Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno VII - n. 1 - 15 gennaio 1901

2 RlVlSTA POPOLARE Dl POLTTlCA LETTERE E SCIENZE SOCIALI inaugurare sotto un gmnde 1ninistero che rassomiglierebbe come una goccia d'acqua ad un'altra, all'aecordo europeo in China. L'on. Giolitti, giorni or sono, a Luigi Luzzatti clie s',i,ffannava, convincerlo a piettere da parte tutto quello che poteva òividere, allo ·scopo di tradurre in realtà l'auspicato ministerone, rispondeva argutamente : - Già ... mettiamo da parte la politica finanziaria, !a politica interna, la politica estera, e stringiamoci insieme per far passare una legge ... sulla filossera. E forse non riuscirebbero nemmeno a mettersi d'accordo su quella ! Qualcuno invoca il precedente - e sarebbe di cattivo augurio - del grande ministero Gambetta; ma si dimentica che in quanto ad omogeneità quello francese non lasciava molto a desideraro. Inoltre esso po- .teva proporsi un grande obbiettivo - la difesa delle istituzioni repubblicane - su cui si trovavano di accordo tutti, pur dissentendo sulle minori questioni. Eppure, anche quello finì miseramente. In Italia c'è la quistione preminente ed urgente: la tributaria. Ma appunto su questa, come abbiamo visto, gono maggiori i dissensi ! Ad onore dei nostri maggiori uomini politici si deve constatare che ,sinora, pochissimi hanno mostrato voglia di far parte di questo grande ministero. Il quale, se fos. sero vere le informazioni liberamente pubblicate dal Pungolo parlamentare di Napoli (n. 3 del 901), sarebbe ·voluto dal Re. Ma noi non prestiamo fede alcuna alla notizia, per quanto data in forma decisa 1.perchè ne abbiamo prestata molti~ a quelle divulgate sulle qualità intellettuali del capo dello Stato. A parte le difficoltà intrinseche del disegno, sopra esposte, Vittorio Em&- nuele III non può non avere compreso llhe la eua realizzar;ione sarebbe molto pericolosa. Se il grande ministero fallisse, non vi 11areblie altro che ricorrere ad u.n ministero Pantano-Costa ...... . Elezioni italiane ed elezioni austriache. - Le elezioni parziali avvenute in Italia alla fine del decono anno riuscirono disastrose ai p<irtiti popolari, che perdettero tre deputati nei collegi di Cantù, di Alessandria e di Palermo. Del fenomeno si dettero spiegazioni diverse; e non mancarono coloro che lo attribuirono all'influenza benefica del parziale ritorno ad un regime liberale sotto Saracco. Il paese non avrebbe più sentito il bisogno di reagire contro i nemici dello Statuto alla Pelloux gettandosi nelle braccia di repubblicani, radicali e socialisti che ne erano ·stati i soli veri difensori durante il periodo eroico dell'ost1'uzionismo. In, uu paese normale questa spiegazione sarebbe stata la più logica e la piì1 verosimile; ma non ci sembra tale in Italia; dove, forse, esercitò maggiore azione l'assassinio di Monza, indegnamente e calunniosamente sfruttato dalla stampa monarchica. Ìn verità poi su quelle elezioni esercitarnno ·maggiore influenza le condizioni locali e personali. Anche. ad Alessanclria, dove i fattori politici dovettero agire più intensamente, certamente non sono state le insolenze scagliate dai socialisti contro i repubblicani, che hanno potuto cementare la primitiva compagine dei partiti popolari. A Cantù la vittoria di Rampoldi nelle elezioni generali, si doYeYa in massima parte alle qualità personali del candidato' ed all'affetto cli cui è circondato nel collegio. Era quaei sicuro il fiasco di qualunque altro .candidato radicale in sostituzione del Rampoldi; ed era stato preannunziato. Nel IV collegio di Palermo, poi, il Marchesano attaccando vivacemente e premeditatamente - perchè troppo gli cuoceva di essere considerato come. l'eletto di un nuovo grande feudatario - il Com. Florio nella lotta amministrati va, aveva sdegnosamente respinto le forze che lo ave\·auo aiutato nelle elezioni generali. Ciò non or;tante la k•Ua fti