U.'Vf:iTA. POl-'OL,1/U'.' DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOClALI 20 del àazio s11! gran<>; adesso è tempo di esaminare se esso interessa alcunll l'egioni <ld regno o tuttn, l'Italia. L'cs,1me è di una facilità 111eravigliosa - talmente meravi1diosa, che si rimane sl>alonliti pensaudu al credi tu ch'è Rtato nui \'ersalment<:i accordato alle a·. erzioni cfoi sucialisti o repnbl>licaui setteut.rionali. Basta aprire l'ultimo Ann11ciì•io d<:ilrogno per convincersi che tntt:t ltalia ù ugualmente interessata nel dazio SLll grano. Lascin,uclo da parto I'[talia ceutrale(Marche, Unihria, Toscana e Lazio) si trova che la, 11101lia,produzione a,nnun, del frumento noi quinquennio 1896-H)OO fu cli ettolitri !ti,G04,69 nel Piemonte, Loml>ardia, Veneto, Liguria ed E,11ilia; di ettolitri 18.281,;JìG nel lit regione meridionale adri,ttica e mediterranea, in Sicilia o in Sat·- degna. Se i <let).iJca ht produzione della Sardognn, - i cui baroni e /at~(ondisli 11011sono stati dounnziati alrorlio pubblico - la, produzione rlel ~lezzogiorno e della Sicilia i pa,reggia con quella del ~ettentrione ! Tra le diw grauùi divisioni del Regno e' è, però, •11rnlche dif:t'ere11za nel benefizio tmtto dal dazio, cou,e ci sarel>l>e qualche differenza nel danno che deriverebbe dalla sua abolizione. Vedi11n10. Per 11nitì1,<li superficie fa 11roduzione del grano è maggiore 11el Settentrione che nel :'lfozzogiorno. È n.raggiore perclrè là non manc,tno i capitali e le co11osce11zo tecnioo-scie11tificlre; gli uni e le altre sono coadinvat' dalhi uaturn: le piogge vi sorro copiose, bene l'e6ulate; i canali d'irrignziot1e fanno il 1·esto. Kel Mezzogiorno mancano i capitali, manc,t l'istruzione, è an·ersa lanatura. 0·ò il sole; ma uon per farsi be:rel1ire ! Lo assetate popolazioni· di Pngli,1, della pianti di Catania. ,li grau parte delle proviucie di Caltanisetta, Girgcnti, cli Palermo scambierebl>ero assai ,olPntieri il sole coll'acqua. E evidente, dunque, che ad un ettaro di terra che produce 12 ettolitri di frumento il da,do protet.torc riesco assai più utile che a qnollo che ne produce 8. ~fa so von isso abolito i I dazio 1 Certamento anche noi Settentrione lo classi agricole Yenebbero a soffrirne; ma molto meno di quello meridiorrnli, del Lazio, <lel:a Sardegmt e della Sicilia. Le regioni dell'Alta Italia ltarrno il compet1so doll'inùnsti-ia: la quale agi oc benelìcamente non solo assorbendo le l>racoia caco1,tte dall'agt·icoltura, ma anche oft:rcnclo t111mercato piì1 ricco, con maggioro potenza di n,cqnisto, ai prodotti agricoli locali. Nè entro i confini dello Staco può rigorosamente parlarsi di uu unico mercato: ln configurnzione geogrntica e lo tariffo elevate delle ferrovie e della naviga,zione generale, costit~iiscono un formiùahilo ostacolo a far sì clw i prodotti <lei Sud pos~ano vendersi nel Norc1 con 11 n margine cli profitto pro so a poco uguale per i proclnttori dell'una e (lell'altra regione. Così durante la crisi i11tensissi111aenologica il vinos11l mercato di Riposto e di Scoglitti si ven• <1e,·a IU centosirni il litro, mentre acl Asti, ac1 Alessandria, in Toscaua manteue,·asi il prezzo di ;JO, cli 40 e JJir't centesimi : prezzo maggiore in parte dovuto alla superiorità, dei vini da pasto dell'Italia settentrionale e centrnlo. E così rimane dimostrato: 1° che il c1azio interessa tutta l'Italia; 20 ohe riesce piìt benefico nel settentrione; 3° che i danui dell'abolizione sarobbero maggiori nel J\Iozzogiorno. (Conliuua r. On. Dott. ::-ÌArOr.EONE Cor.AJ.\NNr. CATAS'rO EGEOMETRI CA'fASTALI (Contro le petizioni degli imp egati) La questione gravissima del .nuovo cala Lo, cui la Rioista ha consacralo molti artièoli di persone com• petenti - Garbarino, Pallia, Sarcedoti - oltre quelli del direttore, risorge in questi momenti pe1' l'agitazione promossa dai geometri e!Llastali, a proposito della quale, o.prendo una largo. parentisi, sentiamo il bisogno di fare una dichiarazione. . 