RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI dusse - cose che avvengono soltanto in Inghilterra! - persino in Tribunale pel processo al maggiore che barava al bacclirat. In quell'occasione il magistrato inglese che lo vedeva per la seconda volta in Tribunale - la prima volt.a v'era dovuto andare pel processo scandalosissimo di lady Montagut - gli disse congedandolo:--« Voi siete o: il figlio della nostra santa Regina, pen-sate a lei, pen- « sate al popolo che dovete governare .... e Dio vi ispi- « ri la forza di correggervi! » Si sarà corretto il nuovo capo di un impero di 385 ·milioni~ Così. si assicura; e noi non esitiamo a crederlo. Anche il diavolo invecchiato si fece frate! Si narra che una grave malattia che:10 condusse in fin di viht, abbia contribuito moltissimo alla conversione ; certamente, i lunghi viaggi intrapresi in tutte lo parti del mondo avranno dovuto esercitare una poderosa azione nell'allontanarlo dalle cocottes e dalle bische. Vi è chi accerta che egli non si sia guarito del tutto dalla passione del giuoco e delle sigarette ... Ju quanto alle donne, i sessant'anni di età cui è anivato ... inducono a prestar fede alla sua completa correzzione. Si fanno molte ipotesi sull'azione che egli spiegherà nella politica interna ed estem del suo paese. In altri tempi era notissima la sua francofilia ; ma l'allontanamento dalle donne e da Parigi, pare, che lo abbia avvicinato alla Germania, colla quale il conflitto degli interessi inesorabilmente scoppierà tra non molto. Si afferma, infine, che l'antica passioue del giuoco si sia trasfol'mata in un interessamento straordinario per gli a.D'ari. Ciò clto sarebbe pericolosissimo perchè in tal caso in Chamberlain egli avrebbe bello e pronto il suo iwnio, il ministro che saprebbe interpetrarne e intensificarne la volontà. E allora la sterlinet divenuta la dea suprema degli anglo-sassoni, come ba riconosciuto lord Beresford, soffocherà prima la libertà dell'Inghilterra avvianùola dopo alla rovina. Noi facciamo voti ardentissimi, che Edoardo VII, coi fatti, mostri al più presto possibile che le suaccennate sono voci calunniose. Alla vigilia della battaglia. La battaglia non si prepara iu Cina o nell'Africa AÌ.1~ strale; ma a l\lontecitorio. Hanno voglia cli combattere tutti contro il Ministero per liberarlo dalla Croce del potere; i sottocapi, gli aspiranti al sottosegretariato - forse un centinaio! - sono i pi11 impazienti, percltò sanno cbe i posti disponibili saranno molti per sazia1·e le loro ambizioni. Su quale terreno si darà la battaglia 1 Naturalmente sui fatti di Genova, che furono già alquanto illustrati in Senato, provocando insoliti rumori tra i Maragliani più o meno sierosi. Ma i fatti di Genova non saranno che un pretesto. Ad ogni modo due terzi della Camera - meno. alcuni politici cli clestm - rimproverano all'on. Saracco cli avere ceiluto alla piazza consentendo la ricostituzione (!ella Camera del lavoro. E dire che furono i conservatori di Lombardia e di Genova, che esercitarono sul ministro lo maggiori pressioni per indurlo a cedere alla piwzzli, onde fare cessare lo sciopero onesto e pacifico che li danneggiava nella borsa! In fondo i conservatori della Camera e di fnori, non sanno perdonare al Presidente del Consiglio cli averli privati della voluttà cli farli assistere a qualche scena cli repressione sanguinosa. Che diamine! È dal 1898 che al popolo italiano non si fa un piccolo salasso. La pletora potrebbe fargli male. Non per nul!(l, alla falange forcaiola prosta il suo appoggio la sinistra clisoocitp!itci che iu nome del programma ùemocratico di una volta sostenne Pelloux: ecl ardo dal desiderio di sostenere il suo buttafuori, on. Sonnino. Nella falange è pars magna l'on. Baccelli, un clinico illustre che forse vorrà rimettere in onore la seno al del Douillaud del coup siir co_iip:··~';Estrema, la vera sinistrci, con a capo Zanardelli e G1ol1tt1 mvece potrebbero con ragione rimproverare al Sara?co la facile credenza prestata ad un prefetto ca- ~unmatore, _i cui intendimenti genuini anebbe dovuto mtrav_v~dere çlall'avvertimento di far tenere pronta la g!