BibliotecaGino Bianco aspr1ss1ma, e se non fosse stato' per la corruzione gigantesca esercitata dai sostenitori del Bonanno, sotto la protezione della polizia alleata alla mafi.a, la vittoria sarebbe rimasta al socialista. Ma su queste elezioni dovrà intrattenersi la Camera, che annullò altra volta per corruzione l'elezione, Bonanno e che per la seconda volta verosimilmente imprimerà al IV Collegio di Palermo la stigmata di Borgo putrido. L'elezioni suppletive clel 6 Gennaio peggiorarono di poco la situazione dell'Estrema, la quale perdette soltanto il Vicini. A Ravenna, contro il nostro l\firabelli i monarchici non osarono nemmeno combattere; a Milano ci fu soltanto una parvenza di lotta contro il Cabrini. Ad Ancona la contesa fu asprissima, e la vittoria del llarilari ha una eccezionalissima importanza per la qua• lità dei due candidati: il Vecchini da un lato è un monarchico rispettabile che raccoglie intorno a sè molte simpatie; e l'antfoo direttore del Lucifero dall'altra è un intra-n11igente repuùblicano della vecchia scuola che pareva scelto apposta per respingere voti. La sua vittoria quindi ha un significato politico eccezionalissimo come anche maggiore lo ha quella che, domenica 13, a <}enova, risvegliata da un lunghissimo torpore, ha riportata, sull'opportunismo e l'affarismo, un altro) repubblicano, il valoroso avvocato Antonio Pellegrini. Le elezioni austriache sono state contrassegnate dalla sconfitta dei socialisti in Boemia, e altrove e dall'altra interessantissima degli antisemiti di Lneger a Vienna. E nella capitale dell'impero gli antisemiti furono battuti da candidati socialisti di grande valore - tra .i quali l'Ellenbogen - ma appoggiati da tutto l'elemento liberale tedesco La sconfitta dei socialisti venne determinata dal principio nazionalista che dette la grande piattaforma alla battaglia. Non era il momento del socialismo; e sotto questo punto di vista è riuscito sgradito a molti che l'on. Todeschini sia andato a. Trieste a combattere contro il nazionale Hortis, un italiano, per appoggiare un eocialista ch'era uno slavo. - che appartiene cioè a quella nazionalità che perseguita e minaccia la nostra in Trieste e in tutto il littorale awtriaco dell'Adriatico. Si fanno le più tristi previsioni sulla nuova Camera, e si prevede che il conflitto delle nazionalità vi farà risorgere piìì. violento l'ostrnzionisnio, cui votrebbe seguire un Colpo di 8tato. Ma questo non sarebbe una soluzione : la sola socldisfacen te non può venir data che dall'organizzazione federale. Le due guerre. - Mentre dalla China non vengono che notizie di assassinì i più orridi e raffinati, di ec- · cidi e cli donne e di fanciulli e di vecchi, di saccheggi, di stupri, persino di violazioni t'li tombe: òi barbarie, di viltà senza numero commesse dalle truppe civilizzatrici; mentre ogni uomo illuminato si preoccupa delle future venùeLte, politiche ed econoinichc, che potrà prendersi poi un popolo di 4CO milioni: dalle notizie, invece, che vengono dal Transvaal, dall'Orange, e ormai anche dalla terra ciel Capo, il cuore di tutti i generosi si apre alla speranza per le continue vittorie c}he i pochi coniandos Boeri guadagnano sulle migliaia e migliaia di inglesi invasori. Questo piccolo popolo boero, questo eroe collettivo - quale simile deve avere pensato Mazzini nelle pagine infuocate animanti gl'Italiani a conquistarsi una patria - non soltanto tiene testa ormai da lungo tempo alla potentissima Inghilterra, ma, minaccia fiaccarne la superbia tracotante, ormai del resto abbastanza umiliata dalla impotenza dimostrata sinora, che ba fatto ben ridicolo riscontro alle fanfaronate di ieri dei miliLaristi e dei banchieri dell'Imperialismo. De Wett, Botha, dal campo cli battaglia rispondono degnamente ai popoli europei che - - mentre i loro governi armati sino ai denti si nascondono, tremanti di

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