola sorpresa, però, la Direzione mise in relazione le mie parole, non col periodo succitato dell'articolo a firma V., ma c0n un altro contenuto in un numero (13-14 febbraio) dello stesso giornale. Non solo : L'Italia del Popolo volle permettersi il gusto di mostrare ai suoi lettori che io ero uno sciocco, poiché riprodusse l'ultimo trafiletto da me ignorato, e che aveva da fare colla mia risposta quanto Ponzio Pilato col credo. Perciò il giornale repubblicano di Milano poteva aggiungere trionfalmente: « Nel numero 13-14 febbraio dell'Italia « del Popolo, a proposito della condotta indiscipli- « nata. di qualche deputato del gruppo repubblicano « alla Camera, pubblicavamo il seguente articoletto « che ristampiamo, perché i nostri lettori possano « giudicare se es- « so meritasse o « ta, in favore det « dazi protettori. » Benché io non abbia sinora inflitto a chicches - sia una mia conferenza in favore dei dazi protettori, p u r dichiarando che sosterrò dovunque le mie idee, che sono quelle designate come protezioniste; benché io non mi sia qualificato come sociologo e non abbia avuto altro torto - assai grave per coloro che hanno il monopolio di una cosiddetta scienza italiana - che quello di pubblicare due volumi s u 11 a Sociologia Criminale; ciò non pertanto credetti di riconoscermi in quel deputato reIl maggior ostacolo. « meno la risposta « che ci manda « l'on. Colajanni :.. Sicuro : la mia risposta messa in rapporto con ciò che non intesi mai oppugnare , perché lo ignoravo, é sconclusionatis sima, e riesce faci• lissimo ai miei contraddittori di osservare che io sposto la questione , mentre chi la spostava, in una maniera che io dovrei qualificare severamente, era l' Italia del Popolo! - Maledizione! Chi avrà messo questa pianta attraverso alla mia strada Y Tutto questo asrebbe dell' abilita sopraffina, del genere di quella che noi siamo soliti bollare per disonesta, se non fos- ( Uomo di Pietra cli Milano). pubblicano e protezionista, e scrissi una cartolina cosi concepita: Napoli, 28 febbraio 1901. Signor Direttore, « Un amico mi mostra un numero dell'Italia del « Popolo con una puntata al mio indirizzo. Lo scrit- << tore si meraviglia che io sia repubblicano, sociologo << e prote:.ionista. Nella mia grande ignoranza sarei « grato allo scrittore repubblicano autentico, se mi « volesse far conoscere qual'è il regime politico che << vige in America (Nord e Sud), che da tempo im- « memorabile é protezionista. Coréliali saluti. << Dott. N. Colajanni. » Questa mia cartolina non ha che un difetto: é incompleta. Allo-scrittore che si meravigliava del fatto che sono repubblicano e protezionista, non avrei dovuto limitarmi a ricordare in forma ironica che l'America repubblicana è protezionista; ma avrei dovuto domandargli se conosca in America e in Europa una BibliotecaGinoBianco se il prodotto dell'acciecamento prodotto dalla impotenza in cui si trovano imiei contraddittori di indicarmi uno straccio qualsiasi di repubblica che non sia protezionista! Ed ora eccomi a seguire i contraddittori di Milano sul terreno su cui hanno voluto spostare la questione. Mi si accusa di essere un indisciplinato. L'accusa è meritata; però chi la formulò non .conosce il valore delle parole: é il meno che possa dirgli. Con legittimo orgoglio, avverto l'Italia del Popolo, che nessuno in Italia ha il diritto di darmi dell'ipocrita e di rimproverarmi la mancanza di sincerità di costumi politici. Chi fa ciò é un impertinente che mi calunnia, non conoscendomi. E' non sincero, é ipocrita chi nasconde il proprio pensiero. Dicano coloro che mi conoscono, se tali aggettivi si possano appioppare a me. In quanto a coloro che non mi conoscono seguitino pure a divertirsi calunniandomi. Sono tanto ipocrita, e non sincero, che nella prima
