RIVISPTOAPOLAR DI POLirfICALETTERE E SCIENZESOCIALI AnnoVI. - N. 21 Abbonamento po1,tale Roma15 Novembre1900 AGLI ABBONATI CHE NON HANNO PAGATO. Preghictmo 1,ivmnente qiielli abbonciti che ancora - e da diversi mesi! - non si sono 1nessi in regola coli' .Amministrnzione, a farlo subito. L,a Rivista che non yiutrda a spese per senipre più migliorarsi, pur mcmtenenclo lo stessoprezzo di abbonamento - che miuore non c· è in Italia! -, ci pctrc ctbbia rcigione cli pretendere che tntti i suoi abbonctti la paghino puntualmente, e non le jaccictno bttltctre in spese postali dei denari che potrebbe impiegare in modo più utile. NEGLSITATUI NITI '!-,a·lotta per la elezione del Presidente de$li Stati Uniti é terminata colla vittoria di Mac Kinley. Gli elettori di secondo per farsi ascoltare dai tanti e tanti, che non aveva avuta la chance cli potere entrare nei luoghi chiusi ». Il Bryan percorse in lungo e in largo gli Stati che gli erano più avversi - quelli dell'Est. Parlò quasi sempre dal vagone, e così in un giorno, da Albany a Siracusa, gr.ado scelti il giorno 16 corrente gli assicurano una maggioCivilizzandola China. poté pronunziare diciotto discorsi. In un altro giorno. ne proranza alquanto superiore a quella prevista. · Prima di esporre ' I,. le nostre brevi considerazioni sul risultato, crediamo oppor- 1 • tuno tornare indietro I per s e g n a I a r e la grandissima vivacità della lotta combattutasi nella grande repubblica tra re-pubblicani e clemocratici. Non ce n'è un'idea in Italia. Persona che occupa un posto eminente in New-York, in data del 25 ottobre, ci scriveva: « Non si può immaginare l'attività spiegata dai due partiti, dai loro oratori ed anche dai candidati a.Ila Presidenza e della Vicepresidenza; Bryan, il candidato clei demo- 1 °.~ cratici, sopratutto, é stato addirittura instancabile. A NewYork, dove l'alta banca e i gros bonnets dei trusts gli erano ostilissimi, egli ripornunziò trentuno. Ciò non ostante egli è caduto, e per sempre, perché i democratici dopo il secondo fiasco non Io riporteranno più; ed é caduto nonostante il successo ottenuto in New-York città; dove ebbe una grande maggioranza, benché la grande metropoli fosse la cittadella finanziaria - e di che sorta! - dei repubblicani. tò un vero trionfo oratorio. In un giorno, sotto il patronato della Tammany, tenUn commovente episodio dell'opera altamente civilizzatrice che si sta compiendo in China: Un coraggioso cosacco iu6la con un sol colpo dnc teneri l»i1uhini chinesi, mentre la loro madre viene arIn Europa alcuni attribuiscono la vittoria di Mac Kinley agli argomenti persuasivi dei miliardari cl e i 'trnsts, che lo sostenevano. Non si può negare che l'oro abbia avuto I a su a grande influenza; ma non è stata influenza diretta: si é spiegata preparando abilmente l'ambiente. E non si deve dimenticare che anche dalla parte dei democratici la reclame è stata orga - nizzata grandiosamente, e che essi hanno speso molti ne tre discorsi mon rostita .... per il ti-ionfo delh~ civiltà. Pechino clal nostro co1'1'. milioni durante la stre: uno nel teatro (Dei mm fotogmjict istcintanea inviataci da specictle). . (Asino di Roma). campagna. di Madison Square, dove si dice intervenissero più cli 50,000 persone; un altro poco dopo al Carnegie Hall, dove pure intervennero molte migliaia di uditori; e finalmente un terzo, verso la mezzanotte, all'aria aperta, sulla pubblica piazza per BibliotecaGinoBianco Non è a parlare di pressioni, nel senso italiano, che abbia potuto esercitare il partito repubblicano, che ha in mano il potere. Per convincersene basta riflettere a ciò ch'è avvenuto in New-York. Vi è governatore dello Stato,
402 RIVISTA POPOLARE DI POLlTlCA LETTERE E ;jCJENZE SOCIALI il Roosevelt, candidato repubblicano alla Vice-presidenza: egli fece arrestare Devery, democratico e capo della polizia, e rese responsabile Vanwych, anche lui ùemocratico, sindaco della cillà del mantenimento dell'ordine (1). Ciò non Yalse ad impedire che la grande maggioranza cli Ne"·-York votasse per Bryan. Le cause del successo dei repubblicani stanno un poco nelle qualità personali dei due candidati, e ancora di più nelle diversità dei due programmi. Bryan riusciva antipatico a molti perchò è un poco ciarlatano; lo ò tanto che gli preferirono il Mac Kinley accusato cli modi e cli tendenze imperiali. A questi modi ed a queste tendenze· anzi si de, e se il primo potò combattere con relativa fortuna. Nel numero precedente la Rivista si è occupata del programma dei repubblicani e dei democratici. Osserveremo che non ebbe molta importanza la quistione dell'argento - sulla quale Bryan, dice il nostro corrispondente, conservò un silenzio ... d'or-o - che determinò la caduta dei ·democratici nel 1896. Né poté esercitarne una maggiore quella dei tri,s(s: entrambi i partiti dichiararono di volerli frenare e contenere; un po' più energicamente i democratici, e più fiaccamente i repubblicani, tutti, del resto, sono oramai convinti che i trusts non sono la gran brutta bestia, che viene descritta da alcuni ('2). L' imperialismo era il punto debole del Mac-Kinley; ma non pochi furono rassicurati del conteo-no assai più pruden'te tenuto dal Presidente reptZblicano, di fronte agli ultimi avvenimenti cinesi e dalla n6mina ciel Roosewelt alla vicepresidenza, ritenuto avverso alle follie militaresche. Queste follie, inoltre, non potrebbero esplicarsi senza il concorso del Congresso. Entrambi i partiti, poi, avevano comune l'intenzione di fare assurgere alla dignità formale di J1inislro del lavoro, il o-rande Ufficio federale del lavoro di \,Vashington, di cui non vogliono sentir parlare i nostri miopi uomini cli Stato. E sono i soli nell'Europa civile a non volerne sapere ! La vera, la grande differenza, la differenza decisiva tra i due partiti è stata e rimane quella sulla politica doganale : i democratici parteggiano pc] libero scambio ; i repubblicani stanno pel protezionismo più feroce. Ora la massa del popolo, che ha visto sviluppare gigantescamente la prosperità della Grande repubblica sotto l'impero della tariffa Dingle_y, ultra protezionista, non ha sottilizzato sulle distinzioni teoriche, ed ha votato pel partito le cui idee economiche hanno coinciso, se non hanno direttamente determinato, coll'incremento del pubblico benessere. Che ne dicono gl'ingenui e teorici rcpulJl,licani italiani, il cui preadamitico semplicismo, vorrebbe ridurre ad unica cosa : repubblica e libero scambio ? L'elezione del Presidente degli Stati Uniti ]1a una importanza non piccola per l'Europa in genemlc, e· per l'Italia in particolare. Limitandoci a rilevarne il lato che interessa noi (I) Qualche imbecille italiano griderà, sentendo che in America si arrestano i cittadini alla vigilia delle elezioni: tutto il moado è paese! Adagio. Roosevelt fece arrestare Devery pe!'chè questi dichiarò pubblicamente, che non avrebbe ubbidito a Cullach sovrintei:idente delle elezioni e suo superiore pel momento, solo perchè repubblicano. Il delitto di fellonia - pericolosissimo in un capo della polizia - di cui è accusato, era evidentissimo. (2) Rimandiamo i nostri lettori al N. 20 della Rivista in cui venne riassunto lo studio del Jenks. Segnaliamo con piacere nn articolo interessantissimo sullo stesso argoment0 del prof. Federico Flora, che Y\lflne pubblicato nella Riforma Sociale del Nitti. BibliotecaGinoBianco maggiormente, osserveremo che un rincrudimento del protezionismo, se potrà riuscire utile agli americani, certamente riuscirebbe dannoso al commercio italiano. C'è di più e di peggio: i repubblicani scmhrano decisi ad osteggiare maggiormente la nostra emigrazione in nome