RIVISTA POPOLARE Dl POLITICA LETTERE E SCIENZE SOCIALI Abbiamo nel nostro codice la libernzione conclizionalc; è scarsamente applicata per un mondo di motivi, c·.he non è il caso di esporre; ma non ha dato cattivi e pericolosi risultati per qnanto ne fossero alh1rmati taluni quando fu proposta. Li darà eccellenti, come li ha dati altrove, la condanna condizionale. E se li classe cattivi, forse non ci sarebbe modo di revocare la legge 1 Chi ha la pretesa di fare leggi eterne 1 Emanuele Giauturco è un conservatore , ma egli rimaDendo tale douebbe invidiare la gloria di un altro conservatore, il L~jeulle, che fece accettare la conclcmnci condizio1icile nel Belgio colla legge del 31 maggio J 888. Con ciò egli provvederebbe alla sua fama assai meglio che con cento altre riformine. La società italiana gliene sarebbe riconoscente. Lami~aolemica Riguarda due quistioni f?ndament~li per il partito repubhcano d'Italia e per la politica contemporanea. Dottor NAPOLEONECOLAJANNI Depntato al Parlmnento. Agli la legittimità sua, e su le contraddizioni stridenti, che l'esame di questa Carta disvela, come causa fondamentale della decadenza nostra e della miseria, che strozza, nuovo serpe di Laocoonte, le migliori energie nazionali - per acuire nell'anima del Paese il bisogno e la necessità di ritemprarsi su la base della vera sovranità - che, dimenticata nelle urne de' plebisciti, fu contiscata dalla Carta costituzionale del 1848. lo credo che questa indagine - scientifica e storica - intonata alla rivendicazione del diritto, che ne' limpidi orizzonti della civiltà moderna hanno i popoli liberi, di dettare la legge fondamentale della vita pro- .. pria - possa couferire al partito nostro, più che ogni altra disquisizione astratta su la forma dello Stato, una significazione ed una !isonomia propria. E tanto più, io credo - dopo che nel 1878 è mutata, per dir oosì, la base della legittimità statale italiana: in quanto che il passaggio della Corona - allora come ora - non seguì e non è seguito, col rispetto geloso alla parola plebiscitaria solenne di una grande, nobile e gagliarda parte del Paese - • • a1111.c1. della Romagna, dell Emilia, della •roscana, del1' Umbria, delle March!') - ove la coscienza popolare di iutta l'Italia cen1a la legittfmità della Carta costituzionale del Chiunqueprocurerà UN NUOVOABBONATO trale - eliso, come dissi nella polemica col Nitti, il principio dell'eredità - volle con le affermazioni patriottiche e civili della .,ovranità sua consacrare il diritto immanente in uno Stato moderno di costituirsi: senza pregiudicare il libero volere de' discendenti con pastoie ipotecarie ed irrazionali su l'avvenire del Paeile. Paese; · 2" l'unità del partito. Lo studioso obiettivo ·della storia italiana contemporanea e dd diritto pubblico moderno ravvisa - come dissi alla Camera: fin dal 1892, e come ho dimostrato in questa stessa rlivista, - mia con traddizione sostanziale, nella vita pubblica nostra, tra b parola sovrana dd popolo italiano nel '60, '66 e -'70, e la Carta costituzionale del 1848. riceuerà in dono, a scelta, una delle seguenti pubblicazioni dell'on. Dott. NAPOLEONCEOLAJANNI: Jllou1'enieHls sociaux e'li ltalie; .Ire e s111•0,posili di Cesa,·e Lonibroso; Nel t•egno dell,, lllafi,a ; Gli IJUici del la1'ot•o ; La Gt•ande ••• Questa Carta non rispecchia l'autorità sovrana dell'Italia moderna. Giudicata incompatibile - a~che nel 1848 da Cailo . ~lberto - col genio e co' bisogni clel secolo, non po.- teva diventare la norma di vita per l'Italia surta Chiunqueprocurerà DUE NUOVI ABBONATI Questo non hanno inteso i miei contraddittori che si atteggiano a riiidi interpreti della dottrma mazziniana: facendo anche un po' la burletta su l'importanza - giuridica e politica - che ha riceuerà, a scelta, tre delle suaccennate pub~licazioni, o l'Att1•ar,e1•so 111 StJi~~e,•a dell'on. dalla rivoluzione L'Italia si affermò co' plebisciti - i q_uàli sono il ùocumen to storico e giuridico della suprema autorità sua. prof. El TORECICCOTTI. Il primo re sabaudo, figlio de' plebisciti italiani, riconobbe nella nazione questa autorità la quale si collega alla tradizione giuridica delle Costituzioni, che sbocciarono nel tramonto del seoolo xvm: ed ha, in documenti diplomatici e storici solenni, la cresima della parola rega.le, allo scoppio delle commozioni civili in Europa verso la metà del secolo xix e a' primi albori del risorgimento nostro nazionale. Se, quindi, l'Italia politica contemporanea è surta su l'ipornoclio della sovranità nazionale, va d'incanto che uon poteva e uon può nell'orbita sua penetrare una Carta - la quale, col principio della regalità invadente attinto alla Carta baclée del 1830, 'tripudia su le migliori conquiste della civiltà democratica moderna. * * * Questa Carta non resiste al martello della critica scientifica: e - poichè è la base, su cui si asside il nuovo Stato italiano - io credo che sia evidente per il partito republicano d'Italia l'utilità politica della indagine su nell'Italia contemporanea il problema costituzionale: dal Comitato direttivo sottoposto al dibattito illuminato del Congresso di Firenze. · Senza considerare che questo problema non solo si collega, come bene av• vertì l'amico Schinetti, alla predicazione indimenticabile cli Alberto Mario; ma anche, e sopratutto, alla tradizione stessa di ì\fazzini e di Garibaldi: i quali, nel tramontodella lor vita gloriosa, consigliarono al popolo italiano - come p<,stulato della democrazia moderna e rimedio a' suoi ruali - la rivendicazione integrale della sovranità sua: che, per principio di ragione storica e costituziouale, iji epiloga appunto nel voto universale e nel diritto de' popoli liberi alla legge fondamentale su la forma politica e l'ordinamento sociale dello Stato. * * * Ricordo d'aver letto che i compagni hegeliani della prima giovinezza di Francesco Fiorentino non sapevano, come il Fiorentino c'informa, dir due parole, senza ficcarci dentro il Begr~o· - Beqriff' di quà, BegrW' di là! In sostauza però, diceva il Fiorentino, niuno di loro a,ea, nouchè letto, neppure avuto tra mani .nessuna -0pera di Hegel in nessuna lingua del mondo. Anche di Mazzini si parla - .più che non lo si legga!
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