88 RIVISTA POPOLARE DIPOLITICA LLffTERE E SCIENZE SOCIALI riunione del gruppo repubblicano parlamentare dichiarai esplicitamente che mi riserbavo di essere proprio .... un indisciplinato! Nessuno dei presenti ci trovò da ridire. Se nel gruppo si è mutato parere mi espellano e mi brucino in effige, come si dice in linguaggio massonico. Aderendo al Congresso di Firenze non potei menomamGnte sospettare che ci fossero dei fanatici, i quali potessero pretenderè che io rinunziassi alle idee che da due anni andavo difendendo nella Nuova Antologia e che avevo anche esposte alla Camera, senza che alcun deputato repubblicano si fosse presa la pena di contraddirmi. La pretesa di voler sacrificato un grande interesse economico alla disciplina di partito, mi sembra sbalorditoia; quella di consentire all'assassinio economico della mia regione è da pazzi addirittura. Si riunisca il gruppo parlamentare e mi cacci via: me ne conforterò, come in tante altre occasioni, con la coscienza sicura di aver fatto sempre il mio dovere. Ai repubblicani dell'Italia del Popolo, infine, nell'interésse della loro propaganda liberista, mi permetto di raccomandare che non limitino la loro propaganda anti-protezionista all'abolizione del dazio sul grano, ina che mettano uguale ardore in quella di tutti· i dazi di entrata, specialmente di quelli che proteggono tanto fortunatamente le industrie della Lombardia. Del resto og~i possono farlo impunemente: le industrie sono già tanto sviluppate che non hanno più bisogno di alcuna protezione. Possono mostrarsi logici assai a buon mercato senza incorrere nel pericolo di affamare i lavoratori della propria regione. Se essi trionfassero, il Mezzogiorno, la Sicilia e la Sardegna dopo essere stati saèrificati una prima volta m nome del liberismo; dopo essere stati bri- &antescamente assassinati una seconda volta in nome ctel protezionismo, comodo e necessario alle industrie settentrionali, saranno economicamente seppelliti senza cerimonie con un ritorno al liberismo - che riuscirà utilissimo sempre alle industrie del Settentrione, se limitato ai prodotti agrari. L'Italia nel mondo diverrà il Don Chisciotte del liberismo; la sua economia e la sua finanza riceveranno un colpo formidabile ; ma i repubblicani d.el giornale di Milano potranno esclamare con orgoglio: perisca l'Italia, ma si salvino i principi liberisti ! Castrogiovanni, 10 marzo 1901. DOTT. NAPOLEONE COLAJANl:H Deputato al Parlamento. I sostituti'ai sussidinavali UD .. a. risposta. La questione dei premi alla marina mercantile non è ancora chiusa in Italia; e non sarà chiusa certamente quando vedri la luce questo numero della nostra rivista. Crediamo utile, perciò, di dare ai nostri lettori la risposta che il sig. Alessandro Smith nella North American Review dà all'articolo del sig.' Vì 1ind- · miiller da noi riprodotto nel num. 2 del 30 gennaio 1901, risposta che non è potuta andare nel passato numero per mancanza di spazìo. Diamo soltanto la parte, leggermente ridotta, che si riferisce alla efficacia dei premi di navigazione sullo sviluppo della marina mercantile americana. La Redazione. E' significante commento alla debolezza degli argomenti contro i sussidi governativi alla marina mercantile americana nel commercio estero, il ricorso che si fa così spesso alle statistiche della :QOB'l b liOt9C8 G1:ioB:3nco stra navigazione per provare la forza marittima nostra. Patrocinando le piccole liberalità - premi di esportazione - ai carichi degli Stati Uniti come sostituti ai sussidi navali- nel numero di gennaio della North American Review, il sig. Luigi Windmuller