della protezione del lavoro nazionale, che fa parte del loro programma, cd un po' per punire gl'italiani, che in molte parti dell'Unione hanno preso una parte attivissima nella lotta in favore di Bryan e dei democratici. Il Lodge bill potrà essere ripresentato senza che vi sia più da sperare nel velo presidenziale. Mac-Kinley non imiterebbe Cleveland. Sotto qucst0 doppio punto di vista, e cioò sotto il punto di vista della esportazione degli uomi11i e dei prodotti, noi non possiamo rallegrarci del trionfo dei repubblicani negli Stati Uniti. Avremo ben poco da fare dal lato commerciale; potremo fare qualche cosa proteggendo meglio· la nostra emigrazione. LA RIVISTA. La DBr~onalità IIlBrriBvalB ùiGu~liBlmo II Imperatoredi Germania Piu di una volta, esaminando le opere di uomini eminenti, mi è sembrato di Ycdcre in alcuni cli costoro pensieri e tendenze anacronistici. come propri di un tempo antico che non ritorna più; cosi le loro azioni assumono un carattere che apparisce, a primo istante, stran'l e contraddittorio, ovvero incomprensibile. Perché, è naturale il concepire, tali tendenze e pensieri non possono presentarsi nella loro forma primitiva, pura, direi, senza che siano rivestiti di quei caratteri che distinguono le epoche passate dalle moderne. Io avrei due tipi da presentare, un filosofo e l'imperatore di Germania. l'uno e l'altro cosi distanti fra loro di origine, di abito, di mente.e di azione; ma parlerò soltanto clell'ultimo che presenta il fenomeno con somma evidenza. E mi perdonino gli ammiratori cli Guglielmo imperatore, se io ardisco di fare una tale analisi; anch'io, benché pen. i tanto diversamente dagli ammiratori della forza e della regalità, spesso non posso non ammirare la personalità dell'imperatore di Germania: non é dunque per irrcverenza o per altro sentimento che scrivo. Guglielmo U è un uomo di genio, se non in tutta l'estensione elci significato, in parte almeno; se fosse un privato e avesse unica direzione della sua attività, forse sarebbe un uomo geniale in qualche ramo di scibile o di arte. Tutti sanno che egli é musicista, drammatico, pittore; ama la scienza, è attivissimo e non conosce riposo ; vuol conoscere tutto, viaggia spessissimo, o come turista, o ammiratore delle bellezze naturali ; è mistico, e spesso fa sermoni ai marinari; é parlatore e non può trattenersi di far discors·1 dovunque si trovi; è entusiasta dell'antichita, della forza militare, della Germania principalmente, ed egli, alla maniera sua, la vuol far grande, forte, temuta. Ma nel manifestare tutte queste tendenze multiple. egli è medievale, non è moderno. Ciò non solo è visibile dal concetto che csli si fa della potestà imperiale, la quale egli vorrelJbe esercitare come assoluto signore, ma dal modo con cui esplica il ~uo sentimento in alcune occasioni più o meno importanti. Io non ricordo le parole che egli pronunciò a suo fratello Enrico, quando questi partiva per là Cina sulla flotta tedesca; ma ricordo bensì il senso ca-
Rlll!STA POPOLARF. DI POLIT!CA LlffTJU7Y E SC!FNZE SOCIALI 403 va!lcrcsco da una parte, mistico dall'altra, col quale affidava l'impresa al. fratello. Pareva che il principe Enrico partisse per la conquista cli Terra Santa, e quindi l'imperatore a lui affidasse l'onore dell'impresa tedesca, clte serviva a difendere la croce con la spada, come ai tempi delle crociate . .Era quello 111d1iscorso venuto sù dell'inconscia personalità di Guc,lielmo, nella quale pareva fosse latente e riposto 0 da ~ette od ot~o secoli; e che in quel momento di esaltazione emozionale montava a!la coscienza e si manifestava nel saluto a colui che salpava per l'Estremo O_rie_ntec, on:e. avess~ sa!pato pc1: la Siria, e per una m1ss10nc politica cosi tlIYersa di non era nato il sentimento di pietà verso il nemico specialmente se nemico reli"ioso. E non é contracJ'. dizione nell'imperatore il fiie e forte misticismo la pietà religiosa profonda e la crudeltà verso il nemi~o : cosi al medioevo. M~ un'ul_t!ma m_anifcst~zione di cotesta personalità meclieYale d1 Guglielmo s1 ha nel fatto della ristaurazione del castello romano cli Saalsburg. A primo aspetto parrebbe che la personalità cli Guc,lielmo recedesse tìno all'.epoca imperiale cli Rom~, specialmente quando ~1 legge_ la rap~resentazione fatta in veste e costumi romani con discorsi latini. Ma non è cosi ; .perché _bisogna ricordare che gl'imperatori tedeschi al medioevo presero tale titolo dagli impeluogo e di sostanza dalla conquista del sepolcro cliCriste 1le feste imperialidellaromanitàal Teatro di Saalsburg. · ratori romani, e si credevano legittimi discendenti e successori dello stesso impero, distrutto già in Italia. L'epigrafe dedicata ad Antonino Pio manifesta subito il concetto : « Imperatori Romanorum Tito Aurelio II adriano Antonino Augusto Pio Guilehmus II impera'or Germanorum. » I due nomi associati al concetto clell' impero romano, appunto come al medio evo. Nel discorso fatto nell'occasione, Guglielmo riunisce in una forma più moderna, é vero,i due imperi, il romano e il germanico: « Possa dirsi sono .cittàdino tedesco , col medesimo or~oglio come una volta clicevasi : Civis romanus swn >>. Nè dovrà far meraviglia che ai concetti antichi s'innestino forme moderne, perchè la personalità reale elci presente esiste accanto e anzi più m3anifesta e più evidente della personalità medievale. Quindi apparisce una certa incoerenza che sembra una inopportunità di pensieri e cli sentimenti. come vi é divergénza dall'antico al moderno. fra loro differenti.· Si direbl ,e che la personalità di Guglielmo Jl avesse subito una stasi nello sviluppo e ncJlc forme 11cl carattere, OYe risiedono strati antichi incoscienti o morti, o semplicemente inattivi, e quim1i non s11bis!Sc tutta la compren sionc della modernit,1, da lui travestita nelle forme ormai svanite del medio evo. Jl misticismo di cui è profondatnellte e sinceramente compreso e nello stato più attivo, è anche in lui una manifestazione me - dievale. O!Lreai sermoni e alla continua invocazione alla provvidenza in ogni atto, bisogna ricordare il suo viaggio in Terra Santa. EL'ombra di Arminio: Morn11tse11, Mommscn! g11,1r<la ù1rnqne io creLlova ,li a,·cr cacci,1ti tutti i Romani <lall,1Germania, ed eccoli! ncora l:ì. Mommsen: 1\011 t'itnpenRierire, quolla 11011 ùclic nna, commedia. (l~~tige Bli:Wer L1i Borli110). gli non può andare alla conquista come crociato, ma vi Ya come v1s1tatore, con l'aspetto cli pellegrino però, perche coLt fa i suoi sermoni, aispensa grazie e concessioni finianche a cattolici, come un imperatore tedesco che andasse a farsi perdonare i suoi peccati. Non è semplice curio~ità la ~ua, _di veder? qe~u.salernme e i luoc,hi santi ; ma e un impulso d1 rn1st1c1smocon fede si1~ile a quella del mille o mille e duecento. Conferma la mia interpretazione un altro discorso <liG1wlielmo al momento della partenza dei soldati per 1i Cina dopo gli ultimi avvenim~nti. Un u_omo così mistico dovrebbe essere anche mite verso I nemici, come é sentimento moderno ; ma Guglielmo chiede la distruzione dei cinesi che cadano sotto Jc mani t1ei suoi soldati : « uccidete tutti, nnn date quartiere a nessuno », é la sua parola feroce. Ciò appartiene ancora alla personalità medievale, qua11<lo,-::ioè, BibliotecaGinoBianco In molti atteggiamenti e in molti discorsi cli occasione Guglielmo II m'è apparso come uno degli eroi ù ei Nibelunghi, nel quale sono riuniti tutti insieme i caratteri nobili e cavallereschi ccl i caratteri che sentono ancora della IJarbarie. Prof. GIUSEPPE SERGJ. Nel prossizno nuznero pub.,;, blicherezno un articolo di ~"'. 8. Nitti sull' ln1perialis1110 inglese.
RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI NELCONGRESSO DI FIRENZE (Le quistionicostituzionali) ~e~ tnnto t"'.mpo ho discusso nella stampa l'utilità poht1cn della wdai;:1ne scientifica e storica su l'ordinamento statutario itnliauo: per deriva,rne - diluostn1,n<lo l'a,n~g~nismo g( uri~ic? ~e!la Carta col poRtnlato plel.Hsc1tano - la 11legitt11n1ta della ba e, sn cui l'edificio politico odierno s'innalza. Ed i colleghi, che sono st11,ti <·on me al~a Direzione dfll Partito per oltre un anuo, erano tutti convinti di questa utilità politica: tanto che dall~ stampa e dal Co~itato la disputa è pas-ata su la prn.ttaformu del Partito nel Congresso repnblicano di Firenze. Ricordo che nel Giornale del Popolo di Genova ripetei ciò che dissi ne! '97, quando fu costituito il gruppo nostro parlamentare rn Roma, e testò nel discorso tli Bologna su Garibaldi : ripetei che nel problema sta,tutario è l'indice cli una significnr-io!Ìe e di una fisonomia l?ropria. - la q_ua.(e.noli è <!<>nfondibile, nella pa.rte 1ondn:mentale cli _chnlt? pubblico, cogli altii 11111·titi,che prescmdono dall'111dag1ne su la legittimità della costituzione politica dello Stato. Ciò pi 1ì o meno ho eletto poi, e dimostrato a11che 11ell'Bd11cazio11c Politica., nella polemica con 1; 'l'er;ra Italia, iu questa istessa Rivista, e uella mia, Relazione 1~1Congresso: <love desidernYo che si esaminasse J'at;to fondamenta.lo della nuova vit.~ italiana. nella "'Cile.si sua e _nello i;;pirito informatore - che lo distingue cssenzrnlrnente dal concetto cardinale, instaurato co' decreti popolari del 18GO- per derivarne 0011una 11isamina sobria, ma acuta o co,uparata con '1e altre costituzio11i em·oJJee più progredite, tutti i caratteri lo - gioi o 11ecessari nell'or!Jita vasta della politica e clelh1, ,legislazione sociale . . E_ques~a, cho negli orizzonti civili della democrazia 1~ahan'.1 si J_>resc~~aco1110l'ultima aspirazione JJolitica d! Gan~ald1 l!el_ 19 .:- collegata all'ultima parola saptente d1 :\lazz1111nel I I -speravo cho fosse da.I Co11are so di Firenze, con1e segnacolo in vessillo, lanciata fi.a le ?Orr~i:i,ti r,_opolari d'Italia, per riventlicare alla nnziouo 11 cl1ntto immanente ed inaJionabile della sonanit:\ sua. . ~fa cor,t1:o q11est'~s1!irazio11e e questa parola - che in, per cosi <lire. I epilogo tlolla !Jattaglia ostru;donista 1mrln1;11_cntar~per lo p11bblicho li!Jert.;'1.- sor~t•, in 1111i1, o~,1,d1 1ncosc1e11z11,dcplore,ole per l'assemblea l"ostru:iomsmo, (così l'ha <lei nito bene l"a1uico Ghh1lc;.i) parndossalo dcll'o11. Pellegrini. _E l_a sua_ pr~giudizialc - intesa n, seppellire le qnist1om ~ost 1tull1011alt - fu, è vero, ritirata; 111a css;~ p_ors~ l addent?llato a.Ila proposta, che fn accolta, di r:11v1arno In. <i1~puta ~Ila fin0_ dell'onli110 del giorno del (?ongresso; ossia, com era facile prevedere, al Cougre •so futuro! * * .. Xessnno pi1'1di me è caldo e si nccro esti1nator-, del- . I 111gllgnoargnto dcll'on. Pel.legrini: della sua cultura e_delta sua fetfo. Ma og_li ora, o io m'inganno, ha 110- •'111tonon poco all:i senctù, della orieutar-ione politica noi partito rc1rnblicano ,rrtalia. Il Co1~grcsso <li Firenze, dopo il discorso magistrnle 1lol Bov10, avea clato Jn·orn, 1wlla JHirna seduta di "ioYedl e fin~ al mezzogiorno del 2, di uno ~pirito d~l\-- vero 1llum11Jato l' niatul'O - con le relazioni JUiB!Jili su la libllrt:\ degli scambi del Cliic1:,a, sn le rnrie formo •l~ll_aor1M11izzazione economica e sociale elci Con1an- <l1111,o _im' _cri~cl"idel partito 11elle qnist,ioui colouiali del Gh1slcn: 11 quale, co11 la parola su11, fatta cli cose, . e scaldata dal !Juon scuso 6 dall:L dottriua, si chiarì flagellatore spietato di una politica i«na,n1, e ribalda 0_hemal cela i fini occulti delle rivir~ioni clemocra~ t1cbe ! _Tutti ques~i cari amici e gli altri congressidti, tra cni glt on. Bosclan, D1:lBalzo, Battelli, Luzzatto e De Ancheis che pa;1-·teciparono ~l dibattito s111a legislazione economi'. ca so01ale e colonialtJ, e segnatamente i llelegati di Ronrng':1a, elio fecero per bocca degli nmici 'l'urchi Gaud_en7,1C11ldoroni, ))u~liesi, intorno al principio c~operat1vo1geruwgltato lll Hornagna, una no!Jile riven<licazione storica al Partito repnbblicauo d'Halia, destarono una Biblioteca Gino bianco profonda impressione nell'assemblea - assurta, per la loro voco, alle µiù elevate regioni del patriottismo e della cultura. Ma l'on. Pellegrini ebbe il torto cli deviare questa corrente intellettualo elci Congresso - e le sue arguzie infoncla,te su la indagine statutaria, su la rivendicazione del diritto di gue1ra. di pace e cli alleanza al potere legisbtivo, e sul problema elettorale, aprirono uno spiraglio a.cl un vero enfantillngc intellettuale e politico - il quale perrnise cli affermaro, chiasso ,1,ornnte, non olo che ];1,disputa su la oomnumis roipublicae spo11sio è u11a quisquilia, o elle la ri\'endicazione del diritto cli guerra cli pace o cle' trattati è un'anticaglia della Costituente francese nel secolo x v111; ma che il problema dell'elettorato - nel quale s'impernia tutto quanto il regime l"I\J)presentativo moderno - è tutta una batrachiomachia di retori iuconcludenti! Kon limiamo la frase - e, talleyranamente, non occultiamo il pensi1\l"o. :-;oi. disse Alberto Mario, ainiamo più fortemento la. republica, perel11>piì, forte11witc mniamo I<, verità,: e, per amore al partito, cui si t!eve avere il coraggio di dirla intbra la VtJrit:ì. - se non vogli:1,1110trasformare I uostri Congre~si in co11cilii ecumenici e al papa invidian· il Sillabo - dohbia.mo confes,are che la pagina, scritta alla fine della prima se<lnta del 2 n,,vcmlJ:·e da qualche orecohiaute della cultura politic,1, con• te111poranea, fu iudegna di un Consesso illuminato. Noi as istemmo ad uno spett1icolo imprevedibile! Quando vi1li l'a111icoPellegrini sorgere ùal fo11dodolla sala, io sperai che la parola sua alata ci trasportasse - nel giro de' problemi costituzionali - alle alte ~ette dolle grnudi idealitì1 politiche e soci:.tli. .