96 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI ' NOVI!l1A DE!l1!l1EBABIE Qualche nota su MICHELE KRAMER Dramma in 4 atti di G. l--JAUPTMANN. Quando Michele Kramer, il padre e l'artista, innanzi alla bara <lei figliuolo, nella stanza sinistramente illuminata dai funebri ceri, con parola rotta e senza pianti, ma avvolta in una graJllle ed ascetica maliuconia, che ]_'anima mostra straziata più dal dubbio che dalla morte pronunzia le ultime pi1roie, tenendo tra le mani la maschera dolorosa di Ileetl101·en, e levando gli occhi al cielo, solo allora la filosofia del dramma di Gerardo Hanpturnnn si delinea chiara e tutta. G. Hauptmann. · Ma anche allora lo spettatore si 1lo111anihste l'autore di Anime solit<trie abbia voluto tentare la descrizione di un uomo, ovvero la soluzione di un prohlema, se egli continui ad essere l'autore del Vetturale JTe1ischcl, ovvero il poeta delle Gainpcinc sommerse. * * * Michele Krarner è professore nella S&1wla cli Arte in una capitalt1 tedesca. T!lmpermnento di artistn, ba là forza della concezione, non l1a quella della estrinsecazione. Chiuso nel sno studio, lontano da tutti, udendo . il rumore degli uomini, che gli arriva come nn cadere cli foglie autunnali, sente dentro di sè tutta l'agitazio-· ne del genio, e lavora con ardore intorno ad un Cristo, che a nessuno è concesso vP-dere, poichè il quadro è destinato a restare un eterno frammento. "Quando si ha l'ardfre di dipingere un Cristo con <I la corona di spine .... uditemi, si ha bisogno di « una intera vita. Nessuna vita faticosa: ore solitari11, <r giorni solitari, anni solitari .... J> Codesta purezza e sincerità che <là allo studio del pittore una grande pace, manca in casa. Michele Kramer ha una moglie, per la quale è stato sempre un estraneo: ha due figliuoli. L'una, Michelina, ha dell'intelligenza, dipingo, ma non ha, non ha - il padre lo vede, lo ripeto - la sa - era scintilla. L'altro, il figliuolo, ha nome Arnoldo. )fa più talento del padre, della sorella, ha il vero gt'lnio. i\fa, codesta anima, la cui abbagliante luce solo a pochi ò perrne~so vedere, ò chiusa in un corpo laido. BibliotecaGino Bianco Non solo. J\fa Arnoldo è cattivo, è ubhriacoue, è dehosciato, è bugiardo, è pigro. Nessnuo in casa - pur mostrando nelle esterne forme sollecitudine pel giovane - nessuno ha saputo trovare la vera via per giungere al cuore cli lui. . Consigl_i p(eni di rimproveri fino a preghiere in cui s1 sente 11 disgusto, lo sprezzo: - questo il sistema 11i educazione. Ed il 11Iarabn così lo chiamano in città - fuggo la casa e eone in birreria. dove resta tutta la notte. ~lichele Kramer fa qualche tentativo ancora. Lo interroga nel suo studio. E questa ò una delle scene più grandi del secondo atto. li padre nelle sne J)r~role piene di affetto non può trovare la via del cu01:e: iuttirroga cou calma., con dolcezza, fin con disperazione, svelli al figliuolo il douo che nell'anima porta racchiuso, o che attraverso alla laidezza del corpo egli ha intravisto. M1cm,r.E K. - «. Io sono tno padre ... Comprendi. .. Con- « fossati .... Dimmi che ho torto .... ti bacitirò i piedi. « Arnoldo, difenditi. Parla! Vigliacco, no! Di' pure « che io ti ho fatto del male. Di' pure che tuo pn.- « dre è un tirn,nno. Io mi correggerò. Ed anche tu, « Arnoldo. Prolt(limi come camerata, come amico. Tn « nou ha i che 1·olere, e tutto è fatto. Dì, vuoi, « vnoi ~ D AnN0LD0. - (collle nu estraneo). Come .... ~ficnE:.E K. - Sì, dunlJne? A1tN01.1J0.- (con movimento lento ed amaro). Porchè 110 1 Non 111isento bene. M1c111-:1.K1-. : - Lo cre1lo, Arnoldo. 'l'n 11011 hai li be- • nedizione del lavoro. E devi aYerla. Hai ac- « cennato alla. tna bruttezza (prende la maschera « di Beothov.eu) Guarda! Pigliuolo cli Dio, disseppel- " lisci la tua_ anima .. Crndi che egli sia stato piì1 « lrnllo? Vuoi essere un adone 1 Tu pnoi avere in « te dclllt bellezza: tn puoi fare che C'otlesti atlon i « siano attomo a te come 111iseraliili mendicanti. « Arnoldo, 1Jni la. tua mano ... DoYÒ sei st.ato ieri a <I Stira 1 D J",; troppo t,ar,1i ! Dalla hocca ilolorosa <li Arnoldo 11011esce che la menzogna. E: - « Va, gli g-ri1lail padre, va! 'l'u non sei mio « figlio ! Tu mi fai schifo! » Ed il Mar,ibh esce con la testa china, ancora una volta menzognero e depravato, uwntre l'insulto mnore sullo labbra di Michele Kramer, che attraverso a qul'l corpo deforme, ed in quell'anima corrotta vede sempre la luce. Arnoldo torna nellft sua birreria, dove annoia con il sno sguardo fisso, e con le sue parole monche la figliuola dell'oste, la Lisa, che dispensa lusinghieri sorrisi agli a,'.ventori ch_e ?rdinano vino e Champagne. E codesti avventori s1 bem,no clel Jlforabù, che beve un bicchiere cli birn, e mangia molto pane: lo dtiridono, lo fuggono, lo a"izzano. gli occupano la compiacente Lisa. Ed il Nlarabù, lasciando la sua calma, estrae la rivoltella. Tutti si precipitano su lui, lo maltrattano, vogliono consegnarlo alla polizia : il .\1arabìi si svincola, fogge attraverso la notte, inseguito dai giovani, e correndo, correndo va a precipitarsi nel fiume. :IIiclwlo Kra.mer ba finalmente il suo figliuolo: lo ha morto, n,olle di acqua, ma lo ha. E non a casa, ma nello studio il feretro vien deposto. E Michele Kramer veglia solo la notte. Quante volte non solleva il bianco lenzi;olo che copre il suicida per figgere gli occhi su quel cereo volto, per cercarvi ancora quella scintilla, che aveva già scoverta, per pote:· vedere, attraverso l'oscurità del corpo, la luce che non si spegneva nell'anima! E tro,a, Michele Kramer ancom_una volt~, in quel volto, dal quale ht morte ha scacciato la laidezza cattiva, trova sempre! i\fa non si ferma qui il padre che per la coscienza della responsabilità, per l'anima di artista e filosofo vuole per forza risolvere il dmmma del quale è stato vittima il figliuolo vivente, il dramma che non ò finito - cli questo egli è sicuro - con la morte. Così nell'ultima scena. KR.DfER. - Aiutatemi, Lachrnann, ad accender le can• « dole. Pene e dolori, pene e dolori! Capite? In altre «parole: potete vivere IJUanto e come volete, sa- « rete sempre morto (consegna nn cauclelabro a Lach- " mann) Portatelo al mio figliuolo.
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