RlV!STA POPOLARE Dl POL!TlCA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 35 sempre a i principii di quella completa autonomia razionale che conduce a la Libe,·tà lutla intera; inconsapevolmente offerta a 'I nostro animo col farci tornare a la mente in gran folla, ma limpidissime, le battaglie in prò dc la Democrazia da lui combattute, e ciò in occasione dc la pubblicazione de i suoi discorsi in un volume semplice di forma, ma denso di contenuto. Grato annunzio questo per i lettori dc la Rivista e per il pubblico italiano che tanto si interessò a la malattia de l'illustre uomo: fra pochi giorni i molteplici sottoscrittori che con lodevole slancio, quando « la vita ed il lavoro gli vennero a scemare» rivolsero a Lui il saluto bcneaugurantc e l'esprcssion sincera che tornasscrgli e vita e lavoro, avranno ciascuno il proprio volume e potranno sentirsi letificati novellamente da la gioia e da 'l ripalpito che una eco cara ci dona ! Parliamo de 'l libro in che un comitato di valenti uomini volle raccolti gli scritti di ciò che, in quasi tre lustri di importante vita italiana, era stato da 'l Maestro parlato ne le principali città nostre, e molto ci gode l animo che ne 'l rileggere raccolta insieme tanta dispari materia, sia ancora una volta dimostrata la salda e tenace unità di intendimento e di metodo de 'l filosofo pu~liese, che ne la pratica, elemento finito o reale de Ja vita, e ne la teoria elemento infinito od ideale dc la vita, porta quell'equilibrio tutto proprio che lo rende eccezionale. Più dc la prima mela de 'l libro che or vede la luce è occupala da i discorsi diciamo cosi politicolctterari, fatti fuori de la Carnera, a cominciare da le poche parole pronunziate per «BRUNO» (1889) in occasione de la più solenne festa civile che noi ricordiamo, quando cioé l'onda infinita dei cittadini d'Italia e di fuori, acclamò memorabile il di 9 Giugno, e proseguendo con le glorificazioni di « FERRUCCI » (1889); di « CAIROL»I (1890) in cui presenta scultoriamente, ne 'l ricordo di poche date, l'olocausto di cinque vero-ini e giovani e forti vite; di « SAr-- r-1)) (1890); di ((J\IL\ZZIN))I (1892); cli (( GALILEI)) (189'1); di « Vico »; di « FRATTI» (1897) per il quale in una perorazione piena di poesia esclama: « Sia intorno << a lui ora una tempesta di fuoco, ora di fango ; « quando lo strepito delle armi e quando delle pa- << role; là i monti del Tirolo, e giù la valle degli af- « fari; la promessa delle urne, e le intimidazioni del << pericolo; ed egli abbia la parola ed abbia la ca- << rabina. Ma egli sia sereno, come l'uomo che riso- « lutamente ha posposto il valore della vita al va- << lore dei fini. Quando la palla lo colpirà, e il vicino «domanderà: chi è ferito? Egli risponda, come il << Marchese di Posa : io, c,·edo. E muoia »! · Vengon di poi le commemorazioni cli « Ì\IACEO » (1897), di « A:s:TONIOGAETANI DI LAURENZAN»A (1899); di « CAVALLOT»TI il « poeta armato » che « effuse sangue ed anima» ed il cui ricordo fortemente ci scuote e ci lascia sfuggire un rimpianto ancora, un augurio ancora, una maledizione ancora! E tutte queste rievocazioni sono di persone tutt'ora vive ne la mente e ne 'l cuor nostro, ed anche là ove la scienza reclama la pro~ondità de le parole, sempre una lucidità sorprendente appare a chi ficca lo viso in fondo : onde è possibile per esempio ne 'l discorso pronunziato a Pisa in occasione de la inaugurazione de 'l monumento al maggior Naturalista-I• ilosofo, scorgere in una sintesi mirabilissima e diremmo quasi precipite, dedotti, vagliati ed affrontati i pensieri di Keplero, cli Copernico, di Newton, di Bruno, di Campanella, di Telesio, di