RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIA.LI 87 Picardi. in cui si fondono armonicamente la coltura larga, le i«loe liberali, Jn, inn,ppuntabile vita privata, l'eccezionale modestia che lo tenne sempre lontano dagli intrighi di conidoio. Non possiamo c:;e es5ere severi verso il ministro del tesoro. Se l'on. Di Broglio, fosse un semplice carneade la cosa sn,rebbe gi,'t deplorevole: al 01inistero del Tesoro non si può collocare il primo venuto, che 11011 ha alcuna speciale conoscenza economica e finanziaria e che all'attivo non ha che il ricatto compiuto cont,ro il ministero Di Rudini nella qnistione del Catasto. Deplorin,mo poi che il Prinetti sia anelato agli esteri e non sia ritornato ai lavori pubblici, dove complessivamente altnwolta aveva fa,tto bene. Questo spostamento riconsacra la manìa dell'avanzamento nella carriera ministeriale, che allontana gli uomini dai posti pei quali si rivelarono adatti, per farne loro occupare de,,li alt,ri, che sono ritenuti pi1'1importanti. Invece la prisenza cli Girolamo Ginsso al Palazzo San Silvestro, se il ministero Zanarcldli dovtsso avere vHa lunga e si dovessero preparare sotto di lui i prov,·edimenti fer · roviari, resi urgenti dalla imminenza della sca,denza delle Convenzioni del 18S5, sarebbe un pericolo: l'uomo, tanto stimabile per parecchi motivi, non è soltanto un liberale ma è anche un liberista in economia, quali lo deside'rauo le Compagnie esercenti. Si commenta poi poco sione deO']i affari e della produzione nazionale. E siccome il termine correlativo di diminuzione clipesi, deve essere diminuzione di spese, credo che se si facesse un plebiscito per rispondere al quesito generico se le spese dello stato debbano essere o no diminuite e largamente diminuite; la maggioranza, forse la gran maggioranza, risponderebbe si. Perché dunque mvece le spese continuano a crescere anziché diminuire? Perché la pressione dell'o pinione pubblica é cosi lieve sugli uomini di governo e sul Parlamento ? Egli é che se si vuole in genere la limitazione delle spese dalla maggioranza del paese, poi essa si divide in mille gruppi quando si viene a concretare specificamente come si debbano fare le riduzioni di bilancio. Ogni gruppo ha nel bi.lancio dello Stato qualche categoria di spese alle quali attribuisce una superiore importanza. Anzi giudica troppo modesti gli stanziamenti relativi, mentre é dispostissimo a voler. to~Iierc su quelli in altre categorie che negli altri ~ruppi si ritengono egualmente indispensabili ed egual men te esigue. benevolmente il fatto che dei due maggiori UO· mini che hanno promesso con insistenza la riforma tribut.al"Ìa, cioè laCsoluzione del problema pit't urgente, nemmeno uno sia andato n, regi:-ere il dicastero tecnico, in cni dit·ettamente avrebbe potuto esplicare l'azione sna in gnisa da manteCambiodel maestrodi cappella Questo fenomeno che pare contraddittorio e che si presta alla satira, è però ben naturale. La ragione sta in ciò: che da noi tutti i servizi pubblici - niuno eccettuato - hanno disponibilità di fondi assolutamente inadeguata. allo scopo che si propon()'ono. Le stesse spese militari sulle quali tanto si dibatte, se spassionatamente si esamina la questione della nostra difesa, sono tutt'altro che sufficienti al bisogno assoluto. Ora tutti quelli che più specificamente si interessano ad un determinato servizio pubblico, del quale più che altri apprezzano l'importanza, vedono nell'insufficienza del modo come funziona,o un , nere le promesse. Giolitti agli interni e Priuetti agli esteri signitìcauo il trionfo delle preoccupazioni personali o il predon,inio di quell'alchimia parlamentare, nella quale IJOU trovano posto gl'interessi vitali del paese. Constatiamo, infine, cl1e nelJa politica intorna e· è d:t attendersi il trionfo di nn indirizzo liberale: Zanarclelli, Giolitti, Picardi, \>Vollemborg,Cocco, Ortu, Galimberti, Gi11sso sapranno tener testa alla Da Saracco a Giolitti, dopo il rifiuto dell'Estrema in quanto a polpa non si è guadagnato niente.· 1L' Uomo di pietra cliMilano). corrente reazionaria rappresentata da Prinetti e da Di Broglio. E sotto qnesto aspetto la colllposizione del nuovo ministero affre abbastanza garanzie; ma il ptin· ctiiin salicns oggi è la qnistione tributaria, che si connette intimamente a qnella militare eri alln, politi0a estera. Ecco lo scoglio della naYe ministeriale. LA RIVISTA. Seguiamoun programma. (I) Per quanto in Italia ci siano ancora molti che non si son dati ben conto della necessità di ridurre le spese, l'opinione pubblica - almeno in massima - é per questa riduzione. Intuitivamente si capisce anche da quelli che non se ne danno ragione ragionata, che la soma degli enormi balzelli che pesa sulle spalle del popolo italiano, non solo é grave relativamente a quello di cui può disporre per vivere : ma che è anche ingombrante; che inceppa l'incremento della ricchezza e del benessere perché neutralizza continuamente .ogni iniziativa, ogni espan11) Que,to articolo del chiaro amico e collaboratore nostro non potrebbe arrivare in momento più opportuno. BibliotecaGino Bianco danno personale insopportabile, o un pericolo per il paese, o per lo meno quanto questa insufficienza lo tenga al disotto in confronto d'altri paesi. Interessandosi poi solo lontanamente di quelle altre funzioni che altri a loro volta ritengono d'importanza primaria, non capiscono perché questi ultimi vogliono dare loro la precedenza, o attribuiscono la cosa a malvolere, a egoismo, a spirito di classe e di casta più che realmente questo spirito o l'interesse personale, non abbiano posto nella foga con cui sostengono il loro punto. Non bisogna credere che tutti quelli che sostengqnn l'espansione delle spese militari, lo facciano per egoismo di carriera, per profittarne nelle forniture o nelle costruzioni, o anche per puro spirito di conservazione di organi che hanno esistito sempre in un organamento della società che si ha paura di far traballare se si tocca. Come non bisogna credere che coloro che sono invasi dalla paura di veder cascare il mondo ad ogni pietra che si voglia cambiare ali' edifizio esistente, attribuiscono intenti di sovvertimento sociale a coloro che domandano allo stato nuove funzioni pel miglioramento delle classi inferiori né a puro egoismo burocratico il desiderato aumento di tutela dello stato nelle relazioni tra cittadino e cittadino. No, in moltissimi, forse nei più, è amore del bene
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