22 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCTALI Cou dolore v1v1ss1mo lo trovai di nuovo infermo - non lievemente. Ciononostante egli, sempre buono e gentile, e per l'ammil'azione grandissima verso il sommo maestro, cui era legato da intima amicizia, e per darmi prova di affetto, dettò le poche e bellissimo parole che la .Rivista pubblica oggi stesso su Giuseppe Verdi. Altro non sembra apportuno aggiungere, perchè mi sembrerebbe diminuire anzichè accrescere l'omaggio che tutti nella .Rivista vogliamo rendere a questo gigante del pensiero italiano, che si è spento testè in Milano, raffazzonando un lungo articolo su ciò ohe tutti i giornali d'Italia con copia doverosa vanno pubblicando. A Giovanni Bovio, poi, in nome proprio, della redazione, degli amici e dei lettori della Rivista, mando l'espressione della pit1 sincera riconoscenza facendo voti fervidissimi per la sua pronta e completa guarigione. NAPOLEONE COLAJAN 'I Napoli, 28 gennaio 1901. GDI HVVENIMENT]_1EI GDI UOMINI Il programmadel neo-imperialismoitaliano. Volevamo dire: il programma della megalomanict. ì\Ia questa si adatta, anzi ò connaturata con un'uomo che politicamente è scomparso: Crispi. Abbiamo preferito cli chiamarlo programma del neo-imperialismo, perchè questa parola è cli moda, è di attualità. Serve anche a richiamare su certe differenze. L'ha esposto, con coraggio e sincerità militare, dice la Tribnna, l'on. Bettolo a Hecco. Jè ci sorprende clrn la esposizione sia venuta da lui: ha conoscenze tecniche incontestabili, ha facoltà oratorie e coltura letteraria non comuni; non gli mancauo le conosceuze economiche, o almeno ne ha tanto qmmto bastauo per enunziare paradossi con una certa sveltezza; infine possiede il coraggio adatto che può riscontrarsi soltanto in un militare. L'on. Bettolo, adun')ue, doveva essere l'uomo predestinato a svolgere il programma di tutti i residui crispini atteggiatisi a neo-imperialismo. Ciò ch'era accenno frammentario o aspirazione iudeterminata o inorganica in Baccelli, Fortis, Lacava, 7,eppa ecc. sulla gr:i.ndiosità romana, sulla politica coloniale, sullo sviluppo dei lavori, sulla finanza allegra o patriarcale, è stato fuso e presentato in una mostruosa armonia - la ne, cessità dell'antitesi della frase sarà compres,i dai lettori - dall'ex-ministro della marina. Il quale, a parte ciò che riguarda la quistioue gravo dei premi alla mariua mercantile, che riteniamo degua cli studio, ha propugnato e promesso - essendo uno degli uomini che potrà facilmeute ritornare al governo - una politica di espansione, aumento cli spese per la marina e per l'esercito, lavori ed anche sgravi d'imposte; da ottenersi tutto con mezzi di una semplicità fenomenale : non pagare i debiti, consumare patrimonio, ed all'occorrenza accendere LlllOVidebiti, trascurando come una vera quantité négligeable la solidità del bilancio. In verità non vale la pena di combattere questo programma che nella sua parte essenziale, l'economica, è degno di Law. Saremmo curiosi, però, di 8apere se l'on. Sonnino che ha cosi strette relazioni col Dettolo e coll'avanzo del crispismo, lo accetti. In questo caso assisteremmo ad una edificante conversione perchè l'ex ministro del tesoro verrebbe a rinnegare tutta l'antica e costante sua preoccupazione sul pareggio aritmetico del bilancio, anche cla recente riconfermata; e dall'altra parte avremmo la costituzione· di un vero partito omogeneo .con un programma netto e definito, uhe consentirebbe nel Parlamento, sugli avanzi degli anticl1i partiti, che non rispondono più alle antiche denominazioni ed alla presente situazione, la costituzione di nn altro partito antagonistico, che saprebbe quello che vorrebbe e che potrebhe :wviare tutta la Bstrenui ad un la,oro proficuo con gli ·uomini di altri settori della Caruera. La topografia dei seggi occupati da alcuni deputati potrebbe far pensare alla contiuuazione del trctsfonnisrno; ma la sostanza, clelle idee attorno a cui combatterebbero