\la fu l'ingan110 cli un mi11uto e capii subito! I1> capii subito come ogli - suggestiouato dallo impazienzb, che gli fremeva110 attorno - nou scorgesse piì1 che nll'esame (IJ . . . . . . . . . . ,. * * E se no, anosto a nito torto tLLtti quanti voi - o Bovio, Colajanni, Ghisleri, Scliinetti - a riconoscere la gra,nclc siguitìcazione per il partito repu!Jlicano della indagine politica sul pro!Jlema clell'ortlinamento statutario. Ricordo, per l:t cm1tcsima volta che il nostro gruppo parlamentare - con la priiua penna d'Italia, come disstJ il PeJlegriui - proclamò che l'osn11ieclell<iUm·ta e il più w:qcnte bisogno del Paese. E nella stampa, il Bovio istesso, J)Cr chiarire il programma - che si propvnen1, um1,meta lissa e determinata - o. serva11do appunto che al Pl'tto di llonw 111ancan1, questa mct,i e mancava il mezzo, 11otò: - « La 111et.aha un nomo uo11 iLHlic,1,topri111a, e si determina un mozzo nou siguitfo11to negli altri progmmmi: l'esame clell<i Oorta, ajjinchè il Pc,ese abbia vermnento un patto fondamentale ». E tu, o amico Colajauui, hai notato, con lo sguardo acutissimo, l'importauia dell'ordine del giorno del Congrnsso, per le 11110:stionicostituzionali: come nel '97, polewizmudv sn lo stesso tema col '!'urati, osservasti co11molto spirito che l'esmne potrebbe riuscire ad una bocciat1irn - poicbè da cosa nasce cosa, e dagli Stati Generali mo1wrehfoi si arrivò in Fra11cia <~l1.793. 11 torto marcio poi sarebbe stato vostro, o amico Ghisleri, quando appunto per il Congresso dettaste queste parnle, che il Uongresso purtroppo ha dimenticate : a: Nò alcnuo venga a ùirci che è pura acoaclemi<~ una discussione rigua1·dantc '' il carattllrO giluiclico dello Stato attuale,, ri ·aleute alle sue origini storiche, ri• cordautc promesse auguste, non mautenute. A chi spetta, so non al partito repubblicano, il oov1mi,; di uon lasciar cadore io o!Jlianu1, l'ordine del giorno Pantano, (I) l\la qui si torca un tasto delicatissimo, e pcrchè non capisca ancbe il Regio Fisco, siamo costretti, noi che conosciamo bene i suoi nmori, a sopprimere questo punto veramente saliente. . Ce lo per<lon_i,l"amico caris_simo, ma meglio togliere dieci righe che far hvragare tutto 11suo splendido articolo. N. d. R.
RTVISTA POPOLAR/1,' Di POLlTICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI nella memomnda lotta ostrnzionistn, quaudo lanciava contro la reazione, monito e sfida nel tempo istesso, l'illlprescrittibile diritto alla Cost .... ~ Il tema, riportato in seno al nostro Congresso, rappresenta la CONTINUl'l'l cl '·1m proposito e d'ima tradizione. È bene che anche i giovani zelanti o impazienti, i quali, nella loro fretta di fare, s'a1·visano di segnare la ·• rotta,, al partito senza affrontare alcun problema di idee, (e in ciò ripetiamo amnionimenti concordi ilei nostri grandi maestri, timto clel Cattaneo, q1tanto cli Mnz.cini) sono la vera forza pro• pulsiva, il cu01rn e CEIWELLO cli un partito; mentre i Comitati, le sezioni, le tessere, le q1tote, i registri non ne sono che le mani e i piedi. Mani e piedi sono indispensabili per agire e camminare; ina se nel cervello v',, il buio, e se il cuore non p1tlsa, t1itto langue e si vii ruz- .colanclo ·ora n clrittct, ora a sinistra: co11w ebri, sen;;,i ·vedere dove si arrivct, SE ALLA META o ,\ D UN PltECIPIZIO D. E all'amico Schinetti - che or:, inneggia all' arte inimitabile in Pellegrini cli avventare atrocissime argu:;ie, ecl ha ragione - dirò che testè, al solo dubbio di un Agli O come, dunque, ha potuto l'amico Pellegrini, che è così acuto ecl arguto, strozzare la discussione su un ordine òel iriorno - per mezzo do! quale il Cougrcsso, proclarnauclo la necessit,\ Lli nuo Sta.tuto, che sia espressione sincera de.Ila suprema autorità nazionale, deliberava cli clestare nel popolo itnlirrno, con w1ci propiigand<i ·illuniinatn e le{lale, il sentimento del s1w cli1·itto alici leggo foncla1nentc1le e cosi itu.tiva clcllci vitci propria 'I * * * Qnesto difetto fondamentale di ottica politica turbò il suo giu1lizio i11torno all'importanza di uua solenne rivendicazione del diritto alla scheda popolare e della giustizia nella rnppresentanza l.-gislativa del Paese (l). Di corto, il Pellegrini sa meglio di me che - sfatata dalla scienza; la vecchia distinzione del dottrinarismo francese cli I-Iello, di Guizot e cli De Broglie trn' cl.idtt-i civili e politici - il suffragio popolare s'impone oramai. agli Stati piì1 refrnttllri al progresso della libertù,, - • • aI111Cl non tanto, secondo la giusta osservazione del Loraud, capo eminente del pa.rtito liberale nel Parla• mento belga, come 1111 dogma di metafisica politica - quanto come nn corollario logico e fatale nella consenso tacito nel dispregio degli nomini. vratici per le nostre fisime costituzionali e storiche, convenne meco apertamente che, soltanto per sottile ironia, mostrava di disinteressarsi elci le indaqini di storia e di diritto costituzioncile. V ironia, disse, ò la figura rettorica de' popoli che non si sentono liberi: ed io YOglio sperare che orn, anche per ironia, abbia scritto che lrt pratica trionfata nella seduta del 2 novembre al Cougresso non significa rinuncia alla traùizione intellett1rnle del Partito. Chiunqueprocurerà UN NUOVO ABBONATO evoluzione storica d<~l diritto cli suffragio. 11 che fu anche dimostrato nella polemica scirnt-ifica tra J. S. ?l[ill o A. Comte. E, in tal senso, avrebbe avuto ragione il.Pollogrini cli clirtl, con tn tti i pappagalli suoi, cl,e in 1111 congressorepublica11Oun'affermazione simigliante è vana. Egli ha bene osservato - 11imtnii al rapido mo,·imento ile' republicani, che da ogni angolo ,ntalia souo con Yenuti in Firenze, e con• riceuerà in dono, a scelta, una delle seguenti pubblicazioni del/'on. Dott. NAPOLEONCEOLAJANNI : 11.louvemenls sociaux en lttilie ; lt·e e sp,•opositi ,li Cesa,•e Lomb1·oso; Nel t•e11no tlell,, lllafiti ; Gli VOiei ,lei ltivot•o ; La G,·ande D'accordo. Ma non istava qui la quistione. La quistioneor:1, non di fareun accademismo politico ed orata• rio,ma rli indurre ilCongresso, come suonaYa il mio derelitto ordine del giorno - considerato che nel pro• hlcma dell'elettorato s'irnperniail regime parlarne11tare e che la giustizia devo informare il diritto alla scheda e la rappresentanza alla sovranità politica del Btiltagliti del ltivot•o. Chiunqueprocurerà DUE NUOVI ABBONATI tro coloro che deridevano i riceuerà, guizzi ed i b:trlmgli Yani clel t.rmnonto nostro - che zioni, O a scelta, tre delle suaccennate pubblicalJ,ti Politica coloniale dell'on. < uua t-radizione, disconosci11ta esopraff>ttta, non puç, tùtt1ivia impallidire e spegnersi, quando rappresenta