RIVISTA POPOU,JlE Df POL!TICA LETn:w-~ !:: scu-:.vzx SOC//1.LI Ma - si può obbiettare - allora se non volete una tattica unica, se preferite una tattica varia a seconda dei luoghi e dello sviluppo dei partiti politici ed economici coi quali il prolètariato trovasi in contesa, non venite a darci una soluzione più eclettica che scientifico-realistica ? Chi elevasse tale obiezione, urterebbe di colpo contro la nostra stessa concezione storica che fa sorgere le teorie economiche, gli atteggiamenti, la politica, i bisogni sociali. delle diverse classi sociali, non da una «Idea» che sta al disopra di noi, ma dall'ambiente sociale vario e complesso, dalle l'eali forze economiche in conflitto tra loro. Dove varie, molteplici sono le condizioni sociali, differenti, ma correlative, debbono essere le tattiche da adottarsi. D'altronde, a misura che il partito Mcialista si sviluppa e diviene una forza di peso rispettabile nei conflitti di ogni giorno, sia politici che economici, che esso veramente può chiamarsi, senza offendere la realtà, il rappresentante genuino e riconosciuto della classe operaia, l'intransigenza assumerebbe il semplice aspetto d"1 una astensione negativa che favorisce soltanto le classi più reazionarie. La responsabilità del partito cresce a misura che cresce la sua forza; facendosi maggiore e più sentito il dovere di impiegarla degnamente nell'interesse generale ~ particolare della classe operaia e della civiltà. Nella lotta sociale bisogna prendere e vagliare gl av.versari per quello che realmente sono, non per quello che vorremmo che fossero, e la storia romana, coi suoi tre Orazi e Curiazi, ci mostrò l'errore di voler ingaggiare la battaglia contro tutti, quando molto più facile é la vittoria e la lotta graduale, assecondati da questa o quella frazione borghese, onde arrivare in modo più sicuro e più civi[P,e meno doloroso alla conquista dell'avvenire. E non sarebbe operare contro gli insegnamenti della nostra dottrina, costringere una forza sociale poderosa, come la nostra, a restare inoperosa spettatrice di una lotta in cui direttamente od indirettamente si combatte una causa che ci tocca sempre davvicino? E dello stesso parere é il teorico tedesco del marxismo, il rinomato Kautsky, che scrisse: « L'inter- « vento dei partiti socialisti nelle lotte intestine della « borghesia é di tanto più necessario ed urgente « quanto più essi sono potenti, poiché la loro appa- « rente neutralità diventa, infatti, e nella stessa mi- « sura, una protezione degli elementi reazionari». Né diversamente scrisse ultimamente il Colaianni in questa pregiata Rivista Popolare sulla lezione delle eose quale apparì a luce meridiana negli ultimi avvenimenti italiani. VI. Un'ultima osservazione, e di grande importanza, ancora s'impone. Noi non abbiamo dovunque lo stesso sviluppo del partito, ma gradi diversissimi che riproducono o riflettono più o meno fedelmente i gradi di sviluppo raggiunti qua e là della produzione capitafoita. Infatti, la società. borghese moderna può dirsi tappezzata di una moltitudine di capitali, i quali, gli uni accanto agli altri, percorrono dei movimenti di svi,- luppo e di accumula,:ione differenti:!,simi. Naturalmente, in relazione allo :!!viluppodei ca.pitali e .dell'accumulazione corre lo sviluppo della. classe BibliotecaGinoBianco salariata, onde, nel suo insieme, lo sviluppo produttivo medio detla borghesia, può ritenersi corrispondente allo sviluppo medio raggiunto dalla organiuazione proletaria. Nella questione della tattica sarebbe nondimeno un el'rore il confondere il grado di sviluppo medio raggiunto dal proletariato, organizzato in partito dì classe, col grado di organizzazione raggiunto dalle singole sezioni del partito, queste ultime essendo, in verità, più· o meno sviluppate a seconda dello sviluppo della borghesia, di cui sono il prodotto naturale ~ neces-· sario. La tattica quindi, che può ri'tenersi opportuna per agitazioni che interessino l'intero partito, diventa dannosa quando la si applichi dovunque e per qualunque motivo, in ogni sezione del partito. Perciò dove il partito non é ancora nato, oppure non ha formato bastantemente le ossa, può essere necessaria per un tempo più o meno lungo una tattica intransigente, occorrendo prima formare un nucleo socialista fermo e compatto; poiché solo dopo si può pensare di adoperarlo, come forza in mezzo ad altre forze, nel conflitto sociale, allo scopo di determinare una evoluzione più civile e democratica. Inoltre, dove i partiti, più che essere l'e:spressione di una classe, sono soltanto il riflesso di mire e di ambizioni personali, non elevandosi all'altezza loro imposta dalle cariche che occupano e dagli interessi che dovrebbero rappresentare, la tattica intransigente é ancora una necessità che deriva dalla fisonomia speciale dei partiti che ci stanno di fronte. Gli é sotto questo punto di vista che si spiegano le ire dei delegati al Congresso, specialmente della campagna, contro la cosi detta tattica transigente; ma essi :scambiano la loro condizione specifica locale colla condizione generale di sviluppo dei partiti che si svolgono in altri luoghi, ove (come a Milano, Cremona, ecc.) determinano una corrente liberale progressista degna della più alta attenzione nostra. Egli é del pari sotto quest'aspetto che si spiega la intransigenza dei congressisti torinesi, i quali, fatta eccezione di poche persone, hanno sott'occhio un partito quasi dello stessG colore, per quanto voglia chiamarsi clericale, moderato o progressista. Ora, in tali condizioni, la tattica intransigente non é soltanto una necessità locale di lotta, ma é una necessità storica, a mio parere, perché sarà il lievito più potente por la formazione di un ver:o partito radicale piccolo-borghese, che metta decisamente nel ·suo programma le riforme sociali e tributarie reclamate dalla situazione presente intollerabile, ed atte a migliorare la condizione materiale e intellettuale del proletariato. È con questo nuovo ospite, che già appare in gestazione, che dovranno poi fare i loro conti i socialisti specialmente piemontesi: e che questa non sia semplicemente una mia illusione, certi sintomi recenti ce ne dovrebbero fare accorti. In conclusione, il partito deve adottare una tattica varia, snodata., che :!li adatti alle speciali condizioni· dei luoghi e dei partiti in.contel!!a.,in corrispondenza col grado di forza e di coscienza.. raggiunto dalla. cla:!!se opers.ia, respingendo decisamente una tattica metafisica. unica e definitiva. E se una regola di condotta può giovare ad illu-
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