8 RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI LATATTIDCEAPLARTSITOCIALISTA in rapportoalla sua dottrina III. Ma - si dice ancora - non é forse· vero che vi é un antagonismo profondo, assoluto tra i lavoratori e la borghesia giacché il profitto ·e la rendita non salgono se non diminuisce il salario operaio ? Ora questo é vero soltanto nel caso di una produzione di grado costante, poiché allora il profitto e la rendita non possono salire che colla diminuzione del salario. Una zuppiera colma di minestra non può aumentare di capacità a volontà di coloro che intendono vuotarla, onde gli ultimi arrivati, od i più deboli, dovranno saziarsi con una porzione minore di quella presa da quelli giunti prima o più forti. E sta bene. Ma allorché, come già illustrò magistralmente Marx nel « Capitale >>, completando in questo punto l'economista classico Ricardo, la piattaforma cambia, ciò che é del resto cosa normale, e ci troviamo di fronte a delle forze produttive che si sviluppano e si moltiplicano continuamente, aumentando incessantemente la quantità della ricchezza sociale, allora può avvenire ed avviene che il salario, il profitto e la rendita aumentino l'uno accanto all'altro. È vero. bensì che la lotta economica pone nelle mani della borghesia le armi migliori e le posizioni strategiche più sicure per una vittoria ,contro gli operai, ma è vero altresi che la forza-lavoro non é soltanto una merce come un'altra, ma é ancora condizionata nello stesso tempo dalle condizioni sociali in cui si vive e dal grado di civiltà raggiunta da un dato paese. · Cosi le nazioni più svilu,ppatc nell'industria - già scriveva Carlo Marx fin dal 1867, parlando dei salarii internazionali - sono quelle che danno un salario più alto agli operai, per quanto sia appena appena corrispettivo all'aumento avvenuto nella intensità sociale del lavoro. (Capitai. I). Infatti, !'.aumento del salario normale - a dispetto degli apologisti della cbsidetta economia degli alti salari - rimane così lieve, insigni'ficante talora, di fronte all'aumento stragrande della massa del reddito che va alla borghesia, che l'abisso sociale si allarga sempre più separando ognora maggiormente e P.rofondamente la condizione sociale della classe operaia, dalla condizione sociale dell'alta borghesia: Ecco quindi delineala un'altra situazione che può costringere - e lo deve - a coadiuvare la grande borghesia nella sua lotta colla piccola e la media. A misura, inratti. che le trasformazioni economiche, i perfezionamenti meccanici trionfano, la piccola e la media borghesia, dovendo uniformarsi al nuovo prezzo minimo di mercato, cercheranno di tenersi a galla colpendo il salario degli operai sottoposti, non potendo lottare sullo stesso terreno della grande industria per mancanza di capitali adegnati ; condizione questa che spinge allo sviluppo della cooperazione di consumo, onde permettere all'operaio di vivere con minore salario in moneta, contribuendo a consolidare così una massa di profitto che altrimenti non potrebbe rimanere inalterata. IV. Ma una osservazione di capi tale importanza, anche !Otto l'aspetto generale della questione della tattica devesi esaminare. ' BibliotecaGinoBianco Le recenti polemiche internazionali sulla centralizi zazione capitalistica, sulle basi teoriche fondamentaldel socialismo, il duello Bernstein-Kautslcy, le statistiche, anche vagliate al lume cli una critica minuta, ci provano sino all'evidenza quanto sia lento lo sviluppo della produzione borghese in relazione all'accentramento della proprietà. Lo stesso Lieblcnecht confessò che questo é il solo punto in cui le previsioni di Marx fallivano. Questione di valutazione nell'intendere la durata della società nel suo involucro borghese - si dirà - ma che non involge una contraddizione nell'essenza della concezione marxista, la quale fa nascere la novella e futura società dallo sviluppo e dalle contraddizioni interne del capitalismo : e siamo d'accordo. Ma la lentezza centralizzatrice ci dice pure che la piccola borghesia ha davanti a sé una vita lunga, ch'essa per molto tempo ancora sarà, per numero e per potenza economica, di un peso non indifferente nelle contese sociali del presente e dell'avvenire. Una rapida seomparsa della piccola borghesia poteva rendere opportuna la tattica intransigente, anche raffigurala come tattica normale; ma la vita più o meno prospera, ma tenace, della maggior parte della piccola borghesia - specialmente in Italia ove il capitalismo è alle prime tappe - porta seco, non solo la convenienza, ma la necessità di una tattica piu snodata e varia, che ci consenta l'appoggio dei partiti affini, allo scopo di conquistare una legislazione sociale e tribµtaria più consona ai suoi tempi ed alle reali forze economiche e politiche che stanno alla ribalta italiana. V. Le considerazioni suesposte si applicano ad una società capitalista sviluppata: ma cosa dovremmo noi dire quando, come in Italia, ci trovassimo in un paese ancora inquinato di elementi medioevali e di residui feudali? Non abbiamo forse l'agricoltura capitalista appena all'inizio del suo sviluppo, talchè l'industriale agricolo da noi è una eccezione ? Non vediamo nelle campagne, e persino nelle città minori, sopravvivere più o meno vigoroso l'artigianato, favorito da condizioni speciali di ambiente e dal lento sviluppo del capitalismo? Non sarebbe quindi cosa assurda volere involgere ancora questa massa, che ricorda l'èra feudale o che non é borghese, ma che del sistema borghese soffre però i mali e l'influenza, con tutta la borghesia in una sola, unica, compatta massa reazionaria? Chi ha buon senso soltanto non trova difficile la risposta. Di più in una stessa regione noi abbiamo delle città abbastanza sviluppate industrialmente, mentre le campagne, ben lontane di offrire un quadro simile, offrono fra loro a contatto gli artigiani, i residui feudali fondiari, la piccola e la media borghesia, in più o meno dolce connubio. Non sarebbe perciò un tradire la nostra origine storica, la nostra c0ncezione realistica della storia, gli insegnamenti dei nostri « Grandi », voler confondere condizioni economiche e politiche ed intellettuali cosi disparate fra loro, costringendo il tutto sotto la cappa di piombo di una tattica unica, metafisica, che vivrà nelle nuvole, ma non nella realtà sociale che sola deve indicarci i metodi tattici più opportuni?
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