'oi non abbiamo alcuna tenerezza ed alcuna simpatia per le innumerevoli categorie di funzionari, che rivolgono petizioni al Parlamento e pei singoli deputati che si Yalgono anche cli mezzi eletlomli illeBibliotecaGinoBianco citi e addirittura camorristici per costringerli a sostenere la loro causa ; e sentiamo il dovere di esporre brevemente le ragioni che c'inducooo a decisa ostilità verso tali funzionari. Sappiamo benissimo che i loro stipendi sono abba - slaoza magri, ma conosciamo del pari che essi hanno liberamente accettalo il posto che occupano, e che anzi hanno messo io azione tulle le influenze, legittime e illegittime, possibili ed immaginabili per occuparli; non può quindi che destare un senso di viva ripugnanza il vedere che dopo pochi mesi d'insediamento nel loro qualsia~i ufficio, essi si atteggino a vittime e premano - è la parola che si deve adoperare - su tulli i deputati e lentino sedurre coi, particola1·ità quelli o.pparlenP.nli ai partili popolari, per indurli a patrocinar·e la loro causa. A loro, i deputo.Licoscienti del loro mandato e lo Stato possono rispondere in modo persuasivo per quanto ,;piccio : Se state ma'e andatevene! Per ogni posto Yacante si presenterebbero immediatamente ceulo concorrenti. Sarebbe disumano tale coot.egno dello Stato e dei deputati, che volessero trarre profitto della concorrenza degli innumereYoli disoccupati per mantenere in uno stato cronico di miseria molle decine di migliaia d'impiegati? ~fa intendiamoci su questa miseria. ln senso assoluto non si può negare; ma tenendo conto della miseria maggiore del pa<>se, del lasso bassissimo dei salari dei lavoro.lori, delle angustie dei conlribnenti, lo Stato e i deputati ve1·rebbel'O meno ai loro doveri, mancherebbero di cuore e di giusti~ia verso la immensa massa dei contribuenti, se aggravassero la loro mi<,eria per attenuare quella degli impie_o-aLi,la cui posizione è sempre p1·ivilegiata perchè godono di uno stipendio tenue, se si vuole, ma sicuro. Om in Italia è la sicure:;za di un minimo reddito per il più basso tenore di vita che manca o.Ile masse, eh,i quel minimum Yanno a cercare al di là dei mari e dei monti, emigrando. Ogni miglioramento della condizione degli impiegali i noi Lre si L1·aduce 111 un maggiore aggravio di quella miuacciosa valanga eho si chiama: fondo per le pensioni! (i) Ciò premesso sentiamo il dovere di fare una ecce - zionc; e la facciamo in favore degli impiegali del catasto. Verso di essi lo Stalo vien meno a qualche obbligo con traltuale; tale è quello, ad esempio, di a veri i solLoposti ad un esame per promuoverli e di non àver fatto ciò dop) anni ed anni di se1·vizio. Lo Stato verso gl'impiegati del cata~Lo è poi sleale io quanto che ha adibito un personale straordinario, per un lavoro, che avrebbe dovuto essere strao,·dinario e che esso inTece sa che dovrà durare ancora per più di una generazione! E disonestamente agisce verso di essi che hanno titoli universitari e competen1.a tecnica preponendo a loro degli ufficiali e dei solt'ufficiali ignorantissimi ed ai quali vengono affidali incarichi mollo delicati e assai importanti! Quando l'on. Colajanni nel 18.J2 risollevò con uua celebre interpellanza la questione del nuorn catasto dimostrò questi assunti : '1. occonono almeno 30 anni prima che il nuovo catasto sia terminalo; 2. occorrono almeno 300 milioni per compierlo ; 3. l'erario perderà almeno 5 milioni all'anno colla riduzione da accordare nell'aliquota dell'imposta fondiaria alle provincie accorte che chiesero ed ottennero, per disoneo,ta compiacenza. di ministri e deputati, l'acceleramento ; (I) Sappiamo che molte alt1·e categorie d'impiegati di recente assunti in ufficio si lamentano del fatto che mentre si fa a !oro la ritenuta per la pensione si faccia pe1'ò sottoscrivere una dichiarazione colla quale si obbligano a non valersi dei loro dil'itti nel caso che venisse modificata lo legge attuale sulle pensioni. La sostanza l'approviamo nel modo di agire del governo; ma non possiamo accettare la forma. Lo Stato dovrebbe fare noto a tutti i concorrenti agli impiegh.i il tenore della dichiarazione che dovranno sottoscrivere.
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