Dott. NAPOLEONCEOLAJANNI, oppure l'Attt•t•- ve,•so lti Svi~~e,•a dell'on. prof. ETTORE lo studio e l'amore della li- CICCOTTI. bertà: elemento primo cli cui abbiamo bisogno nella nostra vita li. i\la questa tradizione ..teve ili uminara · ed accendere, ctlere /lmnmain: e non ha considerato che la stess11abolizione de' dazi doganali e delle imposte su' consumi - ed io sono cl'accorclo con lui che è una grave quistione d'atttrnlità in Italia - non sarà possibile, senia un movimento coevo, intenso e profondo, per la rivendicazione de' diritti politici e costitnzionali ùel Paese. li Pareto parngona,-a lo stato presente dell'[talia a qnello dell'Inghilterra nel secolo passato. E l'illustre econo11Jista ortodosso diceva: - ·< La storia c'insegna che per ottenere la libertrì economic<t gl'inglesi doYettero prima conquistare la /.ibertrì politica » - conclu,l,rndo che ln libertà economica non si può fcicilmente disgin11gerc clal/e ctltre libcrtcì, e che in Italia o le al!remo t1ttte o non 11eavremo nessuna. Bisogna, dunque, muovere rfal punto fondamenta,le. F. se la tradizione non è un'entità verbale, che sfiori il sommo de/In bocca., noi dobbiamo riconlare che p<cir Mazzini la 1n·o,foncln car1io11c - la qnale, signoreggianrlo tntti i fcitti scconclari, per1>ct1u1da anno in c.i111-o, a.nclie moclijìcate le circostan6c, la triste condiziono it,aliana - ern riposta nel Yizio genetico della nuova ,-it,t naziona!.1. <l. Ca nazione esiste cli 1101110 soltanto, 8Cn:n esprcss-ion~ orclùiatc1 clellci 7.Jroprùi i-ifa ». E per lui, il problema politico - preminente sn tutti gli altri - consisteva nel restituire alla nazione sovrana il suo scettro. Bibfì6tè EfA 0 G1Mtn'fB fcfr,·da imvossibilità. Paese - a proclamare la necessità di una grandeagi• ta.zione nazionale per il trionfo del suffragio universale e della rappresentanza proporzionale. La quistione ern - ed è - di destare, con la coufereuza, col cornizio,col giornale, cla,lla tl'ibuna pubblica, un dibattito vi- (1) Nell'~. Pellegrini si annebbiò anche il ser:so suo sqoi• sito di erudi1.ione storica. Egli, confondendo il conte di Mirabeau con l'abate Maury. ricordò il grido famoso su la grande trahison clu comte cle Mirabeau, per sos·tenere, con semplici denegazioni verbali, che nell'assemblea nai.ionale francese del 1790 il tribuno arisbocratico fu sol diritto della pace e della guer.-a partigiauo di regale prerogRtiva. No, o amico Pelleg1·ini: noo fu il Mirabeau, ma l'abate Mau1·y che volle rivcn licare alla Corona l'antico privilegio: covfutando l'affermazione documentata del Fréteau, secondo cui quel diritto appartenne sempre alla Nazione francese, e in tutta la sloria della monarchia, eccetto gli ultimi lnO anni, dal 1630 al 1790, la Francia non cessò mai di esercitai-lo. D'accordo in ci/J col Pétion, che avea ricordato le diete francesi e gli Stati Generali : avca ricordato, seguendo il Peysonoel, i precedenti del diritto pubblico nazionale, sotto il re Giovanni ( .356), sotto Cado VI[ e Luigi XI (1441 e 1467), sotto Luigi Xli (15061. sotto Francesco li e Carlo IX (1560), ~otto Enrico III (1576 e 1588) e sotto Luigi Xli[ ( 1614). Il dissidio memorando tra il Barnave e il lVliral.ieaufu tutto in una parnla : dove il Barnave diceva:.corps législatif, il Mirabeau voleva che si sostituisse : pouvoir législatif. Ed ecco perchè. {( Si vous voulez
il/VISTA POPOLAR/•,' DI POLITICA Ll•.'TTHRJ•,' t,· SCIENZt,· SOCIALI vace - perchè la boule clc neige rli H. Taine batta alla porta del Parlamento e l'a,pra o l'abbatta. Il che nou si consegue con uua sterile afl:'ermazioue del principio astratto che noi siamo republicani; ma con una propaganda costaute ed un'azione gagliarda - oudo il principio si trasformi in un bisoguo psicologico e scaldi i cuori: come fiamma del sentimento cli nn popolo clit, non tollera vit'1 indugio al rico11oscimeu1·,o <1ovei·oso cli uu diritto suo fondamentale. Questa la pratica vern. Ne' paesi pitt evolut,i di Enropa,- e dovo fresco alita, lo spirito della politica, democrntica conte1uporanca, il diritto alla scheda assorge - come ora nel llelgio, por impulso vigoroso de' socia.listi capitanati dal Vaudervelde, dal Denis, dal De Fnisseaux: e altri - a' piuuacoli di una grande ba,ttaglia civile nazionale. (1) Ed il substituer dans voti-e d6cret à ces mots: le co~·ps législatif, ceux-•ci : le pouvoii· législati/; et définir celte expression en l'appellante un acte de l'Assemblée natiQnale, sanctionné par le roi, nous sommes d'accord >l. ( Choix de Rappm·ts, Opinions et Discours. prononcés à la Tribune Nationale clepuis 1789 ju,qu'à ce jour: T. II, pag. 31!); Pai·is, 1818). Secondo il Barnave, il diritto della pace e della guerra ern devoluto all'assemblea nazionale : s,!condo il M irnbeau. al potere legislativo. Ecco tutta la dilfernnza. Il Mirabeau pose così la quistiooe: - « Faut-il déléguer àu roi l"exercice d,1 droit de faire la paix et la guerre, ou doit-on l"attribue1· au corps législatif? C'est ainsi, messieurs, c'cst avec cettc alternative qu'on a jusqu'à présent énoncé la question, et j'avoue que cette manière de la poser la rendrait insolulile pout· moi. meme. Je ne crois pas qu'on puisse, sansanéanlin.la constitution, déléguer au roi l'exercice du droit cle (aire la paix ou la guerre; je ne crois pas non plus qu'on puisse attribuer exclusivement ce droit au corpi législatif sahs nous préparer des dangers d'une autre nature. et non moins redonlablei, Mais sommes-nous forcés de faire un choix exclusif? ( Ibid .. pag. 277) D. Se i poteri dello Stato devono concorrere tutti alla espressione della volontà generale. non si può ad alcuno di essi conferire la delegazione assoluta ed esclmiva nell'esercizio solenne di quel diritto sovrano. Barnave disse che ciò era eontrario ai principii, e il Mirabeau rispose: - « Quelle est la question, la véritable q uestion qui nous agite 1 Parlez nettement: les deux délégués de la nation doivent-ils concourir ou non à l'exp;·ession cle la volonté r;énérale? S'ils doivent y concourir, peut-on donnei· à l'un cl'eux une délégation exclusive dans l' exercice du di·oit cle la p?.ix et de la guerre?» (fbid. pag. 322). I•: quando il Barnave obiettò che l'articolo del Decreto - nel quale si dichiarava che il diritto della pace e della guerra appartiene alla Nazione - ern inutile, il Mirabeau rispose: -· « Pouquoi donc inutile 1 Nous