RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI mentre, d'altro Iato, come già notò Marx nel Manifesto Internazionale, la loro stessa posizione insicura si riflette nei loro cervelli e fa loro comprendere, anche sotto l'aspetto teorico, il movimento sociale odierno e la tendenza immanente alla produzione borghese. Sono spesso reclute scelte e preziose che per convinzione scientifica ~ per spirito umanitario si aggiungono al proletariato, concorrendo a forn:iarne, svilupparne e affinarne la mentalità, l'educazione e l'organizzazione. .. * * La lotta di classe, quindi, nascente dai contrasti economici-sociali, non solo non é contraria alle alleanze con questa o quell'altra classe di piccoli e medi borghesi che vogliono coadiuvare e puntellare il movimento proletario, combattendone i potenti avversari industriali e fondiari, ma si esplica essenzialmente e soltanto in questo modo, checché stabiliscano talora gli interessati medesimi. È la lotta di classe economica che si riflette nella vita politica ed amministrativa, e sarebbe vano coprirsi gli occhi per non vederla quale esiste nella realtà e quale già la descrissero i nostri sommi Marx ed Engels ed i nostri migliori teorici e pubblicisti italiani e stranieri. • Cosi recentemente il Kautsky, a proposito dell'entrata di Millerand nel ministero Valdeck -,.Rousseau, scrisse schiettamente che la lotta di classe, intesa nel suo vero significato ampio e sociale, non é punto contraria, sotto il controllo del partito intiero, all'accettazione di un mandato ministeriale da parte di un socialista, in un governo decisamente riformatore o per uno scopo determinato di comune difesa contro tentativi reazionari. · L' « Avanti » poi ribadì che il caso Millerand, spogliato delle sue accidentalità, non è altro che il caso generico degli appoggi che i socialisti possono dare a partiti borghesi.· Il recente congresso internazionale, con una maggioranza di 29 contro 9, fu, in sostanza, dello stesso parere. II nostro Bissolati, nel suo aureo opuscolo << Le alte idealità della borghesia », mostrò già da tempo come le riforme date dalla borghesia industriale inglese (abolizione del dazio sul ~rano e legislazione agricola), e dai proprietari fondiari inglesi (leggi di fabbrica), furono soltanto il risultato di una lotta di classe semplicissima, in cui il proletariato inglese, appoggiando questa o quella frazione della• classe borghese, ottenne le riforme che vagheggiava. Carlo Marx infine senza parlare della già citata critica del programma di Gotha, nell'opuscolo sul libero scambio, propugnò fin dal 1847 l'appoggio della classe proletaria, per l'abolizione del da~io sul grano, a favore della borghesia industriale britannica contro l'aristocrazia fondiaria. · E potrei continuare parecchio, ma mi pare che le citazioni fatte siano abbastanza numerose, e di più autorevoli ed eloquenti. II. Un altro aspetto della questione della tattica riflette la fisonomia caratteristica del ceto piccolo bo:rnhese. E questo, in generale, un corpo né carne, nè pesce, che piglia colore, ad imitazione del Camaleonte, dall'ambiente in cui trovasi. Cosi in tempo di pace vediamo il piccolo borghese accarezzare il partito socialista, vedendo in questo una forza che può giovargli sia politicamente che economicamente. Gli esercenti, i bottegai, ad esempio, molto aspettano dalla clientela operaia. Bib{fottet~u~n,t eS,a~ic3vece, la crisi che attraversa getta il piccolo borghese nelle fauci della reazione, ed in modo più o meno completo a seconda del partito che gli sta alle costole, e che meglio sa farsi valere nella circostanza. Siamo insomma di fronte ad una classe che è quasi del primo arrivato, purché non si sorpassino certi confini, e che piglia forma, lingua e colorito, in moltissime occasioni, dal partito col quale è stretto dai vincoli di un'alleanza. Ed é quello appunto che si vede a Milano, dove l'unione vittoriosa dei partiti popolari, coalizzati, ha éreato una situazione· favorevolissima allo sviluppo delle energie democratiche di tutta Italia. ' Ora, l'onda popolare che dilaga mise la piccola borghesia accanto al proletariato. E il proletariato dovrebbe respingerla, scacciarla, col pretesto che non può rappresentare le nostre aspirazioni socialiste, gettandola per contraccolpo nelle braccia della reazione ?Allora fra due mali si finirebbe per isceglierne, non il minore, ma il peggiore, ed il partito darebbe prova di ben poco senno politico se giungesse a tali estremi. Ma, si obbietta, il partito socialista é talmente ricco di energie inesauribili, che può ben fare l'opera, altresì, dei democratici, senza legarsi con delle alleanze, che sono soventi negative ed in ogni caso nuocciono allo sviluppo di una sicura << coscienza di classe » nel partito. Senza contare che mi pare utopistico, voler pretendere che una classe così numerosa, la piccola borghesia, voglia abdicare nelle mani del proletariato ai suoi più vitali interessi, in coscienza, si ha davvero la convinzione che il partito sia cosi ricco di elementi colti, perspicaci, specialisti di materie economiche, amministrative e giuridiche,· da. poterne spendere anche in prò della piccola borghesia? Un solo sguardo sincero, spassionato ci dice subito di no; anzi, se vogliamo confessarlo, spesso noi manchiamo di certi elementi così utili e preziosi nelle amministrazioni comunali e provinciali. _ D'altronde dei piccoli borghesi noi possiamo farè gli interessi solo fino ad un certo punto, cioè finché essi combacino cogli interessi del proletariato. Ora, se iniziamo delle cooperative di consumo, noi avremo contrario il ceto dei bottegai minuti, diminuendo e falciando le loro stesse fonti cli reddito ; per quanto nello stesso tempo si possa fare l'interesse della borghesia industriale grande e piccina, diminuendo le spese di vitto del lavoratore e quindi ribassando il prezzo monetario del salario normale. Un'agitazione per l'imposta progressiva ci procurerebbe l'adesione esplicita della piccola borghesia, mentre avversari decisi sarebbero la media e la. grande proprietà borghese. L'alleanza quindi può, non deve rendersi necessaria, ma entro certi limiti, coll'ausilio di patti chiari e lampanti, in questioni determinate, sotto il pungolo ed il controllo costante ed energico del partito. LUIGI NEGRO. (Continua) RlVISTA DELLE RlVISTE Per poter dar posto all'INDICE e per sovrabbondanza di nmteria siamo costretti a sopprimere in questo nn- . mero la rubric,, della. Rivistri clelle Riviste. 1 lettori sa• ranno larga meutt.l compcusa,ti nel fascicolo del 15 gennaio 1901. Chi spcùisce Lire Quindici alla nostra Amministrazione, riceverà, franca ùi porto, una collezione completa della Rivista Popolaee (1893-96) diretta da Antonio Fratti.
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