RIVISTA POPOLARE DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI 413 tensiva, determina veramente un'insufficienza della terra rispetto al numero ed ai bisogni dei suoi sfruttatori: ma questa insufficienza è solo qualitativa, o almeno è soltanto questa che vale nell'indagine causale delle condizioni economiche, miserrime, dei nostri contadini. Ma, prescindendo da tutte queste considerazioni, all'asserzione della insufficienza quantitativa della terra s'incarica di apportare una smentita assai valida il fatto che da un decennio, dacché il capitale terriero, cioè, si è accresciuto in estensione per la dissodazione delle selve ed anche dei pascoli, l'emigrazione è venuta sempre più aumentando (1). Ebbene: come spiegano tuttociò, coloro i quali hanno voluto trnvare un coefficiente alla nostra emigrazione nella insufficienza propnrzionale della terra colti vabile ? Cerchiamo di spierrarceln noi. La potenziale fertffità della terra vergine, quella delle selve dissodate, da noi in un sessennio è sfruttata, poiché da essa il cieco empirismo e la fobhre del lucro dei nuovi possessori, i quotisti - cioè, i contadini si sono abituati / solo formale, e in ogni caso il meccanismo legale che dovrebbe garentire l'alienabilità è risultato inefficace, perché i quotisti vendono, ipotecano lo stesso le loro qnote, - e come osserva argutamente Loscalzo nel suo libro succitato - a riprova di tale affermazione sta il fatto che i lavori di ricognizione da parte degli ispettori demaniali diventano ogni giorno più lunghi e più ardui. A quest'ultimo partito si abbandona la maggioranza dei quotisti - e che cosi sia, s'incarica cli dimostrarlo l'accentramento di queste quote, realizzatosi in favore cli grossi proprietari o cli usurai, dovunque la quotizzazione è avvenuta, come - per esempio - a Banzi, Genzano, Montemilone, in Lucania, Spinazzola in Puglia ecc. La cosa non potrebbe andare diversamente. ed io me ne sono accertato con un'inchiesta pe;sonale e diretta, della quale ecco qualche conclusione. A Ba112i furono assegnate 876 quote nel 1889; di esse, nel giugnn 1900, solo 371 erano tuttavia in possesso dei quotisti, e dtlle 371 solo 274 coltivate; il resto a pascolo. Delle 505 quote. non più in possesso dei quotisti, 87 erano state espropriate dal Demanio, per debito di censo ad eseguirne ed aspettarne miracoJi. Tanto è vero che i fittavoli di questi terreni si assoggettano a corrispondere ai proprietarii un estaglio che è il doppio cli quello pagato pei terreni eomuni, appunto perché essi contano cli sfruttare quei terreni in proporzione dell'estaglio, cui si assoggettano. due lati della medaglia. e d'imposta, e 418 er_ano state acquistate da proprietari e capitalisti locali e cli fuori. Negli altri paesi succi tali le proporzioni cli questi risultati, rispettivamente, variano di pnco, in più, od in meno Ma dove è risultata caratteristica la conseguenza depauperatrice della quotizzazione, culminandosi, è stato, fra i luoghi citati, a Spinazzola, dove cli quotisti non vi è neppur l'ombra, essendo stati espropriati, oltreché dall'usura, dal bisogno e dall'impotenza a coltivare le quote, da un'appropriazione da parte di alcuni gros-bonnets del luogo, da Ebbene, la proclutti, 1ità di questa terra così sciaguratamente sfruttata dopo un sessennio discende notevolmente e talvolta acl un livello inferiore a quello stesso dei terreni sottoposti a sfruttamento normale - in ogni caso discende alla potemiale fertilità di questi ultimi terreni, coi quali Barbarie forma una stessa categoria per produzione quantitativa e 'lualitativa, nè più si rileva da tale livello (2!. E questo il giorno in cui l'agiatezza dei nostri contadini - quel lusinghevole sogno cli arriatezza, che li indusse a decretare la distruzione d~le loro foreste - svanisce miseramente: perché o i quotisti - pochini, però - si sono affezionati alla loro quota e vogliono possederla, e allora anno per anno vi rifonderanno il gruzzoletto messo da parte nelle annate fertili, un po' per la scarsa procluzinne e per la crisi agraria, che li attanaglia più sensibilmente, o per gli onerosi censi gravanti sulla CJllOta:oppure vendono la loro quota, appena ne vedono scemata la produttivita. Il divieto dell'alienazione delle quote è (1) Nell'!Lali~ l'\Ieridionn.le esso si è accresciuto - per le sole dissodazioni di patrim0nii rlem,,,nhli e comunali - nell'ultimo deccnn·o di Ett. 162:J3s. (Debbo qu.,ste, otizie alla cortesia di un segretar o di se1.ionc al Ministero di A. I e C) 12) ,\ggiungasi che non tutte queste tetT<J <0110 ot·iginariarnente grasse e sative. adatte alla colti,-a,.ione, perchè spAs•o (viol1ndosi impunemente il cJ:s,.,o~to dsl~li nrr. 10, delli legge 1806, 16, del decreto 8 giugno !807, ed alti·c t1isposi1.io11ilegali successi,-e, inibenti la quotiuazione delle zone boscuse. in ripido pendio, larno,e. costeggianti i fiumi, etc .. che dovrel:>bero invece riserbarsi per l'es~rcizio degli usi civici) spesso, dicevo q uecSte terre yengo no anch ·esse quotizzate, non fo,s'altro che pct· offrire al popolo l'illusione di una vgsta e proficua distribuzioue di benefizi i, in forma di quote. BibliotecaGinoBianco Civiltà (Cri di Parigi). un'appropriazione consumata nei modi più odiosi e impudenti che si possano immaginare. E qui cade a proposito parlare anche di ciò che è successo a Montemilone, perché è il caso cli centinaia <li altri Comuni del regno. Ivi i cosiclett,i eensuarii - ricchi proprietari di bestiame - per un trentennio ininterrntto di fida nel bosco locale, vi acquistarono il diritto ài proprietà ad un·a qùota. Orbene: un po' per l'insipienza e - dicono - per la connivenza degli amministratori cli quel Comune, e specialmente per l'alta posizione sociale dei censuarii (alcuni di essi imparentati alla ex Sotto-Eccellenza alla Grazia e Giustizia, on. I· alcone, (censuario egl! stesso), la contesa in linea amministrativa e in linea giudiziaria, è finita ... come doveva finire, con la spo- ~liazione più o meno legale, da parte dei censuarii, cti due terzi del bosco, e della miO'liore parte, dal punto cli vista della fertilità, e con 1a miseria clispe-. rata di quel disgraziato popolo cli boscaiuoli ! Ma io non voglio _estendermi oltre su queste considerazioni speciali, d'indole più o meno locale, e torno a considerare la quotizzazione nelle sue conseguenze d'indole generale, e dirò naturali, determinate dalle condizioni dell'ambiente in genere, e da quelle dei quotisti. Anzi tutto, molti dei nostri contadini desiderano la quota per convertirla in danaro sonante, col quale anelare all'esttro e fare fortuna, o magari per conoscere in pfttria, una volta tanto, cos'è la vita agiata, per un anno, in un carnasciale da folli. A quel pezzo di terreno, che par loro piovuto dal cielo,
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