n'avons pas délégué la royauté; nous l'avons reconnue en quelque sorte comme préexistante à notre constitution: or. puisqu' on a soutenu dans cette Assemblde • que le droit de {aire la paio:; et la guerre est inhérent à la royauté, puisqu' o-n a prétendu que nous n'avions pas méme la faculté cle le déléguer, j' ai dit énoncer clans mon llécret que le droit de la paix et de la gue>Te appartient à la nation ii. (lbid., pag. 322). - Il Decreto, proposto dal Mirabeau, suonava cosi : - « Le droit de faire la guerre et la paix APPARTlE:-IT ,ì. LA NATION.L'exercice de ce droit sera délégué concurremment AU CORPSLl'!GISLATIF et au pouvoir exécuti( D. (/bid., pag 335). Fu, dunque, propugnatore di prerogaLiva regia il Mi,·abeau 1 Noo bisogna costruire il diritto pubblico e la storia nostra, o di altri, ed evocare il ricordo delle assemblee legislative straniere, a base di frasi fatte. li Pelleg1·ini, se non vuol leggere tutta la discussione, che durò sei giorni, de ll"Assemblea francese, vada a vedere nel Thie1·s il giudizio chiaro e preciso sul pugilato oratorio tra il Barnave e il ì\Iirabeau. « 1'oute la ditference - giudicò il Thiers - est clans LES)IO'l'~, car Mirabeau donne à l'Assemblée le droit ù"improuver la guerre et de requérir la paix, Barnave celui de déclarer !"une ou l"autre: mais, dans les deux cas, le vceu de l'assemblée était obligatoire, et l3ARl'iAYNEELUI DONNAl'Pl'ASPLUSQ.Ulò ~!1RABEAU i>. (Histoirede la Révolution Fran<;<lise: T. I. pag: 223; Paris, MDCCCXLI). - {I Crispi commise lo stesso errore del Pell('grini, nel 1891: ed io lo corressi, immediatamente (Atti parlamentari, iì marzo 1891, pag. 952-53). Et do hoc satis. (1) Leggo, mentre sto correggendo, che domenica in Bruxelles -- preceduta da 12 grandi meetings - i socialisti fecero una imponentissima dimostrazione per il suffragio universale. Il corteo si recò al Palazzo di Città e il Borgomastro Biblr~t~a~~eGi~~l31~~ac~izione a' pubblici poprinllipio dellaproporzionalit;'d Quoi::to priucipio profondamente etico e civile - mentre il Pellegrini lo dichiarav,i immaturo -• uell 'ora stessa, cercava appnnto, sovvert,eudo raclicalmente tutta rruauta fa Costitnzioue, pr.netrare su la scena politic1L dcll,L Svizzera nel Consiglio 1\:1zio11ale - coutro il sistema maggioritario e sotto la gramle bandiera della ginsfo:ia elettolare. E so nel Rc- _fcronclwn del 4 novembre non ha vinto, ha benRl raccolto 153.4;..19 voti contro 2;..16.558. E in Ginevra 420!J cont,ro ;J(-i7G.Pii1 del suffragio diretto al Consiglio federale, ch'è stato respinto con 243.712 voti contro 135.868. E i socialisti o i liberali dicono clic fra breve torneranno ùi uuovo all'assalto. La barzelletta, che definiva immaturo questo principio - ùa,l Mili colloc,1t,o tra' piìt grandi progrnssi che 1inora, si f<iauo l'att.i nella teoric<t e nelln prat'Ìc<t <lelGoverno - clirnonticava, come io feci osserva1:e al Congresso, I 'esperieur,a danese ùel 1855 e la legge del 29 dicembre 1 9!J- con la quale il principio è trionfato nel Belgio: se bene sul tro1rno spurio del Yoto plurale, del 11iccolo collegio, e dello scrntinio di lista, che ne hanuo deturpato la fisouornia, purn e genuina - non rammentav,1 che, mentre prin1a aelle ultime elezioni bHlghc, il Sonato si componeva, di 70 cattolici e ;31 libernli, i cattolici clopo scesern a, 58 o i liberali salirono a 43 - e la Camera de'Deputati, cl1e contava, 112 cattolici, 12libentli e 2; socialisti, ora ha 8~ llattolici, l democratico cristiano, :H libcmli o 32 ~ocialisti. L'amico Ghisleri, che stttdia llOll vero amore tuUi i problo111i politici della vita motlenm, mi seri veva (fa Lugano l'J I setteu1bre così: « Sarebbe una bcll,t cosa se il Congresso delibernsse il criterio <loll1trapprcsentan- .:a ])l'O))Ol';;ionalc;sa rebbi! UNA VITTORLA DELLA ~IOUEl{- N!T\ CONTIW lf. TIUDIZlO:-IAI.IS)IO et~.». E il 25 settembre ribatteva: « T,a l'iveiulillazioue al Parlameuto <'lei diritto cli vaco. gnerrn, ti'attctti, o il s1~0'rct_qiow1ive1·scilc con lct rappresc11tnn;ct propot·l!ionnle sono già DUEGltANDI l'ROPOSTE », ·soggiungendo che, come ?notivct.ione de' nostri propositi ili partito, non poco s,uebbc giovato, a 1listingnerci <lct' clemocr<tlici lc_qctlitctri, la dimostrai.ione storic:t e giuridica della ins110ioicn.:mstcttiutrin, por gli ostctcol i che pone <ilprogresso cvol1tth-o e nor niet le clcllc ist·it11 :ioni politiche clcl I'nesc ( I) Co. ì scrivono o parlano coloro che pensano e st11dia110: non i pappagalletti v:tnesi, che blaterano uo' Congressi di sapere, e non sanno: blaterano cli propag,intla, di organizzazione e di pm:tito, semia uua notizia chiarn e precisa dolio iclcc e clellc q1tistioni, sotto la cui lntndicl'II bisogna rnccogl icrsi, per agitarle e diffonderlo: .senza inton<lere cl1e un p.-i.rtito, il quale 110nsi aggruppi intorno ml un cvutcnntv itlea.Io, pcrtle financo il sign ifìcato suo lettera le e scienti li co nella storia filologica e politica del paeòo. llurko diceva: « Uu partito ò un:t riunione tli uomini collegaLi insieme per favo1·ire in comune coi loro sforzi il bene della nazione, inteso SF.CO:.'DOl'RlNCIPH, sn' 1_1ncilsiono tntti <l'ciccorclo "· Dunque, i principii - non nna tessern di conta,bilith o ll'iuscriziono - ,;0110 il fulcro ci.vile tle' parLiU poli1:ici 111odemi. ,\ht prevalse l:t tessern. La mosca tlel Giusti ronza \·a d'i ntol'llO : u, llOIUC Ld1,rn on<le ritleva Spinoza, incappata nella raguatola,, ~gan1uetbva comicament,o. E così noi vctlll11t1110orntol'i oloquenti, collie 11 Pau- ,;ini etl il 13:u•zilai, trepitlnrCI din;u1zi ad 11na minuscola, parte dell' as,;om ulea, iutolleraute di indagini coscienzioso e di. osperienze preziose: vedemmo spiriti illu111i11atio dav,·ero pratici, come il. Chiesi, riunnciare alla parola su le questioni fon1lamentali tli diritto JJOsitivo, collegate agli art. 58 o 2Z dell'etlitto alllertino, u sul problema della. rnalaria, uscito dalla sua peu1HL vigornu eou la irrn1liaziouc di uua grande e suprema ote1·i. L'agitazione si diftònde in tutto il Belgio. E' 'luesto accademismo teoi·ico o pratica -ve1·a ? (I) Vedo, con gran piacere, che la Libe1·tà di Ravenna - ove il sentimento republicano e genuino e gagliardo - ha l'avvisato ndle quistioni costitu.ionali un carattere repubUcano puro : dolente che non suino state discusse, anche per, chè presentate con argomenti chiari e nuovi.