uniti pel momento, ne affermerebbe l'unità reale. Chiamando neo-irnperialisnio il criterio fondamentale clell'on. Bettolo non ci nascondemmo le differenze enormi che esso presenterebbe col fenomeno politico che si svolge da anni in Inghilterra e che accenna a svolgersi negli Stati Uniti. Accenniamo ad alcune. L'imperialismo anglo-sas~on~ è una risultanza, un proclotto della esuberante vitalità della nallione - vitrLlit:'t politica, ocopolllica, intellettuale - che ha dato le vertigini. Il neoBibliotecaGinoBianco imperialismo italiano dovrebbe essere rnezzo per raggiungere tale vitalità; il primo ha per base la ricchezza e la potenza; il secondo la miseria e l'impotenza o l'onanismo politico. Ma an'lhe questo stato di cose può dare le ,ertigini. Non sanno i medici che l'iperemia e l'anemia cerebrale spesso danno sintomi somigliantissimi tra loro 'I L'imperialismo anglo-sassoue non insidia ancora le liberth pubbliche e tlel consentimento del popolo sedotto e allucinato si serve per svolgere con maggiore sicurezza il proprio programma; il neo-imperialismo itaJia.no sarebbe a base di forca e non potendo avere il snffragio popolare, colle manette e coi cannoni tenterebbe rendere nccetto il proprio programma. Forse, se il Souuino si ponesse a capo tlei neo-imperialisti un solo lato buono avrebbe colnnne con l]Uo!lo anglo-sassone: una certa tendeuza alla legislazione sociale. Ma essa sarebbe paralizzata dalla, impotenza fim~nziaria; poichè la finanza può essere allegra, ma per breve tempo: la cata~trofe lugubre sopragginnge, non tarda. La stampa seria è rimasta allarmata o sbigottita dall'euuuciazione di un siffatto programma; e La Tribmia appeua n'ebbe la comunicazioue cfalla Stefani lo commentò severamente (N. 21.J901) La prima impressione ricevuta o manifestata, l'antorevole giornale romano l'ha ribadita all'indomani con un altro articolo che sembra la risposta a.cl ltoininern all'on. Bettolo. In fatti il giorno successivo .T,a :l'ribnnci, esaminando la, g1iestio11e1nilitnre e tratta.udo dell' lta.lict grande nazfone, stabilisce queste due premesse fondamentali c]ie sono assolutamente antinomiche col programma del neo-imperialismo: 1° .La potenza militcire dev'essere pro1Jorzioncita ctlla capacità economicet del paese; 2° il tipo cl-i assetto militare dev'essere concepito in rclazio11e coi mez~i cli cui è zJOssibile disporre. Noi siamo lietissimi cli trovarci cli accordo completo col più grande giornale cli Roma, che, in fatto di difesa nazionalfi ha fatto suo, completamente suo, il programma nostro, ch'è il programma della parte maggiore dell'Estreinct sinistra. Ciò c'induce a speraro che la folata di vento di follìa partita da Recco si disperda sulle onde del mare ligure senza arri varc nemmeno ad incresparne la snperficie. La 1·egina Vittoria Dopo ottantun anni di vita e sessantatre e mezzo di regno, Vittoria, regina d'Inghilterra e imperatrice delle Indie, è, 6pirata nel suo castello di Osborne. Pochi sovrani, come loi, lia11noavuta la loro esistenza intessuta con la storia del mondo: dalla fondazione dell'impero indiauo alla recente federazione australiana; dalla prima guerra con la China, a quella d'oggi; dalle succes,<ini continue conquiste coloniali in Asia, in Africa, in America, sino alla lotta ancora sanguinante con le c1nerepnbbliche sud-africane; dall' incontrastata egemonia commerciaio e industriale sul mondo, all'attuale guerra silenziosa, ma non mono terribile, con la Go:mania e gli Stati Uniti, che luL finito col travolgere l'Inghilterra nt-lla corrente imperia,lista, e che la costringerà a diventare umi. potenza militare .. per finire poi nella decadenzà. 'l'ra i sovrani costituzionali, la regina Vittoria fu abbastanza scrupolosa nell'esercizio delle suo prerogative: nè avrebbe potuto fare diversamente in una nazione ove tanto i whùJs che i tories souo così «elosi dei elida lorò conquistati. E sono stati proprio i conservatori
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