-1armg10ne cl~ ~lessandria; ancora di piì1 (lovrebbero nmproverargh 11 11011 avere sconiessa,to e punito il funzionario che lo aveva ingannato. Il farlo, oltre che un dovere sarebbe stato un atto di buona tattica: avrebbe spiegata e giustificata la pro81 b hOÌeCa Gino Bfanco pria condotta contraddittoria; mentre coi mezzi termini, colle parole equivoche ha fatto comprendere be· nis~imo che il Prefetto Garroni a,-e\Ta mentito per istra1)pargli l'autorizzazione a sciogliere la Camera del lavoro. E con ciò ha scontent:1to i conservatori senm rendere omaggio alla verith, e risollevare il principio cli autorità col proclamato rispetto alla legge. I conservatori, inoltre, gliene vogliono per le st,tfftlatc assestate in pieno viso aJle classi dirigenti fiacche, egoistiche, degenerate. Ma come si delineera,rno le parti a Moutecitorio? Le preYisioni in quello strano paese non sono possibili; mancano gli elementi per farle senza correre il rischio cli essere smentiti dai ('a,tti. L'atteggiamento dei reazionari di clestra, di centro e di sinistrn determinerà quello dei giolittiani e clei zanal'llelliani. E non è iml)robabile che la Estrema voti pel Ministero. Potn,bbe ricordarsi della vecchiarella, che piangeva per la morte · di Nerone per la paura del peggio ... La legge di difesa repubblicana in Francia. Sebbene sia sicura l'approvazione della legge, nessuno crede, però, che uguale maggioranza a quella di 383 voti ottenuta pel passaggio alla tliscussiooe degli art.icoli, ci sa• rà, nella votazione de fini ti va. Tutte le forze rnazionaJ:ic -- e non sono piccole -=-si coalizzeranno contro il ministero vValcleck-Rousseau; e se alcuni articoli non verranuo .modifica.ti anche alcuni liberali sinceri e non pochi socialisti potranno unirsi .a loro. Aggiungiamo: dovrch• lJoro uuirsi a loro. Infatti non crediamo che si possa e si deblJa approva.re l'articolo 2 che dice: « ogni associazione fondata sopra una causa od allo scopo d'oggetto illecito, contrario alle leggi, a.ll'orcline pubblico,ai buoni costumi, all'unit;L na:r,ionalc ed alla forma clel governo della republJlica è nulla e senza effetto. » E fanno male, male assai, i giornali repulJblicani e soci,tlisti italiani, che approntno i1.1oondiz1onatamente il di eguo cli legge francese, solo peruhè si tratta in (Jnesto momento di colpire il cleric,Llisrno. Con ciò essi danno prova di mantenersi fedeli a quell'anticlericalismo barbogio, a lJase cli violenza e di rettorica, che non giovò nè a loro, nè al paese. Approvando l'articolo 2 della legge francese essi giustificherebbero i reazionari più sfegatati di Pelloux, che domani verrebbero a proporre un articolo consimile per sopprimere tutte lo associazioni che danno fastidio al governo. Ed ha fotto bene L'Avanti! acl avvertire il pericolo. (Numero del 22 gen). L'flvcinti ! per lo a1Jpunto ha cousacrato alla legge \.Yaldeck-Row,seau un articolo, che troviamo bcllissi.rno, sebbene non in tutto sil1.mo coucordi in ciò cl1e scrivo sulla legge che cliiama rivoltt:<ionaria, ma che dal punto di vista cli ciò che già esiste 11oicrediamo conservatrice e di semplice difesa delle istituzioni rcpubblimtne. Noi che fummo tra i pochi, e tra i più decisi, nel lodare il Millerand quando entrò nel ministero \.\'aldeck-Rousseau, appunto perchò scorgemmo i gravi pe ricoli che correva la repubblica, non possiamo che compiacerci oggi vedendo che l'flvanti ! sia venuto alle stesse nostre conclusioni. Dobbiamo, però, dichiarare che poco ci affttla la nuova leggo contro le Cougrogazioni religiose per la sicurezza della repubblica. Anche spogliata dalla parte illiberale,che si annida nell'art. 2, noi crediamo insufficiente questa legge sino a tanto che la republJlica, accarezzerò, il boet constrictor, dol milita,rismo che potrebbe strozzare le libere istituzioni della Francia, ria,pren1lo il ciclo fatale ùelle cospirazioni, dolle sommosse, delle soppressioni, doli e rivoluzioni e delle 1·etLzioni che da 1111 secolo imperversa al di l,ì delle Alpi. Noi siamo di avviso che pc! n10monto, cla,ta la potenza economica raggiunta cfalle Congregar,ioni religiose o la imminenza del pericolo, il go,~erno tlcl la repubblica abbia il dil'itto e il dovere di difendersi contro ùi esse; ma crediamo del pari che la repnbbl ica non si può consol itlaro se non liberandosi rlal militarismo, e che il clericalismo non si debella clelìnitiva1ne11te colla violenza, ma colla libertà, coll'istru:done, col benessere delle massH che provoca.no le più gTandi correnti di opi11ione pubblica in farnro delle istituzioni che assicurnuo tali benefizii. Le normo che crntliarno bnone in casrLnostra, pensiamo che non debbano fallire tra, i vicini cogli opportL!ni te_mperamenti snggeriti tlallo speciali condi:doui d1 ogm paese, Nor.
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