RIVISTA POPOLARIJ' DI POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI sigc11za poi itica e soci.tic: 1·cdcmmo non cn.raLa niente· meno che la stupenda relazione del Colajanni su la colonizzazione interna - come dalla raffica furono travolti i niioi poveri 01·dini ùel giorno: de' qmÌli soltanto quello relativo tilla, triplice alleanza si sall·ò, per l'autoriti1 sapiente e petriottica ùel Bovio: pur divelto dall'altro, col quale - interpretn,udosi l'ar. 5 dello Statuto in conformit.ì, de' principi liberali e razionali del sistema rnpprescntativo moderno, cl1e eonsiderano l'onere, di cui ò cenno nella seconda parte della disposizione costitmionale, come reale od cvcnt1inle - si dichiarava che t1itti i tmttati dcrono essere sottopo8ti a,l controllo ccl cil sindacato 1mrla• 111cnfore. Ed anche l'ordine tlel giorno - col quale, consiùcrauSorpreseTransvaalliane. Uua pred.t che pare rnot·ta e viceversa 5i fa sentire ancora. (Uoino cli Pictrn di Milano) tlo~i che i diritti fondamentali della riunione e della assoei:1.zione ~ouo, non pure in ereuti al diritto pnbhlico mollerno, ma guarentiti dall'art. 32 dello Statuto o dal Decroto legislativo del 2G noYembro 18-1 , si prnponeva al Congresso che, stignrntiz7,ando i cri111inidcli.i forcaioleria italica, cli1rnnzi alle violazioni flagranti e continue di queste franchigie ueccssa,rie all;i, evoluzione democratica della ci vi It:\ politica, del ibarasse una r1rn11clc agit(t~ionc popolal'c per ricltùinwre i poteri costit1iiti dello Stcito ed il Pcirlmnento cdl'ossc1·vanza rigida ccl onesta del diritto e clella legge - anche qnest'ordino del giorno, informato ad uno spirito eminentemente pratico, fn seppellito sotto il grido celebre di abbasso Seno.fonte! Ed è chiara che l.t mia censura è limit-atata soltanto a qnesta parte del Congresso: nè può estendersi all'altra, oui per la lontananza da l~irenr.e non ho assistito, o t,Lnto meno a tutta quanta la discussione precedente che farebùc onoro all::t pi1't illuminata assemble:t politic,1, e che io ho ginclicat;i, degna ,JeJ massimo encomio. Avevano frotta e l'ora batteva! i\fa se troppi temi erano proposti ed incalzavano, chi impediva d1 restare in Firenze per un altro giorno o due i E se no, chi ha più il diritto cli Jiagellarc i deputati telegrafici, quando strillano alla Camera il saùnto per tornare in casa la domenica ì Il Crep1tscolo di i\lihtno lamenta c: e la stampa a,bhia IJO'icottato il Congresso! i\Ia, - a presciuclere d,1lla ostilità monarchica cougenita a1·yerso i rcpublicani - non bisogna stupit·si se l'opinione pubblica, come giustmuente scriveva il Ghi~lcri, poco ~i commuova che cfo Bibff~feb~lit3Tno' Elfaffco1icnto viti tosto che I ·ciltrn. 1.'opinione pubblica vuol ,·eder· gente che non sia mo,·ta alle qnistioni vitali - e, perciò, il valentuomo pbucll che, in capo all'ord iue dd giorno clel Congresso, crnno state poste le q1iistioni economiche e costituzionaii. .. * * t oramai acquisito ii.Ila scienza moderna che i problemi economici, finanziari, religiosi, politici, sociali sono interdipendenti nella gran trama della storia: e il. Cougresso - i'uordato chi.Ila corrente intellettuale, che s'cm sprigionata nell:i. pl'ima o nella seconda seduta - ha avuto il torto di non intendere che in questa interdì pendenza il prob!t,ma politico ò, per il partito rep11blicano cl'Ita.lia, essenziale e fondamentale. Fin dal I 871 Giuseppe Mazr.ini disse: Il problmna politico PREDOmN., sn tntti gli altri. Il Congresso ha avuto il torto di non intendere che la stess:1 agitar.ione per una legislazione tribtttaria, fi. 1,a11ziaria, doganale - meglio rispondente a' principii democratici della giustizia e dell'equità - sarà impotente contro le resistenze de' poteri rnisoneici, rappresentati in un P:u-lamento ernerso dal privilegio elettorale - da un elettorato, cioè, ohe rappresenta appena il G. 78 °[0 rispetto alla popolazione: e non dal suffragio di tut-ti - e in cui tutti abbiano peso - dalle libere voci de' Robertse DeWe{t. Il maresciallo Roberts (scl'ivc) <r. Il 'l'rnusvaal pentito e sottomesso ai piedi di vostra i\Iaestà .... De Wett (cliclro la tcncla,) ... <r. Ecl ecco il sigillo .... D (1"igaro di Parigi) ca111pi e dell'officina, da tutti gli strati della società italiaua, dalle profondità buie e sconosciute della miseria e del dolore! Ila detto l'amico Chiesa che bisogna rinnoYat·e por l'lt,tli:i la lega di Cobdeu: e il Congresso 1111y,otato l'ordine del giorno su la libertà degli scambi, l'abolizione del dazio sul grano ete. i\fa non bisognava, o non bisogna, dimenticare che la lega cli Cobdon fo possibile e trionfò in Inghilterra dopo il. Befonn-ùill del 1832 - qu~nclo nel Parlamento riformato non pit1 di 172 membri conservatori stavano di fronte a 48G liberali e aderenti. Cosi l'.Ant·i-cornLcagne potò nel 184G trionfare sotto Roberto Peel - che eletto qm,le campione del prntezionismo agricolo, rnalcelò il fondo tlell'antico wihg, dando ragione al colloquio paterno con lord LiYerpool nel 1809, narrato dal Guizot. Il Gncist notava anche l'influenza. della Rivolur.io110 politica di luglio in Francia - che avea, come lo scienziato tedesco scrive, conferito alle così dotte iniclclle clns8es un'azione direttiva su poteri dello Stato. .. * * Ed è strano oome molti - tra cui il Luzzatti, non ostante la vast,1, o geniale coltnnt sua - vogliano disconoscere che il potere politico determina e spiega la qualità e l'orclim,mento del sistema tributario. Kou fu la rifor111a elettorale del 1832, che - dopo la prima fa~e del Pitdamento inglese, dove predominò la proprietà fondiaria - contrappose al maniero la citt.\, e conferi una forza politica al capitale industriale, alla
RIVISTA POPOLARE DI POLJTJCA LETTERE E SCIENZE SOCIALI ricchezza mobile, al credito? E da qui derivò l'inchiesta del J 84!J sn le condizioni del lavoro - la quale, secondo il Luzzatti istesso. apparecchiò tutta la legislar.ione_ St) le miniere, e trasse fuori dal fondo della terra logrom intere <li giova,netti e di ilonne seminude, facendo respirare a que' derelitti l'aer dolce che del sol s'allegra Il Luzzatti non può disconvenire che a,lla legge su le miniere del 1842 succe(lette qnella del 1844 ~il le fabbriche e fu poi un crescendo glorioso - quall(fo " cessati in questo punto i conflitti fra le due forme di riccl1ezza fondiaria ell inilustriale, i proprietari del suolo accettarono il libero cambio e i fabbricanti lo leggi sul lavoro, prima per atto di nì$Segnazione, poi di persuasione. » E se si obbietta, che le date di tutte le leggi e ist,ituzioni inglesi, valse a migliorare la condizione mornle intellettuale etl economica <lelle classi lavorntrici, sono anteriori all'ultima riforma elettorale del 1884 - le leggi, 1ln,l Luzzatti citate, su le fabhriche, tra, cui l'atto del 1874 e l'atto sii le faubriche e sn le botteghe del 1878, sono posteriori al Rcjonn-bill del 18(i7. In seguito