Bacone, di Pomponazzi e Leibnitz e Cartesio e Com te; di Dante, di Macchia.velli, .BibliotecaGino Bianco di Vico e Leonardo, apoteosi sublime e potente de 'l pensiero umano ! Non è nostra intenzione, l'lè sarebbe da noi vagliare il contenuto dc 'l libro e se seguiteremo a citarlo cosi in sommi capi quà e là egli è più per soddisfare il bisogno cli ricordare quanta orma luminosa stampò il nostro A. ne la letteratura contemporanea, così ne le commemorazioni cli ricordevoli date, vedi: protesta contro « la TRIPLICE» t1891); « MENTANA» (1892-18\"J8); il « XX SETTEMIJR»E (1897); così ne la illuslraz.ione politica di avvenimenti importanti, come il « PROGRAmlA» (1893) che da Gallipoli per sua bocca la Democrazia italiana bandi a 'l paese; così l'invocazione a « la PACE» (1895) fatta in Milano ed a proposito de la quale ci duole non aver visto riprodotto lo splendido inno -a 'I pensiero che molti avrebbero riletto con trasporto: « In un convivio di pen- « satori, io bevo a 'l pensiero. Esso è sòlitario e com- « pagnevole .... » e che vale da solo un intero discorso! re la prima parte de 'l libro di cui discorriamo sono pure le prolusioni a le lezioni di « J:ilosofia del Dritlo » che l'A. ne la buona o ne la triste salute, non manca mai di fare ne lo Ateneo napoletano, e che tanta balda gioventù gli stringono d'attorno, e se fra esse prolusioni manca: « Pos1T1v1SMOe NATURALIS,1»0 (1890), non può sembrare diminuito il contenuto (che ad esser comp!eto avrebbe voluto almeno quattro de i presenti volumi) se sono aggiunti tre mirabili discorsi sopra DANTEc, he sono come un polo di tutto il libro. « LA PROTASmI DANTE» (1888), « Le ossA DI DANTE )) (1890), « DANTENELLASUAGENERAZION» E (1896) ecco una triade basternle a dar fama duratura cli geniale interpetre de la coscienza nazionale, e se cotesti discorsi fossero stati accompagnati da: « i'ETiCA DA DANTEA BRUNO» (1889) e da quegli scritti che o in forma di « LETTERE» (1887) ne la polemica dantesca molte illuminate cose dissero, o in forma d'articoli noi leggemmo, come quel « DANTEE I PouT1c1 ITALIANI»ne 'l quale l'A. proponeva « inte- « errare la cattedra di Date con un'altra cli non mi- « ~ore importanza - quella dei grandi politici ita- « liani, dei quali Dante è il primo nella serie», maggior pregio ne avrebbe avuto il libro, nè sariasi potuto desiderare di più. Confidiamo pertanto che a mente e corpo più riposati ci dara l'A. la integrale pubblicazione cli tutte le cose sue, ordinata secondo il contenuto ed in o-uisa che ne risulti quello che realmente l'Opera di Bovio é, una f,pecie di Enciclopedia ~rtistico-politica in cui ciascuna branca ebbe uno sviluppo a sé ed a 'l tempo stesso ciascuna branca si innesta armonicamente ne 'I tutto, a riprova de la unità de 'l sistema. E non diciamo assai dicendo Enciclopedia, quando proseguendo l'esame de 'l libro fra i « D1scoRS1PAR: LAMENTAR!»che ne formano la seconda parte, e s1 estendono per più di centotrenta pagine, possiamo notare, a parte i due primi già riportati ne la edizione Anfossi de l' 86, sempre mirabili per forma e per contenuto, uno su la « RIFORMAELETTO~ALE » (1881), l'altro su 'l « GIURAMENTO» (188~) la cm r~l~- tiva Jeo-cre« non aggiunse nè tolse un ora alle 1st1tuzioni"'>~ancora il discorso su 'l « TRASFOR,HSMO » · (18831; due discorsi su la « ISTRUZIONPEUBBLICA.»informati come tanti altri costantemente a la teoria de la missione de l'Ateneo ne lo Stato laico, e che si integrano e compenetrano come anelli di una stessa catena· il Discorso su la « POLITICAESTERA» (1888) con u; quadro de le aspirazioni europee a le quali si
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