cade in tale errore. Si dovrebbe chiaramente comprendere che i sussidi non sono domandati per le navi nel nostro commercio interno, ma solamente per la nostra navigazione nel commercio estero. La nostra navigazione interna, ch'è protetta contro la concorrenza della navigazione estera, è in buono stato, prospera e cresce utilmente. Invece si trova in condizioni opposte la nostra marina non protetta nel commercio esterno. Perciò per quest'ultima vengono domandati premi e sussidi. Il sig. vVindmiiller, a mio giudizio, sarebbe riuscito a stabilire più esattamente le condizioni che egli voleva descrivere, se invece della tavola da lui presentata nel suo articolo, avesse adoperata la seguente: Comparazione del tonnellaggio americano nel eommercio estero tra il L1890 ~e il 1899. Anni 1890 1899 Tonnellaggio totale 946,695 848,246 a vela 749,065 488,216 a vapore 197,630 360,030 Qui viene dimostrata la diminuzione di più che il dieci per cento nel nostro tonnellaggio in dieci anni. Ma sarebbe contraria al vero l'osservazione che attualmente ci sia una decadenza nella forza, ed efficìenza del nostro tonnellaggio, poiché una tonnellata di navi a vapore è uguale a tre tonnellate di navi a vela. Su queste basi, perciò il sig. Windmuller potrebbe contestare che la tavola seguente darebbe una idea più esatta della efficienza della nostra marina sottò registro. 1890 Efficienza del tonnellaggio totale 1899 » )) » 1,34:l,955 1,568,306 In questo modo verrebbe dimostrato un aumento della nostra marina nel commercio estero di più del 17 010. Ma per essere giusti, il Dott. Windmi.iller dovrebbe essere costretto ad ammettere che è la nostra marina a vela quella che. è stata aiutata durante la maggior parte della decade accennata, in cui avvenne l'incremento, e che la diminuzione avvenne nel naviglio a vapore, che non ricevette alcun aiuto·. Non vi sono linee di navigazione a vapore sotto la nostra bandiera nel commercio estero regolarmente stabilite, che non ricevano aiuto diretto dal nostro governo; e quanto alle linee di n.avigazione a vapore -le quali non ricevono aiuto, dietro esame dei rapporti ufficiali, si troverebbe, generalmente parlando, che esse sono maggiormente impegnate nel commercio interno anzi che in quello estero. L'efficacia dei sussidi si può dimostrare colle statistiche del tonnella&gio delle navi a vapore dalla fine della guerra civile nel 1865 sino al 1891, quando passò la legge sui sussidi postali. Siccome la guerra cessò solamente tre mesi prima della fine dell'anno fiscale 1865, i dati sul tonnellaggio per quell'anno potrebbero indurre in errore, essendo troppo basso: ridotto a 98,008 tonnellate. Nel 1866 il tonnellaggio ascendeva a 198,289, mentre nel 1890 - ventiquattro anni dopo - è di 197,630, mostrando una piccola diminuzione. Il tonnellaggio raggiunse un massimo di 221,939 nel 1868 ed un minimo di 146,604. nel 1880. La media annuale dei ventisei anni, dal 1865 in poi, fu di 186,182. Dunque durante tutto quel periodo non vi fu alcun aumento. È da mettere in evidenza che il nostro tonnellaggio cadde a 170,838 nel 1878 ed a 146,604 nel 1880, probabilmente in seguito alla ces-