di che. si svolgono e si consolidano lo grau1li leggi su la, salnte pubblica,, sul risanarneuto tlelle case òPgli operai, sn gli acquedotti ~og11:itamento propizie all'igiene popolare. Il Lnzzatti rico da che l'atto sulla responsabilità clcgl,'i1nprenc7itori è del 1880, la legge dello società di mutuo soccorso è del 1875, etl :11rnhedel 1875 l'atto che tutela, lo condizioni del hiYoro, del 187G l'atto inteso '" costituire la piccola proprietù uo' dist.ret.ti rt,· rnli. Ora queste leggi precedono, ò vero, il Jl1,prescntetticn oj thc Act del 1884, che con l'ho11sihol1s.lu,//'rnye, la la.dqcr e la se1·viccfmncltisc nella Contea signitica il trionfo della, do111ocrazia can,11;sg1mola ; 111:1 s11sseguono il Rejorm-Bill del J867, - che <fa 81;\ 210 free salire gli elettori a 2.400.584, ~palancò le po1to :i.Ila,(1cmoorazia delle oircoscrizio11i urh:rne, e fu perciù definita da lord Derby un snlto nel bnio. Il Congresso - sorvolando su le quistioni costituzionali del suffrngio politico e della rapprosentama proporziona,le - lrn dimostmto, in questa parto delle deliberazioni sue, di scouoscere la interdipedonza cle' problemi storici nella fenomenologia òella vita m~derna, obliando la suprema esigenza del fattore polit,ico per il partito republicano d'Italia : ha mostrato di non ricordare che il suffragio nnivers::tlo e i) diritto costituente - insito all'esame della Carta -- sono il uontenuto storico e razionale della sovranità, e cho tutti i problemi òella vita pubblica italia,na, e mo,1erna si raggruppano intorno alla pregiudiziale statutaria: la quale è cli ostacolo giuridico, per le disposizioni arret.l'ate della Carta, alle migliori conquiste llernourntiche della nuova civiltà politica. li Congresso non ha, inteso che la quistione astratta òi scienz::t politica si converte in unft, qtiistioue positi,,:, e sperimentale òi storia 0011tempornnea, e di diritto pubblico moderno: non ha inteso ohe il prtrt,ito !leve, apostcrioristicamente - conindnzionie derlnzioni scatenti da mezzo secolo di storia subalpina ed italiana, e ilis,-elando le stridenti contrad<lizioni col post,ulat·o plebiscitario e la evoluzione civile della Jibertà noi n1ondo moderno - determinare nel Paese uua · grnnde corrente su '1a necessità cli una ricostituzione politica., in armonia co' ricordi gloriosi delle patrie traclizioui. E può quando avrà rintracciato e d: mostrnto, con nna propaganda, fatta non (li chiacchiere vane, ma di storia e di diritto, che sono appunto queste strident,i contraddizioni - insite, si può <lire, non Rolo alla forma costituzionale dell'Italia odierna, ma della pii, parte de' regimi monarchici in Europa - la causa fonrlamPntale della paralisi, che mortifìca tutta q 11,wtn.Ja, v1t,, pubblica, italiana! Il che val meglio, a parer mio, 110n solo delle disquisizioni pro] isse su le tessere, le quote, i registri, lo se zioni; ma, anche, come ho detto e ri_peto, rlella proclamazione accademica di una sterile pregiudiziale astrntta: e quindi - anche dinanzi nll' atarassia politica di mm, pa,rte del Congresso, e contro radicali, socialisti, republicaui, microcefali o scismatici - io continuo a credere BibliotecaGinoBianco che i problemi costituzionali hanno un significato grande, e possono crescer forz.i, e decoro al partito : sono e devono essere, come la cellula per Vi1·chow, il jocolnio cli vitn pir la politica republicana d'Italia. R. ?lfIRABELLI. Giudiszui llibrodiCiccotti La grandissima abbondanza cli materia ci ha impedito per alcuni numeri di riprodurre i giudir.ii sul Socialismo e sull'Attraverso la Svizzera, che diamo in premio ai nostri abbonati. Oggi ci limitiamo a pubblicare quello dato dalla più autorevole rivista italiana, La Nuova Antologici. È breve; ma viene da un avversario politico, e perciò è più importante. l!ccolo: Attrcu:erso la Svi:uera. Note politiche e sociali, di ETTORE C1cCOT'l'I. Palermo, l\J00, SANDRON,pag. 191. L. 3,.'i0 - Sono brevi e graziose impressioni di viaggio che il prof. Ciccotti, noto rappresentante del partilo socialista, ha scritto dopo la sua visita alla Sviu.ern nel periodo dei moti italiani del maggio 1898. 11 chiaro autore delle Istituzioni pubbliche cretesi e del Tramonto della schiavitù nel monclo a11tico 11011 ha preteso di presentarci in questo volumetto uno studio approfondito de le istituzioni politil'he e sociali della Svizzera, ma si limita a brevi cenni sopra i principali probkmi economici ed ope1·ai che agitano il vicino paese. Il libro è scritto con una bellena di stile e di descrir.ioni in più punti ammirevole, cosicchè istruisce e diverte ad un tempo, mentre l'autore, con molta sincerit~, rivela pure diffidenze e sospeLti della poli,.ia svizzera che non paiono atti ad assodare il sent,mento di libertà. tra-· dizionale e forse un po' leggcudario dei Governi della Confederazione. Qua e là, vi sono allusioni alle condizioni d'Italia ed è questa la parte meno serena, specialmente come forma, del libro. Con ottimo pensiero la Rivista PoJ>olare dell'on. Colajanni lo offre in dono ai suoi associati, perchè lo studio e la conoscenza della vic:na Svizzera 11011possono che tornare utilissimi all'andamento della vita pubblica italiana. La rivoluziOilB inùustriIalBlBGl i8DDOllB L'ultimi) 11umero d(\lla, gra11òe rivista arnerica11n, 'l'hc Sorth Jlmcricnn rcvicw, ci aniva ricco di firtiooli it1teressanti; tra, i quali 11110,li G,ibriele D'Ann11uzio sulla 'l'er::a i•ifo (l'ltalin ('l'l,c Tl,irrl li;/11 o.f ftaly·, in cui l'PJl(le c0nto in una, fo.r,11a attraente della lotta dell'Bsll'emci sinistrn in <lifrsa. (loll:1, libertà o della s11;1, entrata nelho. Saln Rossa. Vi sono gi11dilli giu.;t.i e so,·eri sulla co11- ;sorteri,1, to~can,,, e sugli nomini clrn lianuo governato l'Italia. per quarant'aiÙ1i. Vi sono ripetuti i voti per la rigenernzinue artistic,, e pel culto della bellezza nel nostro pat'~e, cho <lovrol>he essere fa base della tcrzn t>ita (l'Ila fin. Un articolo, in cni la parte politica assume i111porta11za speciale per la forn,a e poi co11Lorno lettL,ni,rio uaturalmm,te non si presta in alcun modo ad essere riassunto. troppo porrlorobbo delle sue qualità intrinseche. Ce ne rifaci,imo, però, presentando ai nostri lettori larghi tratti dell'articolo del Conto Olrnma sulla Rivnl u::;ioM• inclibstrialc nel Gia,pponc Riesce a~sai istrntti ,·o, ~otto fliYer;si, puuti di vista,. Coloro cho s'ill 1111011c0li andare a tronwe iu Cina, nell'immenso f'ormicolaio 1lella razza, gialla, un grande mercato pl'i pro1lotti c•uropei vedra11110 quale formidabile concorrenza <l0Yre111a0ttenclorce110, dopo poco te111po che i oinesi avranno in1parnto tla noi i processi illlln- .;triali e uornmerciali, uei quali giit. il Giappone sta alla (I) A ttraver_so la Svi:,:,era s: dà _in. dono agli abbo~iati annui che aggJ11ngono sessanta centes1m1 al prezzo del! ,1bbonamento.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==