4/U Hll'JSTA POPULALlE DI PULJTICA LETI'l:."Jll:,' E SCll!'NZL:' SUCJALl e anche quei figli del popolo che ave van dato prova cli ingegno vivace entravano nella Grande scuola (Tahio), ove si inse~nava loro i mezzi cli penetrare ed approfonclire l'origine delle cose, cli frenare i moti del proprio cuore, cli correggersi, cli perfezionarsi e di governare le cose ... )l°on si chiedeva alcun salario a' figli del popolo e non si chiedeva nulla a chi avea bisogno cli lavorare ogni giorno per vivere. Perciò anticamente non vi era nessuno che non si dedicasse agli studi. Quelli che studiavano evitavano di conoscere le proprie facoltà, e la c0ndotta da seguire nell'esercizio delle proprie funzioni; ognuno di essi metteva però tutti i suoi sforzi, tutto il suo talento per arrivare al proprio rlestino. Perciò nei fiorenti tempi dell'antichità,, gloriosi erano quelli che stavano in alto, e puri, per m0rigeratezza erano gli inferiori ... » {1) « Sul declinare della dinastia dei Tcheou, quando non vi erano più sovrani virtuosi, i ragolamenti delle grandi e piccole scuole non erano più osservati; le sane dottrine tJi.,prezzate e calpestate: i costumi pubblici cadevano in dissoluzione. E in questo tempo di generale depravazione apparve la santità cli Khonugtòcu (Confucio), una gloria o un vano nome, si erano dovunque infiltrate, in modo che il p0polo fini con lo smarrire la via della virti'1 e della carità... Quesla mab.ttia crebbe cogli anni, fino a che, divenuta inveterata. nell'epoca della quinta dinastia (950 d. Cr.) il disordine e la confusione erano al colmo. Ma il cielo rimanda sempre gli uomini nel ciclo delle loro rirnluzioni: la dinastia cli S0u•rng, sorse, e con essa i principi virtuosi. In questo tempo apparvero nella provincia Hò-uan rlue dottori della famiglia Tching. che desiderando di trasmettere ai posteri gli scriui di :vreug-tseu, li riunirono e ne fecero una so la opera ... Io vidi che nel lavoro dei due Tching vi erano delle inesattezze ... ; e perciò dimenticando la mia ignoranza e la mia oscurità., cercai di correggere col riempire le lacune, e con fare risaltare il senso e il legarne delle idee, con note ... So bene che chi si assume una fatica superiore alle sue forze corre il pericolo di essere biasimato dai posteri. :\fa per ciò che riguarda il governo degli Stati, l'eclucazione dei popoli, il miglioramento dei costumi, chi C6rcherà di perfezionare se stesso per governare gli altri, dirà che ciò non gli é stato di poco aiuto (anno Ku_y-yeo, 1191 cl. Cr.). il quale, ctisgrazialamente non trovò un re che gli desse l'alto ufficio cli ministro e di educatore del popolo,pcrché potesse !'ar mettere in pratica le sue dottrine. » Il presidenteKriiger in Europa. È infatti tutti i libri <li Confucio. e in ispecie iJ Grande studio , sono dedicali al b e n e pubblico: essi seguono una corrente rlernocralica. in un certo senso socialista, poiché insegnano che l' uomo non cleYc pensare solo a sè e al proprio piacere, ma deve perfezionarsi per il bene degli altri. , .. - ~ ' « Si ritirò allora, a studiare profondamente le leggi e le istituzioni degli antichi re, e le trasmise ai suoi discepoli perché illuminassero i posteri ... » «. Dopo la morte cli Meug-tseu John Bull (alle Potenze): Destr' rir1a ! << La legge elci {$rande studio o et e 11a filosofia pratica, consiste non"vi era più alcuno capace di inse~nare e diffondere la dottrina degli antichi; allora 11Libro, benchè continuasse ad esistere era inteso da pochi. Per cli più i letterati degeneri si erano buttati a scrivere racconti, compilazioni e discorsi eleganti ... ; ma i loro precetti non aYevano alcuna utilità. Le dottrine dc Vide, de la Non entité, del Riposo assoluto, dell'E tinrione finale (2), divennero più importanti di quelle del grande studio benché mancassero di solida base. La loro autorita, le loro pretese, i loro tenebrosi artifici, le loro furberie, in una parola, le ciarle di chi cercava (,) Su questo caratteri! tutt,> speculativo dell'istruzione pubblica in Cina : Cfr. E. Renan. Nouvelles Etudes d' Histoi>-ereligieuse p. I05 e seg. e Tcheng-Ki-Tonrr. L~s chi• nois peints pa1· eu3;e-mémes. Paris Calmann. Levy. 1900. (2) Si fratta di due scuole di egoa,·ch,, che come i sognatori nietschiani attendevano una soc età At di là del bene e del beiie e del male! Le prime due dott1·in8 appartengono alla scuola di Tao-sse fondata do Lao -Tseu; le ultime alla scuola di Fo (1:fodda), e furono introdotte dall"lndia in Cina da missionari buddisti verso il 217 av. Cr. (Stanislas Julien. Voyogos des pélé1·ines boi1ddhis1es iq M. Muller Lf), science du langage p 154). - La mia traduzione è fatta su cura francese del Pauthier ( Confucius. Pa1·is, 1846 paragrafi 3 J-42), hbr_o poco conosciuto dal gran pubblico francese, e a più forte n1g1one \la quello italiano, che parla di Cinesi d' Eul'Opa... senza conoscere i Cinesi dell'Asia! BibliotecaGino Bianco (Amste,-dainmer di Amsterdall!). nello sviluppare e mettere in luce il principio luminoso della ragione che abbiamo ricevuto dal cielo, nel rinnovare gli uomini, e nel porre il proprio destino nella perfezione e nel bene soYrano ». L'uomo deve anzitutto perfezionare se stesso e rendere l'anima sua retla. e ciò può fare, purgandosi da tutte le sue passioni viziose, poichè « se l'anima è in preda alla collera, non può più esser retta; se l'anima ha paura, non può essere retta; se l'anima è agitata dalla gioia, non può essere retta ; se é accasciala dal dolore, non può esserè retta ». Solo l'11omoperfetto può governare bene la propria famiglia, poichè, commenta Si-Kiang « essendo la persona, la base il fondamento della famiglia, colui che suole ben governare la propria famiglia, deve sapere che tutto consiste in sentimenti cli affetto o di odio, e che bisogna non essere ingiusto o pa,·~iale. L'uomo che si lascia sempre trascinare dalle passioni che nascono in lui, perde subito la ·coscienza dei suoi doveri naturali ». Chi non sa perfezionare se stesso e governare la propria famiglia non può governare lo stato. « Chi possiede un impero non deve mai trascurare so stes,;o, e deve invece cercare di praticare il bene e fuggire il male: se non si attiene a queste norme, la ruina del suo impero diviene fatale ». Cosi sentenzia Confucio, e Tchou-hi commenta: « Ciò significa che il
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