Il!VISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SC!ENZE SOC!AL! 89 sazione dei sussidi alla Pacific Mail Steamship Company nel 1876. · . Tornando indietro, al 1850, e citando il caso riferito da Windmiiller, della CollinsLine,che in quello cominciò ad operare pienamente, noi troviamo dei dati interessanti. La nostra prima legge di sussidi passò nel 1845; i suoi effetti si ebbero per la prima volta nel 1847 quando il tonnellaggio a vapore era di 5631. Nell'anno successivo aumentò a 16,068, e nel 1849, anno in cui apparve la Collins Line, ·il nostro naviglio era aumentato a 20,870 ed era più che doppio nel 1850 con 44,942 - con l'aumento dell'80 010 in tre anni. Continuò a crescere sino al 1855, in cui raggiunse 115,045 tonnellate, ma dopo declinò, probabilmente a causa del grave disastro della Collins Line, a 78,027 ton. nel 1858. Questo fu l'anno in cui falli la Collins Line e fu pure l'anno in cui gli Stati Uniti soppressero i sussidi alla linea, mentre in pari tempo la sua grande rivale, la British Cunard Line, ricevette un sussidio dal governo britannico di circa L. 5,000,000 all'anno! Da quel periodo sino al sussidio · postale del 1891 ci fu un reale incremento ; ciò che dà il carattere di progresso allo nostra marina mercantile. Nel 1892 il tonnellaggio delle navi a vapore ammontò a 228,899, con un aumento di 11000 sull'anno precedente. Nel 1893, si arriva a 261,103; nel 1899 si raggiungono le 360,030 tonnellate a vapore. La media degli otto anni, dal 1892 al 1899, fu di 273,198 ciò che indica un aumento del 45 010 sul .periodo precedente. Questi dati sull'aumento della nostra marina mostrano l'estensione dello stimolo esercitato dal sussidio governativo. Deve dirsi inoltre che l'ammontare del sussidio postale, com'era stato originariamente proposto, fu ridotto del 33 010: riduzione che restrinse seriamente e ritardò molto l'incremento della nostra marina a vapore. ALESSANDRO R. $MITII. ROMA NELLA OIVILTA' Da molto tempo noi assistiamo ad una specie di risveglio della così detta vecchia questione Romana: questione che non è certo tutta di lana caprina! Questa Roma che si vuole a: eterna J> fu grande e temutà . sotto gl'imperatori, dicono gli storiografi amatori dell'antico. E passi l'affermazione, per coloro che in buona fede sognano un futuro assetto sociale costituito ;mila base d'una sapiente ed alta legislazione del diritto civile delle genti. Ma che dire di (l)quei pochi che vedono la futura grandezza e felicità dei popoli emergere dalle falde dell'alta rocca dello stato militare universale, messo insieme colle violenze, le stragi, le concussioni, le spogliazioni e le violazioni turpi contro ogni Cttlto eù ogni costume dell'umano sentimento 'I Dopo . la cattiva prova tentata lo scorso secolo della costituzione a nuovo del grande Imparo Napoleonico, da colui che non avea nulla« dans le ventre 1> (2) scimiottante il romano Cesare, ancora oggi abbiamoa,uto un sintomo nel militarismo germanico (che per fortuna tali sogni nc,n :tllignauo nel ci vile tiensiero germanico) di risveglio (1) « La storia per Proudhon è l'esclusione d"una utopia per mezzo d'un'altra. Le utopie ufficiali, attuabili per un momento, ma non vitali, debbono essere continuamente ributtate da altre utopie, e così per questo costante corso di dissoluzione di distruzione il genere umano progredisce ». Dott. S. Engliinder. L'abolizione dello Stato. (2) Giudizio d'uno scrittore francese. Se Bonaparte avesse saputo leggere nelle storie, avrebbe compreso che dopo la sconfitta dei Barbarossa e l'epopea gloriosa dei Comuni in Italia, non era più possibile costruire daccapo un grande impero soIlo stampo del Romano. BibhotevaCino Bianco di Cesadsmo Alemanno colle feste o più propriamente colle mascherate romanesche d'Homburgo , dove un coronato in pieno secolo di luce affermante la solidarietà umana sttlla base del diritto d'eguaglianza, osò insultare la civiltà nuova, evocando dalle ceneri d'un. mondo sepolto, lo spettro d'un nuovo impero mondiale· tedesco, fabbricato (già s'intende) dai sedicenti eroi novelli di Marte, o guerrafondai di mestiere ..... Ciò prov,1solamente l'esistenza di certe incro3tazioni profonde di atav;smo bellico, in cervelli per loro natura