402 RIVISTA POPOLARE DI POLlTlCA LETTERE E ;jCJENZE SOCIALI il Roosevelt, candidato repubblicano alla Vice-presidenza: egli fece arrestare Devery, democratico e capo della polizia, e rese responsabile Vanwych, anche lui ùemocratico, sindaco della cillà del mantenimento dell'ordine (1). Ciò non Yalse ad impedire che la grande maggioranza cli Ne"·-York votasse per Bryan. Le cause del successo dei repubblicani stanno un poco nelle qualità personali dei due candidati, e ancora di più nelle diversità dei due programmi. Bryan riusciva antipatico a molti perchò è un poco ciarlatano; lo ò tanto che gli preferirono il Mac Kinley accusato cli modi e cli tendenze imperiali. A questi modi ed a queste tendenze· anzi si de, e se il primo potò combattere con relativa fortuna. Nel numero precedente la Rivista si è occupata del programma dei repubblicani e dei democratici. Osserveremo che non ebbe molta importanza la quistione dell'argento - sulla quale Bryan, dice il nostro corrispondente, conservò un silenzio ... d'or-o - che determinò la caduta dei ·democratici nel 1896. Né poté esercitarne una maggiore quella dei tri,s(s: entrambi i partiti dichiararono di volerli frenare e contenere; un po' più energicamente i democratici, e più fiaccamente i repubblicani, tutti, del resto, sono oramai convinti che i trusts non sono la gran brutta bestia, che viene descritta da alcuni ('2). L' imperialismo era il punto debole del Mac-Kinley; ma non pochi furono rassicurati del conteo-no assai più pruden'te tenuto dal Presidente reptZblicano, di fronte agli ultimi avvenimenti cinesi e dalla n6mina ciel Roosewelt alla vicepresidenza, ritenuto avverso alle follie militaresche. Queste follie, inoltre, non potrebbero esplicarsi senza il concorso del Congresso. Entrambi i partiti, poi, avevano comune l'intenzione di fare assurgere alla dignità formale di J1inislro del lavoro, il o-rande Ufficio federale del lavoro di \,Vashington, di cui non vogliono sentir parlare i nostri miopi uomini cli Stato. E sono i soli nell'Europa civile a non volerne sapere ! La vera, la grande differenza, la differenza decisiva tra i due partiti è stata e rimane quella sulla politica doganale : i democratici parteggiano pc] libero scambio ; i repubblicani stanno pel protezionismo più feroce. Ora la massa del popolo, che ha visto sviluppare gigantescamente la prosperità della Grande repubblica sotto l'impero della tariffa Dingle_y, ultra protezionista, non ha sottilizzato sulle distinzioni teoriche, ed ha votato pel partito le cui idee economiche hanno coinciso, se non hanno direttamente determinato, coll'incremento del pubblico benessere. Che ne dicono gl'ingenui e teorici rcpulJl,licani italiani, il cui preadamitico semplicismo, vorrebbe ridurre ad unica cosa : repubblica e libero scambio ? L'elezione del Presidente degli Stati Uniti ]1a una importanza non piccola per l'Europa in genemlc, e· per l'Italia in particolare. Limitandoci a rilevarne il lato che interessa noi (I) Qualche imbecille italiano griderà, sentendo che in America si arrestano i cittadini alla vigilia delle elezioni: tutto il moado è paese! Adagio. Roosevelt fece arrestare Devery pe!'chè questi dichiarò pubblicamente, che non avrebbe ubbidito a Cullach sovrintei:idente delle elezioni e suo superiore pel momento, solo perchè repubblicano. Il delitto di fellonia - pericolosissimo in un capo della polizia - di cui è accusato, era evidentissimo. (2) Rimandiamo i nostri lettori al N. 20 della Rivista in cui venne riassunto lo studio del Jenks. Segnaliamo con piacere nn articolo interessantissimo sullo stesso argoment0 del prof. Federico Flora, che Y\lflne pubblicato nella Riforma Sociale del Nitti. BibliotecaGinoBianco maggiormente, osserveremo che un rincrudimento del protezionismo, se potrà riuscire utile agli americani, certamente riuscirebbe dannoso al commercio italiano. C'è di più e di peggio: i repubblicani scmhrano decisi ad osteggiare maggiormente la nostra emigrazione in nome della protezione del lavoro nazionale, che fa parte del loro programma, cd un po' per punire gl'italiani, che in molte parti dell'Unione hanno preso una parte attivissima nella lotta in favore di Bryan e dei democratici. Il Lodge bill potrà essere ripresentato senza che vi sia più da sperare nel velo presidenziale. Mac-Kinley non imiterebbe Cleveland. Sotto qucst0 doppio punto di vista, e cioò sotto il punto di vista della esportazione degli uomi11i e dei prodotti, noi non possiamo rallegrarci del trionfo dei repubblicani negli Stati Uniti. Avremo ben poco da fare dal lato commerciale; potremo fare qualche cosa proteggendo meglio· la nostra emigrazione. LA RIVISTA. La DBr~onalità IIlBrriBvalB ùiGu~liBlmo II Imperatoredi Germania Piu di una volta, esaminando le opere di uomini eminenti, mi è sembrato di Ycdcre in alcuni cli costoro pensieri e tendenze anacronistici. come propri di un tempo antico che non ritorna più; cosi le loro azioni assumono un carattere che apparisce, a primo istante, stran'l e contraddittorio, ovvero incomprensibile. Perché, è naturale il concepire, tali tendenze e pensieri non possono presentarsi nella loro forma primitiva, pura, direi, senza che siano rivestiti di quei caratteri che distinguono le epoche passate dalle moderne. Io avrei due tipi da presentare, un filosofo e l'imperatore di Germania. l'uno e l'altro cosi distanti fra loro di origine, di abito, di mente.e di azione; ma parlerò soltanto clell'ultimo che presenta il fenomeno con somma evidenza. E mi perdonino gli ammiratori cli Guglielmo imperatore, se io ardisco di fare una tale analisi; anch'io, benché pen. i tanto diversamente dagli ammiratori della forza e della regalità, spesso non posso non ammirare la personalità dell'imperatore di Germania: non é dunque per irrcverenza o per altro sentimento che scrivo. Guglielmo U è un uomo di genio, se non in tutta l'estensione elci significato, in parte almeno; se fosse un privato e avesse unica direzione della sua attività, forse sarebbe un uomo geniale in qualche ramo di scibile o di arte. Tutti sanno che egli é musicista, drammatico, pittore; ama la scienza, è attivissimo e non conosce riposo ; vuol conoscere tutto, viaggia spessissimo, o come turista, o ammiratore delle bellezze naturali ; è mistico, e spesso fa sermoni ai marinari; é parlatore e non può trattenersi di far discors·1 dovunque si trovi; è entusiasta dell'antichita, della forza militare, della Germania principalmente, ed egli, alla maniera sua, la vuol far grande, forte, temuta. Ma nel manifestare tutte queste tendenze multiple. egli è medievale, non è moderno. Ciò non solo è visibile dal concetto che csli si fa della potestà imperiale, la quale egli vorrelJbe esercitare come assoluto signore, ma dal modo con cui esplica il ~uo sentimento in alcune occasioni più o meno importanti. Io non ricordo le parole che egli pronunciò a suo fratello Enrico, quando questi partiva per là Cina sulla flotta tedesca; ma ricordo bensì il senso ca-
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