refrattari all'idea evoliitiva ! La vera Roma grande è quella dei papi, va cantandoin tutta la scala gt·aduata dei toni musicali la letteratura cristiana a mezzo dei suoi pennainoli in cilindro o in sottana. E infatti la stoda è lì per dimostrare i fasti e le gesta cli Roma papale, la quale non cede un pelo in fatto di finezze, astuzie e ribalderie politiche al suo confratello il potere laico o politico propriamente detto. Ed in quanto a violenze e soprnsi: l'ombra. dell'imperatore Arrigo (per tacere d'altri) ne potrebbe sapere qualche cosa. Se la grandezza è sinonimo cli potenza brutale dei più forti e più astuti, è cet·to che Roma imperiale e Roma papale han toccato il culmine. Ma all'ultim'ora vengono innanzi i sognatori d'una terza Roma italiana (l) grande così detta laica o ci 1Tile, che dovrà assorgere dallo sviluppo ed incremento delle sue industrie fiorenti, dai prodotti del suo su'Olo ubertoso, dai suoi mari incantevoli e· azzm-ri, dai suoi commerci.. .. dalla stta prosperità economica insomma! Dato e concesso (perchè ciò è fatale) eh.e Roma nel girn di alcuni anni divenga ciò eh' è New Jork per gli Stati Uniti e L-:indra e Liverpool per la Gran Brettagua, toccando l'apice del suo bene3sere economico, non pertanto pel mondo s'irraclie1·à da Roma quella !IL luce intellettnal piena cl' ainoi·c (2) di cm parla per suo tornaconto Proto3 (3). Infatti noi· vediamo oggi la « ci vile :o Eut·opa assistere coscient.i spettatrice all'ecatombe d'un popolo generoso, soggiacente alla cupidigia dell'Anglica cimmaglia ! Ed è questa la nazione eh.e gl'italiani segnatamente citano a modello per le sue savie leggi che si pretendono informate a sana mornle e a libertà civile e politica Con buona pace di tutti' questi illusi o sognatod, o mistificatori della buona fede umana, non fu gritnde ht Roma imperiale e tanto meno la Roma dei papi, e ben poco di meglio han d'aspettarsi tutti coloro che cooperano al risorgimento di una Roma economicamente prosperosa e fiorente (4). Conviensi tenere alla bisogna altro viaggio, e lungo e malagevole e del tutto nuovo e il cammino ! Bisogna poco a poco demolire le secolari incrostazioni deleterie del pensiero, che lo allontanarono dalla Gran madre la 'l'erra, e lo privarono del latte che attingea al suo seno purissimo, avvolgendolo nel labirinto senza (I) Fattori primi od elementi costitutivi dell'unità d'Italia: Dio e popolo, Libera chiesa in libero stato, L'Italia è fatta, bisogna fare gl'italiani, Benedico le armi italiane ! A Rorna ci siamo e ci resteremo, li sole dell'avvenire, Roma intangibile; Tutte « .i ongleries cle mots » Crispi almeno non b.a fatto chiacchiere, egli ha pugnatocol suo pugno alla Camera e alle banche. (2) Atfranchis du dogme et du rite, mais exclaves du reste les premiers (i presunti liberi pensatori) conservent tonte la conche profonde des préjugès des seconds (i clericali) et remplacent la couchesuperficielle pourd'autres prejugès tout aucssi condamnès par la science. E. Haeckel - Le Monisme lien· entre la Religion et la science, prefazione di G. de Lapouge. (!3) « Vera Roma » del 14 ottobre. (4) « Je ne nie pas, bien loin de là, que l'atfranchissement de la pensèe ne soit liè dans une certaine misure, a l' atfranchissement du travail, ni que le milieu èconomique actuel si absorbent et si cruel ne soit très favor'lble à l' epanouissemet de toutes !es inventions surnaturelles. Mais c'est là, me semble-t-il, renverser !es termes du probleme, et il serait peut - etre plus exact de professer que l'esclavage materielle est le produit direct de l'eschwage intellectuel » E. Raiga, " Revue du mouvement philosophique.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==